-Andate a fare la spesa voi due.- disse atono Durbe mentre Gilag e Arito sbuffavano sonoramente e si vestivano per uscire.
Vector sorrise maligno e si avvicinò ad Arito mettendogli poi in mano un papiro di si e no dieci KM.
-La lista della spesa, e non dimenticate nulla altrimenti stasera dormite sul balcone~- disse poi. Gli occhi dell’ ex-gladiatore si infiammarono.
-Ma Vecty tesoro … non serve che mi supplichi, se vuoi ti dilanio e ti sbrano nell’ arco di sessanta secondi, neh!~ ♡- disse poi, mentre preparava i sacchi dove avrebbe ficcato tutti gli acquisti.
-Ehi Arito! Non pensi che in due non ce la facciamo? Infondo Misael ci è ancora in debito …- osservò Gilag mentre il biondo che stava comodamente seduto su una poltrona rossa sgranava gli occhi; dopo una manciata di secondi i tre furono gentilmente buttati fuori dalla porta.
Dopo aver girato mezzo giappone (e dopo che Misael si era preso a capelli con pratiamente qualsiasi commerciante) i tre si fermarono ad un Bar diverso dal solito, più vicino alla scuola.
Arito e Gilag mangiavano da persone mooolto educate e composte mentre il biondo si guardava allo specchio.
Improvvisamente un urlo atroce fece scappare la gente, emigrare gli uccelli ed evacuare la scuola. Arito balzò in piedi e corse nel bagno dove poco prima si era diretto il signore della galassia tachionica.
-Misael è tutto Ok?- urlò mentre entrava; ciò che vide però era sconvolgente.
-S … sono orribile …- il compagno era in un angolino lontano dallo specchio e si fissava le punte dei capelli.
-HO LE DOPPIE PUNTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE- un altro urlo atroce si innalzò dalla bocca del ragazzo riducendo in minuscoli frammenti vetri, specchi e ceramica.
Arito impiegò all’incirca un oretta per far uscire dal bagno il sedicenne, pagò e se ne andarono tutti e tre via.
Mentre camminavano l’ ex-domadraghi si fermò e alzò lo sguardo al cielo. Prese il cellulare senza mai distogliere lo sguardo dall’ azzurro e chiamò Durbe.
-Durbe, è normale che piove?- dall’ altro capo non ricevette alcuna risposta, solo il rumore di qualcuno che sbatteva la testa ripetutamente contro il muro.
-Si Misael, si. È normale.- rispose poi.
-Okay.- e il biondo chiuse la chiamata rimanendo immobile. –Arito … sopra di te.- disse poi ricominciando a camminare.
1 …
2…
3…
BUUUM! Una bimba cadde dal nulla più assoluto addosso ad Arito, facendolo cadere.
-Ma che …?!- iniziò il moro.
-Calmo, Durbe ha detto che è normale …- aggiunse con non-chalance il biondo
-Okay, dicono che Barian sia strana ma nemmeno la terra è da meno!- esclamò Arito mentre afferrava al volo la bimba che, quando era caduto in terra, era “rimbalzata”.
La piccola guardò i tre ragazzi poi tese le braccine verso Misael.
Disse una sola parola.
Una.
Con quella parola si scatenò il finimondo.
-Mamma!-