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Autore: allison742    13/09/2013    6 recensioni
Certo che potresti sorridere ogni tanto! Sai, credo che a qualcuno serva il tuo sorriso.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Heart


 
“Dovremmo imparare a sorridere ogni mattina, sai? Alzarci dal letto, pensando che quel giorno sia perfetto. Non importa se piove, non importa se non ti va, non importano i se e i perché. L'importante è che provi a sorridere, anche quando sembra inutile. Non si sa mai che qualcuno potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.”
E poi c’è ancora qualcuno che osa chiedermi perché non sorrido più?
Queste sono state le tue ultime parole. O, almeno, le ultime che hai detto a me.
Mi manchi più di quanto potessi anche solo mai immaginare, Kate.
Mi manca il tuo spirito, la tua espressione con la quale mi ripetevi di sorridere nonostante tutto, le tue carezze e i tuoi baci. Mi manca tutto di te.
Ed ora non riesco proprio a sorridere, sai? Lo vorrei tanto, anche solo per onorare le tue parole, per ricordarti ogni volta che increspo le labbra.
Ma forse ho il terrore che, come mi dicevi tu, qualcuno possa innamorarsi di me.
Io sono tuo, e lo sarò sempre. Non preoccuparti di questo.
Riapro gli occhi e mi alzo dal divano, mente la tua immagine sfuma fino a confondersi con i mobili del salotto.
Sento dei passi, e mi volto. Quante volte ho immaginato che fossi tu a procurare quel rumore; ma, anche per questa volta, rimango deluso.
- Maddison, tutto bene? – le chiedo, sforzandomi di nascondere la mia nostalgia.
- Sì papà, sono venuta a portarti questa. – dice allungandomi una busta bianca.
- Cos’è tesoro?
- E’ la letterina per Babbo Natale, potresti riuscire a trovare un modo per fargliela avere?
- Certo! – le rispondo accarezzandole la testa.
- Grazie! – mi abbraccia e torna verso le scale.  – Papà? – mi chiama fermandosi.
- Sì?
- Certo che potresti sorridere ogni tanto! Sai, credo che a qualcuno serva il tuo sorriso.
Quella frase mi colpisce al centro del petto. Mi sembra di sentirti. E’ uguale a te.
Fa’ altri due gradini, senza darmi il tempo di ribattere; poi si ferma di nuovo.
- Ah, prima che mi dimentichi, il cuore sta sempre nello stesso posto? Oppure si sposta? Va a destra o sinistra? Sai, è per la ricerca di scienze. – mi dice, come se niente fosse, come se la frase prima l’avesse già dimenticata. Il bello dei bambini!
- No tesoro, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra.
- Grazie papà, sei il migliore! Farò un figurone! Ti voglio bene! – e se ne va in fretta, anche stavolta senza lasciarmi il tempo di dirle che anche io le voglio bene. E tanto.
Mi avvicino alla finestra innevata, e intanto penso che poi un giorno crescerà. Ed allora capirà che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare in nessun luogo.
Le salirà veloce in gola, quando sarà emozionata. O precipiterà nello stomaco, quando avrà paura o verrà ferita.
Ci sono volte in cui accelererà i suoi battiti, e sembrerà voler uscire dal petto.
Altre volte, invece, farà cambio col cervello.
Crescendo, imparerà a prendere il suo cuore per posarlo in altre mani; e poi, il più delle volte, le tornerà indietro un po' ammaccato. Come è successo a noi per quasi quattro anni, ricordi? Ma non dovrà preoccuparsene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora, e più preparato per accogliere l’amore. Questo, però, lo capirà solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederà di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E si affannerà a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato. Un po’ come faccio con te.
Ma non preoccuparti Kate, ci penserò io a insegnarle tutto questo. Cercherò di proteggerla, almeno finché non arriverà quel giorno: un giorno un po' diverso, un po' speciale, un po' importante. Quel giorno in cui capirà che non tutti hanno un cuore.
Esattamente come quegli stronzi che ti hanno portata via da me, dalla tua famiglia.
Ma, anche quando arriverà quel momento, io sarò sempre al suo fianco.
Te lo prometto. Per lei. Per te. E, forse, anche un po’ per me.
Mi ricordo solo ora di avere ancora in mano la letterina.
La apro con le lacrime agli occhi, le ultime rimaste, le stesse che vengono dolcemente fatte scivolare fuori dai miei occhi dalle parole di nostra figlia:
 
 
Caro Babbo Natale,
per anni ti ho sempre chiesto le bambole che vedevo in tv,
oppure i giochi esposti sulle vetrine colorate delle strade.
Quest'anno ti chiedo una cosa più grande, che solo tu puoi realizzare: fai trainare la slitta da più renne questo Natale, e non venire vicino alla mia casa, ma vola da un'altra parte: nel cielo, visita ogni nuvola, ogni stella, e trovala. Dille che la amo, che le voglio bene più di tutto, e che mi manca. Dille che manca a tutti qui, che ogni giorno preghiamo che lei stia bene, anche meglio di come stava con noi.
Dille che nulla ci separerà mai, ne la morte ne l'intero cielo.
Ma dille, più di tutto, che era la mamma migliore del mondo e che non smetterà mai di esserlo.
Con affetto, Maddison.
 
 
 
E, per la prima volta da quel maledetto giorno, sorrido.









 
   
 
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