"Perché non io?".
Questa Fic è breve, ma chiunque ci si potrebbe rivedere. E' una situazione che capita a tutti, almeno una volta. Essere innamorati è una brutta cosa, sì.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
http://www.youtube.com/watch?v=Q1ixsLWFC5o
Volse lo sguardo al cielo, fissò intensamente le nuvole bianche, che si rincorrevano, giocavano;
Non riusciva a non pensare a lui, non sapeva dove fosse, con chi fosse.. di chi fosse. Possibile che non riuscisse neanche a finirci un discorso?
Tutta quella situazione la snervava. Non riusciva a tenere un peso così grande sulle spalle, era troppo per lei. Quando stavano vicini a malapena si sfioravano, non parlavano quasi mai, non facevano mai dei discorsi seri, la maggior parte delle volte nemmeno si salutavano, ma la cosa che la affliggeva maggiormente era che non riusciva mai a farlo ridere, anche se tutti intorno a lei senza nemmeno sforzarsi, ci mettevano così poco.
"Perché non io?" Se lo era chiesto fin troppe volte, e ormai era stufa di cercare una risposta. L'unica che riusciva a darsi era sempre la solita.
"Io non vado bene." "Non sono abbastanza."
Era stufa di tutta quella situazione opprimente, voleva smetterla di stare male per ogni cosa, smetterla di darsi colpe che non aveva, smetterla di pensare, in generale. Perché se pensava, purtroppo, pensava a lui.
"Finiamola qui."
Si alzò in un punta di piedi, i jeans stretti si ritirarono leggermente, e le bianche e sottili caviglie vennero a contatto con i raggi di un sole sornione pomeridiano che scaldava la fredda atmosfera autunnale creatasi su quel balcone anonimo.
Un fruscio. In mezzo secondo si ritrovò in bilico fra il pensare e il non, fra il vivere e il non dover più soffrire.
"Lo faccio. Mi butto."
Un salto, il vuoto, e poi una voce.
"Pensavi davvero di poter andartene senza nemmeno chiedermi il permesso?"
-In realtà non volevo pubblicarla, non mi piace poi così tanto.
Mah. Speriamo bene. (Scusate i vari errori, se ci sono, ma ho la febbre.)
Didin.