I parte:
Gerard si svegliò come al solito in ritardo. Come al
solito fece colazione velocemente. Come al solito
rovesciò il latte e lasciò la tazza sul tavolo con le urla della madre che gli
dicevano di metterla nella lavastoviglie. E, come al solito,
svegliò Mike con “molta delicatezza.”
- Ehi! – urlò Mike
mettendosi a seder sul letto – Perché lo fai tutte le
volte?
- Semplicemente…- rispose
Gerard infilandosi i pantaloni – Perché è divertente!
- Stupido! – Mike gli lanciò
un cuscino addosso.
- Dai che facciano tardi Mikino!
- E
non chiamarmi così!
- Coraggio ragazzi! O farete tardi a scuola! – urlò la madre dalla cucina.
[Gerard e Mike hanno 17 e 15 anni. Vanno ad una
scuola superiore scientifica. Mike è un secchione
mentre Gerard uno tra i più bulli della scuola (è bocciato una volta in prima
media)]
Arrivati la madre li fa
scendere dalla macchina: - Coraggio. Fate del vostro meglio e non fate
arrabbiare i professori. Vero Gerard?
Il ragazzo voltò il viso
dalla parte opposta alla madre e sbuffò. Laisa, la madre, lo prese per il manto
e girò il volto del ragazzo verso il suo: - Guai a te se torni a casa con
un’altra nota, siamo intesi?
Lui mosse gli occhi in segno
di assenza.
- Gerard! – gli urlò Laisa
- Ho
capito, ho capito!
Scesero dall’auto e si
diressero a scuola.
- Perché
ti comporti così? – chiese Mike al fratello.
Quest’ultimo non rispose, si limitò a scuotere le spalle.
- Ehi Gerard! – una voce
chiamò il ragazzo – Vieni qui!
- Eccomi! – rispose Gerard
- Gerard!
- Che
vuoi? – chiese seccato il fratello maggiore
- Mamma non vuole che tu
frequenti quei ragazzi!
- Ma
ora mamma non c’è!
- E
se io faccio la spia? – disse con aria di sfida Mike
- Fallo e ti massacro di botte dopo la scuola – detto questo corse verso
quei compagni che secondo lui erano i migliori.
[Gerard non cambiò idea fino all’età di 27 anni
(2004)]
“Proprio non capisco. Che gli costa, per una volta, dare retta a nostra madre?”
- Mike! – una ragazza bionda
gli si stava avvicinando – Stasera – cominciò lei – Ti
andrebbe di studiare insieme?
Mike rimase immobile, rosso
come un peperone “Perché lo stai chiedendo proprio a me Penelope?” : - V…va bene. Per me va bene! – rispose quello
balbettando.
- Cos’hai?
Hai freddo? – chiese lei
Mike scosse la testa: -
N….no, no! E che….- si guardò in torno, in cerca di aiuto,
ma lei lo anticipò facendoli una seconda domanda: - Ma tu frequenti ancora tuo
fratello?
- In che senso scusa?! –
chiese lui non capendo
- E’ vero può sembrare una
domanda stupida ma io intendo: stai molto con tuo fratello, ma soprattutto, lui
ci sarà stasera?
Mike si morse un labbro.
- Vedi –
continuò Penelope – Non mi piace quel ragazzo. Non mi piace per niente. E io non voglio che tu diventi come lui.
- Non capisco, Penelope –
invece stava capendo. Capiva perfettamente ciò che
voleva dire. Anche a lui non piaceva il comportamento
di suo fratello. Non piaceva per niante.
- Vedi
Mike – lei gli prese le mani – Io ti amo!
Mike rimase di stucco: -
M…mi ami?
- Oh! Mio fratello ha
un’amante! Aspetta che lo vanga a sapere nostra madre!
- Gerard! – Mike si rivolse
verso il fratello – Che cosa vuoi?
- Io? – Gerard fece gesto di innocenza – Io niente!
- Basta Gerard! Adesso hai
rotto sul serio!
Gerard sorrise: - Mikino si sta surriscaldando?!!!...
- Basta! – Mike era davvero
arrabbiato
- Guarda che non devi
agitarti! Altrimenti sudi! E
lo sai che per una ragazza non è bello vedere il proprio ragazzo che suda, non
pensi?
- Gerard adesso stai osando
troppo!
- Perché
se continuo che mi fai? Mi picchi? – si mise a ridere. Da un po’ di tempo a
Mike dava noia quel suo sorrisino da ebete.
- Piantala!
È il mio ultimo avvertimento! – Mike aveva appoggiato, o meglio lanciato, lo
zaino e i libri a terra.
- Che
fai Mikino? La mamma non vuole che tu lanci i libri a
terra!
- Te ne pentirai di ciò che
stai dicendo!
- Perché?
Lo dirai a mamma? Andrai a piangere da lei come fai sempre? – tutti gli amici
di Gerard, compresi alcuni studenti che assistevano alla scena, si misero a
ridere.
- Gerard! – Mike afferrò il
fratello per il collo della maglia e lo sbatté al muro violentemente – Non andrò a piangere dalla mamma! Stavolta te la farò pagare per
conto mio!
- Sai che paura! – Gerard
afferrò le mani del fratello che gli reggevano la maglia – Lasciami!
- No! – Mike venne scaraventato a terra e sbatté il labbro inferiore contro
il battiscopa: gli si ruppe.
- Così impari a non
rispettare tuo fratello maggiore!
- Fratello maggiore un
corno! – Mike si rialzò toccandosi il labbro – Sei tu che devi
imparare a rispettare gli altri! – gli saltò addosso e lo fece cadere a terra –
Sei soltanto un pallone gonfiato, nient’altro!
- Mike basta – Penelope stava piangendo, non poteva vedere Mike che faceva quelle
cose. No, non poteva.
- Piantala
Mike! – gli urlava Gerard, ma il fratello non aveva intenzione di fermarsi
- Mi hai sempre trattato con
superiorità – il sangue di Gerard schizzava ovunque,
mentre con le mani cercava di ripararsi dai pugni del fratello – Mi hai sempre
trattato male fin da quando eravamo piccoli – Mike non piangeva. Non gli
dispiaceva per il fratello che stava soffrendo. Aveva sempre detestato la gente
che pestava qualcuno. Ma stavolta era felice. Felice perché stava dando una lezione a suo fratello. Quel fratello che aveva sempre odiato.
In quel momento arrivarono i
professori, chiamati da alcuni alunni: - Cosa succede
qui? – chiese il preside mentre tre professori allontanavano i due ragazzi
- Gerard è venuto a
stuzzicare Mike – spiegò Penelope – Lo ha fatto
arrabbiare e hanno cominciato a pestarsi – piangeva. Piangeva sofferente.
Mentre Gerard e Mike si lanciavano insulti a non finire.
- Ma mi spieghi che stavi facendo st****o?!
- Ah! E
così lo st****o sarei io, vero? – Mike era davvero arrabbiato. Molto arrabbiato.
Aveva voglia di spaccargli la faccia. Di picchiarlo così violentemente da farlo
finire all’ospedale.
- Ragazzi finitela – urlò il professore di matematica. Ma solo dopo l’intervento di altri quattro professori i due ragazzi si calmarono.
Erano tutti
e due a sedere nell’ufficio del preside, ad aspettare l’arrivo della
madre.
- Gerard – Mike si voltò
verso il fratello – Mi dispiace…..
- Zitto! – rispose questo in
tono sgarbato – Non dire una parola!
Però a Mike dispiaceva davvero. Qualche ora prima avrebbe
voluto quasi ammazzare suo fratello, mentre adesso avrebbe voluto abbracciarlo.
Dirgli quanto gli dispiacesse.
- Davvero io….- provò a
richiedere scusa, ma venne subito bloccato da Gerard.
- Ho detto di stare zitto! –
Gerard mise la faccia tra le mani – Hai idea di cosa
ci farà nostra madre? – lo guardò: piangeva.
[Gerard piange perché, ancora il fratello non lo
sa, si drogava. Era stata quella bevanda che lo aveva
alterato. Infatti gerard è da quando aveva 10 anni che
prendeva quella roba (nella mia fantasia, non so nella realtà!)]
“Gerard” – Io – a Mike
arrivò uno schiaffo. Secco. Gelido.
Era stato Gerard. Gerard gli
aveva tirato quella sberla che lo aveva fatto rimanere
di stucco. Ripensò a Penelope: “Certo che come dichiarazione le è andata
proprio male”. Sentì una fitta al labbro “Accidenti!”. Si toccò la ferita: gli
stava uscendo sangue.
- Venga. L’accompagno nel
mio ufficio.
- La ringrazio
– Laisa stava piangendo. Davvero i suoi figli si erano pestati? Sul serio
si odiavano così tanto da picchiarsi? Era davvero stata colpa del padre che li
aveva lasciati come aveva detto lo psicanalista?
Gerard prese una malboro
rossa dalla tasca dei pantaloni e l’accese.
- Che
fai fumi? – chiese un po’ arrabbiato e deluso Mike
Gerard scosse le spalle:
- te che te ne frega?
Mike si rassegnò: suo
fratello era davvero caduto in basso. Si guardò le mani. Che
ci trovava di bello nel fumare e nel comportarsi così? – La mamma lo sa?
- Che
cosa?
- Che
fumi.
- No – rispose
semplicemente Gerard – No, non lo sa.
- E
quand’è che avrai intenzione di dirglielo?
- Mai – rispose ispirando
una boccata di fumo – Non c’è bisogno che lo sappia.
Mike si alzò in piedi e si
rivolse a lui alzando la voce: - E pensi che lei non se ne accorgerà?
Pensi davvero che rimarrà un segreto per sempre?
- Vuoi ricominciare a
litigare? – Gerard si alzò in piedi – Io sono pronto!
- Gerard! Mike! Smettetela! –
la madre era appena entrata nella stanza, seguita dal preside. Si avvicinò a
grandi passi a Gerard. Gli prese la mano dove si trovava la sigaretta e gliela
strinse – E così fumi? E non mi hai detto niente?
- Non ti può interessare ciò
che faccio!
- E
invece si! io sono tua madre e devo sapere cosa fai! –
urlò Laisa stringendo ancora di più la mano di Gerard.
- No invece! Ognuno è libero
di fare ciò che vuole!
- Ma
tu non hai ancora 18 anni! Sei ancora sotto il mio controllo!
- Ma fatti i c***i tuoi sgualdrina!
Dalla madre parti un ceffone
che prese in pieno il viso di Gerard: - Non ti azzardare mai più a chiamarmi
così!
Gerard Arthur Way è
nato il 9 Aprile 1977 a Newark, nel New Jersey
Frank Anthony
Iero Belleville, 31
ottobre 1981
Ray Toro nome
completo Raymond Manuel Toro-Ortiz
Kearny
Mikey Way , conosciuto anche come Michael James Way Newark, 10 settembre 1980 15 luglio 1977
Robert
Cory Bryar (