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Autore: Betta3x9    19/03/2008    6 recensioni
Ma quel mio sogno... Così grandioso e delirante, perfetto... Era la storia di un quaderno nero e di uno shinigami di nome Rem. [Misa]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SOGNI E RICORDI

Sai, Light, ho fatto un sogno.

Era un sogno...strano.

Una visione delirante e folle, ma lucida.

Estremamente lucida.

Quanto desidero potertelo raccontare... Se fossi un altro, forse, rideresti.

Ma io ti conosco, Light, più di quanto conosca me stessa.

Tu mi guarderesti con quello sguardo serio e composto che non ti abbandona mai [come un dio giusto e severo] e scuoteresti la testa, piano, lasciando che i capelli nascondano il tuo sguardo.

Ma questo sogno non te lo potrò mai raccontare, ne sono certa.


Questa sensazione si era insinuata in me da qualche giorno, come un'inquietudine che mi rendeva agitata e distratta.

Ma la consapevolezza mi investì soltanto poche ore fa, lasciandomi svuotata di tutto.

Tu stavi morendo.

Non chiedermi come facessi a saperlo: l'ho saputo con la stessa sicurezza che spinge la rondine a migrare alle prime avvisaglie dell'inverno.

Qualcuno potrebbe pensare che non sia possibile, che tutto ciò sia soltanto il delirio di un folle, ma eri tu, Light, ad avere il mio cuore; e quando il tuo si è spento, anche il mio ha iniziato a morire...

Ma quel mio sogno... Così grandioso e delirante, perfetto...

Era la storia di un quaderno nero e di uno shinigami di nome Rem.

Oh, lo so che gli shinigami non esistono, ma è solo un sogno, dopotutto!

E nel mio sogno c'era anche tu, Light: eri splendido come un dio mentre mi porgevi la mano dicendo che mi avresti mostrato un mondo perfetto.

Tutto il resto è confuso, ed appena cerco di ricordare qualche particolare, la memoria fugge, come una cerva impaurita dinanzi al cacciatore.


Ecco, è la mia fermata; devo scendere dalla metropolitana.

La gonna scura ondeggia ad ogni passo.

Oggi sono vestita completamente di nero; anche il trucco pesante che mi ricopre le palpebre, è del medesimo colore.

E' la prima volta che indosso questi abiti; li avevo acquistati per non so più quale occasione, ma non li ho mai messi: sembravo troppo "adulta".

Eppure mi sono così familiari...
[memoria di abiti scuri e di una canzone triste, di un quaderno nero...e di una Giustizia perversa]


Ecco, sono arrivata.

La città al tramonto è così bella... Oggi lo è ancora di più.

Ogni cosa è più bella per i condannati a morte.*

Scavalco il parapetto, il vento mi scompiglia i capelli.

In un istante di morbosa curiosità, mi chiedo come sarà morire.

Farà male...? Oppure non sentirò nulla?

Tra poco lo saprò.

Spalanco le braccia, e mi lascio cadere.

Eccomi, Light, aspettami.

Dopotutto, io non avrei mai potuto vivere in un mondo senza Light...


.:*Fine*:.

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*E' una frase del dialogo tra Achille e Briseide, nel film "Troy".
   
 
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