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Autore: Vals Fanwriter    14/09/2013    3 recensioni
Perché il messaggio diceva “Ho voglia di cantare. Ricominciamo da capo” ed Emily sapeva perfettamente dove andare per ricominciare da capo e per cantare. Per trovarla lì ad aspettarla esattamente com’era accaduto un anno prima. Per questo aveva preso la macchina, dopo la chiusura del bar in cui lavorava, e si era diretta, senza neanche pensarci un attimo, all’Hungry Owl Tavern, poco lontano dal centro. Quel posto in cui Paige le aveva confessato, per la prima volta, quanto la ammirasse e quanto desiderasse essere più simile a lei.
Emily/Paige | OS | Contiene spoiler della quarta stagione | Fluff, Sentimentale, Romantico
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emily Fields, Paige McCullers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s a little different when I’m with you.

 

 

 

 

‹‹Quattrocentottanta chilometri sono tanti. Quattro anni sono lunghi. Può succedere di tutto.››

‹‹Dobbiamo affrontare la realtà. Non staremo insieme il prossimo anno.››

 

 

Quella conversazione le rimbombava ancora in testa, nonostante fossero passati giorni dalla sua festa di compleanno, quella che aveva determinato la distruzione di qualsiasi speranza avesse riposto precedentemente nella loro storia. La verità le era piombata addosso come una meteora inaspettata ed infuocata che ti schiaccia sotto il suo peso senza che tu possa prevederlo. Aveva provato davvero a credere che sarebbe andato tutto bene, ma poi le bugie che si erano dette l’un l’altra avevano avuto la meglio ed Emily si era improvvisamente resa conto di quante sarebbero potute essercene nel caso probabilissimo in cui lei e Paige, dopo il diploma, si sarebbero divise.

Capiva perfettamente le ragioni della sua ragazza, capiva il motivo per cui avesse adoperato tanta tenacia pur di darle una possibilità, una soltanto, di rimanere con lei e di averla al suo fianco anche durante il college. Lo capiva, perché anche lei lo desiderava ardentemente. Ma c’era quella nota stonata, in tutta quella faccenda, che non faceva altro che ricordarle che, con tutta probabilità, non avrebbe nuotato mai più. L’operazione alla spalla e la riabilitazione erano percorsi lunghi e difficili e lei non se la sentiva in nessun modo di seguire Paige. Di vederla realizzare un obbiettivo che, ora come ora, a lei era negato. Era un pensiero egoistico, il suo, certo, ma al di là di quello c’era dolore e nostalgia dell’odore di cloro e della sensazione dell’acqua fresca sulla pelle.

Ma, ecco, quell’sms non poteva proprio passare inosservato. Quell’sms, che le era arrivato il pomeriggio dopo la festa e che era suo, non poteva fare altro che indurla ad uscire di casa e a seguire il tracciato che Paige aveva lasciato per lei.

Perché il messaggio diceva “Ho voglia di cantare. Ricominciamo da capo” ed Emily sapeva perfettamente dove andare per ricominciare da capo e per cantare. Per trovarla lì ad aspettarla esattamente com’era accaduto un anno prima. Per questo aveva preso la macchina, dopo la chiusura del bar in cui lavorava, e si era diretta, senza neanche pensarci un attimo, all’Hungry Owl Tavern, poco lontano dal centro. Quel posto in cui Paige le aveva confessato, per la prima volta, quanto la ammirasse e quanto desiderasse essere più simile a lei.

E probabilmente stava per farlo nuovamente. Quell’invito conteneva già tutte le sue scuse, parlava da sé. Tra le righe, vi era scritto “Mi dispiace, Emily. Sono stata egoista. Perdonami”. Il ricominciare da capo poteva essere interpretato anche così: un gesto sentito che avesse come unico scopo quello di rimediare ai propri errori e di far capire all’altra quanto pesante stesse diventando il silenzio che vi era stato tra loro dopo la festa. Si erano parlate a stento, non erano più state se stesse, e nessuna delle due riusciva a concepire l’idea che tutta la loro storia si limitasse alla loro iscrizione a Stanford.  Paige stava cercando di farlo capire ad Emily con quell’sms, ed Emily stava facendo lo stesso con Paige accontentandola e raggiungendola alla taverna.

Quando ebbe parcheggiato e fu scesa dalla macchina, si sentì come se avesse ripreso a respirare dopo un tempo indeterminato, come se avesse smesso di stare in apnea. Essere lì, lì per davvero, le faceva tornare alla mente i canti a squarciagola, le bibite fresche e i baci al chiaro di luna di quella sera di un anno prima, ed improvvisamente capiva quanto le mancassero tutte quelle piccole cose ed, in particolare, Paige, la sua determinazione e quella smorfia che faceva, così simile a un sorriso, storto ma comunque felice.

La musica già si sentiva rimbombare al di fuori del piccolo locale e le suggeriva che, esattamente come Paige le aveva anticipato nel messaggio, anche quella sera era previsto un karaoke a cui la sua ragazza aveva intenzione di partecipare a tutti i costi. Non le serviva sapere altro perché le venisse voglia di entrare e di sorridere come succedeva solo quando lei le era di fronte. Dunque avanzò e raggiunse in pochi passi la porta del locale. La aprì e si beò dell’atmosfera accogliente in cui versava quella saletta un po’ rustica. Registrò ogni particolare, ogni piccolo cambiamento che vi era stato fatto in sua assenza e, al contempo, cercò Paige con lo sguardo.

Non la trovò seduta a nessun tavolo, però, e si chiese se non fosse ancora arrivata. La padrona del locale, la signora Collins, le venne in contro proprio mentre quel pensiero le si formava in mente. Probabilmente la riconobbe, perché la chiamò per nome e la indusse a sedersi ad un tavolo poco distante dal palchetto che era stato allestito per il karaoke e che pareva essere ancora vuoto. Le disse che le avrebbe portato qualcosa da bere mentre aspettava e poi si allontanò di gran carriera, forse con troppo entusiasmo.

Mentre aspettava.

Non ebbe il tempo di domandarsi come facesse la signora Collins a sapere che stesse effettivamente aspettando qualcuno – anche se la risposta pareva più che ovvia – poiché la musica che riempiva il locale si interruppe all’improvviso, lasciandola un attimo interdetta. Ma capì all’istante cosa stava per accadere. Le luci divennero soffuse, mentre quelle proiettate sul palchetto si accesero di colori cangianti.

E poi apparve lei. Paige.

E le stava sorridendo in quella maniera bellissima che le faceva battere il cuore e che la faceva sentire amata. Scosse la testa, Emily, al che il volto di Paige parve illuminarsi ancora di più.

‹‹Sono ancora una ragazza grintosa, Emily, lo sai?›› disse, non appena ebbe afferrato il microfono tra le dita, e la risata che ne seguì riempì il cuore di Emily come mai era successo. ‹‹E noi due insieme siamo ancora più forti. Forti, Emily.›› Dal suo sguardo trasparì un pizzico di tristezza, nel pronunciare quell’ultima frase, ma durò solo un momento; poi tornò solare come prima. ‹‹E quindi – sei avvisata – ho trovato la canzone giusta per dimostrare al mondo la nostra forza. E sì, te la canto qui, adesso, prima che il coraggio mi abbandoni.››

Una canzone che dimostrasse al mondo la loro forza. Emily era quasi sicura che per “forza” Paige intendesse qualcosa di più specifico, qualcosa che riguardasse il loro rapporto in sé, qualcosa che dicesse appunto “Noi siamo molto più forti di tutto questo”. Non poteva di certo immaginare quanta verità contenesse quel pezzo. Era una canzone che rientrava decisamente nello stile di Paige, nella sua grinta indiscussa che in quei mesi aveva un po’ perso di vista, ma che era pronta a recuperare all’istante solo per lei.

“Sono ancora una ragazza grintosa, Emily.”

Non fece fatica a riconoscerla. Spesso prendeva in prestito una cuffietta dell’iPod di Paige, quando rimaneva a studiare a casa sua, quindi conosceva più o meno tutte le sue canzoni preferite – non al punto da conoscerne i testi, ma comunque.

Le luci si puntarono su Paige e la musica riprese a riempire la sala. Era musica allegra e ritmica, musica che denotava forza.

 

«Let them know that we’re still Rock n Roll.

I don’t care about my makeup,
I like it better with my jeans all ripped up.
Don’t know how to keep my mouth shut.
You say so what, what.

I don’t care if I’m misfit,
I like it better than the hipster of all shit.
I am the mother f-cking princess.
You still love me.
»

 

Paige non poteva di certo dirsi una ragazza con del talento, nel campo del canto, ma già dalle prime parole Emily si rese conto di quanto si stesse sforzando per rendere la sua performance perfetta. Di quanto disperatamente stesse cercando di farla ridere o, semplicemente, di farle battere il cuore.

 

«Some, somehow,
it’s a little different when
I’m with you.
You know what I really am.
On the phone,
you know how it really goes.
Some, someway,
we’ll be getting out of this
time one day.
You’re the only that I
want with me.
You know how the story goes.
»

 

E ci stava riuscendo. Anche se non era perfetta, se stonava e faceva smorfie buffe mentre cantava, quella canzone le stava comunque entrando dentro. Perché non era dedicata a lei, era dedicata a loro due, e stava descrivendo in maniera perfetta tutto ciò che provavano l’una per l’altra.

 

«When it’s you and me,
we don’t need no one to tell us who to be,
we’ll keep turning up the radio.
Well, it’s you and I,
just put up a middle finger to the sky.

Let them know that we’re still Rock n Roll

 

Stava mettendo in chiaro che, qualunque cosa fosse successa, di lì al diploma, loro avrebbero vinto e sarebbero state insieme.

 

 

*

 

 

‹‹Mentre cantavi, mi guardavano tutti.››

‹‹Perché sei bella, Em.››

‹‹Dico sul serio, mi sentivo un po’ a disagio.››

‹‹Ti ha dato fastidio?››

‹‹No, Paige, certo che no.››

Erano uscite fuori dopo la canzone, tenendosi per mano e ridendo, e respirando l’aria fresca della notte che le faceva sentire un po’ più libere da tutto quel peso che avevano accumulato in quei due giorni. Era tutto come un anno prima. Stavano fuggendo dalla musica del locale per stare l’una vicina all’altra e farsi promesse sotto una distesa di stelle. Gli occhi di Paige brillavano di tutto il riflesso del cielo ed Emily non ci riusciva a fingere che non fossero effettivamente più luminosi di uno di quei piccoli puntini bianchi e diamantati. Se non lo fosse già stata, si sarebbe innamorata di Paige in quell’esatto istante.

‹‹Volevo che ci fosse l’atmosfera giusta per, sai, dirti che ho deciso.››

Paige sussurrava, in quel parcheggio vuoto. Guardava lontano adesso, come rivolta al futuro.

‹‹Cos’hai deciso?›› Chiese Emily con una punta di paura.

Ci fu un minuto di silenzio, un minuto intero in cui Paige chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni, come chiamando in appello tutte le forze che aveva per parlare. Quando li riaprì, parve sicura della decisione che stava per comunicarle. Sicura e fiera.

‹‹Non andrò a Stanford, Emily.››

Quelle parole colpirono Emily fino a farle venire il batticuore. Lo stava facendo davvero? Lo stava facendo per…

‹‹Tu sei più importante di tutto questo, Em, ed io ti amo troppo per… per fare una scelta che non comprenda te.››

Emily avrebbe voluto fermarla e dirle che non doveva rinunciare a tutto quello che aveva previsto per il suo futuro solo per stare con lei – lei che non avrebbe più rivisto una piscina olimpionica neanche nei suoi sogni più remoti – ma gli occhi di Paige continuavano a luccicare di sicurezza, ad essere decisi e irremovibili, e l’unica cosa che Emily riuscì a dirle, alla fine, fu: ‹‹Sei sicura?››

In quella domanda, sottintese tutto il resto: “Sei sicura che non te ne pentirai?”, “Non troverai mai l’occasione per rinfacciarmi questa scelta, vero?” e “Dureremo per sempre?”. Ma Emily si fidava ciecamente di lei, perciò, quando Paige disse che era sicura, la abbracciò, stringendola forte a sé, come avendola ritrovata dopo tanto tempo.

Paige ricambiò e disse una minuscola frase, sottovoce, simile a un debole soffio che si perse tra i capelli scuri di Emily.

‹‹Mi sei mancata.››

Bastò quello per rimettere tutto a posto e per riportare nella mente di Emily ciò in cui aveva creduto fermamente fino alla sera della sua festa di compleanno: per Paige, lei era di nuovo a primo posto.

‹‹Mi sei mancata anche tu.››

 




 


 

Niente, volevo semplicemente provare a staccarmi dai miei fandom abituali e scrivere qualcosa di random; così, quando mi è venuta questa idea, l’ho messa da parte, aspettando l’arrivo di un po’ di ispirazione per poterle dare vita.

È la prima volta che scrivo qui, quindi non ho idea di cosa io abbia effettivamente combinato, ma sono abbastanza soddisfatta delle mie Paige e Emily.

È comunque una robetta senza pretese, quindi prendetela per quello che è. Bacetti.

 

Vals

   
 
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