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Autore: SinisterKid    14/09/2013    1 recensioni
Perché?! – pensa disperato lui – Perché l’ho fatto?!
Rory, il cuore in fiamme e la mente annebbiata, sta sussurrando le sue più sincere scuse quando sente premere le delicate labbra di lei sulla fronte. È certo di stare sognando … o di avere la febbre.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Rory Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7:15 a.m.

Quando una pennellata di una tenue tonalità di azzurro dipinge il cielo di Leadworth e un timido sole fa capolino da dietro una capricciosa nuvola, la sveglia elettronica di Rory Williams produce il primo di una fastidiosa serie di ticchettii.
Un borbottio indistinto esce dalla bocca del sognante ragazzo, immerso in un sonno impenetrabile. Goffamente, esce un braccio dall’avvolgente piumone in cui il suo corpo è nascosto e cerca di zittire quel maledetto affare. Dopo un paio di tentativi a vuoto, ci riesce e comanda le sue mani affinchè portino il cuscino sopra la sua testa.
Alla pari di un bambino, Rory non riesce proprio ad alzarsi.
All’improvviso, spalanca gli occhi e lancia il cuscino sul pavimento. Getta un’attenta occhiata all’orologio sul comodino – che ha smesso di suonare da un bel pezzo – e con orrore si accorge di aver sprecato dieci preziosi minuti dormendo.
Rory non riesce a perdonarsi: schizza fuori dal letto e impreca contro se stesso. Eppure oggi ha il giorno libero all’ospedale!
Rory inciampa sulle sue ciabatte e non rischia di rompersi il naso solo grazie alla testiera del letto a cui si è miracolosamente aggrappato. Spalanca l’armadio e prende degli abiti a caso: una maglietta bianca, una giacca color cobalto e un paio di vecchi jeans.
Non ha tempo per scegliere.
Stringendo lo scuro fagotto in cui ha trasformato i suoi vestiti, si dirige velocemente al bagno in fondo al corridoio. Ogni minuto è drammaticamente prezioso, non se ne può perdere uno!
Il getto gelido della doccia inietta in Rory una scarica di adrenalina che si propaga in tutto il suo corpo. Il ragazzo è impaziente ora: si asciuga in fretta e prima di riuscire ad indossare correttamente un capo d’abbigliamento, passano almeno cinque minuti.
Trecento secondi che Rory teme rimpiangerà per giorni.
Dopo aver portato a termine la tanto ardua impresa, il ragazzo passa a pettinarsi diligentemente. Non che gliene importi molto della sua immagine, ma non può permettersi di apparire come un barbone questa mattina. Il suo cuore compie un’enorme capriola quando Rory pensa a cosa lo stia aspettando là fuori.
Scattante come una molla, scende le scale a due a due, stranamente incurante del pericolo che corre. Solo il fato sa come eviti di spezzarsi un osso. Rory, con il fiatone, afferra il giubbotto che aveva mollato sul divano la sera precedente quando era tornato dal lavoro. Suo padre Bryan, in piedi davanti il fornello della cucina, osserva il figlio con un sopracciglio alzato.
“Rory, la tua faccia …”
Bryan lascia in sospeso la frase. Non è la prima volta che vede suo figlio paonazzo in volto di buon mattino. Giustifica il tutto con un’emergenza in ospedale e ritorna a bere il proprio tè.
“Papà, io vado. A più tardi!”, bofonchia Rory senza fiato.
È infinitamente grato per il fatto che suo padre non gli abbia posto domande che avrebbero potuto bloccarlo. Di tempo stamattina se n’è perso già abbastanza.
Il confronto con l’esterno è molto brusco. Nonostante i numerosi strati di tessuti diversi che indossa, Rory non è affatto al caldo. Chiude la zip del giubbotto e pensa che sarà una fredda giornata, malgrado sia primavera inoltrata. Bryan apre l’ingresso principale della sua casa e si precipita fuori, urlando, con un paio di sneakers sotto l’ascella. Adesso è lui ad essere paonazzo in volto.
“Rory!”
Il ragazzo, seriamente spazientito, non si volta neppure e prosegue il suo cammino.
“Figliolo, hai dimenticato di mettere le scarpe!”
L’imbarazzo di Rory è palpabile, è arrossito fino alla punta del naso. Dedica un’occhiata gentile ai vicini allibiti che stanno assistendo a questa curiosa scena. Rory ritorna sui suoi passi e strappa le calzature dalle braccia del genitore. Non osa alzare lo sguardo da terra.
Come ha potuto non accorgersene?
Infila maldestramente prima le calze – indossandole alla rovescia – e poi le scarpe – scambiando la destra per la sinistra e viceversa.
“Rory”, sbuffa suo padre.
“Cosa c’è ancora? Non sono più un bambino, papà!”, piagnucola il ragazzo, allo stremo della pazienza.
Bryan indica con lo sguardo i lacci disordinati delle sneakers del figlio. Tutto ciò è così comico, gli è difficile trattenere le risate. Rory si abbassa nuovamente per allacciare le scarpe, prevenendo un qualsiasi possibile incidente. Sfila dalla grande mano di suo padre un quotidiano sgualcito e gira sui tacchi, finalmente libero di andare.
“Ma Rory!”, protesta il padre. “È vecchio di due settimane quello!”
“Non importa!”, urla come risposta il ragazzo ormai in fuga.
Bryan alza le spalle, sconsolato. “Questioni di cuore”, proclama ai vicini che stanno guardando Rory correre come se fosse ricercato dalla polizia. “C’entra una ragazza!”.
Questi ultimi allora rientrano nelle loro abitazioni, come se l’enigma fosse stato risolto. I più pettegoli, però, rimangono nascosti dietro le tende, aspettando che il piccolo Williams torni con il presunto oggetto dei suoi desideri.
Rory guarda nervoso l’orologio che porta al polso. Segna le 7:08: ciò significa che ha a disposizione solo cinque minuti per non tardare al suo appuntamento quotidiano. Rory corre, corre, corre. Altro che freddo! Il sudore che scende copioso dalla fronte gli arriva fino al collo e lui detesta avere quella sensazione di sporco addosso.
Ha il cuore in gola, parlare gli è impossibile ora come ora.
Quando vede il miraggio del parco farsi sempre più chiaro, comincia a rallentare gradualmente. Fruga nelle tasche dei jeans e ne estrae uno stropicciato fazzoletto di carta con cui si asciuga la faccia. Assumendo un passo più regolare, prende grandi boccate d’aria e ritorna a sembrare un ordinario ragazzo in cerca di tranquillità tra la natura. Gli fanno male i polmoni, ma non appena controlla l’orologio prova un enorme sollievo.
Sono le 7:12 e sta per sedersi sulla solita panchina verde, confortevole come una poltrona di casa. Quando il suo fondoschiena si appoggia al sedile della panchina, Rory fa uscire un grugnito che assomiglia molto ad un lamento. Si sente così indolenzito, ma il suo sorriso non è stato scalfito neanche un po’ da tanta fatica.
Alle 7:13 un’angelica e lontana figura si avvicina quieta alla panchina dove siede Rory. È la ragazza più graziosa che abbia mai visto e lui freme dalla voglia di averla vicina.
Alle 7:15 la fanciulla dei sogni di Rory si accomoda sulla sua panchina, così vicina a lui da sfiorargli le spalle e sentire il suo respiro sulla pelle, e si immerge nella lettura di un tascabile. Rory sente le guance prendere fuoco e adesso tocca al cuore correre come un matto. Non sa in che modo celare il suo impaccio e decide di aprire il giornale, fingendo di leggere. La sua recita, però dura meno del previsto.
La ragazza è scoppiata a ridere e per asciugarsi le lacrime è stata costretta a rinunciare ai suoi tondi e beige occhiali da lettura. Rory le lancia un’occhiata interrogativa e lei gli indica con lo sguardo il quotidiano. Il ragazzo è confuso, si chiede cosa ci sia di sbagliato. Torna a leggere, umiliato, e si accorge di tenere il giornale alla rovescia. Lui accenna un timido sorriso, lei alza le sopracciglia ostentando un sorriso comprensivo.
Rory, fulminato dalla sua dolcezza, si nasconde dietro le giallastre pagine del giornale, gettandole di tanto in tanto degli sguardi pieni di amore.
Quanto è meravigliosa la sua ragazza del mattino! I suoi fulvi e lunghi capelli le scivolano graziosamente sulle spalle, incorniciando un candido volto dalle labbra delicate e il paio di occhi verdi più dolci che Rory abbia mai avuto la fortuna di incrociare. Le sue guance sono spruzzate di rosa e gli angoli della bocca che accennano appena un sorriso le conferiscono un’aria da bambina per la quale il ragazzo impazzisce. Quei vecchi occhiali poggiati sulla punta del suo naso stonerebbero sulla maggior parte delle persone, ma su di lei – nota Rory incantato – sono perfetti. Sembra non esistere nulla in grado di rovinare la sua bellezza.
Coperta da un cappotto ancora più rosso della sua chioma, tiene le gambe accavallate e ignora il mondo circostante. Sembra una maestosa regina – pensa Rory – chissà chi è il suo re.
La ragazza del mattino ride nuovamente, adesso a causa del libro. Rory sente il cuore esplodere come un fuoco d’artificio: ama la sua risata, il modo in cui le illumina il volto e tutto ciò che le sta intorno. È come se se quella risata si spezzi in mille piccole parti che si diffondono nell’aria, giovando l’intero creato. Gli occhi di lei scintillano e Rory sa che non esistono gioielli più preziosi di quelli.
Oh, non smetterebbe mai di guardarla! Non importa che la sua ragazza del mattino sia così disinteressata a lui: in fondo, Rory non vuole che lei ricambi i suoi sguardi. Una sola occhiata e potrebbe svenire. Tutto ciò che vuole è che lei non se ne vada mai da quell’angolo di mondo ormai di loro proprietà.
Rory scuote la testa come per risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti e si accorge di averla fissata troppo a lungo, rendendosi ridicolo e inopportuno. Torna dietro il giornale, sbirciandola di tanto in tanto per assicurarsi che non sia sparita come una soave visione.
Ciò che Rory non sa della sua ragazza del mattino è il motivo per cui lei si reca al parco ogni mattina alle 7:15 in punto. È così evidente! Se lo sapesse, Rory salterebbe fino a raggiungere le stelle.
Se non avesse gli occhi tanto pieni della perfezione che crede che la ragazza del mattino irradi ogni giorno, si accorgerebbe che, come lui, Amelia 'Amy' Pond – questo il suo nome – non sta leggendo sul serio. Se non si nascondesse, Rory beccherebbe Amy guardarlo attentamente e sospirare tra sé e sé sul perché lui non si decida a fare la prima mossa.
Oh, insomma! – pensa prepotentemente Amy – Questo appuntamento delle 7:15 va avanti da mesi!
Quel ragazzo dalla faccia ingenua e l’espressione costantemente intimidita e spaesata le ha rubato il cuore poco per volta. Negli occhi di lui vede sempre riflesse le scintille che non può sapere appartengano a lei.
Amy è deliziata dal suo modo di fare, da quelle attenzioni ingiustificate, da quegli sguardi delicati e leggeri come carezze. È ovvio che si sia accorta di essere al centro delle attenzioni di quel ragazzo. Lui le dà l’impressione di non pensare ad altro all’infuori di lei, la regina a cui è solennemente devoto.
Oh, il suo fedele ragazzo del mattino!
Tanti interrogativi frullano nella mente di Amy: si chiede se meriti davvero di essere guardata come ogni donna desidererebbe. Crede di non avere nulla di speciale, lei. Eppure lui continua imperterrito ad ammirarla, come se non ci fosse nulla di più bello nell’intero universo.
Amy arrossisce di fronte a questi pensieri più di quanto non faccia nel momento in cui la mattina i loro corpi si sfiorano. Non ha altro modo per sentirlo fisicamente vicino, di parlargli non se ne discute nemmeno. Il solo pensiero la confonde. In che modo potrebbe iniziare una conversazione sensata senza scoppiare istericamente a ridere e mettere in imbarazzo chi le sta accanto?
Amy sorride immaginando il ragazzo paralizzato e con l’espressione sconvolta. Non sarebbe neppure capace di sbattere le palpebre, si dice Amy soffocando una risata. Chiude il libro e si volta verso di lui. Gli sorride teneramente e teme di non potergli togliere gli occhi di dosso. Trattiene a stento le mani, non ha mai desiderato accarezzare qualcuno così ardentemente.
Amy vorrebbe far sparire quell’espressione perennemente confusa dalla faccia di lui e vederlo sorridere. Da più di una manciata di minuti è assorto nella lettura di un vecchio articolo di cronaca e le sue labbra sono un’apatica linea retta. Sembra non accorgersi di essere lui, adesso, il protagonista.
Amareggiata, Amy decide che è arrivata l’ora di andare. Odia questo momento, quel taciuto arrivederci sospeso nell’aria.
Sta per alzarsi, ma la sua fredda mano viene coperta e trattenuta da quella più calda del ragazzo. Gli occhi di lui la implorano di restare, per la prima volta. Amy si morde nervosamente le labbra e non prova neanche a reggere il suo sguardo. Libera con decisione la mano tenuta in ostaggio e si piazza davanti a lui, apparentemente minacciosa.
Perché?! – pensa disperato lui – Perché l’ho fatto?!
Rory, il cuore in fiamme e la mente annebbiata, sta sussurrando le sue più sincere scuse quando sente premere le delicate labbra di lei sulla fronte. È certo di stare sognando … o di avere la febbre.
“Mi chiamo Amelia Pond, faccia da stupido”, dice lei portando le braccia al petto. “Ma tu puoi chiamarmi Amy”.
La rossa contiene a stento l’entusiasmo e attende che lui le comunichi il suo nome. Rory, gli occhi sgranati e la gola secca, apre appena la bocca. È febbricitante.
“W-Wi-Williams. Sono Rory Williams”, biascica come risposta. “Piacere di conoscerti”.
Amy si volta e, fingendo disinteresse, osserva un punto in lontananza. Scoppia di gioia, deve serrare le labbra per non sorridere stupidamente.
“Non fare tardi domattina, Rory Williams, intesi?”, lo ammonisce lei guardandolo con la coda dell’occhio.
Rory si crogiola nella melodia prodotta dalla voce della sua ragazza del mattino. Il suo nome pronunciato da Amy assume un significato tutto nuovo, è la cosa più meravigliosa che abbia mai udito.
“Intesi”, mormora infine.
Amy prende tra le mani il capo di Rory e gli lascia un secondo bacio sulla fronte, meno impulsivo e più dolce. Rory le dedica un enorme sorriso di gratitudine e si rattrista quando la vede allontanarsi.
“A domani, mio ragazzo del mattino!”, esclama lei muovendo la mano in segno di saluto.
Rory ricambia il saluto e goffamente agita entrambe le mani. La sua felicità è incontenibile. Appena la vede sparire all’orizzonte, sprofonda sulla panchina e sospira. La realtà ha decisamente superato l’immaginazione.
Dopo qualche minuto, il sacro posto riservato a Amy viene occupato da uno strambo ragazzo dalle braccia e gambe lunghe e dagli impeccabili capelli castani tirati all’indietro. Indossa un abito blu di tweed e raddrizza soddisfatto il suo farfallino rosso. Rory non può fare a meno di notarlo: questo tizio sembra uscito da un’altra epoca.
“Finalmente, ragazzone!”, esordisce gongolando il nuovo arrivato.
Dà un’amichevole e calorosa pacca sulla spalla a Rory che, sbalordito dalla sua affettuosità, gli regala un’occhiataccia.
“Pensavo sarebbero dovuti passare duemila anni prima che vi parlaste!”, esclama lo strambo tizio ridendo di cuore.
Rory massaggia il punto in cui la sua Amy ha lasciato quei due baci e i suoi occhi si illuminano. Lo sconosciuto pare godere della gioia di Rory senza ragione, ma in realtà sa più di quanto i due ragazzi del mattino possano lontanamente immaginare.
“Puoi dirlo forte, amico!”, gli fa eco Rory ridendo a sua volta.

   
 
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