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Autore: black_eyes    15/09/2013    1 recensioni
Dal testo:
"i marinai si facevano dei tatuaggi come segno di essere arrivati in porto, di essere tornati a casa. Io è da un po' di tempo che sono a quota quattro tatuaggi, e mi sono reso conto che … solo stando con te mi sento a casa. Tu sei il mio porto sicuro e … volevo fare un tatuaggio che potevi avere anche tu."
per la Seblaine!Sunday
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROMPT: Tatuaggi.

Salve salvino a tutti! Sono tornata con un'altra OS per la Seblaine!Sunday.

Purtroppo non è betata quindi perdonatemi per le scempiaggini grammaticali che leggerete T.T

Ci leggiamo alla fine! :D

 

Sebastian Smythe suonò al citofono del suo compagno di studi e aspettò che il cancello si aprisse con un rumore sordo; poco dopo entrò dalla porta sul retro e si accomodò su una panchetta di legno chiaro nel salotto dello studio.

Il rumore di aghi che lavoravano, l'odore di alcool e inchiostro, e i colori alle pareti lo investirono come ogni volta.

“Ciao Bas” lo salutò Hunter finendo di pulire la pelle del suo ultimo cliente. “Un attimo e sono da te” disse mettendo una garza pulita sul collo del ragazzo sulla poltroncina. “Perfetto.” Si rivolse al ragazzo che si alzò cauto, “come sai, adesso devi tenerlo pulito, utilizzare la crema, e lavarlo tra qualche ora. Buona giornata.” Aspettò che uscisse dal negozio e poi andò ad abbracciare Sebastian che aveva in mano un giornale di moto “Vecchio farabutto, da quanto non ci vediamo?”

“Solo un paio di mesi Hunt” replicò Sebastian facendo l'occhiolino “ok, sono arrivato a quota tre, mi serve il quarto. Quanto tempo hai adesso?” Chiese porgendogli un foglio.

L'altro ragazzo prese in mano quel pezzo di carta e fissò quelle lettere nero su bianco. “Dovrebbe venire un ragazzino adesso, il suo primo tatuaggio, quanto è dolce” Hunter sogghignò “il tipo di ragazzo che ti arrapa. Dolce, un faccino da studentello timido, un culo da favola … comunque se sai aspettare un'oretta ho tempo per te e per questa frase.” Fece ruotare gli occhi “sei il solito spaccone.” Ridacchiò prendendo un catalogo di scritte. “Decidi il modello che vuoi, poi segnamelo e alla fine portamelo.”

In quel mentre suonarono al citofono e Hunter aprì il cancello senza vedere chi fosse. Poco dopo entrò dalla porta un ragazzino dai capelli ricci e scuri.

Portava un paio di occhiali da vista con una montatura nera, una T-Shirt con delle scritte colorate e un paio di pantaloni della tuta.

Sebastian inarcò un sopracciglio. Quei pantaloni delineavano molto bene il sedere che quel ragazzino aveva.

“Buongiorno” disse il ragazzino stringendosi le mani attorno alle braccia “sono Blaine e …”

“Devi fare il primo tatuaggio, lo so. Mi ricordo di te. Bene, sai già cosa fare?” Chiese Hunter pulendo la poltrona e buttando via gli aghi e i guanti che aveva usato in precedenza; fece sedere Blaine e prese da un cassettino di metallo un paio di guanti neri nuovi e una confezione chiusa di aghi, indossò i guanti e con precisione mise gli aghi nella punta della pistola per fare i tatuaggi e li fermò con un elastico di plastica. “Hai paura?” Chiese porgendogli una paio di caramelle “Non preoccuparti, ho tatuato tanti novellini e nessuno si è mai lamentato!”

Sebastian sogghignò a quelle parole “lodati di meno Mr Clarington. Non starai mica cercando di sedurre questo bambino, no?”

Blaine arrossì e a quel punto fissò il ragazzo più alto “non sono un bambino, ho compiuto 19 anni e … questi flirt non fanno mai male. Diciamo che dipende tutto dalla persona con cui si vuole giocare.”

Sebastian si morse il labbro inferiore. Giocare. Quel tipetto aveva voglia di giocare.

“Hai appena 19 anni e sai già le regole del gioco. Intrigante” ridacchiò Hunter versando una piccola quantità di inchiostro in un tappino di plastica. “Ok, dimmi il soggetto del tuo primo tatuaggio.”

“Born This Way.” Disse semplicemente Blaine fissando davanti a sé. “Sul polso.” Prese un foglio di carta dalla tasca dei propri pantaloni e glielo mostrò, “questa scritta per favore.” E poggiò il braccio destro sul bracciolo ricoperto di carta bianca della poltroncina su cui era seduto.

“Perfetto” Hunter prese un pennarello, dalla punta fine, nero e iniziò a segnare le lettere che avrebbero composto il tatuaggio. Ci mise una decina di minuti, voleva seguire con precisione la forma della scritta che voleva il moretto; alla fine fece osservare al ragazzino se andava bene la scritta. Blaine annuì e si mise comodo sulla poltrona.

Chiuse gli occhi e aspettò di sentire gli aghi sulla propria pelle.

Hunter vedendolo teso, richiamò l'attenzione di Sebastian e gli indicò il ricciolino.

“Allora” iniziò Bas capendo tutto “ti piace Lady Gaga?” chiese rivolgendosi al moretto.

Blaine scosse il capo e strinse i denti “no. Ho solo fatto coming out.”

Sebastian andò vicino alla poltrona. “Lo sai che quel tatuaggio ti rimarrà a vita sulla pelle, vero? Che poi sul polso lo vedranno tutti?” Tornò con la testa sulle pagine delle varie scritte.

“Bas, non spaventarmi il cucciolotto. È sempre un mio cliente” sibilò Hunter pulendo la pelle dal sangue e dall'inchiostro in eccesso.

“Non mi sta spaventando, e non sono un … cucciolotto. Questo tatuaggio è un ricordo. È la mia vita, il fatto di come sono …” Blaine scosse il capo, una lacrima gli rigò la guancia, l'ago aveva colpito un punto debole della carne, vicino ai tendini, “fa niente.”

Sebastian inarcò un sopracciglio e fece un segno alla scritta che desiderava “quindi i tuoi lo sanno.”

Blaine annuì assottigliando le labbra, voltò lo sguardo verso di lui “già, mio padre non mi parla da quel giorno.” Abbassò lo sguardo verso la pelle del proprio polso; sangue, inchiostro, parole marchiate per sempre su di lui.

Sebastian ridacchiò “e da quanto non ti parla? 3 ore? 1 giorno?” Scrollò il capo tornando a osservare i vari modelli delle scritte.

“In realtà non mi parla da 3 mesi, da quando mi sono trasferito a casa di mio fratello. O meglio, da quando mio padre mi ha cacciato di casa.” Blaine parlò con tono distaccato, quasi annoiato. “Glielo avevo detto pensando che avesse una mente più aperta … e invece no.”

Hunter si fermò dal tatuargli la pelle, Sebastian fece cadere il giornale a terra.

“Cosa?” Domandarono entrambi fissando il moretto.

“Sono tre mesi che mio padre non mi rivolge la parola, mia madre ha cercato di fargli cambiare idea, ma non vi è stato nulla da fare” sibilò quando Hunter ripassò più volte sullo stesso punto della pelle “che c'è?” Fissò Sebastian inarcando un sopracciglio “credevi che dato che sono giovane e sono ancora un ragazzino, i miei mi volessero bene comunque?” Deglutì quando Hunter passò della carta sulla pelle martoriata, era solo a metà dell'opera e pizzicava da morire.

Blaine strinse i denti e non parlò più per la mezz'ora successiva, Hunter continuò a tatuare e a pulire la pelle, mentre Sebastian fissava rapito quel ragazzino che se ne stava zitto e ritto come un fuso su quella poltroncina di pelle rossa.

“Bene” sospirò Hunter terminando di mettere la garza sul polso di Blaine. “Il tuo primo tatuaggio è completo. Sei stato bravo.”

Blaine andò a sedersi mentre Hunter si tirava via i guanti dalle mani e buttava via gli aghi del mestiere. Sebastian si avvicinò al suo amico e si sedette al posto del moretto.

“Fallo riprendere, hai tempo per me o sei stanco?” Gli chiese poi, sogghignando.

“Per uno stronzo come te ho sempre tempo.” Si rivolse al moretto “tutto bene piccoletto?”

Blaine annuì e fece un respiro profondo “ho solo bisogno di fare mente locale.”

Sebastian sogghignò mentre togliendosi la maglietta vide il ragazzino fissargli il petto abbronzato e ricoperto di nei. “Ti piace ciò che vedi, cucciolo?” Rise vedendolo arrossire “comunque, perchè vuoi fare mente locale? Su cosa … poi?”

Hunter scosse il capo, si mise un altro paio di guanti, cambiò gli aghi per tatuare la pelle di Smythe, prese un pennarello e iniziò a tracciare le linee del suo quarto tatuaggio.

“Un piercing, già che sto cambiando, facciamolo bene. No?” Sorrise tristemente “l'ho già detto che abito da mio fratello? E che a quest'ultimo non va che io viva con lui?” Blaine rise alzando gli occhi al cielo “ehy, io ho dovuto trovare un modo per venire qui in segreto. Nella mia famiglia i tatuatori non sono ben visti.”

“Fammi indovinare. Men che meno i tatuati” ridacchiò Sebastian “ma perchè l'hai voluto fare se i tuoi non vedono di buon occhio i tatuaggi e il resto?” Chiese, mentre Hunter raschiava la pelle del costato e tatuava un paio di frasi che Bas aveva deciso in precedenza.

“Perchè non vado bene a nessuno per come sono. Mio padre mi ha rinnegato, mi odia, pensa che sono un relitto della società.” Alzò le spalle.

Sebastian posò lo sguardo sulla mano di Hunter che continuava a lavorare sul suo tatuaggio.

“Anche io ho cominciato così. Il primo per andare contro corrente, e poi perchè significavano qualcosa di importante per me.”

Blaine annuì “e hanno tutti significati sessuali?” Ghignò indicando con il mento le parole che venivano marchiate poco alla volta.

Hunter smise di tatuare per poter ridere senza far del male al suo amico.

“Ti ha inquadrato bene. Quattro tatuaggi, una mente giovane e piena di vita. Non dimentichiamoci una condotta poco pulita.” E tornò a tatuare.

Sebastian ridacchiò indicando Blaine, “vuoi sapere quali sono, vero?”

Hunter alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo, uno sbruffone era, uno sbruffone rimaneva.

“Un piccolo jeko sul collo del piede, la scritta 'I Wanna Be Free' sul braccio destro, una seconda scritta 'Forbidden Fruit Taste Better' sul braccio sinistro … e questo.”

Blaine sorrise “una gran bella frase, una gran bella canzone. Anche se hai modificato le prime parole. 'I Have A Dangerous Face, A Illegal Taste' intrigante come frase.” Il moretto mosse il polso destro sentendo pizzicare la pelle sotto la garza, “ma dimmi, com'è che vi conoscete voi due?”

“Andavamo a scuola assieme” rispose Hunter “lui però è diventato un avvocato e io questo. Almeno conosco belle persone interessanti. Lui solo poveri diavoli o coppie che vogliono divorziare.”

“Secondo te perchè in aula mi chiamano l'avvocato del diavolo? E il fatto che non perdo neanche una causa la dice lunga sul mio conto.” Berciò Bas a quell'accusa.

“Siete una bella coppia” sorrise Blaine “da quanto state assieme?” Domandò sfiorando la benda ripetutamente.

Hunter rise scuotendo il capo, non si fermò neanche un attimo dal tatuare Sebastian. Mentre quest'ultimo invece si voltò verso Blaine “noi non stiamo assieme, lui è etero. E io sono gay. Non siamo fatti per stare assieme, anche se le poche volte che stiamo vicini ci facciamo un paio di canne, ma no. Io sono single, e anche lui.” Spiegò il ragazzo dagli occhi verdi indicando l'altro con il capo.

“Parla per te francesino. Io una tipa ce l'ho. E non ci facciamo le canne da anni. Quindi non mettere in cattiva luce la mia condotta.” Hunter posò gli aghi sul tavolino e depose uno strato di crema sulla pelle ancora arrossata di Smythe. Poi prese una benda e la mise delicatamente sul punto irritato.

Blaine non staccò gli occhi dal corpo del più alto.

“Quindi sei … insomma, voi due siete solo … amici?” Chiese Blaine balbettando.

Hunter ridacchiò pulendosi le mani dall'inchiostro seccatosi. “Per caso tu non volevi un piercing nuovo? O hai cambiato idea per la paura?” Gli chiese mostrandogli un ago lungo in metallo.

Sebastian lo fissò malizioso, e gli cedette il posto sulla poltroncina rossa.

Blaine vi si sedette tremante, aveva già fatto un tatuaggio, no? Un piercing in più non faceva alcuna differenza per lui.

“Che cucciolo dolce” sospirò Smythe fissandolo dal suo angolino “tutto tremante” lo fissò languido, un'ombra nera ad oscurargli quelle pozze verdi come smeraldi “quanto mi arrapano i tipi come te.”

Hunter alzò gli occhi al cielo. “Mi farai fuggire tutti i clienti un giorno di questi” sbottò prima di porgere al moretto un bicchierino. “Bevilo” gli intimò “non sentirai male. Non tanto.”

Il ricciolino annuì e bevve il contenuto del bicchiere in un unico sorso. All'iniziò sentì la lingua bruciare, poi poco a poco non sentì più nulla, sembrava come anestetizzata.

Tirò fuori la lingua, e quando Hunter contò fino a tre sentì un pizzico al centro della lingua, niente più. Appena chiuse le labbra sentì una pallina metallica andare a contatto con il proprio palato, era strano, nuovo, ma gli piaceva.

Si inumidì il labbro inferiore sentendo la pallina di ferro andare a battere contro i denti dell'arcata superiore, pizzicò leggermente, ma non ci fece caso. Non al momento per lo meno.

Dopodiché Blaine si alzò dalla poltroncina e prese il proprio portafoglio dalla tasca dei pantaloni.

Sebastian fissò quel ragazzino rapito, aveva dimostrato di saperci fare, era riuscito a flirtare, ma la sua aria da timido, da puro ragazzino vergine, faceva uscire da sé la sua parte peggiore.

Nonostante lui avesse 24 anni, voleva quel giovane ragazzino di 19 anni.

Sebastian mentre era immerso nei suoi pensieri, e nel fissare quel lato B tanto ben fatto, si perse Blaine pagare e uscire dal negozio. Si risvegliò solamente quando sentì Hunter ridere, mentre si accendeva una sigaretta.

“Quel moretto sexy ti prende, e intanto te lo sei lasciato sfuggire … non sai giocare bene le tue carte Bas, non più. Sei invecchiato parecchio.” Lo schernì porgendogli una sigaretta nuova.

“Oh sta zitto Clarington!” Ringhiò Smythe incrociando le braccia al petto. “Il nano è sexy, ma non mi ha preso. Non sono così stupido. Lui è …”

“Ancora qui” lo interruppe Hunter fissando nel piccolo televisore la porta che dava sullo studio. Indicò con l'indice una figura girata di spalle. “Se esci adesso magari riesci a fermarlo, magari offrigli un caffè. O una camomilla. Quando gli ho fatto il piercing mi stava quasi per crollare.” Si inumidì il labbro inferiore spegnendo la sigaretta in un posacenere. “Avete più cose che vi accomunano di quanto tu possa immaginare.”

Sebastian scosse il capo non riuscendo a staccare gli occhi da quella figura che si stava allontanando dalla porta “io non ero come lui, e non lo sono neanche ora. Lui è … puro, e io sono questo.”

“Una maschera.” Lo zittì Hunter. “Ora vai, o ti sfuggirà. È un ragazzino. Te lo concedo. Ma non pensare che devi per forza proteggerlo” e mimò delle virgolette nell'aria a quest'ultima parola.

“Lo so, lo vedo bene che si sa difendere da solo … ma … è giovane.” Sbottò Sebastian.

Hunter ghignò indicandogli la porta “ma questo non ti ha mai fermato quando ci provavi con gli altri tipi ...” gli prese la sigaretta non ancora terminata e gliela spense. “Vai. Ora.”

Sebastian borbottò maledizioni in francese e uscì dalla porta, guardò a destra e a manca, ma del moretto sexy non vi era traccia, eppure era lì! Era sparito nel nulla, se ne stava per andare quando intravide Blaine a pochi passi dal fermata dell'autobus.

Era appoggiato alla barra d'acciaio e si fissava le scarpe martoriate, con la testa china e le spalle chiuse sembrava un pulcino bisognoso di coccole.

Gli andò accanto e tirò fuori un pacchetto di sigarette, rimase in silenzio giocandoci un pochino.

“Come ti sembra Hunter a tatuare?” Gli chiese, maledicendosi per la stupidità della domanda.

“Molto bravo. Non ho sentito praticamente dolore. Anche se adesso sento la lingua addormentata, fa un po' fastidio.” Spiegò alzando le spalle.

“Allora che ne diresti se ti offro qualcosa? Almeno per farmi perdonare la figura meschina che ho fatto quando eravamo nello studio.”

Ci fu un momento di silenzio, molto simile al panico, dato che Bas non si era mai fatto perdonare niente da nessuno e di sicuro lui le figure meschine non le faceva MAI.

“Purtroppo devo prendere il bus. Mio fratello non mi viene a prendere, non ho una macchina mia e non abito qui vicino. Grazie lo stesso.” Disse diventando rosso fino alla radice dei capelli.

“Io una macchina ce l'ho. E comunque … era un modo come un altro per … conoscerci. Va bene, sarà per la prossima volta.” Sorrise accendendosi una sigaretta e si voltò verso il parcheggio dove aveva lasciato l'auto. Mentre procedeva lento, sperava, pregava che il ragazzino lo fermasse, e infatti dopo 5 passi sentì una voce chiamarlo.

“Ehy! Ehm … ok!” Dei passi veloci e il ragazzino gli fu accanto poco dopo. “Ok. Vengo.”

Sebastian a quest'ultima parola non riuscì a non ridacchiare. “Perfetto. Andiamo a berci qualcosa.”

E prendendolo per un braccio lo accompagnò in un bar, dove ordinò per sé una birra e per il ragazzino, Blaine, un tè freddo.

***

“Quindi tu sei Blaine Anderson, hai compiuto 19 anni e ti sei diplomato con il massimo dei voti. Scusa non ricordo l'università in cui vai.” Disse Bas ricapitolando la prime chiacchierate che si erano detti.

“Alla NYU” alzò le spalle sorridendo “è una buona università, mi piace ed è quella che ho scelto io, non quella che mio padre voleva per me.” Lo fissò “e tu invece sei Sebastian Smythe. Fuori classe, Don Giovanni, e ragazzo dai mille talenti” inarcò un sopracciglio “e dai mille tatuaggi.”

Risero entrambi a quella affermazione. Sebastian bevve un sorso dal suo boccale di birra.

“Allora, raccontami come mai i tuoi genitori ti hanno cacciato di casa.” Disse Sebastian leccandosi le labbra per raccogliere la schiuma della birra.

Blaine fissò quella lingua rosea passare il contorno di quelle labbra piene e morbide, gli veniva quasi voglia di morderle e assaggiarle.

Scosse il capo cercando di tornare in sé “sono gay” alzò le spalle “non vi sono spiegazioni particolari. Mio padre è omofobo, lo è sempre stato. E credevo che magari avendo un figlio come me … avrebbe potuto cambiare. Non dico amarmi o chissà cosa ma …” fissò le iridi smeraldine del ragazzo seduto di fronte a lui “lascia stare.” bevve un sorso del proprio tè, fece scattare la lingua sul palato reprimendo un gemito.

“Fa male?” Chiese Bas indicando le labbra del più basso “il piercing” spiegò vedendolo arrossire.

“Fastidio, non so come fare per tornare a casa. Non immagino cosa dirà mio fratello.” Ridacchiò Blaine alzando gli occhi al cielo. “Solo mia madre mi vuole bene, mi capisce, mi accetta.”

“Le vuoi bene? Perchè non chiedi aiuto a lei?” Chiese Bas a quel punto.

“Ha già provato. Gli ha detto almeno di lasciarmi vivere con loro finchè non trovavo un lavoro e un appartamento. Ma no, mi ha buttato fuori. Però mio fratello ha il cuore più morbido di quello di mio padre, e mi lascia andare a casa sua a dormire, tranne quando porta le ragazze. In quei giorni devo uscire per non dare fastidio” mimò le virgolette a quella parola “come se non sapessi che fanno sesso in tutta la casa.” Borbottò incrociando le braccia sul tavolo e posando la testa su di esse.

“Ascolta, per parlare di certe cose particolari ci vuole un posto consono. Un po' familiare, non una bettola come questa” indicò le pareti “finisci di bere, dopo andiamo nel mio covo.” Notò la sua espressione da cucciolo spaventato “andiamo nel mio appartamento. Così siamo più tranquilli, e poi se vuoi ti porto io a casa tua. Non vi è nessun problema per me.”

“Perchè lo fai? Io sono uno qualunque. Un ragazzino che …” Blaine non fece in tempo a finire la frase che Bas lo zittì.

“Una persona mi ha detto che abbiamo molte cose in comune, e in effetti vedo molto del ragazzino che ero in te. Stessi problemi, stesse paure. Un aiuto, un paio di chiacchiere. Non sempre i ragazzi come me cercano sesso. Ovvio, se vuoi anche il sesso io ci starei eccome …”

Blaine a questa frase arrossì totalmente, si mordicchiò il labbro e si guardò attorno.

“Ascolta cucciolotto, non ti salterò addosso, non stasera per lo meno.” Fece sorridere il moretto “mi sei simpatico, e vorrei solo sapere cosa c'è dentro i tuoi neuroni.”

Blaine annuì “va bene, non per il sesso, ma va bene. Non sei uno psicopatico, vero?”

Sebastian rise di gusto, “no, sono solo un avvocato amante dei tatuaggi e di chi li ha.” Gli porse la mano “andiamo? Vorrei sentirti parlare di più cose, prima di tutto perchè proprio quella frase” e indicò il polso del ragazzino. “E poi potremmo conoscerci meglio, no?” Sebastian inarcò un sopracciglio facendo un cenno verso la porta. “Forza killer, fidati di me.”

***

Quando furono a casa del più grande, Blaine si sedette sul divano di pelle nera e aspettò Sebastian mettersi un paio di pantaloni della tuta.

“Quindi … quella frase è perchè volevi mostrare a tuo padre che tu sei così, che non c'è modo di farti cambiare … ma perchè non qualcosa d'altro come che so … un unicorno o una bandiera colorata? Perchè proprio quelle parole che ti rimarranno impresse per l'eternità?”

“E' lo stesso motivo per cui tu hai tatuato sul braccio il titolo di una canzone.” Alzò le spalle stringendosi su sé stesso “Perchè significano qualcosa per noi. Tu in quei giorni volevi essere libero … e io voglio essere questo. Un gay libero.” Sorrise tristemente “nonostante sono odiato da mio padre, ma non m'importa. Anche andare in un centro di riabilitazione non mi curerà.”

“Glielo hai detto? Questo intendo. È un bel discorso” si accese una sigaretta “e detto da me che sono un avvocato e faccio arringhe non male, questo significa pur qualcosa no?” Aspirò un boccata di nicotina “e comunque so come ti senti, vivevo con mia madre, e quando le ho detto che mi piacevano più i ragazzi delle ragazze, mi ha praticamente gettato fuori casa con le mie cose.”

Blaine spalancò gli occhi, “avevi almeno un parente, no? Qualcuno che poteva ospitarti …”

“Un amico di penna, Hunter. Ho vissuto a Parigi fino a 15 anni, poi mi sono trasferito a Westerville. Mi sono trovato un appartamento, non è stato difficile dopo i primi tempi. E poi sono andato alla stessa scuola di Hunter.” Scrollò le spalle.

Blaine si voltò completamente verso di lui “e hai fatto il primo tatuaggio, come mai non ti sei fermato? Ne hai fatti altri … cosa ti ha spinto a farli?”

Sebastian rise espirando il fumo, si leccò il labbro inferiore “diciamo che è un po' come una droga, meno nociva ovvio, ma ti senti vivo quando ti tatuano, senti qualcosa della tua anima venire marcata sulla pelle, un segno inconfondibile che vi rimarrà per sempre.” Spense la sigaretta e si passò una mano sul retro del collo “e i tatuaggi non possono essere mai pari. Io sono al mio quarto, dovrò fare pure un quinto tatuaggio, no?” Ridacchiò.

“Non hai ancora finito di far guarire quel tatuaggio e ne vuoi uno nuovo. Sei … strano.” Disse Blaine fissandolo curioso, “comunque il tuo amico aveva ragione, hai passato le mie stesse preoccupazioni. Solo che tu hai tipo cambiato casa, famiglia, posto. In poche parole. Vita.”

“Puoi farlo anche tu facilmente, no? Ho ricominciato io, puoi farlo anche tu, cosa ti frena?” Bas si alzò dal divano e prese un paio di birre dal frigorifero in cucina “ascoltami Blaine, la vita è una, bisogna viverla al meglio.” Gli fece un occhiolino “comunque, tuo fratello non capisco perchè non ti voglia in mezzo ai piedi … che gli hai fatto di male?” Gli chiese bevendo un sorso di birra.

“Sono nato. Ha sette anni in più di me. Diciamo che quando sono nato io lui è passato in secondo piano, ma poi … è tornato a essere il preferito. È un attore e uno sciupa femmine” Blaine alzò le spalle e provò a bere la birra, che gli bruciò leggermente il punto in cui vi era il piercing nuovo.

“E allora? Miseria! Siete entrambi adulti, due persone diverse, siete cresciuti per l'amor del cielo! Tu hai la tua vita, lui la sua! E poi tra fratelli ci si aiuta, no?”

“Sì ma lui è … un idiota che la pensa come mio padre. Tranne che non mi odia perchè sono gay … non è così malaccio. Solo che non ci sopportiamo a vicenda” Scrollò le spalle bevendo un altro po' la birra.

Sebastian rise appoggiando la bottiglia di birra sul tavolino. “Siete fratelli, è ovvio che non vi sopportate.” Lo fissò ammaliato “pizza?”

“Cosa?” Blaine spalancò gli occhi spaventato “Perchè?”

“E' quasi ora di cena, tu non torni a casa con quella benda e con la lingua mezza addormentata. Se vuoi puoi stare qui. È una pizza. Non ti mangio mica, magari ti assaggio solo un po' se tu vuoi.”

Blaine arrossì a quel flirt senza veli. “Ok” tentennò “va bene. Grazie.”

Quella sera la passarono tranquilli, parlarono di loro, dei loro hobbies e di come era la loro condizione familiare. Mangiarono le pizze nei loro cartoni, non apparecchiarono né niente, e solo perchè Sebastian non aveva voglia di ripulire tutto.

“E' più semplice così” spiegò verso le 10 di sera buttando i cartoni nello sporco e scrocchiandosi la schiena sedendosi poi accanto a Blaine sul divano “niente sprechi, niente lavatrici, niente sporco. È fantastico quando sei single e hai poche cose da sistemare.” Lo fissò “ascolta, da come mi hai descritto tuo fratello lui ogni sera si porta a casa una tipa diversa. E dato che oggi è sabato, e di solito le persone normali escono, trovano qualcuno, bevono … e fanno sesso se è una serata fortunata.” Lo squadrò passandosi una mano sul volto “e tu stasera proprio mi hai interrotto il programma … creandone una migliore.” Terminò vedendolo immusonirsi. “Quindi che ne dici se rimani a dormire qui da me? Il letto è grande, di pigiami ne ho a bizzeffe e prometto di non fare nulla che tu non voglia.” Si fece una croce sul petto “parola mia.”

Blaine annuì.

***

I giorni passarono, Blaine e Sebastian divennero amici, il moretto continuò a vivere con suo fratello, ma ogni tanto restava a dormire da Sebastian, anche se quest'ultimo la maggior parte delle volte flirtava e continuava a passare davanti a lui solamente in intimo.

“Bas, smettila. Tra qualche giorno ho un test. Come sai non posso tornare a casa, Cooper sta facendo le prove per la parte al suo film … e io devo studiare!” Quando però il ragazzo con gli occhi verdi si chinò di fronte a lui mostrandogli il lato B, non ci vide più “Sebastian! Basta!”

Smythe ridendo se ne andò in camera da letto. Poi però non demordendo l'intento di rompere le scatole al ricciolino tornò in sala e gli tolse i libri di mano.

“Ascolta B, dato che la sera non è ancora terminata, noi due siamo giovani e io mi sto rompendo … perchè non usciamo io e te? Almeno sai cosa significa vivere e non solo studiare.”

Blaine alzò le spalle “non sono tipo da discoteche o locali e lo sai. Io sono … normale.”

“Normale con un tatuaggio e un piercing? Forse lo eri prima. Adesso devi vivere la vita cucciolo. E comunque non è necessario andare in una discoteca.” Si alzò porgendogli la mano e sorridendogli dolcemente “oppure io vado a divertirmi e tu torni nel tuo mondo di autori morti e sepolti come le civiltà che vi insegnano in quell'università.” Inarcò un sopracciglio.

“Non sono stanco. Non ci insegnano le civiltà morte e sepolte e il test che dovrò dare è molto importante … ma … ok, mi serve uscire o impazzirò.”

“Bravo bimbo. Vestiti, rasati che c'è un nuovo locale carino. Ho i biglietti della prime due consumazioni gratis. Scadono stasera.”

Blaine fece roteare gli occhi “quando mai non fai una cosa con doppi fini?” Alzò gli occhi al cielo.

“Quindi ti alzi e andiamo?” Sebastian lo fissò implorante “ti prego!”

Senza dire niente altro Blaine pese i suoi libri e li appoggiò sul tavolino per poi andare in bagno e cambiarsi per la serata .“Muoviti Bas!” Gli urlò mentre si sistemava il cravattino.

“Tu questo coso qui non lo metti.” Bas entrò in bagno e lo fissò disgustato “io son pronto, e tu quel papillon a pois te lo togli immediatamente..” Dicendo questo glielo sfilò “andiamo” e lo tirò fuori dall'appartamento.

***

Quella sera stessa Sebastian portò Blaine in diversi locali, lo fece bere, ballare, ridere e sfortunatamente anche dimenticare ogni cosa che aveva in quei cassetti del cervello che contenevano le buone maniere e i suoi soliti modi di fare.

Infatti erano in un pub, la musica alta, con i bassi che riempivano le orecchie e facevano ribollire il sangue nelle vene.

Blaine stava al bancone a bere qualcosa mentre Sebastian ballava tra gli altri ragazzi muovendosi e strusciandosi contro i bacini delle sue prede.

Era bello, affascinava e sotto alle luci di quel bar di terz'ordine, faceva venire l'acquolina in bocca.

Il moretto si alzò dal suo posto e passò accanto a Smythe muovendo i fianchi. Poco tempo dopo fu circondato da altri ragazzi interessati a ballare con lui, ma non riuscì a stare con nessuno perchè un paio di braccia gli circondarono avidamente la vita.

Alzò il viso e vide dietro di sé Sebastian che lo stringeva possessivo con una strana luce negli occhi.

“Non farlo più” gli ringhiò vicino all'orecchio “non venire mai più in pista da ballo se non ci sono io accanto a te” gli baciò il collo dalla sua posizione, gli leccò e succhiò quella porzione di pelle sotto all'orecchio, ciò fece gemere, a bassa voce, Blaine “i tuoi fianchi, il tuo culo” e gli fece scivolare le mani nelle tasche dei jeans attillati che stava indossando “quando bevi non sei più il nano cucciolo che ho conosciuto nei giorni passati. Sei una vera bomba sexy.” Gli morse la pelle dove aveva lasciato un piccolo marchio viola.

“Allora andiamocene di qui. Andiamo a casa Bas.” Si girò verso di lui e strinse la stoffa della camicia tra le mani “o le volte in cui flirtavi con me era una finzione?” Gli chiese soffiandogli quelle parole sulle labbra.

Sebastian lo baciò d'impeto, non fu dolce, né tanto meno morbido. Fu cattivo, fatto di denti e lingua, il piercing di Blaine sbattè contro al palato del ragazzo dagli occhi verdi.

“Non era finzione. Io flirtavo, ma non è mai stato un gioco. Non con te.” Gli prese la mano e uscirono dal locale assieme.

Tornarono in appartamento baciandosi e vezzeggiando l'un l'altro la pelle del collo con leggeri morsi.

Blaine gemette sotto ai tocchi di Sebastian che sogghignò mentre lo spogliava.

Le loro menti poco lucide, labbra voraci e lingue che si rincorrevano avide di baci.

Si ritrovarono nel letto di Sebastian solo con i boxer addosso, Blaine si strusciò contro la gamba del più grande, passò le mani e sfiorò il contorno dei tatuaggi che gli ornavano la pelle.

I loro bacini si scontravano ripetutamente, le voci dei ragazzi divennero sempre più roche, i baci più bagnati, e poi Blaine gli succhiò la pelle delle clavicole.

“Ti voglio, adesso.” Disse passando la punta del naso contro la curva del suo collo.

“Sei ubriaco Blaine. Meglio di no per questa sera.” Disse Sebastian con un nodo al petto e un'erezione piuttosto dolorosa nei pantaloni.

“No. Adesso. Non sono così ubriaco come tu pensi. Ti voglio dentro di me. Ti supplico.”

Sebastian tremò a quelle parole. “Cucciolo, davvero?”

“Sì, adesso, o giuro che scoppio, ti prego Sebashian.” Lo fissò con gli occhi neri di libidine.

Quella notte Smythe viziò la pelle del moretto, gli baciò le labbra ed entrò in lui con movimenti dolci e calibrati. Sapeva che Blaine forse il mattino dopo si sarebbe dimenticato tutto, ma lui no.

Lui si sarebbe ricordato quella notte per sempre, i suoi gemiti, la forma della sua schiena che si arcuava contro di lui ogni volta che le loro pelli si scontravano.

Unghie nella pelle, ansimi pesanti, gemiti di piacere e poi il silenzio.

Sebastian strinse a sé il corpo del moretto che posò la testa sul suo petto, sfiorando, inconsciamente, il tatuaggio sul suo braccio, per poi addormentarsi sotto lo sguardo di Sebastian.

Il giorno dopo Blaine si svegliò con un mal di testa terribile e un paio di braccia attorno ai fianchi.

Ci volle un pochino di tempo, ma poco a poco la nebbia nella sua testa si dissipò.

I libri messi da parte, i drink al pub, il ballo con Bas. Il sesso e i baci che non erano stati solo per placare qualche formicolio.

Posò lo sguardo su Sebastian che dormiva accanto a lui, la bocca leggermente aperta, la pelle del collo tesa e un lieve russare. Era pur sempre bello sotto qualunque ottica lo si guardasse.

Si era perso nel fissarlo che non si rese conto che Sebastian si era svegliato.

“Buongiorno Blaine.” Lo salutò sfiorandogli uno zigomo “come stai?”

“Ho un martello pneumatico in testa. Ma sto con qui con te.” Gli passò l'indice sul petto “sto bene.”

“Quindi ricordi tutto di ieri? Ricordi che noi, io e te, insomma …”

“Non ero vergine. Lo so che abbiamo fatto sesso. E tu sei stato dolce con me.” Blaine alzò le spalle più che potè sul materasso “ti sei tolto uno sfizio” il suo tono di voce fu amareggiato.

Smythe gli fece alzare il viso mettendogli una paio di dita sotto al mento “non sei uno sfizio, non sei il solito ragazzo che mi porto a letto ogni notte diversa.” Lo baciò dolcemente sulle labbra “non pensare che tu sei uno chiunque.”

“Ma lo sono, sono solo un ragazzino che …” scosse il capo “tolgo il disturbo” disse e cercò di alzarsi dal letto, ma la mano del ragazzo più alto lo fermò per il polso.

“Smettila di essere così stupido!” Si mise le mani nei capelli “non sono bravo con le parole, mi comporto meglio con i fatti.” Tirò Blaine sul letto “e siediti!” Si morsicò il labbro inferiore “mi sento deficiente. Ma come ho già detto tu non sei il solito tizio. Secondo te perchè ti ho lasciato girare qui dentro?” Fece roteare l'indice in aria “perchè mi intrighi.” Alzò le spalle stringendo a sé Blaine.

“Quindi non me ne vado? Posso stare qui ancora per qualche … ora?”

Sebastian ridacchiò baciandolo sulle labbra “anche di più … diciamo che ho pensato a una cosa. Ho pensato al fatto che Cooper ha una casa minuscola per entrambi. Io ho un appartamento bello e”

Blaine lo zittì “hai parlato con mio fratello?” Lo fissò a occhi spalancati “TU!”

“Io sono andato a casa vostra. Ho visto perchè non ti vuole in mezzo ai piedi. Ha una stanza sola, una salotto, una cucina e un bagno. Per una persona. Un single. E …”

“E vuoi che venga a vivere qui con te? Come … come coinquilino?” Blaine inarcò le sopracciglia.

Sebastian sogghignò malizioso “anche.” Rispose portando Blaine sul suo grembo “Che ne dici?”

“Andata.” Annuì il moretto facendo scontrare il loro nasi. Sebastian catturò le sue labbra in un bacio fatto di denti e lingua.

Quei baci non dovevano significare nulla. No?

***

Blaine andò a vivere da Sebastian, i mesi passarono e il loro rapporto si solidificò, non erano amici, non erano fidanzati. Erano qualcosa di intermedio dato che Smythe non voleva legami di fidanzati.

Ma il sesso che facevano era sempre tonificante e con qualcosa in più che Sebastian non voleva mai ammettere di sentire.

“Bas” lo chiamò un giorno Blaine mentre stava finendo di controllare un paio di annunci per il lavoro “io vorrei un secondo tatuaggio. Mi accompagneresti?” Gli chiese alzando gli occhi verso di lui. Sebastian alzò le spalle togliendosi gli occhiali e appoggiando il libro che stava leggendo in parte a sé sul tavolino.

“Ok, che vorresti fare?” Domandò prendendo il proprio cellulare e cercando il numero di Hunter.

“Un pentagramma, poche note, sul braccio sinistro.” Alzò le spalle “ho il disegno!” E tirò fuori dalla propria tasca un foglio di carta. “Mi accompagni o hai da fare?”

“Per te ho sempre tempo.” Si alzò dal divano e andò a prendere le chiavi dell'auto “alzati hobbit, Hunter ha un'oretta per te.”

Quando Blaine e Bas furono nello studio del tatuatore, Hunter li fece sedere nella sala d'aspetto.

“Ok, chi vuole farsi bucare la pelle? Chi vuole fare cosa?”

Blaine alzò timidamente la mano “Io e … vorrei questo soggetto” disse mostrandogli il foglio.

“Bello, che canzone è?” Chiese conducendo il moretto sulla poltroncina rossa “sai suonare qualche strumento?” Domandò mettendosi i guanti neri e iniziando a tracciare la pelle del braccio di Blaine con un pennarello nero dalla punta sottile.

“A parte il flauto non l'ho mai visto né sentito suonare altro.” Ridacchiò Bas sedendosi accanto al suo coinquilino “e il mio flauto lo sa suonare piuttosto bene.”

Hunter si fermò per ridere “Can you Blow my Whistle baby, whistle baby …” canticchiò.

“Ma voi due pensato solo al sesso” sbottò Blaine fissando il pentagramma. “Comunque queste note accompagnano queste parole: 'I wanna be loved, I wanna be more than you're thinking of' è molto carina come canzone. Dovreste sentirla almeno una volta.” Si voltò verso Bas che scosse il capo.

“Io la conosco bene.” Si sfiorò il tatuaggio con la scritta 'I Wanna Be Free'. Gli sorrise dolcemente, poggiando un gomito sul proprio ginocchio e mettendo il mento sul palmo.

“Fa male?” Chiese Hunter tatuando la pelle del braccio e fermandosi ogni tanto per pulire dall'inchiostro in eccesso e dal sangue che fuoriusciva leggermente.

Blaine scosse il capo fissando la pelle venire marchiata poco a poco da nuovo inchiostro e da quelle note che a prima vista non significavano nulla.

“Perchè proprio queste note? Perchè non un pianoforte?” Hunter parlò nuovamente.

“Non so suonare il pianoforte, queste note hanno un significato particolare, che solo io conosco. Non c'è molto da dire” Blaine alzò la spalla destra “sono cose un po' … complicate.”

“Come la mia relazione con la mia tipa. È strana. È … certe volte vorrei ucciderla, e altre volte vorrei solo vivere con lei per il resto della mia vita.”

“E' una donna” lo prese in giro Sebastian. Si perse nel fissare Blaine sorridere ogni volta che una nota nuova nasceva sulla sua pelle.

Si morsicò il labbro maledicendosi perchè non riusciva a essere sincero con lui. Invece di dirgli che con lui stava benissimo, che amava il tempo passato con lui, le passeggiate e quando stavano sul divano a vedere un film qualunque, abbracciati e stretti l'uno all'altro, gli diceva che amava il sesso e il suo culo.

Lo sentiva nelle sue vene che la sua vita era migliorata anche solo leggermente con Blaine, non sentiva più il bisogno di uscire e ubriacarsi per divertirsi.

Gli bastava stare con Blaine, anche sul letto in pigiama, a ridere e lui poteva toccare il cielo con un dito. Non gli serviva niente altro che non fossero loro due assieme.

“Finito” esclamò Hunter mettendo una garza sulla pelle arrossata di Blaine “che bravo bimbo che è il tuo ragazzo” ridacchiò.

“Non è …” Sebastian deglutì fissando Blaine “non è un bambino.” Si alzò dal divanetto e andò nella sala d'aspetto.

Blaine fissò la sua schiena irrigidirsi “tu che lo conosci da tanto … come mai fa così?”

“Gli piaci.” Hunter schioccò la lingua contro al palato “tanto. E non vuole ammetterlo. È una testa di cazzo. Ma è un ragazzo sincero.”

“Ci muoviamo? Sto facendo le radici” si lamentò Sebastian ad alta voce.

“Mi rimangio ciò che ho detto” sospirò Hunter “lui è una grande testa di cazzo.”

Blaine ridacchiò e pagò il tatuaggio per poi avvicinarsi a Sebastian. “Che ne dici se andiamo a berci una birra?” Gli chiese stringendogli il mignolo “o devi fare altro?” Abbassò lo sguardo verso le proprie scarpe.

“Tu vai alla macchina, devo dire una cosa a questo tizio qui e ti raggiungo. Cronometra 10 minuti e poi andiamo.” Aspettò che fosse uscito per mettersi le mani nei capelli “cazzo. Ok, che posso fare? Cioè, lo hai visto!” Chiuse gli occhi mettendosi una mano davanti per coprirseli.

“Non capisco che vuoi dire. Sii leggermente più … chiaro. Per favore” lo fissò Hunter buttando in un cestino i guanti e gli aghi usati. “Di chi parli?”

“Di Blaine cazzo! Vive con me, ha trovato un lavoro, mi fa stare bene e …”

“Ripeti quello che hai detto” ridacchiò Hunter accendendosi una sigaretta “ti fa stare bene” scosse il capo grattandosi una guancia “miseria ladra ti sei innamorato. Di un bambino.”

“Non è un bambino” ringhiò Sebastian “ha quasi 20 anni, è maggiorenne ed è autonomo.”

Hunter si inumidì il labbro inferiore “e intanto non hai negato il fatto che te ne sei innamorato.”

Smythe alzò le spalle “credi che sia una cosa cattiva?” Si morsicò il labbro inferiore “intendo … io come persona, vado bene per Blaine? Insomma, vedi com'è lui. E poi ci sono io.”

Hunter aspirò una boccata di nicotina sbattendo la cenere in un piattino “a parer mio ci siete voi due. Non o lui o te. Voi. Tu ti trovi bene, no? L'importante è questo” alzò le spalle “che c'è di così difficile da capire?”

“Che lui è diverso, che non voglio rovinare tutto” fissò il tatuaggio sul braccio destro “io volevo essere libero da tutte queste costrizioni, volevo essere libero di vivere la mia vita come preferivo e adesso non so più cosa voglio.”

“Magari vuoi essere libero di amare incondizionatamente quell'hobbit dal culo perfetto” Hunter guardò l'orologio appeso al muro “vai, sono passati 10 minuti. È un bravo ragazzo. Non ferirlo come sei solito fare. O per lo meno non giocare troppo con lui.”

Smythe annuì e corse fuori per raggiungere Blaine, che appena lo vide e gli si avvicinò gli mise un braccio attorno alla vita sorridendo felice. Ma questo atteggiamento non piacque a Sebastian, si sentì legato, compresso in quell'abbraccio, ma in un certo senso anche definito, completo.

“Piace il tatuaggio?” Domandò il moretto mostrando la garza bianca.

“L'importante è che piaccia a te cucciolo. Ma perchè quella canzone?” Sebastian lasciò andare Blaine e aprì le portiere dell'auto.

“Ho preso spunto dal tuo. Quella canzone è orecchiabile” alzò le spalle.

“Chi ti dice che sia proprio quella canzone? Ve ne sono altre, stesso titolo, artisti differenti.” Spiegò gelido “non devi fare un tatuaggio perchè io ho qualcosa di simile sulla pelle. Io ho fatto le mie scelte, vivo la mia vita. Ma tu hai la tua.” E accese il motore senza dire altro.

Blaine rimase in silenzio fino ad arrivare all'appartamento che dividevano.

Appena entrarono dalla porta Sebastian lasciò giù le chiavi della macchina e prese il pacchetto di sigarette che aveva lasciato in sala.

“Comunque io devo uscire. Tu fai ciò che più ti aggrada. Tornerò per sera. Forse.” E se ne andò sbattendo dietro di sé la porta. Lasciando Blaine da solo.

Il moretto si sedette sul divano e si tolse la garza, fissò quel tatuaggio, si morse l'interno della guancia e lasciò scivolare giù dalle guance alcune lacrime. Per tristezza, per il rifiuto, per il fatto che si rendeva conto solo in quel momento che per l'altro ragazzo lui non valeva niente di più che una scopata e un coinquilino con cui dividere le spese.

Sebastian dal canto suo fumò una sigaretta dietro l'altra per il modo in cui si era comportato con il ricciolino, non si era meritato nulla quel ragazzino, e Smythe si rese conto che Anderson lo faceva stare bene, che lo completava come un pezzo mancante del suo puzzle, ma non poteva legarsi a lui; non poteva legarsi a nessuno. Lui non voleva concedersi di amare e di essere contraccambiato.

Girò per alcune viuzze ripensando a quel pomeriggio, era così possibile che Blaine lo conoscesse così bene? Come aveva fatto il moretto ad aver capito che era quella era la canzone esatta? Che quelle note della canzone che si era fatto tatuare sul braccio erano state tatuate apposta per legarsi al tatuaggio che aveva sul proprio braccio destro? Scosse il capo e si accese l'ennesima sigaretta.

Alzò il capo al cielo espirando il fumo che aveva nei polmoni. Stupido. Era uno stupido.

Tornò indietro, ripercorrendo i suoi passi e arrivò al suo appartamento senza sapere l'ora.

Quando rientrò trovò Blaine sdraiato sul divano raggomitolato su su sé stesso, gli si avvicinò e notò delle lacrime impigliate tra le ciglia e alcune sulle guance rosse.

Si morsicò il labbro e cercando di non svegliarlo lo prese in braccio per portarlo in camera. Lo stava adagiando sulle lenzuola che il moretto aprì le palpebre assonnato.

“Ma che?” Sbadigliò passandosi una mano sulle palpebre “Sei a casa.” Disse con la voce roca.

“Sono tornato. Sì.” Gli passò una mano fra i ricci “perchè eri sul divano? Mi stavi aspettando?” Gli chiese sdraiandosi accanto al ragazzino che annuì. “Io non sono bravo a parole, ma mi spiace per prima. Sono felice che hai fatto quel tatuaggio, siamo in qualche modo uniti.” Lo baciò dolcemente sulla tempia sfregandogli uno zigomo con il pollice.

Blaine a quel punto scosse il capo “smettila, non devi farmi le moine per tenermi buono, se non mi sopporti, se è solo il sesso e un coinquilino che cerchi allora io posso anche andarmene.” Alzò il volto verso l'altro che rimase spiazzato davanti a quegli occhi arrossati “se vuoi che me ne vada devi solo dirmelo, di altri ne troverai a bizzeffe.”

Sebastian rimase senza parole, lo vide alzarsi dal letto e passarsi una mano sul viso, con un gesto fulmineo lo fermò stringendogli il polso con, forse, troppa forza.

“Tu da qui non te ne vai. Io non ho mai detto che tu sei solo sesso e un aiuto per l'affitto. Se tu hai capito queste cose vuol dire che sei un bambino. Tu per me da qualche giorno a questa parte sei importante, e non solo perchè il sesso con te è straordinario.” Lo fece ruzzolare sul materasso accanto a lui “Hunter dice che mi sono trovato un bel bambino come ragazzo. Io gli ho detto che tu non sei un bambino. Ma non ho negato altro.” Si passò la lingua sul labbro inferiore.

Blaine si morsicò l'interno guancia “quindi … non vuoi che me ne vada?” Chiese martoriandosi le unghie delle mani. Sebastian gli prese una mano.

“No, voglio che tu resti. Con me. Per me.” Deglutì “io con te sto bene. Mi sento stranamente a posto con me stesso e, in un certo senso, amato come non lo sono mai stato.”

Blaine gli posò la mano libera sulla guancia “bastava un no. Mio caro romanticone.”

Sebastian ridacchiando gli salì in grembo e lo baciò dolcemente sulla bocca, tirandogli e mordendogli alcune volte il labbro inferiore.

Blaine lo allontanò da sé solo il tempo di respirare “ma quindi … cosa siamo noi due?” Chiese innocentemente fissandolo nelle iridi scure di libidine.

“Non lo so. Magari possiamo provare a essere qualcosa come due persone che stanno assieme.” Bas alzò le spalle sfiorando il naso del moretto con il proprio, per poi tuffarsi nuovamente sulle labbra morbide e rosse di Blaine. E in quel momento si sentì felice, forse poteva essere libero anche formando una coppia con qualcuno che amava e che lo faceva sentire amato.

***

Passarono un paio di mesi da quel giorno un cui sia Blaine che Bas decisero di provare a essere una coppia. E una sera di una giornata di metà Dicembre, Bas decise di fare un regalo al proprio ragazzo.

“Ma che?? Bas! Toglimi questa benda dagli occhi o giuro che rimani a secco fino a Natale.” Sbottò il moretto sentendo la macchina fermarsi. Non sentendo nulla si tolse la benda da solo e notò che erano arrivati davanti allo studio di Hunter. “Serio? Un tatuaggio? Ancora?”

“Lo sai cosa si dice. Devono essere sempre dispari. Io ne ho 4, tu 2. Ne manca uno. Poi la leggenda dice che erano i marinai a farsi i tatuaggi quando partivano e arrivavano in un porto. E … ehm … insomma, togliti la cintura di sicurezza che devo mostrarti una cosa.”

Scesero dall'auto ed entrarono nel negozio, Hunter li aspettava con un sorriso da 35 denti.

“Molto bene, i piccioncini sono arrivati e i tatuaggi sono pronti.”

“Mi volete spiegare che cosa diamine accade?” Chiese Blaine inarcando un sopracciglio.

“Non te lo ha detto?” Chiese Hunter mettendosi i guanti e indicando la poltrona a Bas che si sedette subito e mise la mano sinistra sul bracciolo ricoperto di carta bianca.

“Glielo spiego adesso. Tu inizia e chiudi il becco Clarington!” Sebastian lo rimbeccò per poi fissare Blaine facendogli segno di avvicinarsi alla poltroncina. “Allora come ti ho detto prima i marinai si facevano dei tatuaggi come segno di essere arrivati in porto, di essere tornati a casa. Io è da un po' di tempo che sono a quota quattro tatuaggi, e mi sono reso conto che … solo stando con te mi sento a casa. Tu sei il mio porto sicuro e … volevo fare un tatuaggio che potevi avere anche tu.”
Blaine fissò Hunter tatuare una piccola ancora sul dito anulare della mano sinistra del suo ragazzo e annuì “io sono” deglutì cercando di sgrovigliare un nodo all'altezza del petto “importante?”

Sebastian non disse nulla, ma il suo sorriso e l'unica lacrima che gli scivolò sullo zigomo dicevano tutto per lui.

Quanto Hunter finì di tatuare Sebastian, fece sedere Blaine che oltre al tatuaggio iniziale volle aggiungere anche le loro iniziali alla base dell'ancora.

In quel preciso istante Sebastian si sentì libero.

Di essere. Di vivere. Di amare.

 

Una piccola spasticata sul mondo dei tatuaggi che amo!

Se mi lascerete dei commenti per farmi sapere i vostri pareri vi amerò (platonicamente parlando)

Grazie a chiunque si fosse fermato per leggere!

Buona domenica!

  
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