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Autore: j a r t    14/09/2013    2 recensioni
"Dave guidava impaziente lungo la route 117, quella che da Castle Rock portava a Chester’s Mill. Lui e la sua fidanzata, Linda, si erano visti per l’ultima volta un anno e mezzo prima, a causa del lavoro di lui che lo vedeva costretto a lasciare Chester’s Mill e trasferirsi a Fort Kent, ai confini dello Stato Federale del Maine. Era un bel viaggio, quello da affrontare, ma per fortuna era quasi arrivato dalla sua bella Lin e avrebbe fatto di tutto per amore, anche compiere un improbabile viaggio attorno al mondo in quaranta giorni."
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One-shot ispirata al libro di Stephen King "The dome" (titolo originale: "Under the dome").
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SO FAR AND AWAY
 

Dave guidava impaziente lungo la route 117, quella che da Castle Rock portava a Chester’s Mill. Lui e la sua fidanzata, Linda, si erano visti per l’ultima volta un anno e mezzo prima, a causa del lavoro di lui che lo vedeva costretto a lasciare Chester’s Mill e trasferirsi a Fort Kent, ai confini dello Stato Federale del Maine. Era un bel viaggio, quello da affrontare, ma per fortuna era quasi arrivato dalla sua bella Lin e avrebbe fatto di tutto per amore, anche compiere un improbabile viaggio attorno al mondo in quaranta giorni. Accese la radio per tenersi compagnia durante quei pochi chilometri che ancora lo separavano dall’amore della sua vita. In radio c’era Myles Kennedy che cantava ‘Far and away’. Sorrise pensando che quella canzone l’aveva già sentita ultimamente - la davano spesso per radio - e che forse un po’ c’entrava con la loro storia d’amore: la sua e di Lin, s’intende; un uomo che cerca l’amore e si ripete ogni sera che lo troverà, che sarà felice nonostante la sua amata sia così lontana.

Sembri così lontana
Un'altra vita, un altro tempo e luogo
Oh, se solo ti potessi trovare
Così lontana


Cantava Myles Kennedy, mentre il piede di Dale spingeva sull’acceleratore: aveva una voglia matta di tornare da Lin, la sua Lin, la bellissima dai capelli rossi, lunghi e ricci che odorava di fumo e lavanda. Le avrebbe fatto una sorpresa bellissima - Lin non sapeva che Dave sarebbe arrivato da lei a breve, era stato bravo a tenerglielo nascosto. E nella sua mente la vedeva arrivare alla porta trascinandosi nelle sue grosse ciabatte a forma di orso rosa, pelose e calde, proprio come piacevano a lei. Amava quelle dannate ciabatte. Allora avrebbe aperto al porta ancora un po’ assonnata, strofinandosi gli occhi, e l’avrebbe visto splendido e sorridente come non mai. Le lacrime sarebbero scese dagli occhi di entrambi, ma quelle di Lin sarebbero state più veloci nel raggiungerle il mento; poi le si sarebbe gettata tra le sue braccia abbracciandolo così forte da fargli mancare il respiro, ma poco importava: aveva ritrovato la donna della sua vita e sentiva di amarla come non mai.

Va bene, un giorno ti troverò
Me lo dico quasi ogni sera


Nella sua mente vedeva Lin nascondersi contro il collo di Dave, singhiozzare, domandargli perché non l’aveva avvertita: avrebbe preparato una torta di benvenuto, Lin amava il cake design. Lui avrebbe riso e le avrebbe detto che non importava, perché l’unica cosa che contava erano loro due insieme, e il resto del mondo poteva aspettare fuori; anche il cake design poteva aspettare fuori. Anche Lin avrebbe riso, ma con maggior gusto, mentre altre lacrime rotolavano allegramente dai suoi occhi. Dave poteva sentire il suo odore di fumo più che mai, quell’odore che gli pizzicava le narici ma al contempo gli descriveva una chiara caratteristica di lei, un qualcosa di speciale e riconoscibile. E mentre Lin continuava nei suoi singhiozzi, lui l’avrebbe fatta volteggiare un paio di volte nel corridoio principale dell’appartamento, mentre quei lunghi capelli rossi svolazzavano in tutte le direzioni; le avrebbe fatto fare un bel casché - come di consuetudine - e poi si sarebbero finalmente baciati, un bacio atteso da un anno e mezzo, pieno d’amore e di voglia. Le loro lingue si sarebbero intrecciate e avrebbero danzato, creando un turbine di sentimenti che li avrebbe avvolti e cullati, rassicurati.
Sono a casa, Lin. Adesso sono a casa, finalmente.
Avrebbe pensato Dave, mentre le sue sottili labbra continuavano ad incontrarsi con quelle carnose e quasi sempre dipinte di rosso di Lin. La donna avrebbe allacciato le sue braccia intorno al collo di lui; Dave l’avrebbe stretta di più a sé e sarebbero rimasti a baciarsi per ore e ore, anche per tutta la vita, perché loro non avevano bisogno d’altro: non avevano bisogno di andare oltre, non subito, perché c’era una cosa più importante che Dave doveva fare.
Quando il loro bacio - così come i loro respiri - sarebbe terminato, Dave avrebbe estratto dalla tasca un cofanetto blu, il solito cofanetto blu che contiene un anello di fidanzamento. E mentre lui l’apriva, Lin sarebbe rimasta di stucco, con le labbra che delineavano una grossa O; avrebbe portato le mani al volto e avrebbe pianto ancora, ancora di gioia, una gioia che aspettava da cinque anni.
«Vuoi sposarmi?»
Le avrebbe chiesto Dave con gli occhi umidi. Lei non avrebbe saputo dire di no e non avrebbe dato un’immediata risposta. L’avrebbe abbracciato. Ma lui avrebbe capito subito che in quell’abbraccio c’era la sua affermazione a trascorrere il resto della vita insieme.
Finché morte non ci separi.
Pensò Dave schiacciando ancora un po’ il piede sull’acceleratore. Gli mancava poco e avrebbe visto il cartellone in legno chiaro che diceva ‘Benvenuti a Chester’s Mill, la cittadina che sembra una scarpa!’
Qualche chilometro - pochi davvero - e tutto ciò che aveva immaginato sarebbe diventato reale, vivo, vero.

Così se senti questo ultimo richiamo
Spero tu capisca che ti aspetto ancora
Non mollo, ho bisogno solo di un miracolo
E oggi ho solo bisogno di un miracolo


E Dave Sanders, quel giorno, avrebbe avuto bisogno di un miracolo per riabbracciare Lin. Perché quello era il Giorno della Cupola, a Chester’s Mill.
Quello era il 21 ottobre.
A circa cento chilometri orari, l’auto di Dave Sanders si schiantò contro la Cupola - l’invisibile barriera spuntata dal nulla - e si ripiegò su sé stessa; nel breve tempo di un secondo il bagagliaio dell’auto si ritrovò giusto al posto del cofano: l’auto di Dave - il secondo successivo - sembrava un origami malriuscito e accartocciato dalla furia del suo creatore.

Sembri così lontana
Un'altra vita, un altro tempo e luogo
Oh, spero che queste parole ti trovino
Così lontana
E' qualcosa di perso e mai sarà rimpiazzato
Sembra così lontano
Sto elemosinando un miracolo da prendere
Hey, hey, hey!


La voce di Myles Kennedy andò scemando mentre la canzone terminava con un brusco troncamento dell’ assolo di chitarra di Slash.

Sto elemosinando un miracolo da prendere
Hey, hey, hey!


Perché quello era il Giorno della Cupola, a Chester’s Mill.
Quello era il 21 ottobre.
  
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