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Autore: Lain93    12/09/2013    2 recensioni
Andrea è un ragazzo abbastanza comune. E' benestante ma non viziato, sicuro di sé ma non presuntuoso, intelligente ma non pomposo. Si gode ciò che la vita gli dà, vive appieno i suoi diciannove anni, consapevole che la giovinezza non dura per sempre e che, se si deve fare una follia o commettere un errore, questa è l'età giusta per farlo. Alice ha la sua stessa età, è una ragazza riservata ma, se conquisti la sua fiducia, si apre come lo scrigno di un tesoro. Non si circonda di persone solo per compagnia, gli amici che ha si possono contare sulle dite di una mano. La sua città natale le sta stretta, spera di potersene andare il più presto possibile e nel frattempo svolge qualche lavoretto per mettersi da parte qualche soldo. L'amore l'ha conosciuto troppo presto e l'ha irrimediabilmente scottata. Il cuore adesso se lo tiene ben stretto. Lei sa che prima o poi arriverà qualcuno che la farà vacillare, qualcuno che la farà di nuovo innamorare, è un fatto inevitabile della vita.... Spera solo che quel momento arrivi il più tardi possibile.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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15 Agosto 2011. Fiera Nazionale Messinese.
 
 
Osservo le persone attorno a me.  C’è la coppietta che, mano nella mano, osserva i vari stand con curiosità, fermandosi ogni tanto per chiedere informazioni sul prezzo di qualche oggetto interessante. C’è il bambino che tira il pantalone del genitore per attirarne l’attenzione, si annoia,  vuole andare alle giostre lì vicino. Ci sono i ragazzini che in gruppo si atteggiano a grandi, e i grandi che in gruppo si atteggiano a ragazzini.
C’è la tipica atmosfera delle feste, dove tutti sembrano mettere da parte i loro problemi e si ricordano di essere felici.
Ci sono io, c’è il mio amico Carlo, eppure non vorrei essere qui.
Vorrei essere sulla spiaggia, fare un falò pieno di gente, musica, alcol, vorrei svegliarmi domani mattina con la consapevolezza di aver passato una grande serata. Purtroppo, complice la cattiva organizzazione e la convinzione di aver ancora tempo per preparare il tutto, l’unica alternativa rimasta ormai era venire qui. Per carità, non è che fosse poi così male, ma in fiera ci vengo ogni anno da quando sono nato e, essendo questo il ferragosto della mia maturità, avrei voluto che fosse indimenticabile.
Si sa, però, che le cose non vanno sempre come vogliamo.  
“Dai Andrè, sbrigati! I fuochi cominceranno tra poco!”  Mi urla Carlo, per poi correre verso il piazzale che dà sul mare e sulla Madonnina del porto. Da lì, ogni anno, è tradizione che a Ferragosto siano sparate tre batterie di fuochi d’artificio, una a cinque minuti dall’altra.
Quando arriviamo una folla è già ammassata nello spiazzo, accalcandosi alla ringhiera per avere la visuale migliore sul mare.
Bum.Bum.Bum.
I primi fuochi vengono sparati, ai piedi della Madonnina un tappeto di fontane colorate formano la bandiera dell’Italia.
Le luci dello Stretto, il mare, i fuochi d’artificio: è uno spettacolo.
Un “oooh” meravigliato si alza dalla folla.
E in quel momento la vedo.
Non so come, non so perché, il mio sguardo cade su di lei e non si stacca più.
Guarda il cielo, esattamente come gli altri, ma allo stesso tempo è diversa, spicca.
Guarda il cielo colorato dalle luci e sembra la prima volta.
Gli occhi le brillano, lucidi, e a me sembra di non averne mai visti di così belli.
Guarda il cielo e io guardo lei, le sue guance rosse d’emozione.
Guardo lei, le labbra in un sorriso così dolce che vien voglia di mangiarlo di baci.
Voglio parlarle, voglio conoscerla, devo conoscerla.
E a me sembra di conoscerla già.
Quell’emozione sul viso… Quell’emozione non possono provarla tutti.
La capacità di stupirsi e meravigliarsi ancora per le piccole cose, anche già provate, anche già vissute, è segno di una personalità che crescendo non ha perso il suo lato bambino ma che,  al contrario, se lo tiene stretto, lo nutre , ci vive.
Un persona così è da tener stretta, una persona così è da vivere.
I botti finiscono, la ragazza si volta e corre verso uno stand poco distante.
Solo allora mi accorgo di com’è vestita. Indossa una polo blu con la scritta “Sky” piccola sul seno, un paio di shorts bianchi e scarpe da ginnastica anch’esse bianche.
Prende un pio di volantini e comincia a distribuirli.
“Ehi amico, che guardi?” Carlo mi dà una pacca sulla spalla e segue il mio sguardo.
“Fiuu, carina! Sei sempre il solito, se c’è una gnocca nel raggio di dieci metri l’adocchi subito!”  Stavolta è diverso, penso, e quel pensiero già mi turba.
Non esiste il colpo di fulmine, è una leggenda metropolitana inventata dalle bimbeminchia romantiche. Io non lo sono. No. Sento caldo. Devo avere la febbre.
Lei è ancora lì, ferma le persone, ci scambia due parole, dà un volantino e le lascia andare.
“Perché non vai a parlarci? Puoi usare come scusa il voler chiedere informazioni” Mi dice lui, eiIl solo pensiero mi fa venire un blocco allo stomaco.
“Ma che dici? Mi sa che hai bevuto troppe birre stas…. Che cazzo stai facendo?!? Torna qui!” Troppo tardi. Carlo va verso lei e io non posso fare niente per fermarlo.
La ferma, gli rivolge un sorriso, scambiano qualche parola.
Dentro me monta una sottile sensazione di fastidio, come se ogni parola scambiatasi tra loro fosse sbagliata. Non ci dovrebbe essere lui davanti a lei, dovrei esserci io.
Non è normale, non è logico. Il colpo di fulmine non esiste.
Carlo torna gongolante verso di me, un sorriso furbo in volto.
“Tieni, coglione” In mano mi ritrovo un volantino.
A sinistra, in alto, una scritta: Alice 34*/*******
Rimango come un coglione a fissare il pezzo di carta e quasi non ci credo.
Ho il suo numero. Si chiama Alice. Si chiama Alice ed ho il suo numero.
Bum.Bum.Bum.
I miei pensieri, ormai allo sbando, vengono interrotti dalla nuova batteria di fuochi.
La ragaz-, no, Alice, torna in gran fretta nella postazione di prima e ricomincia a guardare il cielo. Sul viso le compare di nuovo quell’espressione e capisco, sì, capisco che non me la sono immaginata, non me lo sono immaginato quello sguardo sognante. E’ vero, è reale, lei è reale. Ed ho il suo numero.
Silenzio. I botti finiscono e lei torna subito allo stand, consegna qualche altro volantino e al segnale – Bum.Bum.Bum.-  ritorna subito per ammirare l’ultima batteria. Lei ammira il cielo ed io ammiro lei.
Silenzio, di nuovo, ed è segno che ormai lo spettacolo è finito.
“Che facciamo, andiamo? Francesco mi ha appena mandato un messaggio, dice che stanno improvvisando un festino in piscina a casa sua”
Sto per rispondere, quando vedo la ragazza, Alice, correre verso un ragazzo ed abbracciarlo di slancio, per poi essere sollevata in aria per qualche piroetta.
Ovvio che è fidanzata, mi dico, una ragazza così deve essere occupata per forza.
Tiro fuori dalla tasca il volantino, il numero, Alice, e butto tutto nella prima spazzatura che vedo.
“Andiamo” Dico dirigendomi dritto verso l'uscita.
Carlo mi osserva in silenzio e sembra quasi non riconoscermi.
  
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