Quanto desidero potertelo raccontare... Se fossi un altro, forse,
rideresti.
Ma io ti conosco, Light, più di quanto conosca me stessa.
Tu mi guarderesti con quello sguardo serio e composto che non ti
abbandona mai [come un
dio giusto e severo] e scuoteresti la testa, piano,
lasciando che i capelli nascondano il tuo sguardo.
Ma questo sogno non te lo potrò mai raccontare, ne sono
certa.
Questa sensazione si era insinuata in me da qualche giorno, come
un'inquietudine che mi rendeva agitata e distratta.
Ma la consapevolezza mi investì soltanto poche ore fa,
lasciandomi svuotata di tutto.
Tu stavi morendo.
Non chiedermi come facessi a saperlo: l'ho saputo con la stessa
sicurezza che spinge la rondine a migrare alle prime avvisaglie
dell'inverno.
Qualcuno potrebbe pensare che non sia possibile, che tutto
ciò sia soltanto il delirio di un folle, ma eri tu, Light,
ad avere il mio cuore; e quando il tuo si è spento, anche il
mio ha iniziato a morire...
Ma quel mio sogno... Così grandioso e delirante, perfetto...
Era la storia di un quaderno nero e di uno shinigami di nome Rem.
Oh, lo so che gli shinigami non esistono, ma è solo un
sogno, dopotutto!
E nel mio sogno c'era anche tu, Light: eri splendido come un dio mentre
mi porgevi la mano dicendo che mi avresti mostrato un mondo perfetto.
Tutto il resto è confuso, ed appena cerco di ricordare
qualche particolare, la memoria fugge, come una cerva impaurita dinanzi
al cacciatore.
Ecco, è la mia fermata; devo scendere dalla metropolitana.
La gonna scura ondeggia ad ogni passo.
Oggi sono vestita completamente di nero; anche il trucco pesante che mi
ricopre le palpebre, è del medesimo colore.
E' la prima volta che indosso questi abiti; li avevo acquistati per non
so più quale occasione, ma non li ho mai messi: sembravo
troppo "adulta".
Eppure mi sono così familiari... [memoria di abiti scuri
e di una canzone triste, di un quaderno nero...e di una Giustizia
perversa]
Ecco, sono arrivata.
La città al tramonto è così bella...
Oggi lo è ancora di più.
Ogni cosa è
più bella per i condannati a morte.*
Scavalco il parapetto, il vento mi scompiglia i capelli.
In un istante di morbosa curiosità, mi chiedo come
sarà morire.
Farà male...?
Oppure non sentirò nulla?
Tra poco lo saprò.
Spalanco le braccia, e mi lascio cadere.
Eccomi, Light, aspettami.
Dopotutto, io non avrei
mai potuto vivere in un mondo senza Light...
.:*Fine*:.
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*E' una frase del dialogo tra Achille e Briseide, nel film "Troy".