Kurt si sveglia quella mattina nello stesso modo in cui si è svegliato ieri.
E l'altro ieri.
Senza essere toccato dalle sue mani,senza essere baciato dalle sue labbra.
Appoggia il viso sul cuscino accanto.
C'è il suo profumo.
L'ultima traccia di lui.
Si alza e apre l'armadio.
Si leva la vestaglia e si mette le mutande,i pantaloni e la camicia.
E' Ottobre e i domestici hanno messo una piccola stufetta nella sua stanza ma Kurt non la accende.
E' freddo ma lui non lo sente.
Non sente più niente.
Fa vagare lo sguardo sulla sua stanza.
Un tempo quello era il suo regno,l'unico posto in cui si sentiva sicuro.
Ora vede chiaramente il ricordo del suo sorriso rimbalzare su quelle quattro pareti.
Non ha fame ma ordina comunque la colazione.
Mette l'orecchio sulla porta per sentire i passi della governante in modo che Bridgette non debba bussare.
Non vuole più che qualcuno entri nella sua stanza.
All'improvviso sente due voci di donne.
Le cameriere.
Kurt intercetta la conversazione.
-Lo sai che qualche settimana fa hanno trovato un ragazzo impiccato al cimitero?
-Suicidio?
-Era un poveraccio,la polizia non ha neanche indagato.
-Aspetta ma parli del calzolaio che lavorava di fronte a noi?
-Sì proprio lui!
Le ginocchia cedono.
Kurt si accascia ai piedi della porta.
Lo sapeva.
Una parte di lui lo sapeva.
Perché Blaine era un parte di lui e una parte di lui è morta.
I suoi occhi cominciano a lacrimare.
Lacrime silenziose.
Il dolore esplode improvvisamente.
Kurt si getta sul letto e affando il viso nel cuscino dove di solito non poggia la testa.
Singhiozza sommessamente.
Poi tutto si ferma.
Kurt ascolta attentamente il suo respiro affannoso e i battiti del suo cuore.
Li odia.
Li odia perché sono la prova che lui è ancora vivo.
Alza la testa e incontra il viso dipinto di sua madre.
Perché lui è ancora lì se le persone che ha amato di più se ne sono andate per sempre?
Dentro di lui cresce una rabbia accecante.
I suoi occhi blu come la notte si fermano sulle porte a vetro che portano al balcone.
Chiuse.
Sono chiuse quando lo hanno portato via.
Quelle porte sono li ogni giorno a ricordargli che non vedrà mai più il suo amore.
Con una furia e una forza che non gli appartengono prende una delle sedie sulle quali si sedevano lui e Blaine per prendere il the e,con un urlo,la scaraventa sulle porte che cedono immediatamente.
Non si preoccupa neanche si proteggersi dalle schegge di vetro.
Esce sul balcone come una furia e poi si ferma.
Sta piovendo,.
Guarda in alto.
Il cielo è coperto da una coltre di nuvole grigie dalle quali scendono piccole goccioline.
Sua madre gli ha sempre detto che la pioggia è il pianto degli angeli.
Chissà se anche Blaine sta piangendo con loro.
Sale sulla ringhiera.
Non lo sta facendo perché spera di ricongiungersi a Blaine e a sua madre.
Lo fa perché non c'è una ragione per non farlo.
Sa che l'anima dei suicidi giacerà per sempre all'inferno.
Non gli interessa.
Qualsiasi posti è meglio del mondo reale.
Pensa al suo futuro se decidesse di scendere dalla ringhiera e tornare in camera.
Sposerebbe una donna che non ama,prenderebbe il posto di suo padre in banca,lo guarderebbe sul suo letto di morte senza alcun dolore ,resterebbe da solo con la sua famiglia in quella grande casa e poi morirebbe senza aver vissuto davvero,morirebbe con il ricordo dei suoi occhi ambrati che lo guardano.
Fa appena in tempo a sentire un urlo pieno di terrore alle sue spalle poi fa un passo in avanti e si butta nelle braccia della Nera Signora.
Kurt sa di essere morto ancora prima di toccare terra.
Lui è morto con Blaine.



N.d.a:
No basta troppa depressione T_T
Volevo ringraziare tanto Milla_ che nella recensione di A wrong love mi ha proposto di scrivere una spin-off e bhe Milla_ se stai leggendo queste note dell'autrice sappi che ho accolto il tuo consiglio! :3
Volevo annunciarvi che ho in programma di scrivere la mia prima long,ho già titolo,introduzione e storia pronte nella mia testolina ;)
Quindi spero che la leggiate e non inseguitemi con le torce e i forconi per questa OS a dir poco deprimente T_T
A presto <3