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Autore: violetsugarplum    15/09/2013    1 recensioni
[Prompted Seblaine Sunday]
“No”, Sebastian risponde semplicemente, ma nel suo tono c'è freddezza, segno che non cederà per nulla al mondo. “Il tatuaggio va fatto per se stessi, per esprimersi in un modo diverso da quelli canonici, non per far piacere agli altri. Non scriverò il nome di nessuno.”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Di tatuaggi e scelte sbagliate
 

“Allora, hai deciso? Sei il cliente più attraente della giornata, ma sei di una lentezza esasperante.”

Blaine alza gli occhi dall'enorme quaderno che ha davanti e scuote la testa, palesemente in imbarazzo. “N-non... Uhm, non credo che questo sia proprio il mio genere...” tentenna, sfogliando pagine piene di cuori trafitti da lunghissime spade. “Hai mica altro da farmi vedere... Per favore?”

Il ragazzo non si preoccupa nemmeno di camuffare il forte sbuffo che gli esce dalle labbra. “Non è il tuo genere”, ripete acido e Blaine arrossisce ancora di più, soprattutto quando gli strappa letteralmente il quaderno dalle dita per poi gettarlo in un cassetto del bancone. “Vuoi che ti mostri qualcosa di meno elaborato, dolcezza? Magari una stellina, una rondine oppure il simbolo dell'infinito che piace tanto a quelli che di tatuaggi se ne intendono meno di zero, proprio come te?”

Ouch.

Non è mai stato il tipo da tatuaggi. Blaine non ha mai sentito l'esigenza di marchiare il suo corpo in maniera indelebile, che siano parole o disegni piccoli o grandi come quelli mostrati -e portati con estrema fierezza e disinvoltura- da Sebastian, il tatuatore più bravo e conosciuto in città.

Semplicemente, non erano adatti a lui ed egli stesso sapeva che non gli appartenevano.

Ma, ultimamente, la voglia di aver impressa sulla pelle qualcosa che gli ricordi lui si è fatta sempre più forte. E cosa c'è di meglio di un anello di fidanzamento e un tatuaggio per dimostrare al suo ex ragazzo quanto lo ami ancora e quanto la loro storia sia importante per lui? Già immagina il suo bellissimo volto illuminarsi in sorpresa e sorridergli contento... Ha proprio avuto un'idea geniale.

“Mi piacerebbe tatuarmi un microfono”, risponde Blaine sognante, ripensando a tutte le ore trascorse a cantare insieme, lasciando che i sentimenti venissero raccontati dalle parole delle canzoni. “Sai come quelli degli anni cinquanta...?”

“Sì che lo so, ne ho pure uno a casa”, dice Sebastian asciutto. “Adesso ti faccio uno schizzo... Devo dirti la verità: l'idea non mi fa schifo. Finalmente stai iniziando a parlare la mia lingua, moretto.”

Blaine si costringe a voltare distrattamente le pagine di un album pieno di disegni di bellissime pin up piuttosto che rispondere all'occhiolino che gli ha lanciato il ragazzo.

“Dimmi, hai già pensato dove farlo?”

“Uhm”, Blaine arriccia il naso per un secondo. “Magari-”

“Io direi sul braccio”, lo interrompe passandosi la lingua sulle labbra e gli mostra il proprio, ricoperto da mille disegni coloratissimi, e Blaine non fa in tempo a riconoscerne nessuno poiché il ragazzo si muove subito, intento a scartabellare con altri fogli. “Il braccio simboleggia la forza, la maturazione e tutte quelle cose lì, di cui nessuno si interessa mai... Vabbè, io, comunque, trovo che sia la parte decisamente sexy. No?”

Sebastian si appoggia al bancone con naturalezza e, dopo aver mordicchiato la cima della matita, si mette a disegnare fino a quando si blocca all'improvviso. “Senti, fai il giro del bancone e vieni accanto a me”, dice facendogli un cenno col capo. “Così puoi vedere mentre lavoro, mh?”

Blaine fa subito quanto detto e, nel giro di pochi minuti -senza mai un ritocco, come non può far a meno di notare- il ragazzo termina il lavoro; il risultato è a dir poco strabiliante. Esattamente come l'ha immaginato, forse anche meglio, il disegno ora è su carta. Come se Sebastian fosse riuscito a leggergli nella mente e avesse saputo tratteggiare alla perfezione anche la minima ombreggiatura.

“È... È stupendo!”, Blaine trattiene il fiato e osserva il disegno con occhi spalancati. “È proprio come avevo in mente-”

“Uuuh, ma dai!”, Sebastian gli fa il verso, ma ridacchia immediatamente dopo. “Ho l'agenda perennemente piena, la gente viene da me perfino dall'estero per un motivo ma chissà qual è, però.”

Blaine afferra il foglio, studia con attenzione l'immagine ancora una volta per poi sorridergli trionfante. “Dai, mettiti al lavoro.”

*

Dopo aver firmato e controfirmato fogli su fogli -non ha capito bene la storia dell'epatite, ma spera che Sebastian stesse scherzando- Blaine si ritrova seduto a torso nudo su una poltroncina di pelle nera. Il tatuatore non ha indugiato a chiedergli di togliersi la maglietta -e pure i pantaloni, se voleva- e il modo in cui l'ha mangiato con gli occhi una volta scoperto, l'ha messo un po' a disagio.

È la quinta volta che si muove dalla tensione. Dalle altre stanze provengono lamenti e il sibilo delle macchinette non si ferma nemmeno per un momento. Deglutisce ancora una volta e boccheggia quando sente all'improvviso qualcosa di freddo sulla pelle.

“Rilassati, tesoro, è solo crema anestetica. Mi dai l'impressione di essere uno con la soglia del dolore non molto alta... Un po' come te”, ride Sebastian mentre gli spalma sul braccio della pomata dall'odore nauseabondo.

“Funziona davvero?”

“No”, Sebastian scrolla le spalle. “Ma goditi ugualmente il massaggio. Non è nel listino, prendilo come un omaggio da parte del sottoscritto.”

Ma Blaine fa di tutto fuorché rilassarsi, nonostante Sebastian gli racconti storie divertenti di tatuaggi elaborati, come quella ragazza che si è fatta tatuare una frase in italiano con ghirigori annessi per poi scoprire che era sbagliata.

“F-farà tanto male?”, chiede.

Sebastian si trattiene da roteare gli occhi. “Pizzicherà un po', ma niente di devastante né degno di lacrime. Non sopporto la gente che frigna.”

Blaine spera con tutte le sue forze di non piangere.

 

 

“Non so perché mi senta in dovere di dirtelo, ma sto per iniziare”, dichiara Sebastian sedendosi su una sedia accanto a lui. “Pensavo ti avrebbe fatto piacere saperlo.”

“Grazie”, risponde Blaine quasi sottovoce e, appena vede il ragazzo brandire l'ago e appoggiare una mano sul suo braccio, gira la testa di scatto, concentrandosi invece sulle pareti, anch'esse piene di disegni.

“Che c'è?”, domanda Sebastian sollevando leggermente la mano, in modo da non fare più pressione. “Ti ho fatto male?”

“No”, nega Blaine mordendosi il labbro inferiore. “È che... È... Ho paura degli aghi.”

“Ma sei serio?”, chiede incredulo. “Hai paura degli aghi e stai per farti fare un tatuaggio da trecento bigliettoni che ricoprirà metà del tuo braccio...”

“Se non guardo, va meglio. Anche quando mi fanno i prelievi... Insomma, sempre così”, tenta di dire a mo' di scusa. “Continuo a fissare la parete, non ti preoccupare-”

“No, assolutamente no.”

Blaine sente le dita di Sebastian appoggiarsi piano sotto il mento e lo fa voltare, ritrovandosi faccia a faccia; i loro visi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. “Non voglio che ti giri” dice con voce seccata. “È irrispettoso nei confronti del mio lavoro, non credi? Io sono un artista, che gusto c'è vedere il mio cliente che si guarda intorno?”

“Ma-”

“Qual è il tuo nome?”

“Blaine”, risponde sempre più confuso.

“Ecco, Blaine, concentrati su di me. Non fare caso all'ago. Guarda me, ok? ”

E Blaine lo guarda, soffermandosi sulla pelle chiara del collo, adornata di segni tribali che si confondono coi suoi nei, il lobo dell'orecchio sformato da un enorme dilatatore e quel paio d'occhi verdi che a loro volta lo scrutano con molto interesse.

“Ora inizio sul serio. Reggiti forte, Blaine, ché sto per creare un capolavoro su un'opera d'arte.”

*

Sebastian aveva ragione. Pizzica un po', è vero, ma è sopportabile. Il rumore della macchinetta, inizialmente assordante alle sue orecchie, diventa facile da ignorare. Per fortuna può studiare i tatuaggi sul braccio di Sebastian e fissargli quelle labbra rosse, continuamente umettate dalla lingua che si muove repentina, rendendo tutto decisamente più facile.

“Hai proprio una bella pelle”, dice il ragazzo mentre continua il suo lavoro; con lo sguardo che non si sposta dal suo braccio. “Il colore risalterà un sacco. Verrà davvero bene, sarà un tatuaggio da invidiare.”

“Grazie...”, arrossisce. “Mi piacciono i tuoi-”

“Ah, ma guardalo mentre tenta di flirtare con tatuatore”, Sebastian ridacchia, fingendo di non sentirlo mentre tenta di negare. “Vuoi sapere cosa significano, immagino.”

Blaine trova imbarazzante rimanere ore e ore con lui in silenzio, dato che l'argomento del tempo è già stato esaurito, e poi sì, è veramente curioso di scoprirlo.

“Ok, vediamo... Questi sul braccio non te li spiego nemmeno più, dato che ho notato che li sai già a memoria. Posso raccontarti di quelli sul petto, sulle gambe? Sulle caviglie, anche? Scegli.”

Rimangono a parlare della Tour Eiffel che ha tatuato sull'avambraccio, dei colori della Francia sulla coscia sinistra, della scritta 'Just give me a chance' all'interno del polso e delle altre decine che ha sparse per quel corpo alto e sottile.

“Quando hai iniziato a farli?”

“A quindici anni. Il primo è stato questo qui”, dice indicando con un cenno della testa una piccola gabbia per uccelli sopra il gomito. “I miei erano usciti pazzi. Mi avevano pure minacciato di sbattermi fuori casa. Sai che roba, me ne sono andato io una settimana dopo.”

“Rappresenta la tua voglia di libertà? Di evasione?, chiede, già affascinato dalle sue storie.

“In realtà, tu non vuoi davvero sapere cosa rappresenta, Blaine. Fidati.”


 

Blaine, troppo preso dal discorso, non si accorge nemmeno quando Sebastian finisce il lavoro e si passa la mano sulla fronte imperlata di sudore.

“È stato lungo, ma appagante”, afferma con una risata. “Ammiratelo allo specchio prima che te lo copra e ti faccia la ramanzina su come devi curarlo.”

Quando Blaine si alza e lo osserva, scorge Sebastian nel riflesso che gli regala un altro occhiolino d'intesa e non può fare a meno di sorridergli.

Era già bello sulla carta, ma sulla sua pelle è ancora meglio, nonostante sia ancora rosso e l'epidermide sia irritatissima. È magnifico, grande e ricco di dettagli. Non c'è ombra di dubbio: Sebastian ha fatto davvero un capolavoro, ma Blaine sente che manca ancora qualcosa per definirlo concluso.

“Senti...”, inizia sicuro di sé. “Mi chiedevo se ti andasse di aggiungere il nome.”

“Scusami?”, domanda Sebastian con un'aria chiaramente confusa che traspare sul volto. “Il nome?”

Blaine annuisce. “Sì, il nome del mio ragazzo... Ex, veramente. Questo tatuaggio l'ho fatto per lui, per riconquistarlo e fargli capire che ci tengo ancora tantissimo a lui e a... A noi, ecco.”

“No”, Sebastian risponde semplicemente, ma nel suo tono c'è freddezza, segno che non cederà per nulla al mondo. “Il tatuaggio va fatto per se stessi, per esprimersi in un modo diverso da quelli canonici, non per far piacere agli altri. Non scriverò il nome di nessuno.”

“Perché?”, chiede.

“Perché se vi lasciate -una seconda volta, da quanto ho capito, cosa fai? Ti amputi il braccio? Certo, potresti sempre rimuoverlo col laser, ma ti pare il caso? I tatuaggi non sono errori che puoi cancellare, sono parte del tuo essere... Dammi retta, è un'idea stupida.”

“Ma-”

“No, Blaine. Se lo vuoi così tanto, non sarò certo io a fartelo. C'è un altro tatuatore in fondo alla strada, Va' da lui e spera solo non sia ubriaco e abbia disinfettato la stanza.”

Blaine pasticcia per un secondo con le labbra. “Gli chiederò di sposarmi”, decide di spiegare. “Avrà un anello e la prova del mio amore qui, sul mio braccio.”

“Ah beh”, Sebastian scuote la testa e socchiude gli occhi, come se cercasse le parole giuste all'interno della sua mente. “In fondo, chi sono io per giudicare le tue scelte? Nemmeno ti conosco.”

“Esatto”, afferma risoluto, sedendosi ancora sulla sedia per farsi marchiare ancora una volta il braccio da Sebastian, il quale non apre più bocca. “Mica puoi impedirmi di tatuarmi il nome e sposare il mio ex ragazzo.”

Dio, effettivamente la frase suona così male.

“Giusto, ma posso sempre rifiutarmi di farlo.” Sebastian risponde serafico. “Il laboratorio è mio, così come le mie condizioni. Non ho mai tatuato un nome, figurati se lo faccio per un motivo del genere.

*

“Ricordati di darti la crema e mai, mai esporti al sole. Intesi?”

Blaine annuisce e si affretta ad alzarsi dalla poltrona. Sebastian gli sorride, ma non contraccambia.

“Beh, buona fortuna con il tuo ex, sono sicuro che apprezzerà immensamente.”

Riconosce subito il tono sarcastico, ma decide di non rispondere. Paga il conto, evitando di incrociare il suo sguardo e di parlare, fino a quando non riesce più a trattenersi.

“Allora perché non me l'hai fatto?”

“Perché avrei dovuto?”, Sebastian afferra la banconota grigia davanti a lui. “C'è chi ha cicatrici...”

“Perché non-”

“...e c'è chi ha tatuaggi sbagliati. Sono cose che capitano. Ma sono convinto che, quando saresti stato vecchio e avvizzito, non avresti ricordato con estrema affezione la persona di cui hai tatuato il nome sul braccio. Quella che ti ha mollato da cinquanta e più anni, si è fatto una famiglia con il primo che gli ha fatto una moina e certamente non sa più chi sei.”

Blaine gli rifila un'occhiata che, se fosse possibile, lo incenerirebbe sul posto. “L'avrei potuto sempre togliere”, ribatte tagliente.

Oh!”, esclama Sebastian improvvisamente divertito, come se la frase gli avesse fatto un regalo bellissimo. “Ma non mi dire! Hai appena fatto il mio gioco, dolcezza, e sono contento che tu l'abbia capito solo adesso.”

“Sarà sempre il mio primo amore”, riprende Blaine, ormai al limite, tanto da avere le lacrime agli occhi. “E non potrà andare male, perché siamo destinati a stare insieme per sempre.”

“Mh, assolutamente”, annuisce Sebastian, decisamente poco convinto. “Bene, bene. Allora vuoi tornare nel retro così te lo tatuo e finalmente sarai felice? Non te lo faccio nemmeno pagare, non voglio che i miei clienti escano scontenti e poi vadano a parlare male di me in giro. Ho una certa reputazione, sai?”

“Non... Non sono sicuro di volerlo ancora”, gli costa ammettere, ignorando il sorriso di trionfo sulle labbra dell'altro. “Forse non è una buona idea.”

“Sono dell'idea che i tatuaggi non debbano essere mai cancellati. Sono una parte di te, nel bene e nel male”, dice strofinandosi il petto coperto dalla maglietta. “Ma prima di farli, devi esserne sicuro al cento per cento. Cazzo, quella roba ti deve rimanere addosso per sempre! Non puoi farteli e poi pretendere di togliere tutto con una gommina. Se sei sicuro, la poltrona nera ti aspetta e, per la cronaca, penso che abbia ancora la forma del tuo bel culo.”

*

Blaine si specchia ancora una volta, ammirando la benda che Sebastian gli ha messo con cura, attento a non fargli male o rovinare il disegno. Si sforza di sorridergli quando gli chiede se va tutto bene.

Mormora qualche parola di ringraziamento e si avvia alla porta, non facendo nemmeno più caso al rumore delle macchinette che lavorano costanti nelle altre stanze.

“Ah, dolcezza”, Sebastian lo ferma prima di uscire tirandolo piano per un polso, mentre ridacchia compiaciuto. “Già che ci sei, ripensa anche a quella proposta, mh?”

Blaine non fa in tempo a rispondere che il ragazzo continua. “Sei davvero un uomo fortunato, tu.”

Perché?”, chiede sorpreso; gli occhi spalancati che lo guardano colmi di interesse.

“Perché avrei potuto tatuarti il mio numero di telefono senza che te ne saresti accorto.”

Scuote la testa, apre la porta del negozio e si lascia andare ad una sonora e allegra risata prima di confondersi tra la gente che cammina frettolosa per le vie.





 
  
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