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Autore: Aishia    15/09/2013    1 recensioni
una povera ragazza che non ha mai avuto l'occasione di scoprire il mondo e se stessa,vivrà qualcosa che le stravolgerà la vita.la sua esistenza cambierà,ma come?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Domande senza risposte





Qual è la sensazione che si prova quando si abbandona un universo di certezze? Passare tutta la tua vita con la conforme condizione in cui ha creduto fermamente nel tuo essere, in cui eri perfettamente cosciente di ciò che eri e all’improvviso trovarti buttata in un buco nero, senza via di uscita e senza più te stesso?
Fino a poco tempo fa mi ero stupita io stessa della piega che stava assumendo la mia vita, per la prima volta tutto stava andando a gonfie vele, stava seguendo il giusto percorso … ma dopotutto una volta che la vita dona la possibilità di essere felice un solo istante, devi rimborsare quei pochi attimi di felicità e ritornare a lottare contro il mondo e contro te stesso. Mette in conto tutto, facendoti ripagare fino all’ultima goccia di felicità e benessere. Per questo ho avuto sempre paura di essere felice, perché appunto dura un attimo e poi ritornare alla realtà diventa più spaventoso che mai!
Quella notte non riuscì perfettamente a dormire, tormentata dai miei stessi pensieri e dalla paura del domani. Avevo paura di socchiudere gli occhi perché mi sarei ritrovata davanti la figura morente di mio padre e avrei rivissuto quel momento, quelle parole che non mi avevano fatto altro che male.
Qualcuno lassù mi aveva lasciata sola, abbandonandomi ad un destino infame,lasciandomi vagare da sola verso un futuro d’incertezze.

*



Quella notte mi addormentai al sorgere del sole, quando il cielo si tinse di un rosso acceso e il sole fece capolino nell’orizzonte così da innalzare un nuovo giorno in cui il mondo si preparava con ansia e attesa di scoprire se stesso e quello che sarebbe accaduto una volta aver aperto gli occhi e incominciato a vivere
Una flebile luce mi costrinse ad aprire gli occhi controvoglia e fui costretta a strizzare più volte le palpebre per abituarmi alla diversità intensità della luce e a mettermi una mano davanti al viso per evitare un ustione di secondo grado sotto quel sole cocente.
Strabuzzai gli occhi e mi guardai più volte attorno, cercando di capire dove fossi capitata o almeno ricordare il perché mi trovassi lì e non nella mia vecchia stanza da letto con Sergio ad accarezzarmi il viso,scostarmi i capelli e a ripetermi incessantemente quanto mi amava
Misi a fuoco e aguzzai la vista, cominciando a scrutare i dintorni con più interesse, notando anche i più piccoli particolari: mi trovavo in una stanza grande il doppio della mia , molto luminosa e arieggiata e con due grandi finestre coperte da tende con tessuti che sembravano quelli usati per gli abiti da sposa. Le pareti erano di un colore molto vicino a un senape o un ocra acceso e i mobili sembravano blasonati e raffinati,con due armadi accostati a pochi passi dal letto,dal legno molto elegante e sicuramente pregiato,mentre le pareti erano piene zeppe di cornici dorate con foto in bianco e nero e tantissimi specchi che mi fecero sentire in un parco giochi nella famosa ‘’stanza degli specchi’’.
Cercai di ricordare cosa fosse successo il giorno prima e solo dopo svariati minuti mi ritornarono alla mente delle immagini sfocate: Johnny ad aspettarmi davanti un enorme casa che ipotizzai si trattasse dell’ albergo in cui alloggiava , i suoi occhi così belli e carichi di una strana luce che mi guardavano fissi negli occhi e le sue braccia che mi tenevano forte e mi stringevano in modo vigoroso e possente quanto bastava da mandarmi in tilt il cervello e bruciarmi laddove la sua pelle mi toccava.
Perché tutti quei ricordi mi facevano venire uno strano vuoto allo stomaco?
Il mio sguardo andò a finire nel soffitto e se prima mi sentivo in un parco giochi ora mi sembrava di stare in una area video sorvegliata o nella casa del Grande Fratello. L’intero soffitto era uno specchio gigantesco che proiettava la mia immag …
Mi immobilizzai immediatamente e probabilmente smisi perfino di respirare quando notai una figura accovacciata al mio fianco e rannicchiata a pochi centimetri da me. Mi voltai lentamente,boccheggiando e cercando un modo migliore per liberare le mie vie respiratorie,trovandomi a pochi passi dal viso quello di Johnny. Non riuscì a ricordare il perché si trovasse nel mio stesso letto e a pochi centimetri da me e pregai di non aver fatto nulla di cui mi sarei pentita amaramente.
Rimasi per svariati minuti a guardarlo, sperando che non si accorgesse del mio sguardo persistente: dormiva beatamente a giudicare dal suo viso rilassato e dai respiri piuttosto regolari e conformi. Aveva un braccio proteso sotto il cuscino ma esposto quanto bastava da farmi intravedere le pagine di diario che aveva marchiate sulla pelle, pezzi di storia e di vita che custodiva celatamente sotto la cute, mentre l’altro braccio era a pochi passi dal mio quasi a volermi sfiorare la pelle,quasi a voler creare un contatto tra di noi. Non so quanti minuti rimasi ferma a guardare i suoi lineamenti perfetti,i suoi zigomi alti e lineari e quelle labbra nascoste sotto la sua barbetta incolta,così belle e sensuali da farmi venire quasi voglia di assaporarle e scorgerne il gusto. Sorrisi,sollevandomi lentamente e disponendo tutta la forza sulle braccia e issandomi quando bastava da avvicinarmi al suo viso,cercando di non far rumore. Volevo imprimermi nella mente quel momento,le immagini di quell’angelo che si trovava addormentato a pochi passi da me. Tesi le mani verso di lui,accarezzando delicatamente quei suoi zigomi pronunciati ,delineando il profilo del suo viso fino a giungere alle sua labbra fin troppo morbide. Non so cosa mi prese ma cominciai ad avvicinarmi a lui,in maniera spropositata,cominciando ad avvertire il suo respiro sulla pelle e sul viso,solleticandomi le gote con il suo fiato che sembrò divenire sempre più corto come se si fosse accorto della mia presenza. Socchiusi gli occhi,trovandomi finalmente ad un passo dalle sue labbra e le accarezzai con le mie,avvertendo la loro morbidezza e delicatezza e sperai che non si svegliasse,così da non rendersi conto di ciò che stavo facendo. Questo sarebbe stato il mio sbaglio più grande ma il mio errore migliore.
Aprì gli occhi quel tanto da guardarlo e memorizzate quell’attimo e quel viso perfetto e il cuore mi morì in gola quando i suoi grandi occhi color della pece si aprirono di scatto,incatenandomi e imprigionandomi nei suoi, mettendomi nel sacco
Oddio … beccata!
Rimasi immobile come una statua di marmo,ad occhi sgranati e con il cuore in procinto di uscirmi dal petto. Solo in quel momento mi resi conto dell’enorme sbaglio che stavo per fare e sperai che si trattasse solo di un brutto sogno,mentre notai grazie agli specchi, il viso divenire rosso come un aragosta cotta sotto il sole cocente d’estate.
I suoi occhi non si mossero di un centimetro,continuandomi a guardare con un sguardo che non avrei dimenticato molto in fretta e sorrise,mostrandomi anche qualche dente d’oro. Il suo sguardo si posò sulle mie labbra e sui miei occhi con una lentezza sovraumana che contribuirono a mandarmi in tilt il cervello.
Avrei voluto sotterrarmi in quel momento ma non riuscivo a staccarmi da quello sguardo così penetrante e allontanarmi da quelle labbra così succose che desiderai assaporare per tutta la vita

Su Allison datti una mossa!stai facendo la figura della pervertita … ma non avere così tanta fretta …

«mi sono dimenticata di … di andare in bagno! », mi alzai velocemente,inciampando nelle miei stesse lenzuola e persi l’equilibrio,cadendo dall’altra parte letto, maledicendo me stessa e tutta la mia futura generazione,lasciandolo da solo in quel letto e scomunicandomi per tutto il resto della mia vita per la scusa più banale che avevo trovato!

Brava Allison! Sei proprio geniale,un attrice … una dannata cretina ed emerita deficiente che si è dimenticata di andare in bagno!

Entrai in quello che doveva essere il bagno,richiudendo la porta a chiave e lasciandomi scivolare fino al pavimento,con le spalle attaccate all’anta della porta e con il respiro ancora affannato,boccheggiando. Che cosa stavo per fare? Baciare Johnny non era di certo la soluzione migliore a tutti i miei problemi ma di certo non avrei fatto altro che aggravare la situazione. Sergio non me lo avrebbe mai perdonato.
Mi passai una mano sul viso,cercando di far passare il rossore e il senso di calore che mi aveva invaso il corpo,immaginandomi ancora i suoi occhi così scuri e penetranti addosso e le sue labbra così morbide e succose …
Mi alzai,strisciando fino al lavabo,lavandomi la faccia così da ripulirmi dalla vergogna e dal senso di imbarazzo che mi aveva travolto. Stavo cercando goffamente di baciare Johnny e lui lo aveva spudoratamente notato!

Su Allison,magari potresti sperare che non si sia ancora alzato, svignartela e cambiare continente!

Uscì dal bagno in punta di piedi in modo da non far alcun rumore,dirigendomi goffamente in una seconda stanza che individuai come soggiorno , grazie all’enorme tavolino da pranzo posto al centro della stanza,con un enorme vaso di rose rosse ad abbellire il tutto e sopra di esso pendeva un enorme lampadario di cristallo molto simile a quelli che si usavano tantissimo tempo fa nei castelli reali e al muro vi era un enorme caminetto a legno con il fuoco già acceso al suo interno,in modo da riscaldare l’ambiente circostante. Mi sforzai di ricordare di come fossi entrata in quella camera il giorno prima o quantomeno di come ci fossi arrivata. Mi sentivo confusa e mi sembrava di avere un intera discoteca dentro la testa a causa di un enorme fitta che mi stava letteralmente opprimendo il cervello. Girai su me stessa due o tre volte,accorgendomi solo ora di quanto fosse grande quella stanza d’albergo. Ma no che dico! Quella non sembrava proprio una stanza ma un mini villaggio! Frugai in giro e mi guardai intorno,procedendo sempre con assoluta cautela e assolutezza ,cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare Johnny e cercai di intravederlo e capire se fosse ancora nella camera da letto e …
« stai cercando qualcuno? »

dimmi che non è vero! O questo è un incubo o la mia giornata sfortunata!

Mi voltai lentamente,trovandolo a pochi centimetri da me,con il suo solito sorriso sornione stampato in volto,che lo contraddistingueva dal resto del mondo e gli occhi piantati sul mio viso. Sgranai gli occhi di botto e lo guardai torva,notando solo pochi secondi dopo il suo torace nudo e liscio che mi fece salire la pressione a mille. Rimasi bloccata a guardarlo e con la bocca spalancata e sperai di arrivare a fine giornata almeno con un pizzico di dignità.
Johnny era li,così vicino a me e con quelle braccia così muscolose e atletiche e io non sapevo cosa fare,dovevo solo cercare di mantenere a freno gli ormoni che in questo momento schizzavano come impazziti.
«veramente … stavo cercando te! », sussurrai lentamente,dandogli le spalle imbarazzata, maledicendomi per l’ennesima volta me e la mia boccaccia,dirigendomi a passo svelto verso la finestra, ,accorgendomi dell’enorme spettacolo che avevo di fronte.
Ci dovevamo trovare agli ultimi piani dell’edificio e sotto la nostra finestra si mostrava in tutta la sua bellezza un enorme piscina,che mi incitava a buttarmi e a scappare da quell’uomo tentatore dietro di me. A pochi metri vi era un gigantesco giardino fiorito e qualche panchina di legno sparsa qua e la,accostata vicina a qualche vivaio e roseto. Era senza dubbio qualcosa di veramente eccezionale. Adoravo già questo posto « come stai? », mi chiese gentilmente e mi voltai quel tanto da vederlo avvicinarsi al tavolo da pranzo e recuperare la sua maglietta nera,così da rivestirsi. Grazie a Dio!
Come stavo? I miei genitori erano morti dicendomi che avevo passato la vita credendo di essere loro figlia,probabilmente avevo passato la notte con l’uomo più bello dell’intero cosmo terrestre e avevo tradito il mio ragazzo. Una meraviglia!
Ma dovevo togliermi assolutamente quel sassolino dalla scarpa e mettere da parte tutto l’imbarazzo che mi avrebbe inondato dopo la mia domanda ma dovevo assolutamente sapere!
«Senti Joh, questa mattina ci siamo svegliati nello stesso letto … e volevo sapere se … beh», lo sentì ridere e il suono della sua voce rimbombò nella stanza,facendomi voltare di scatto, rimanendo scombussolata io stessa per la sua reazione,al quanto … inaspettata. «No! non è come credi Allison! Non abbiamo fatto assolutamente niente,abbiamo solo dormito. Non potevo di certo approfittare di una che nemmeno si reggeva in piedi! Ancora dopo tutto questo tempo non ti fidi di me? », annuì imbarazzata e desiderai semplicemente scomparire. Johnny era un tipo a posto, ero io che stavo diventando una vera pervertita.
Mi voltai di scatto, notando all’angolo del soggiorno la mia valigia,sicuramente lasciata li insieme alla famosa lettera della mia madre biologica al suo interno e alle tante domande che stavano al suo interno e sigillate nella mia mente.
«io devo andare …», squittì torturandomi le mani. Ero venuta a Chicago per un ovvio motivo e non di certo per fare una vacanza. Dovevo sapere le mie vere origini e capire chi ero veramente, capire il perché i miei genitori biologici mi avessero abbandonata,lasciandomi al mio destino.
Alzai lo sguardo,trovandomi gli occhi di Johnny addosso,con lo stesso sguardo serio che aveva assunto poco prima in camera da letto «dove? »,mi chiese serio e tetro. Mi avvicinai alla valigia,prendendo la famosa lettera che avevo trovato,porgendogliela
«devo ritrovarla Joh! Non posso continuare a vivere con questo peso addosso,ho bisogno di ritrovare me stessa e questo non posso farlo senza aver capito le mie origini,senza sapere almeno il perché sono stata abbandonata! Ho bisogno di sapere …» Chiusi le mani in un pugno e inclinai la testa in avanti in modo che i capelli mi ricadessero sul viso,non facendo notare le lacrime che stavano facendo capolino nei miei occhi
«ma forse è un po’ troppo presto per … sapere no? »,capì a cosa alludesse e strabuzzai gli occhi,cercando goffamente di ricacciare all’interno le lacrime che stavano scendendo piano piano
«Lo so! Non fraintendermi Joh,non sto cercando di sostituire i miei genitori e neanche di rimpiazzarli. Il dolore non è sparito … è li … e fa male! Ma sono sempre stata abituata a non lasciare mai niente a metà, Ho sempre saputo cosa voglio ma ora come ora devo capire chi sono e ritrovare me stessa», Johnny sorrise amaramente e aprì la lettera,cominciando a leggere tra le righe e per la prima volta mi sentì veramente nuda,spogliata di me stessa e del mio vero io.
« sai almeno il posto dove ti hanno trovata? Sarebbe almeno un indizio per iniziare la ricerca! », sussurrò non alzando gli occhi e cercai di rimembrare le parole che mio padre mi disse prima di morire,storcendo il viso e accarezzandomi le braccia come se sentissi freddo. Ma invece non era freddo,era la paura e il terrore che stavano accrescendo dentro me.
« si mi sembra che si chiami Destination Church è una chiesetta proprio qui a Chicago»
«Chiamo il mio autista!tu va a prepararti! »strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca presa alla sprovvista. «vieni con me? »
«non ti libererai di me molto velocemente … dolcezza! » infatti era quello che volevo …
In tutto il tragitto verso la famosa chiesetta mi tormentai le mani,uccidendo quelle unghie che avevo impiegato mesi e mesi per far crescere. Avevo le mani sudate e le gambe mi tremavano in modo sussultorio. La mente era confusa e piena di tanti pensieri che mi opprimevano e mi mandavano in tilt il cervello non facendomi pensare in modo razionale. Il paesaggio li fuori si muoveva troppo velocemente e tutto era così diverso dall’Italia. Le case erano quasi il doppio di quelle che avevamo noi e il verde non si vedeva quasi mai,rendendo il paesaggio triste e cupo o probabilmente quel paesaggio rispecchiava il mio stato d’animo non proprio rose e fiori.
Eravamo dentro una macchina dai vetri oscurati,con un autista mingherlino e che parlava un inglese non proprio comprensibile e simile a quello di mister Bean,mentre Johnny era al mio fianco,con degli occhiali scuri sul volto e un buffo cappello sul capo così da non farsi riconoscere e identificare. In quel momento non mi ero mai sentita così sola e indifesa. Desiderai solo qualcuno che mi prendesse le mani sussurrandomi un ‘’ andrà tutto bene’’ e per la prima volta sentì veramente la mancanza di Sergio.
«un penni per i tuoi pensieri», mi voltai di scatto,trovando Johnny voltato verso di me. Anche con degli occhiali così scuri riuscì a intravedere la sua anima,tormentata a causa di qualcosa di oscuro. La mia immagine si proiettò in quel vetro scuro e potei scorgere nel mio volto tanta paura e angoscia. Stavo cercando la verità ma se non fosse stata la cosa migliore da fare?
Abbassai gli occhi,imbarazzata e cominciai a torturarmi le mani che ora come non mai avevano bisogno di un intervento dall’estetista. « sai com’è … ho una voglia matta di scoprire chi sono e le mie vere origini ma nello stesso tempo questo mi … terrorizza», sussurrai in un soffio,quasi ad aver paura delle mie stesse parole.
Sentì una presa ferrea e un qualcosa di caldo avvolgermi la mano e alzai gli occhi di scatto,ritrovandomi la mano di Joh chiusa nella mia. Mi sentì più sicura e con lui al mio fianco non avrei avuto paura. In questo viaggio non ero sola
«Allison basta una parola e torniamo indietro. Stiamo per arrivare a destinazione ma se non sei ancora pronta basta dirlo e giriamo i tacchi»,quella sua apprensione mi fece quasi sorridere. Johnny era cosi! Dava tutto se stesso senza pretendere nulla in cambio,era una persona favolosa e il suo cuore era un qualcosa di leggendario. Sorrisi e lui ricambio apprensivo.
« Va bene così»
Dopo dieci minuti circa la macchina si fermò nei pressi di un piccolo edificio di pietra antica,con una piccola cupola con un croce avvolta con dei rami d’ulivo. Questa doveva essere la famosa ‘’Destination Church’’ il luogo dove mio padre mi trovò quando ero ancora in fasce,portandomi con se.
Doveva essere un edificio antico,con una finestra tonda posta al centro e con una croce a dividerla in quattro quadranti. Il portone di ingresso sembrava essere formato da un legno arcaico e rovinato dalla pioggia e dal tempo e accanto alla chiesetta vi era un piccolo albero con i rami tutti attorniati al proprio tronco,che andavano a finire sulla piccola cupola della chiesetta antica.
Rimasi bloccata e ingarbugliata nei miei stessi pensieri mentre Johnny scese dalla macchina,richiudendosi la portiera alle spalle ma io non trovai nemmeno la forza di respirare e decisi quasi di ritornare indietro e rimandare questa impresa ad un’altra era. Johnny mi aprì lo sportello, invitandomi a scendere e guardandomi paziente nell’attesa che uscissi o dessi solo qualche segno di vita.

Forza Allison! Sei una ragazza forte … quindi esci il culo da quella macchina!!
Misi un piede dietro l’altro e imboccai aria prima di entrare in quella chiesa,con Johnny dietro di me a darmi supporto morale. La chiesetta non era di certo come l’esterno: sembrava appena ristrutturata e restaurata,come l’altare che sembrava consacrato solo da qualche anno. Camminai lentamente,cercando di coordinare i giusti movimenti e cercare il modo per andare avanti, e per la prima volta, mi accorsi di quanto fossi veramente debole e insicura.
« c’è qualcuno? » urlò Johnny,cercando vita umana nei paraggi. Da una piccola porta nell’ angolo più nascosto,uscì un uomo robusto,sui quarant’anni circa e con un piccolo abito marrone,con un cinturone di cuoio sulla vita. Quello doveva essere il sacerdote della chiesa «salve figlioli e benvenuti! », esclamò con vigore l’uomo venendoci incontro a braccia aperte,mentre il suono della sua voce si espanse in tutto l’atrio della chiesa.
Io e Johnny ci guardammo di sfuggita,prima di venire travolti da quell’uomo un po’ troppo vispo ma dal viso tondo e simpatico « venite, venite!!siete qui … vediamo … per sposarvi? Tu sei incinta! »,dire che in quel momento avrei preferito sprofondare era cosa da poco! Con la coda dell’occhio vidi Johnny sorridere e abbassare lo sguardo imbarazzato,mentre io cambiai colore di quattro tonalità diverse. « veramente noi siamo venuti qui per ben altri motivi,signore», spiegò Johnny impacciato,grattandosi la fronte come faceva di solito quando era imbarazzo e il sacerdote si fermò di colpo,un po’ stordito e dispiaciuto dalla notizia «ditemi! »
Questa era l’ora della verità!
« stiamo cercando un sacerdote che era amministratore di questa parrocchia circa … ventitre anni fa! il suo nome è Luke Keimbool … ne ha notizie? », chiesi tutto ad un fiato,guadagnandomi un occhiata circospette dell’uomo « certo che lo conosco! Siamo buoni amici ma purtroppo è ormai in pensione e da un bel po’ di tempo sono io ad amministrare la parrocchia. Ma ditemi: cosa cercate da Luke?» Abbassai lo sguardo,boccheggiando,cercando di trovare dentro di me la forza per affrontare tutto,consapevole del fatto che dopo oggi la mia vita sarebbe cambiata,diventando una ricerca alla verità.
« molti anni fa in questa parrocchia è stata trovata una bambina,con un ciondolo come questo,dal signor Keimbool e poi affidata ad un uomo di nome Jonathan Evans. Ne ha mai sentito parlare?Ha mai sentito parlare di quella bambina? », quell’uomo sgranò gli occhi e mi parve di vederlo quasi smettere di respirare. Lo guardai torva,cercando una riposta,almeno nello sguardo.
Fece una smorfia e cominciò a guardarmi dalla testa ai piedi,girandomi intorno come se fosse uno della CIA o qualche agente segreto in missione segreta «tu sei quella bambina? »
«Si» , risposi fredda e pacata come se quella cosa non mi appartenesse e fosse una cosa al di fuori di me stessa. « mi spiace ma non posso aiutarla! » le mie speranze in quel momento sparirono in un battito d’ali e mi sentì sconfitta. Dovevo arrendermi in una battaglia che non mi era stato permesso combattere?
«cosa significa che non può aiutarla!! » intervenne Johnny con un tono che non si addiceva all’ambiente in cui eravamo. L’uomo indietreggiò di due o tre passi,ingoiando il rospo che aveva in gola « vuol dire proprio questo: non voglio immischiarmi in questa faccenda! » proferì andando dalla parte opposta.
Io stavo ferma li,guardando l’unica ragione per dare un senso alla mia vita,scappare via a gambe levate. Era ora di tirare fuori gli artigli. Cominciai a camminare a passo svelto,cercando di raggiungerlo e Joh che a modo suo provava a starmi dietro. Afferrai per le spalle l’uomo,costringendolo a voltarsi
« posso farle una domanda? Lei si è mai alzato la mattina con la consapevolezza di non stare andando da nessuna parte? Che la sua vita sta seguendo solo la monogamia,un'unica strada a senso unico che alla fine non la porterà da nessuna parte? Io si,mi alzo la mattina e non vedo altro che nero,quindi la prego! Mi dia solo una minima ragione per sperare che per una volta,una sola volta,la mia vita prendi una piega diversa. Solo una volta vorrei vedere la vita a colori. Quindi mi aiuti … per favore», chiusi le mani in due pugni e mi asciugai gli occhi che cominciarono a farsi pesanti,cercando di deviare il percorso di qualche lacrima che cominciò a rigarmi il viso. L’uomo,impietosito,mi fece segno di sedermi e per la prima volta vidi la luce
« non conosco di persona tuo padre ma Keimbool mi ha raccontato tutto nei minimi dettagli …», cominciò a raccontare l’uomo e io restai ad ascoltare,con Johnny al mio fianco a tenermi la mano in caso di bisogno
«Keimbool e Jonathan ti trovarono al di fuori della chiesa,avvolta in una piccola cesta. Non indossavi nulla,solo la collana che porti al collo e una lettera. Luke sapeva che un giorno saresti venuta a cercare i tuoi veri genitori e quando ti ho vista mi sono spaventato. Piccola,tu sei troppo giovane per sapere la verità e troppo ingenua per scorgere le tue origini. Torna a casa da tuo padre e tua madre …e un giorno quando sarai veramente pronta tornerai», un velo di tristezza mi avvolse e sentì gli occhi inumidirsi e farsi lucidi. Chinai la testa da un lato,boccheggiando « mio padre e mia madre sono morti qualche giorno fa in un incidente stradale. Credo di essere forte abbastanza per sopportare tutto questo mio caro amico»
«Steve! Chiamami Steve! », aggiunse prontamente,tenendomi la mano « allora come vuoi! Ma purtroppo non so un granché! Solo ciò che mi hanno raccontato! Non conosco tua madre ma Luke si! Ha sempre saputo chi fosse e infondo era una brava ragazza,anche se troppo immatura ed egoista per la sua età! Cara amica,per questo ti chiedo di interrompere le ricerche,perché non troveresti niente di gratificante su di lei e nemmeno su tuo padre. Non ci hanno pensato due volte a buttarti via e questa ricerca potrebbe essere solo dolorosa.Mi dispiace tanto ma credimi! È andata meglio così,hai trovato solo persone che ti hanno amato veramente»
«capisco» ,sussurrai abbattuta,cercando di dare un senso alle sue parole. ‘’Non hanno pensato due volte a buttarti via’’. Quelle parole mi pesarono molto e mi sentì come se una lama affilata mi avesse lacerato il petto. Era ovvio che mi avevano abbandonato ma dalla lettera,quella donna sembrava essere stata costretta a farlo! Possibile che era composta da due sfaccettature diverse?
«grazie mille Steve! Sei stato molto d’aiuto ma mi potresti dare l’indirizzo di Luke Keimbool? » Steve sorrise e sul suo viso comparvero delle fossette che mi fecero ricordare mia madre e il suo sorriso tenero e amabile. Quanto mi mancava …
« certo figliola! E buona fortuna per la tua ricerca,ti auguro di trovare quello che cerchi!pregherò per te! »


In tutto il tragitto per il ritorno quella macchina fu una consacrazione tombale. Johnny non aveva emesso suono da quando Steve aveva cominciato a parlare,l’autista non si degnava nemmeno di chiedermi il nome e io,io ero un misto di pensieri.
Ora ero interessata come non mai a dare un senso a questa storia e scoprire la vera identità di quella donna che sembrava sopraffatta da un velo di mistero. Perché mai mi aveva abbandonata e poi scritto quella lettera? Quelle parole sembravano tanto affabili e sembrava totalmente un’altra da come mi aveva descritto frate Steve. Qualcosa non andava. Ma cosa?
« In questi giorni ti organizzerò delle interviste», mi voltai verso Johnny,guardandolo basita. Non credevo alle mie orecchie «come scusa? » « così sarà più facile avere delle risposte e ritrovare tua madre», aggiunse scuro in volto,non distogliendo lo sguardo dal paesaggio. Non potevo credere che volesse raccontare la storia della mia vita a tutto il mondo e di certo non sarebbe stato il modo migliore per sapere la verità « così sarà più facile che si spacceranno per mia madre! No Johnny non venderò la mia vita alla tv,ne quantomeno ai midia! » Johnny si voltò a guardarmi e serrò le mascelle contrariato
« Ti limiterai solo a mandare un appello a quella donna e sarà lei a venire da te. Magari non è il modo migliore per ritrovare le tue origini ma grazie alla tua popolarità sarà lei a trovare noi »
Non risposi,mi limitai ad annuire e mi nascosi nel buio,cercando di reprimere quelle lacrime che cominciarono a rigarmi il viso. Ero più decisa che mai a ritrovare me stessa,le mie origini e la mia vita. Domani sarebbe stato un altro giorno. Avrei conosciuto questo Luke Keimbool.
Sarei partita alla ricerca di risposte




Eccomi ritornata dopo lunghi mesi di assenza! Chiedo pietà e perdono. Non ho veramente scusanti :(
Sono passati ben quattro mesi c.a. dall’ultima volta che avete sentito parlare di me e della mia storia,ormai finita nel dimenticatoio. Comunque spero vivamente che mi perdoniate. Prometto che non vi lascerò più u.u
Che dire? Sono tornata con qualcosa di nuovo! La nostra Allison che sta provando sempre più attrazione per il nostro bell’attore ma purtroppo deve abbandonare i vizi a causa del suo fidanzato,nonché futuro sposo Sergio!
Bel guaio eh? E Johnny? Di certo non rende la vita facile ad Ally ^^
Infine cosa non proprio da sottovalutare,Allison ha una nuova traccia per riscoprire se stessa e ritrovare la sua vera vita ed identità! Che ve ne pare di questo capitolo? Ci ho messo tutta me stessa e … ho avuto una specie di blocco dell’autore. Poi mi ero lasciata sopraffare dalla bellissima storia a quattro mani che sto scrivendo con la mia cara Princess ^^ che saluto tanto! Per chi ancora non lo sappia si chiama ‘’scusa ma ti chiamo amore’’.
Vorrei sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento e se io miei sforzi sono stati ripagati,quindi se volete potete sprecare qualche secondo del vostro tempo,dedicandomi una piccola recensione,almeno per farmi capire che cosa ne devo fare di me e di questa storia xD
Recensite! Salvate una vita u.u
Ora vi lascio! E per farmi perdonare vi lascio con questo bonaccione di Jonnny *-* perdonata??

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Ps: vorrei dedicare questo capitolo alla persona più importante della mia vita <3 … I love you … <3


Bacioni :*****
Aishia
  
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