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Autore: Sara_94    15/09/2013    0 recensioni
Questa fanfiction è stata scritta prima del rilascio in Italia di Shadowhunters Le Origini La Principessa, quindi ci sono moltissime differenze, il carattere di Tessa sopratutto non rispecchia molto quello dell'ultimo libro, in cui si capisce il suo amore sia per Will che per Jem.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Will raggiunse Tessa al balconcino. I lunghi capelli castani che le svolazzavano al vento come fili d'erba. Era bellissima. Con la pelle chiara e gli occhi di quel meraviglioso grigio azzurro, che gli ricordava tanto il cielo plumbeo d'inverno. Le si posizionò davanti e la prese per mano, sfiorando con la punta delle dita la pelle al di sopra del guanto di velluto scarlatto. In corpo di Tessa fu percorso da un brivido di piacere. Ma non avrebbe dovuto provare certi sentimenti per Will. Tirò via la mano e con tono piatto e formale chiese: -Cosa vuoi?

 

Lui la guardò senza capire. Confuso e disorientato. Il labbro inferiore del ragazzo era tagliato e gonfio, una piccola vescica gli deturpava la parte inferiore del collo, dove il demone l’aveva bruciato con il suo sangue acido. Niente di cui preoccuparsi. Sarebbe bastata una runa di guarigione per guarire, ma non voleva. Anche Jem si era offerto di fargliene una alla base del collo, in un punto in cui lui non sarebbe riuscito a disegnarla correttamente. Will si era rifiutato e era andato via, alla ricerca di Tessa. Il dolore era l’unica cosa che, teoricamente, non gli faceva pensare a lei.

-Ero venuto a chiederti scusa. Il modo in cui mi sono comportato alla chiesa.

 

Tessa spostò lo sguardo, riportando la sua attenzione su una pianta di gelsomino che si trovava ben sistemata in un vaso di terracotta sul balcone di fronte a lei.

-Non è con me che devi scusarti, ma con Jem. Pensavo fosse il tuo migliore amico,-ammise con la voce incrinata.-Siete parabatai, non dovreste odiarvi.

Will odiava vederla così triste e odiava il modo in cui le si era rivolto. Il modo in cui senza il minimo rancore gli aveva gettato addosso la verità, come una secchiata d’acqua gelida. Jem sarebbe morto e lei si sarebbe ritrovata consumata dal dolore. Non c’era una cura. Non poteva salvarlo. Come non poteva farlo lui. Per anni aveva cercato una cura con Charlotte e Henry, ma non erano arrivati a niente.

-Quello che ho detto è imperdonabile, ma devi guardare in faccia la realtà. Il tuo attaccamento per Jem ti farà soffrire molto di più.

-Pensi che se non fossi innamorata di Jem non soffrirei vedendolo morire?-rispose con rabbia la ragazza.

Quelle parole furono come un pugno nelle stomaco per Will. Sentirlo dire dalle sue labbra era ancora peggio, come l’era stato nel momento in cui lei l’avevo informato della sua decisione di sposare Jem. In quel momento non desiderava altri che scappare, nascondesi e innalzare una barriera intorno a sé. -Certo che soffriresti, come tutti noi. Ma tu sai, come lo so io, che con Jem non hai un futuro.-Le parole di Will erano controllare e morbide come soffice nere.

-Perché con te avrei un futuro?-La ragazza si voltò rientrando nella sua stanza e incrociando le braccia sul petto. Il vestito che Jessamine le aveva fatto ordinare era troppo lungo e intralciava i suoi movimenti, rendendola goffa e facendola incespicare.

Will rimase in silenzio e Tessa continuò.-Magnus mi ha spiegato cosa succede. Ti innamori di un mortale e lo vedi invecchiare e morire, mentre tu rimani sempre uguale. Soffrirei allo stesso modo con te,-si fermò prendendo fiato. Gli occhi le stavano diventando lucidi e il petto stretto nel bustino, si alzava e si abbassava ritmicamente.-Con Jem non avrò modo di affezionarmi troppo.

La ragazza abbassò lo sguardo e vide le sue mani che lentamente si intrecciavano con quelle del ragazzo. La pelle di Will era così ruvida e callosa e nei punti in cui un tempo si dovevano trovare le rune erano presenti delle piccole cicatrici più bianche.

-Cosa succederebbe se stessimo insieme per cinquanta o sessant’anni e poi tu morissi? Non sarei comunque distrutta dal dolore?

Will le posò dolcemente una mano sulla guancia accaldata.-Saresti triste per un po', ma poi dovrai andare avanti con la tua vita. Io non ti vorrei mai vedere da sola, senza qualcuno ad amarti e a proteggerti.

 

Tessa non riuscì più a trattenere le lacrime. Cominciò a piangere, bagnando di sale e acqua la camicia di Will, aggrappandosi a lui in cerca di conforto. Era bello sentire Will che la dondolava dolcemente e la sfiorava, quasi senza toccarla, con le sue mani calde e forti. Le sussurrava all’orecchio parole dolci e senza senso. Tessa si allontanò leggermente, sentiva ancora, però, il corpo del ragazzo vicino al suo, asciugandosi le lacrime con le fazzoletto che Will le porgeva.

-Ti amerò per sempre, non mi importa cosa sceglierai,-le sussurrò il ragazzo con dolcezza accarezzandogli i capelli scuri. La ragazza alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi azzurri come l’acqua di un ruscello di montagna.

Will ricambiò il suo sguardo, era bella come la prima volta che l’aveva vista nella casa delle Sorelle Oscure, con i capelli arruffati e il volto simile ad una bambola di porcellana.

Il ragazzo non riuscì a trattenersi, ricoprì la distanza che separava le loro bocche, aveva bisogno di sentire la morbidezza delle labbra di lei sulle sue e il loro sapore simile a vaniglia. Con attenzione la spinse contro la parete e i loro corpi aderirono perfettamente insieme. A Tessa scappò un gridolino di sorpresa.

Will le sfilò i fermagli dai capelli scompigliati, lasciandoli cadere sul pavimento. Tessa si aggrappò a lui, intrecciando le mani dietro la sua nuca e arrotolandosi i capelli neri come l’ebano intorno alla dita.

La porta si aprì in un cigolio di cardini e i due ragazzi fecero un salto indietro, colti di sorpresa. Tessa in fretta e fuori si chinò a raccogliere i fermagli e cercò di dare un aspetto presentabile ai suoi capelli. Will si girò, con una scusa già sulla punta delle labbra, ma non servì, perché a interromperli era stato Church. Il grasso persiano color cenere si avvicinò e miagolo rivolgendo la sua attenzione a Will.

-Stupido gatto! Cosa vuoi?!-tuonò il giovane.

Il micio miagolò di nuovo, volgendosi verso la porta. Arrivato sulla soglia si voltò nuovamente emettendo un altro suono aspro e cantileno. Ai due ragazzi non rimase altro che seguirlo.
  
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