Inarco.
Disgiungo i poli
di un emisfero asettico,
disteso
sulla ruggine di una lapide
a decomporsi;
sono nomade
di un suono disfonico
senza voce,
il crocevia statico
di un perdersi
senza ritorno.
Il mio mugolare toracico
mi sputa un corpo esanime,
mandibole disarticolate
che pungolano,
manufatti deflorati
ad incidere molestie
con una giostra di parole
che ruota;
un martirio disfatto
sulle pagine sparse
di questo copulare
allucinato.
Preservo il perduto
sulle lenzuola sporche
di piscio
che ho cucito
con il crittogramma
dei tuoi proiettili flessi,
le tue lingue gravide
di salive acerbe,
le platee recidive
delle tue salme
senza riflesso.
Dammi l'equilibrio caustico
della tua sigaretta
che non si estingue,
il delirio uterino
di una mantide
che decapita ogni sinapsi
disgiunta.
Dammi la guerra eclettica
di un inverno psicotico,
un epicentro disertato
per una periferia
di fisionomie ambigue,
un accordo senza circonlocuzione,
un propulsore criptico
che marcia
come un funambolo
senza fune.
Dammi tutto
e non darmi niente:
questo tutto
è fallimentare.
di un suono disfonico
senza voce,
il crocevia statico
di un perdersi
senza ritorno.
Il mio mugolare toracico
mi sputa un corpo esanime,
mandibole disarticolate
che pungolano,
manufatti deflorati
ad incidere molestie
con una giostra di parole
che ruota;
un martirio disfatto
sulle pagine sparse
di questo copulare
allucinato.
Preservo il perduto
sulle lenzuola sporche
di piscio
che ho cucito
con il crittogramma
dei tuoi proiettili flessi,
le tue lingue gravide
di salive acerbe,
le platee recidive
delle tue salme
senza riflesso.
Dammi l'equilibrio caustico
della tua sigaretta
che non si estingue,
il delirio uterino
di una mantide
che decapita ogni sinapsi
disgiunta.
Dammi la guerra eclettica
di un inverno psicotico,
un epicentro disertato
per una periferia
di fisionomie ambigue,
un accordo senza circonlocuzione,
un propulsore criptico
che marcia
come un funambolo
senza fune.
Dammi tutto
e non darmi niente:
questo tutto
è fallimentare.