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Autore: Daxn    13/09/2013    2 recensioni
Noi era una puledrina normale, con le sue amicizie, le sue passioni e tutto quanto.
Era.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dolore.

Rabbia.


Queste erano le due emozioni prevalenti nella mente iperattiva di Noi. Era tutto quello a cui riusciva a pensare, anche dopo aver lasciato l' ospedale da un giorno. Queste due parole riassumevano il contenuto del diario della puledra gialla:

"Caro diario, non so nemmeno se ti voglio davvero raccontare quello che e' successo oggi.

Diamo scontato che tu voglia: ti ricordi dell'operazione chirurgica di cui ti ho parlato qualche giorno fa ? Quella che aveva lo scopo di liberarmi dalla nausea, e alla febbre, che mi hanno bloccato a letto per giorni ? Quella che doveva asportare la mia appendice?

Bene: la mia appendice non e' stata l' unica cosa ad essere rimossa, causa pazzo furioso, e come risultato, ora sono costretta ad indossare pannolini.

Sì, hai sentito bene: pannolini. Simili a quelli dei puledri piccoli, ma più grandi di dimensioni e se Celestia vuole, meno imbarazzanti.

Ti voglio risparmiare i dettagli, caro diario, visto che potresti non apprezzare la conoscenza di quello che e' successo alla tua adorata Noi; sappi però che, dopo aver udito la notizia, non ero proprio contentissima: infatti, ero così rabbiosa, che ho insultato il Dr. Aegrocida, ovvero il dottore che mi ha dato la triste novità.

Sento il mio basso ventre pulsare per nessuna ragione apparente; e la mia cicatrice mi prude: vorrei grattarmela, ma ogniqualvolta che lo faccio, le infermiere mi ordinano di non farlo. Di tanto in tanto, ho fitte di intenso dolore improvvise, e in quel momento i casi sono due: o mi somministrano antidolorifico, o mi lasciano contorcermi agonizzante sul letto. Quando ricevo l' antidolorifico, l' effetto e' così potete, che mi sento subito molto bene, e ho l' impressione di essere sul letto di casa mia a rilassarmi, piuttosto che in ospedale aspettando la guarigione."

La pagina aveva i segni i esse stata inzuppata dalle lacrime; la pagina era piena di macchie di zuppa di piselli e sangue secco; e la scrittura era incostante, con frequenti sbalzi dal maiuscolo al minuscolo.

La pagina successiva era più costante, in termini di scrittura, ma presentava ancora macchie, questa volta di sugo di pomodoro.

"Caro diario, a quanto pare ho un cuore extra nel mio pelvo; e mia sorella, come da tradizione, mi ha detto che sono una puledrina di tre anni troppo cresciuta.
Quest' oggi sono stata costretta a scusarmi con il Dottor Aegrocida.

Poveraccio: effettivamente non era colpa sua. La colpa e' di quel chirurgo con la licenza medica rubata.

Vorrei tanto tagliare via il corno di quella canaglia, e cavargli via gli occhi con il suddetto corno; o radunare tutti i pazienti che ha 'curato', per poi strappargli via gli arti pezzo per pezzo.

Ma so che non accadrà mai, neanche se piango in lingue sconosciute.

Soffro ancora il dolore, ma non più così tanto come prima, e, per qualche ragione arcana, il mio prurito e' svanito. Spero di liberarmi velocemente delle strane sensazioni che colpiscono il mio ventre, cosicche' possa camminare ancora, senza perdere un litro di sangue, urina, e pus durante il tragitto."

"Cinque giorni, caro diario, cinque giorni. Cinque giorni dal mio cambiamento radicale. Ho provato in più di un modo a non utilizzare i pannoloni ma senza successo: nell' ordine, ho urinato sul letto; ho ricevuto un irritazione da pannolino..."

Noi gettò via il librettino che usava come diario, assieme alla penna con cui aveva scitto, e si girò verso il soffitto, mostrando la cicatrice lasciata da un' appendicectomia fatta cinque giorni prima.

I medici, i genitori, la sorella... ella si ricordava ancor le loro parole.

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"Coraggio Noi, non essere troppo spaventata: e' un operazione semplice. Non ti farà male,
e una volta terminata, non sarai più di disturbata da quei bruti dolori di pancia."

"'E' la tua opportunità, Noi: dimostrami di poter sopportare l' isolamento dai tuoi conoscenti, e la vista del sangue per un paio di giorni, e io smetterò di vederti come un infans, ma comincerò a vederti come un seme per un buon adulto"

"Noi, amore, stà tranquilla: i dottori dell' ospedale sanno quello che fanno, e non soffrirai. Lo giuro !"

"Noi, so che sembra incredibile, ma credimi: una volta finita l' operazione, ' unica cosa che n rimarrà sarà una piccola cicatrice sul basso ventre."


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Erano tutte bugie, seppur innocenti.

------------------------------- CINQUE GIORNI PRIMA-------------


Noi era entrata incerta nell' ospedale.

Da una parte, ella non sapeva quale poteva essere il risultato dell' operazione o come si sarebbe svolta, ne' conosceva qualcuno al' interno.


D' altra parte, tutti avevano detto che i medici nell' ospedale sapevano quello che stavano a fare, e che, a operazione finita, non si sarebbe ricordata nemmeno dove doleva la sua pancia.

Il reparto di MIcroipponia trasmetteva un' atmosfera di conforto e allegria. Nel mentre che Noi camminava accanto ai genitori verso la sua stanza d' ospedale, la puledra notò che, a differenza di come la sua sorella aveva descritto lei, i muri non erano bianchi, ma arancioni e azzurri, come se il reparto stesse festeggiando una festa molto allegra.
Mentre alcune stanze erano , effettivamente, una semplice fila di letti e comodini, almeno
i letti parevano nuovi, e i comodini interi.
La puledra gialla notò anche la presenza di altri oggetti, per la precisione macchine mediche di funzione ignota a Noi: tali aggeggi erano colorati di blu e verde; il soffitto era pieno di elaborai disegni; alcuni medici avevano un camice multicolore, in mezzo a tanti altri bianchi verdi... l' atmosfera generale era, insomma, molto differente dall' edificio "costruito su pus e lacrime" descritto da Carrot Top.

Quando poi Noi giunse in camera, ella ebbe un' ultima piacevole sorpresa: un compagno di stanza.

Ciò era una notizia positiva poiche', con un compagno di stana, il tempo sarebbe passato più in fretta, e lo stress sarebbe stato incanalato meglio.

Non c' erano dottori con siringhe titaniche dietro l' angolo; non c' era il rischio di farsi una ella doccia col proprio sangue, se si disobbediva; non c' era nessuna infermiera pronta a menare ad ogni minimo sgarro. Complessivamente, la situazione era più sopportabile del previsto.

Ma quello che accadde il giorno dell' operazione fu qualcosa simile a un incubo, causa di quello che la puledra vie, e i danni con cui Noi sarebbe stata costretta vivere per i resto della sua lunga vita davanti a se' .

Quel giorno, quando fu forzata a saltare l' operazione, la cavallina ospedalizzata era tesa come la corda d' un violino: i suoi occhi guizzavano da una una parte all' altra della stanza, come se temesse l' attacco d una bestia feroce spuntata dal nulla; piagnucolava al pensiero di essere operata; e mentre abbracciava forte il lenzuolo del letto, pregava silenziosamente i medici di rilasciarla.
Il compagno di stana della puledra provò a calmarla, ma invano.

Visto che le era stato detto che, durante l' operazione, sarebbe stata dormiente grazie a un gas speciale, nuovi dubbi si unirono a quelli preesistenti di Noi.

Appena l' anestesista, giunto in camera poche ore dopo il risveglio della puledra gialla, subito quest' ultima domandò al medico, mentre stava sotto le coperte, e tremava come una foglia:
"P-p-posso-o-o f-fare u-u-una d-d-domanda ?"

L' anestesista, un magro unicorno bianco con chiazze rosse, rispose seccato:
"Sì, puoi fare una domanda"

Noi continuò a domandare timidamente:

"M-m-mi h-hanno d-det-t-to ch-he saei s-stata a-addormentata c-con un ga-a-as s-speciale. M-ma v-v-vorei s-sapere di-di più..."

"Spara"

"D-dureà p-per tu-u-utta l' o-operazione ? O ne v-v-vedrò u-una parte ? M-m-mi r-r-risv-veglierò ? Oppure no ? I-i-l g-g-gas ha e-e-effetti c-collaterali ?"
Il medico sospirò, prese la mascherina, affermò: " Nessun danno può giungere dal gas, e ti ripiglierai appena avranno finito."

L' unicorno mise con la magia la mascherina di Noi:

"Fà un bel respiro ora."

Noi obbedì, e prese grosse boccate di etere, prima di cadere incosciente.

I suoni che accompagnarono il risveglio della piccola cavalla gialla furono i suono dell' elettrocardiogramma in funzione, e il suono soffocato di metallo che si scontrava contro altro metallo. Noi si aspettava di risvegliarsi nella Stanza POst-Operatoria, ma, appena ella aprì gli occhi, le sue speranze furono distrutte: si trovava ancora in Sala Operatoria, e tre medici, con i loro volti e criniera coperti la stavano osservando, mentre un quarto levitava un bisturi, puntato i modo minaccioso sul torso della puledra

Con il cuore pieno i paura e sgomento, Noi domandò che stava succedendo.

Non ricevette risposta: invece, il chirurgo con il bisturi cominciò a tagliare il basso ventre con un ghigno che si poteva intravedere dietro la maschera.

Stranamente, quel gesto non causò dolore alla puledrina, alla quale crebbero le pupille, fino a dimensioni pensate impossibili, per la sorpresa.

Nel tentativo di fare una domanda ai medici, Noi provò ad alzare lo zoccolo sinistro, solo per notare che non poteva muoverlo, ne' poteva muovere il resto del corpo.

I battiti cardiaci della puledra crebbero, ed ella cominciò a sudare copiosamente


Nessuno notò nulla: il pony con il metallo sterile continuava a tagliare in modo apparentemente casuale, mentre gli altri tre provavano a fermarlo, sia in modo fisico, dicendo:

"Il paziente e' veglio: sarebbe opportuno dare un' altra dose, prima di procedere."

"Signore sta danneggiano il paziente".


Tali frasi fecero tremare Noi, sia al pensiero di sentire dolore da un momento al' altro causa fine anestetico, sia al pensiero che tutta la sua vita era negli zoccoli guantati di un medico che le stava causando danno in modo volontario.

A quel punto, il puro terrore regnò su Noi, che cominciò piangere come una fontana, e a urlare in modo incoerente.


Dopo tutti quei

tagli non percepiti, il chirurgo si stufò di tagliare, e decise di staccare direttamente la carne: proprio in quell' istante, Noi ricominciò a sentire dolore, e, dopo er urlato, svenì.

Più tardi, la puledra si risvegliò al suono familiare dell' elettrocardiogramma, e con un mormorio soffocato proveniente dalla sua destra.

Noi aprì gli occhi, e sospirò di sollievo: era stato tutto un sogno. Un brutto, sanguinolento, sogno.

O forse no ?

La puledra gialla notò un cartoncino nero con un fiocco verde su di esso: ella aprì il cartoncino... per poi lasciarlo cade in shock.

C' era scritto: "Mi spiace noi: i dottori hanno fatto il possibile, per riparare danni fatti dal primo chirurgo, ma invano. Ora sei incontinente.

Carrot Top; Mater et Pater".


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E ora Noi, con un pannolino addosso, stava dicendocon occhi rabbiosi, e con i denti stretti:

"Che ho fatto di male per meritare questo ? Perche' sono divenuta il giocattolo di un medico sadico ? Come farò a presentarmi davanti ai miei compagni di classe ? No, aspetta, meglio, come farò ad andare in giro per il paese con questi addosso, senza apparire cretina ? Perche' non esiste cura ? Ok, ora e' senza licenza medica, e presto sarà processato e condannato, ma ciò non migliora il mio umore: se l' ha fatto, ci deve essere un modo per sfarlo !"

Questi pensieri riempivano la test della cavallina incontinente: l' ultimo pensiero, però, causava rabbia in lei, e la faceva muggire come un toro; e fra un morso al cuscino e un colpo di zoccolo al materasso, Noi ripeteva:
"Tutto questo, non ha senso". Dopotutto, il chirurgo non avva mozzato via gli sinteri e la vescica,quindi, in teoria, ci doveva essere speranza.

Sfortunatamente, non era questo il caso.

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Noi aveva le orecchie abbassate, e stava guardando incredula il medico:
"Davvero non potete fare nulla ? Nessuna medicina ? Nessun intervento aggiuntivo ? Niente di niente ?"

Il pony in camice bianco scosse tristemente la testa, e disse: "Non abbiamo modo di ristorare il tuo corpo alla condizione precedente all' operazione, dopo che quel pazzo t' ha fatto."

Il medico passò alla madre un grosso pacco grigio, etichettato come "Pannolini- Dimensioni 8-12 anni", poi tornò a parlare con la puledra:

"Questa e' l' unica soluzione. So quanto possa essere difficile per te, tornare a una fase che pensavi di aver superato, e avresti preferito evitare di riprovare. Ma deve essere fatto".

A quel punto, la puledra perse il lume della ragione, e apostrofò il medico con epiteti riguardanti la sua provenienza, e la sua condizione morale.

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Mentre la cavallina in pannolino ricordava l' evento, ella sentì bussare alla porta: sospirando, Noi disse al pony dall'altra parte di entrare.

Carrot Top entrò nella stanza, e, mentre entrava nella stanza disse queste parole:

"Avanti Noi, non puoi piangerti addosso per giorni, smettila !"

"E perche' mai ? Ho perso il controllo delle mie funzioni corporali; debbo indossare questi pannolini; e dovrò sopportare l' umiliazione che risulta dagli indossarli a quest' età.
E sono passati pochi giorni: come posso smettere di pensarci ?"

La cavalla con la criniera arancione rispose con nonchalance:

"Non può essere COSI' male: sono certa che ci sono tante altre puledre delle tua età, che stanno soffrendo di un problema simile."

Noi ruggì: "Quante ne conosci TU ?"

Carrot Top rimase senza parole.


"Visto ? Nessuno ha passato quello che ho passato io ! Nessuno, a parte io, so quello che ho sentito ! Per questo non sono certa nel mostrarmi ! Per questo non voglio andare subito scuola, dopo l' ospedale !"

La risposta fu severa: "Noi ! Ma che stai dicendo ! Anche altri pony hanno passato qualcosa di simile a quello che hai sofferto, e con conseguenze più gravi della vescica distrutta !"

Lacrime di rabbia, calde come bronzo fuso, passarono sulle guance rosse di furia di Noi, mentre quest' ultima sbatteva la testa sul cuscino, cercando di scacciare la rabbia e il rimorso che riempivano l' anima della povera puledrina:

"Vattene. Ora. Vattene ora: stai comparando me, tenera puledrina, con degli adulti con una volontá di ferro. Stai facendo comparazioni folli, e non mi stai aiutando. Chiedi troppo da me !"

La cavalla con la criniera arruffata e arancione rispose:

"No, sorella mia, ti chiedo solo di passarci sopra come un adulto. Ora come ora, ti lamenti, e speri che l' aiuto piova dal cielo. Peraltro, quelle non erano comparazioni folli"

Noi, continuando a piangere: "E che dovrei fare ? Non ho modo per evitare di farmela addosso, o sistemare il danno causato da quel pazzo, e non posso controllare la mente degli altri per evitare di essere guardata strana, o addirittura presa in giro.

Posso solo piangere, e sperare di passarci sopra.

È come ai funerali: sai che le lacrime non riportano il morto in vita, ma ti fanno sentire meglio !"



"Questa non è una cosa seria."

"Non è una cosa seria PER TE, che possiedi controllo quasi totale del tuo corpo, e non devi sopportare l' imbarazzo di indossare un pannolone in pubblico.
Per me, questo è la cosa peggiore che mi sia capitata in vita mia ! E necessito di tempo per adattarmi a questa nuova situazione ! Ho bisogno di pace, prima di poter ricominciare a studiare con i miei coetanei, cosicchè possa abituar,i al tormento !"

"Questo non giustifica assolutamente nulla, Noi, non puoi comunque lamentarti, e chiedere di stare a casa per. Giorni e giorni perchè temi la realtá !"

Noi, ancora più infastidita, aspirò col naso, poi cominciò a battere veementemente con lo zoccolo destro il pavimento, e mentre faceva ciò, in evidente contrasto a come agiva prima, prese una posizione aggressiva. Tale posizione era simile a quella dei gatti.

La puledra gialla disse queste parole a denti stretti alla sorella maggiore:

"Ho. Bisogno. Di. Tempo. Per. Prepararmi. All'. Inevitabile. Presa. Di. Giro. Sopra. La. Mia. Condizione. Lo capisci o no ? "

Carrot Top stava per dire qualcosa alla sorellina, quando una voce più vecchia chiamò da fuori:

"Il pranzo è pronto ! A tavola !"

La giovane cavalla, seccata, commentò:

"Se ne parla a pranzo".

E così le due uscirono dalla stanza della minore, e andarono in sala da pranzo.

Durante il pranzo, l' aria era tesa: Noi era preoccupata a mangiare il minimo indispensabile per vivere sano, per evitare problemi con i suoi muscoli ed organi danneggiati; mentre Carrot Top continuava, in modo infantile, ad aggiungere cibo al piatto di Noi, che a sua volta, dopo aver rotato gli occhi, rimetteva il cibo in eccesso da dove era venuto. I genitori potevano notare la situazione scaldarsi, poichè la loro figlia minore guardava trucemente la maggiore, mentre quest' ultima ricambiava com uno sguardo di sfida, con tanto di zoccolo destro usato come ventaglio immaginario.


Fra una forchettata di carbonara di zucchini, e uno sguardo inceneritore a Carrot Top, la puledra gialla mormorava:

"Mi credi ancora una puledrina di due anni per un evento che ti avrebbe distrutto l' anima alla mia etá. Mi pensi una bimbetta, perchè non mi sento sicura a tornare in mezzo ai miei compagni così come sono. Praticamente, mi stai chiedendo di volare alto senza ali."

Di risposta, Carrot Topo diceva:

"Continua a frignare. Ti porterà lontano".

I due veri adulti di casa capivano ciò che avevano davanti: una discussione fra sorelle, che poteva degenerare in scontro fisico, se lasciata indisturbata.

Bronze Hoe, il vecchio padre, nel tentativo di rompere il ghiaccio, domandò:

"Allora, come è andata la giornata ?"

Noi fece un balzello:

"Decentemente: ho letto, ho fatto i compiti per domani, e ho scritto qualcosa sul mio diario." La voce crebbe di rabbia "Ma, mentre scrivevo, l' esperienza dolorosa dei giorni passati è tornata, e sono quindi scoppiata a piangere, e a meditare sul perchè. Perchè sono diventata un giocattolo, nelle mani si quel medico. Appena ho cominciato a pensare, subito Carrot Top è entrata in camera, e mi ha detto che il mio comportamento è inaccettabile per una puledra della mia etá."

Carrot reagì: "Perchè è vero: cinque giorni son passati, e ancora non ci sei passata sopra, e chiedi di stare a casa per una supposta necessitá di prepararti. Per cortesia, cresci un poco"

Mondina, la madre, puntò alla figlia maggiore: "Carrot ! Non è assolutamente vero ! Anzi, rispetto ad altre puledre della sua etá, è più matura: non ha fatto capricci; non ha provato a negare in modo eccessivo la sua condizione; e non ha abusato la sua mancanza per ottenere ciò che voleva."

La rimproverata si mise uno zoccolo sulla faccia in segno di delusione: "Anche chiedere di stare a casa per giorni è più maturo del normale ? A me non sembra."

Il padre si unì: "Sará pure più matura, ma Noi è pur sempre una puledra: se non si sente pronta ad affrontare l' inevitabile presa in giro che seguirá il suo ritorno, noi non lo impediremo. E poi, è solo per oggi"

La cavallina interessata saltò addosso al padre: "Papá, ti prego, lasciamo a casa ancora per un giorno: non sono ancora pronta !"

Il padre accarezzò la criniera della figlioletta come il pelo di un cane in cerca d' attenzione:

"So che non sei pronta al cento per cento, però deve essere fatto. Se vuoi, prendi pure un vestito lungo per nascondere meglio il pannolino domani."

Noi sospirò: "Sará fatto. Ora posso alzarmi da tavola ?"

La madre fece cenno di sí, e la puledra sfrecciò via dal tavolo verso la sua camera, dove ricominciò il suo ciclo di fare i compiti, leggere libri, gioco, e cena prima di dormire.

Carrot Top stette un altro poco, prima di tornare ai campi. Prima di uscire, però, la madre ordinò: "Scusati con Noi oggi: quello che le hai fatto non è tollerabile".

La cavalla gialla con criniera arancione disse solo "Sì, madre", senza badare al messaggio: aveva sentito quella frase così volte

ormai, che non gli ne poteva importare di meno.

Il pomeriggio la sera passarono senza eventi degni di nota, ma la notte, per Noi, fu lunga, poiche' pensava al suo nuovo aspetto, e a quello che i compagni potevano pensare, o addirittura esprimere, su di lei. Nel tentativo di sfogarsi, Noi cominciò a scrivere sul suo diario le sue preoccupazioni:

"Caro diario, so che ti sto assillando, con i miei lamenti al riguardo della mia mancanza di controllo, ma non nessun altro disposto a parlare con me: i miei genitori lavorano sodo per mandare avanti la casa; mia sorella e' la solita arpia ossessionata con il crescere e l' esser forte; e le mie poche amiche dicono che non vogliono disturbarmi.

Comunque, questo pomeriggio, mentre facevo i compiti arretrati, ho pensato a quello che potrebbe accadere domani a scuola.

Domani mi presenterò in classe con un pannolino addosso, cosa che non ho fatto dal primo anno di Asilo, e ciò mi fa pensare alle reazioni dei miei compagni ?

Mi prenderanno in giro, visto che non appaio e forse neanche odoro, in modo normale?

Capiranno la mia situazione, per poi trattarmi con i guanti,pensando che l' incontinenza dia il diritto divino di essere trattata meglio degli altri ?

O se ne fregheranno, vedendo in me la solita Noi, quella che esisteva prima di quella dannata operazione chirurgica ?

E' tutto: e' tardi, e non voglio essere scoperta da papà, quindi ti saluto".

Scritto questo, la puledra gialla chiuse il libretto, lo posò sul comodino, poi spense la luce.

Appena Noi gli occhi, il sonno prevalse sulla mente della cavallina col pannolino.

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Il giorno dopo, Noi si alzò dal letto alle sei, e si andò a preparare la colazione.


Nel mentre caricava la caffettiera per il caffellatte, la puledra gialla venne salutata dalla sorella maggiore, anch' essa una mattiniera.


Nel mentre che si strusciava gli occhi, ed entrava con passi pesanti nella cucina, Carrot Top affermò:

"Quindi,oggi e' il gran giorno ?"

La piccola Noi apparecchiò il tavolo:"Sì, lo e'. Mi chiedo che penseranno i miei compagni, alla mia vista."

La cavalla con il pel di carota annusò, solo per poi arricciare il naso in disgusto:

"Non penseranno bene di te, se vai col pannolino usato di stanotte"

La puledrina andò bagno mormorando le seguenti parole: "Grazie, sorella. Sempre molto utile." Nel frattanto, Carrot Top preparava la colazione per tutta la famiglia.

Dopo essersi pulita, ed aver fatto colazione, la puledra con gli occhi magenta tornò in camera sua, per continuare i preparativi per andare a scuola, ed in cerca di un vestito atto a coprire il suo "segreto".

Noi aprì l' armadio: la prima cosa che tirò fuori, fu un mantello nero con cappuccio grigio.

"Troppo sospetto" disse, e lo gettò a terra

Il capo d' abbigliamento successivo fu un pomposo vestitino a righe rosse verdi.

"No, solo no".

E continuò a cercare, fino a quando non trovò una mantellina del colore della sua pelliccia.

Noi esclamò: "Perfetto ! E' del colore della mia pelliccia, è grosso, e con un pò di fortuna non attirerò l' attenzione di nessuno !", detto questo, la puledra si mise addosso la suddetta mantella.

Fatto ciò, Noi si mise sulla schiena lo zaino con il materiale scolastico, e un cambio all' interno, e successivamente s' avviò verso la scuola assieme alla madre.

Una volta davanti all' edificio, Mondina lasciò un biglietto alla figlia: su tale biglietto c' era spiegato, per Cheerlie, il motivo per cui, di volta in volta, Noi si sarebbe dovuta assentare per cinque minuti, scopo ripulitura. Consegnato il biglietto, Mondina se ne andò.


Una volta che la madre la lasciò, Noi entrò nel cortile, che era pieno di puledri: nel mentre che marciava all' interno, la puledra incontinente riconobbe nella folla alcuni compagni di classe: alcuni parevano felici di rivedere Noi; altri, comprensibilmente, se ne fregavano.
Poco pareva cambiato, agli occhi della cavallina con gli occhi magenta.
Ma qualcosa di più sottile era cambiato, durante l' assenza medica della puledra con mantello giallo: nel mentre che tale cavallina camminava verso l' entrata, ella fu avvicinata da un' altra puledra di colore rosa, e con la testa cinta da una tiara.
Tale puledra, di no e Diamond Tiara, domandò con fare di scherno:

"Come mai indossi una mantella, Noi ? Ti vergogni del tuo cutie mark, ovvero un cuscino ? O...".
Noi aveva ricevuto insulti in più di un' occasione da parte di Diamond Tiara, quindi non ci fu nessuna sorpresa. La sorpresa venne invece dalla servetta della puledra con tiara: Silver Spoon, un cavallina grigia miope.

Quest' ultima era sempre stata dalla parte di Diamond Tiara in ogni occasione, ma quella volta, ella sembrò intervenire a sfavore della compagna rosa, tappando la sua bocca, e dicendo:

"Non ora, Diamond Tiara. Non con me accanto. Ti ricordi quello che ho deciso di fare, qualche giorno fa ?"

La puledra rosa guardò con le orecchie abbassate la compagna cinerea:
"Oh, andia Silver, pensavo che ti piacesse ancora fare stè cose."

La campanella di entrata coprì la risposta dell' apparente ex-bulletta verso la vera bulla: Noi corse in classe, lasciò sulla cattedra la nota per Cheerlie, e si sedette al suo posto come suo solito.

Noi fu la prima ad entrare nella classe vuota, e mano a mano che tutti entravano, i compagni di classe di Noi, ad esclusione di Diamond Tiara e Snails, si fermarono al banco della puledra gialla per lasciare un biglietto di buon ritorno; spille di scarso valore morale e materiale; e addirittura fiori, come se Noi dovesse portare fiori ad una tomba.
A volte i quelli che lasciavano tali oggetti chiedevano il motivo per cui Noi indossava un vestito: la puledra rispondeva che serviva a coprire la brutta cicatrice dell' operazione; cosa che era al contempo lontana, e molto vicina alla realtá.

Infine la maestra entrò in classe, lesse silenziosamente la nota di Noi, poi iniziò la lezione programmata.


La mattinata stava andando benone, per quanto riguardava Noi: erano passate quattro ore dall' inizio, e non era successo nulla di particolare in classe.

In un momento di distrazione durante la spiegazione, Noi si mise a guardare quello che accadeva in classe: Sweetie Belle dormiva sul banco; Snip scriveva frasi, probabilmente oscene, sul banco; e Archer, con una fionda improvvisata, lanciava palline di carta a Diamond Tiara, che di risposta tirava stecche di grafite al fromboliere. Nessuno aveva ancora visto il capo d' abbigliamento aggiuntivo che la puledra gialla indossava intorno alle parti basse.

Noi bisbigliò a se stessa: "Sembrano non aver notato il pannolino. Bene. Ho tutto tempo per prepararmi a mostrarlo a tutti, prima che un incidente mi faccia scoprire..."

Una calda sensazione riempì il fondoschiena della puledra gialla.

"Dannazione ! Mi serve il cambio ! Ok, calma, basta alzare lo zoccolo, e dire che devo occuparmi del problema citato nella nota.", e così Noi fece: alzò lo zoccolo, e, afferrando la borsa col cambio, corse al bagno.

Nella fretta, però, Noi inciampò sul cestino della carta, e le si strappò il vestito, rimasto impigliato sul gancio che teneva la lavagna.

Ci fu il silenzio.

Poi una voce di Featherweight:

"Noi sta... sta... sta..."

La frase fu terminata da Twist:

" Noi indossa un pannolone ! Ed é sporco ! Noi é una puledrina piccola !"

E tutti scoppiarono a ridere. Noi girò la testa, e vide che tutti stavano ridendo alla sua sfortuna: anche i "rinnegati sacri" Sweetie Belle; Applebloom e Scootaloo, che in genere non ridevano davanti a queste cose, stavano ridendo. Evidentemente, la situazione era così divertente, che nessuno poteva resistere.

Noi stava per scoppiare a piangere per l' imbarazzo, prima di vedere che non tutti stavano ridendo: infatti Silver Spoon, invece di puntare la puledra con gli occhi magenta e ridere, stava ruotando gli occhi, e mormorando qualcosa. Evidentemente, la ricca puledra occhialuta era delusa dal comportamento dei compagni.

Alla fine, una Silver Spoon furiosa urlò:

"Basta ! Fermate questa manifestazione di incredibile deficenza, ora ! Noi manca in modo evidente del controllo delle sue funzioni fisiologiche, e non può farci nulla !" la puledra grigia puntò Cheerlie: "Sono nel giusto, signora ?"
La maestra ignorò l' unica alunna non ridente, e ruggì in modo severo:
"Silenzio ! Silenzio ! Ordine nella classe ! Se non smettete ora, SARETE puniti !"

Le parole della maestra furono lettera morta: gli alunni non smisero di prendere in giro la povera puledrina gialla. Noi era indecisa su come reagire: all' inizio provò a staccare il gancio che sosteneva la lavagna, per utilizzare tale gancio come arma improvvisata; quando notò che non ci riusciva, iniziò a raggomitolarsi; per poi interrompersi, e riprovare a staccare il gancio. A causa del caos nella sua mente, la cavallina incontinente rimase per un pò sul pavimento, prima di decidersi ad uscire dalla classe verso il bagno.

Una volta dentro la stanza, Noi mise la borsa accanto a un lavello, aprì la borsa, e procedette a cambiarsi il pannolino.

Tornata nella classe ora silente, Noi fu martellata da insulti: che fossero sotto forma di bigliettini con sopra poesie di scherno o disegni molto grezzi di Noi su montagne di cacca; fazzoletti di carta colorati con la matita marrone; o sussurri di scherno; la puledra umiliata fu presa in giro più e più volte, questa volta senza nessuno, a parte l' aggressore e Noi, al corrente di ciò.

A suono della campanella finale, Noi piazzò frettolosamente i libri in cartella, e corse fuori dall' edificio. Appena fuori, a Noi sorse spontanea una domanda, che espresse bisbigliando in corsa:
"Silver Spoon: perchè così gentile ? Forse perchè non si è sentita in vena di prendere in giro oggi ? Forse perchè ha anche lei standard morali ? Forse perchè sono appena tornata dal nosocomio ? Solo lei lo sa... mi conviene aspettare."

Per fortuna, la cavallina incontinente

non dovette attendere molto: Siver Spoon fu infatti la seconda ad uscire dalla scuola.

Noi ne approfittò per avvicinarsi, fingere di socntrarsi, e chiedere lei:

"Ciao Silver Spoon ! Posso domandarti qualcosa ?"

La puledra grigia sobbalzò, e quasi perse gli occhiali, per lo spavento.

Una volta ricompostasi, ed essersi rimessa gli occhiali sul muso, la cavallina grigia chiese:

"Oh, salve Noi. Cosa desideri da me ?"

La domanda lasciò ancora più sorpresa Noi:

"Come cosa ? Vorrei sapere come mai hai preso le mie parti oggi in classe !"

Silver Spoon stette per cinque secondi interdetta, prima di capire: a quel punto si guardò attorno, poi disse:

"Siamo allo scoperto. Meglio andare in un bar, se vuoi scoprire le mie motivazioni."

Noi sorrise, e disse: "Ok ! Ho pure i soldi per pagarti un tè, tanto per ripagare un poco quello che hai fatto oggi a me!"

 

  
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