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Autore: gossipgirl_dairies    15/09/2013    11 recensioni
Jenna Bailey amava il fuoco. Quasi quanto amava John. Ma quel numero sul quaderno era destinato a crescere e i fiammiferi l'avrebbero aiutata.
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Prima One Shot horror che scrivo. E' un tentativo, ma ci sono affezionata alla storia. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fiammiferi

 
   “Chi combatte il fuoco col fuoco di solito     
 finisce in cenere.” –
Abigail Van Buren



 
 
Jenna prese in mano la scatola colorata dei fiammiferi. Lentamente la aprì, ne estrasse fuori uno e cominciò a strusciarlo contro il lato della scatola. Lo fece una volta, molto lentamente. Lo fece una seconda volta, con più vigore. La piccola testa del fiammifero però non aveva ancora preso fuoco. Al terzo tentativo la ragazza socchiuse gli occhi e strinse le labbra, impugnò decisa il piccolo bastoncino di legno e lo sfregò.
Il fiammifero si accese dando vita a una leggera vampata di fuoco arancione che si muoveva con spostamenti veloci, quasi fosse percossa da un profondo vento. Jenna ne rimase affascinata. Seguiva le onde come imbambolata. Nient’altro contava. C’erano solo lei e il fuoco. Ancora una volta.

Erano diventati migliori amici. Sembrava che la giovane ragazza non potesse più vivere senza. Si era trasformata in una mania. Ogni volta che si trovava da sola metteva una mano in tasca e, sicura, afferrava il pacchettino di fiammiferi. Ne accendeva uno e lo teneva in mano finché la fiamma non consumava l’intero bastoncino e quasi le bruciacchiava la punta del pollice. Le piaceva sentire il calore del fuoco e il brivido lungo la mano quando questo le si avvicinava. Sembrava quasi che qualcuno le stesse tenendo la mano. Sembrava quasi che lui le stesse tenendo la mano.

Non sapeva esattamente quando il suo patto col fuoco era stato ufficializzato. Sapeva solo che si sentiva sola quell’estate. Si sentiva tradita, si sentiva sporca e nessuno sembrava capirla. I fiammiferi, il fuoco. Loro le erano sempre stati fedeli. Loro non se ne sarebbero andati mai. Erano la sua unica sicurezza. Erano la sua unica arma. Con loro si sentiva al sicuro, e nessuno poteva più ferirla.
Il fiammifero ancora in mano, pescò dalla borsa il suo portafoglio semivuoto. Lo tenne un po’ nella mano libera e poi lo aprì. Ne estrasse fuori una piccolissima foto in cui due ragazzi, abbracciati, si sorridevano tenendosi le mani. Jenna la guardò attentamente, la esaminò come se fosse la prima volta in vita sua che la vedeva e poi pacatamente disse

-John, non avresti dovuto. Tu sei mio. Ho dovuto farlo.-

La fiamma si spense e Jenna rimase sola. I suoi pensieri cominciarono a girare in un turbinio di rabbia ed eccitazione. La sua attenzione si spostò sul titolo del quotidiano poggiato sopra il tavolino.

“Tradì la moglie con la cognata. Per gli inquirenti si trattò di stupro.”

Lesse velocemente l’articolo che riportava solo il nome e l’iniziale del cognome dell’uomo. Prese il computer portatile che teneva nascosto nell’armadio, sotto pile di vestiti, e fece un’approfondita ricerca sul caso. Scoprì che quella non fu la prima volta in cui l’uomo tradì la moglie e che anzi sembrava avere un account piuttosto attivo su un sito di video pornografici. Scoprì che la vicina aveva dichiarato di averlo visto portare a casa una ragazza di non più di sedici anni. Ma soprattutto scoprì che l’uomo viveva ancora in una villetta a poco più di un’ora di macchina dalla casa dove abitava Jenna.

Con il suo solito aplomb e la sua calma apparente spense il computer, raccolse le sue cose in un mucchietto e lo sistemò, insieme a una nuova scatoletta di fiammiferi, nel mobile vicino all’imponente porta d’entrata. Lentamente si avviò verso il bagno, si lavò i denti e si truccò.

Quando ebbe finito si diresse in camera dove tirò fuori un minuscolo quaderno. La copertina aveva una fantasiosa decorazione con dei fiori rosa e dei cuoricini viola. Lo sfogliò fino ad arrivare ad una pagina all’incirca a metà del quaderno, dove un grosso quattordici scritto a penna campeggiava. Poco più sotto, dei nomi scritti in una grafia quasi illeggibile erano sistemati in due colonne. Jenna prese una penna blu, ne tolse il tappo e scarabocchio sopra il quattro fino a cancellarlo. Al suo posto vi scrisse un cinque.

            Mentre cambiava marcia dolcemente per fermarsi al semaforo improvvisamente diventato rosso, Jenna riprese in mano la piccola fotografia che custodiva. John era l’uomo della sua vita. Ne era stata convinta fin dal giorno in cui lo vide passare col cane di fronte a casa sua. Il loro era amore puro. Non avrebbe dovuto essere inquinato da agenti esterni. Niente e nessuno avrebbe dovuto separarli. Tantomeno quella sciacquetta di Chrystal Rose.

            Parcheggiò lungo il viale alberato dove abitava Sam Tuck, proprio di fronte alla sua lussuosa casa. Prima di scendere si diede una fugace controllata nello specchietto retrovisore. Scese dalla macchina e una signora anziana, non riconoscendola, le rivolse un saluto interrogativo.

-Buongiorno signorina.-

-Buongiorno.- rispose Jenna frettolosamente.

-Lei non è di qua, eh? Sta cercando qualcosa? Posso aiutarla? E’ una giornalista?-

-In realtà sto cercando una persona. Mi ha venduto dei libri, qualche tempo fa. Mi ha detto che ne ha degli altri e sono venuta a vederli. Si chiama Sam Tuck.-

-Sam Tuck, che terribile vicenda, la sua. La nostra è una cittadina così tranquilla. Proprio non capisco come possa aver fatto una cosa del genere…Povera Liza, una donna così cara e tranquilla! Lei proprio non se lo meritava!-

-Lo so, lo so.- rispose Jenna. A quanto pare, avvenimenti del genere non passavano inosservati in una città così piccola.

-Non dovrebbe entrare in quella casa. Lei sembra una brava ragazza e lì dentro potrebbe essere pericoloso per lei.-

-Non si preoccupi, signora. So come difendermi.-
 

Bussò alla porta. Due colpi secchi che bastarono per allertare l’uomo. Il piano di Jenna era facile e durante tutto il viaggio aveva ripetuto il suo copione fino alla nausea.

-Chi è?-

-Buongiorno, mi chiamo Clarissa Husher e credo proprio di essermi persa. Ho il cellulare scarico, le dispiacerebbe farmi usare il suo?-

La voce era suadente, la posa era invitante, i vestiti a dir poco  provocanti. Jenna era furba. Non aveva avuto grande fantasia, ma la vecchia scusa da film della ragazza indifesa sperduta, alla fine, funzionava sempre. Visto chi aveva davanti, il successo era assicurato.

-Certo, bellezza, entra pure.-

Sam Tuck la accompagnò fino al telefono, lo prese in mano e glielo porse.

-Ecco a te. Ma se preferisci che ti accompagni io, non c’è problema.-

-Grazie. Intanto telefono, però.-

Compose il numero del suo cellulare e lasciò un allarmato messaggio nella segreteria. Quando ebbe finito, Sam le chiese se desiderava qualcosa da bere. Annuì e aggiunse solo di voler andare al bagno. Esattamente come nei suoi piani.

Tolse velocemente dalla borsa una bottiglietta di vodka che si era comprata qualche giorno prima. La aprì e mentre camminava verso il bagno, lasciò scendere il liquido, che creò a terra una lunga scia. Arrivata nella maestosa sala da bagno, controllò la finestra, poi estrasse un fiammifero dalla borsa e lo strofinò contro il lato della scatoletta fino ad accenderlo.
La piccola fiamma prese vita. Si muoveva da sola e come ogni volta Jenna la stette ad ammirare. La guardò consumare lentamente il piccolo pezzo di legno e quando arrivò quasi al limite, aprì la finestra e lasciò cadere a terra il fiammifero.

Le fiamme crescevano lungo la scia di vodka e in una manciata di secondi
sarebbero arrivate fino a Sam Tuck.

Jenna stette ad osservare per un po’ la scena, raccolse la bottiglia -avvitando il tappo in fretta e furia- e i fiammiferi e si decise ad uscire dalla finestrella che si era aperta poco prima.

Uscendo dalla casa si assicurò che nessuno l’avesse vista e che la vecchietta di prima se ne fosse andata. Salì in macchina, mise in moto, e, come era solita fare, strusciò un fiammifero sulla scatola.

La casa di Sam Tuck scoppiò in un gigantesco incendio. Jenna sorrideva.

-John, lo vedi quanto ti amo?- sussurrò, il fiammifero in mano.

Il fischio dell’allarme antincendio si fece più insistente, facendo sobbalzare la ragazza.
Fu un attimo. Il fiammifero cadde. La macchina prese fuoco. Jenna si ritrovò avvolta tra le fiamme. Tentò di uscire, senza successo. Si arrese. Le fiamme la circondavano, salivano inarrestabili fino al volante. Ondeggiavano, colorate, vicino alla ragazza.

-Questo dev’essere il Paradiso.- disse tra sé e sé, prima di esalare l’ultimo respiro. Non sapeva che quello era solo l’Inferno.
 
 

Il corpo rinvenuto nella mattinata di giovedì in una macchina nei pressi di Stable Road è stato, con difficoltà, identificato come quello di Jenna Bailey. La ragazza, i cui genitori sono purtroppo defunti l’anno precedente in un incendio in una baita di montagna, non lascia parenti. A casa sua sono stati rinvenuti dieci scatole di fiammiferi e un quaderno in cui erano listati i nomi di quattordici persone –tra cui la signora e il signor Bailey- che morirono negli ultimi due anni in misteriosi incendi. Miss Foad, un’abitante del posto, sostiene di aver parlato con la ragazza e di averla vista entrare nella circostante villetta di Sam Tuck, indagato per stupro nei confronti della cognata, prima che questa prendesse fuoco. La scientifica sta ancora indagando per capire la causa dell’incendio, anche se per il momento rimane valida l’ipotesi dell’omicidio-suicidio.
Poco lontano dalla macchina distrutta di Jenna Bailey è stata inoltre trovata una foto. Questa ritrarrebbe i coniugi Dubney, che non sembrano però avere nulla a che fare con la ragazza.
 Chrystal Rose, vedova di John Dubney –uno dei nomi sulla lista di Jenna Bailey e volto della foto- ha però recentemente affermato che suo marito aveva conosciuto, poco prima di morire, una ragazza di nome Melanie Greenway, molto somigliante a Jenna. Dopo queste dichiarazioni la polizia ha aperto un fascicolo sulla ragazza, che ad oggi è considerata responsabile di quindici omicidi.
 
 
 
 
Aloha ;)
Okay, dunque, questo è un esperimento nato durante una notte insonne. Ergo voglio solo vedere come va. Era tanto che volevo scrivere qualcosa di horror o pseudo tale. Ma di certo non sarò la prossima Stephen King, ecco. Non è molto forte come tematica horror, lo so, però diciamo che questo è quello che mi è venuto fuori.
Non voglio annoiarvi, ma ci terrei a dire ancora una cosa. All’inizio ho scritto questa storia di getto, ma poi ci ho lavorato un po’ su e devo dire che mi ci sono affezionata..
Anzi negli ultimi giorni mi era pure balenata un’idea malsana di fare una specie di collezione/raccolta di storie di questo genere ma con, ovviamente, protagonisti e tematiche differenti. Fatemi sapere se potrebbe andare!
Bene, mi sono dilungata abbastanza, come al mio solito ahahaha 
Spero davvero che vi piaccia, e vi prego, se vi fa schifo ditemelo.
Un bacio, Paola <3
   
 
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