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Autore: L i t h i u m    21/03/2008    9 recensioni
"Vieni come sei, come eri
Come voglio che tu sia
Come un amico, come un amico
Come un vecchio nemico
"
[ I ]
"Specchio"
Delle due facce che vedo nello specchio..
Riesco a riconoscere solo la tua.
[ Raccolta L x Light ]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Come as you are I Note:

Questa è una raccolta di one-shots su L e Light.
Sia il rating che gli avvertimenti potranno cambiare in futuro.
Il pezzo in corsivo che c'è nell'introduzione è una parte del testo di "Come as you are" dei Nirvana, canzone che dà anche il titolo alla raccolta.

Ho deciso di scrivere qualcosa un po' più in stile "Harmony", diciamo.
Insomma, roba romanticosa e tenerosa.
A modo mio, ovviamente.
Volendo, potrei dire che questa è la mia fic.. "commerciale" XD

. . . . . . . . .


Non ci sono specchi - non ci sono mai stati nè mai ci saranno.

Sarebbe strano, sarebbe quasi spaventoso - sbirciarti all'interno di una cornice e non riconoscere la faccia che vedi.. allungare una mano verso il tuo volto, ricordarti destrorso e scoprirti mancino.. premere i polpastrelli contro il vetro e notare con orrore che l'altro te stesso non condivide la tua tridimensionalità, che al tatto è artificialmente liscio e..

Freddo.

E tu così freddo non lo sei, giusto?
No, aspetta.
Non lo sai, non puoi provare d'essere caldo - come gli altri si aspettano che tu sia, come tu ti aspetti di essere.

Forse è sbagliato anche questo.

Così t'infili un dito in bocca e scopri che all'interno del tuo corpo (così estraneo, così sconosciuto.. una struttura ingombrante per portare a spasso un cervello perfetto) c'è un calore inaspettato - ti sbavi placidamente i polpastrelli e lo specchio non t'interessa più, anche se--

Non ne sei ancora sicuro.
Non lo sai se per gli altri sei caldo o sei morto, se sei vivo o sei freddo..
Non lo sai, perchè--

Perchè non mi ha mai toccato nessuno.


. . . . . . . . .

- Io sono Elle.

Peggio di un crampo - crampo al cuore, sbaglia un paio di battiti.
Il corpo fermo e il cervello che sbraita.

Yagami, hai sbagliato. Yagami, stai tremando.
Succede a tutti, succede a me.
Anche questo mi rende più simile a te?
Ci rende più simile agli altri?
Ci..

- ... esprimerti tutta la mia ammirazione.

Ti sei perso le sue prime parole, non hai potuto farci nulla.
C'è tanto da analizzare, dati da ricordare.. ma il tempo è poco.
Fai solo in tempo a registrare la morbidezza fittizia della sua mano, i tendini assurdamente contratti - e dai tutto per scontato, non hai termini di paragone. Senti la tua pelle che sfrega contro la sua e sai che non è niente di più che un saluto, di un "oh, piacere, riconosco la tua esistenza".
Ma ora basta, sembrerebbe strano strizzargli le dita un secondo di più..
Lo lasci andare e la tua faccia la senti un po' morta, ormai non devi neanche più fingere di non provare nulla.. ti viene naturale e questa consapevolezza probabilmente ti dovrebbe spaventare.

- Grazie.

Fai una piccola pausa prima di parlare ancora, consapevole solo a metà delle persone che vi circondano - sono tante, forse troppe.. le loro labbra si muovono frenetiche per parlare di voi, si scordano di battere le palpebre e vi fissano, vi fissano..

Quando tornate a sedervi, non senti il bisogno di guardare verso di lui.
C'è il tempo per agire e c'è il tempo per pensare - è assurda la tua abilità nel fare entrambe le cose, lo sai anche tu, te ne vanti senza la più minima traccia di modestia.
Sei riuscito ad infilare il tuo corpo storto, appallottolato in una sedia.. e ti nascondi la faccia dietro alle ginocchia che stringi al petto, ti nascondi perchè non è proprio il caso che ti veda le labbra, visto che tu stai..
Aspetta.
Stai sorridendo?

Quando mi hai stretto la mano..
Ho scoperto che le nostre dita - così diverse e così uguali..
Condividevano lo stesso calore.
Sulla tua faccia da bugiardo non c'erano smorfie di disgusto.. c'era un sorriso di circostanza.
Ti sta bene, quel sorriso addosso.
Non importa se le tue mani sono sporche di sangue, se sei Kira veramente..

Sai, neanch'io sono mai stato uno stinco di santo.


. . . . . . . . .



Ah, le manette che vi impiccavano i polsi.. una cosuccia interessante - e non solo nell'ambito delle investigazioni.

Le allusioni di Misa le hai capite solo a metà.. hai inclinato la testa di lato - quando lo fai sembra quasi che la testa si muova indipendentemente dal collo, sai, è strano.. - e ti sei infilato l'indice in bocca.
Ti sei ingobbito un po' di più e hai cambiato discorso, sei scivolato su un argomento che capisci meglio, su..

E' strano perchè è ovvio.
Tu sei il secondo Kira.
Lo sei?

.. come se veramente ti aspettassi una confessione.

Ma poi Misa è stata sbattuta fuori dalla stanza e il lavoro è ricominciato come prima.
Meno male che la monotonia non ti ha mai dato fastidio.

E' facile scordarsi di avere Light accanto.. forse perchè è silenzioso e discreto come un becchino, perchè le dita che battono contro la tastiera fanno lo stesso suono delle tue.
Però ogni tanto allunghi le dita magre verso un cubetto di zucchero, una forchetta sporca di glassa.. e quel rumore metallico che viene dalla catena, non sai perchè, ma ti fa sentire più al sicuro.


. . . . . . . . .


- Ryuzaki..

- Mh?

- .. bagno.

Non ti guarda, non ancora.
Lo sguardo abbassato.. remissivo in un certo senso.
Le labbra strizzate in un accenno di smorfia - non sembra dipendere dal bisogno impellente per il quale si sta alzando, è più probabile che sia per..
Perchè ti deve quasi chiedere il permesso.
Come un cane al guinzaglio, che tira tira tira il padrone verso la porta, il naso puntato verso uno spiraglio di libertà.

- Sì, certo.

La tua voce la senti un po' come un'estranea.. riesci a scioglierti dalla tua solita posizione con un movimento troppo fluido per quel tuo corpo spigoloso.
Lasci che lui ti guardi la schiena incurvata, le scapole che tendono il cotone bianco della maglia.. cammini veloce, forse perchè le tue gambe sono lunghe e non ne puoi fare a meno, forse perchè hai fretta di tornare ad affondare la faccia contro lo schermo di un computer.

. . . . . . . . .


Sei placido e tranquillo come una pozzanghera dopo il temporale.. gli hai lasciato una pallida illusione di privacy, salvo poi tornargli appiccicato.
Se c'è una cosa che ti manca, è il rispetto per l'intimità altrui.
La tua faccia è troppo vicina al suo collo mentre lui piega appena la schiena ed inizia a lavarsi le mani.. può quasi sentire il tuo alito contro la pelle - ma forse quello che gli pesa di più sono i tuoi occhi da gufo insonne.. che lo fissano e lo fissano ancora, senza mai sbattere le palpebre.

Non te ne sei accorto subito, avevi altro a cui pensare - davvero credevi di scoprirlo a kirareggiare mentre si svuotava la vescica?
Era per questo che lo guardavi fisso e sembravi non respirare neanche?
Te ne stavi a distanza, con le mani nervose affogate nelle tasche - appallottolate come criceti - eri inespressivo come le piastrelle del bagno.

Non te ne sei accorto subito, fissavi il suo corpo smagrito dalla reclusione - colpa tua, L - e intanto cercavi di capire in quanti modi lui potesse essere definito colpevole.

No, non l'avevi proprio notato..
Ma ora intuisci un movimento davanti a te, mentre tu sei occupato a guardare chi ti sta a fianco e--
Giri la testa e Light esce dal tuo campo visivo - no, invece lo vedi ancora.
E' davanti a te ed al tuo fianco - è uguale ma diverso, è di profilo ed è di fronte..

Specchio, specchio..

La faccia di quel ragazzino l'hai già vista troppe volte, durante le tue osservazioni hai avuto il tempo di dare un nomignolo ad ogni poro della sua pelle..
Così quel viso lo senti familiare, come quello di un vecchio amico, come qualcosa che ti è dentro fin dall'infanzia e che non vuole lasciare i tuoi ricordi--

Ma ora dimmi, di chi è l'altra faccia?
Quella che ti sta fissando e non ti parla, quella pallida e scarna e malaticcia.. con occhi troppo grandi e troppo scuri, che non riescono a riflettere le luci del bagno.. con occhiaie talmente nere da sembrare finte, come se fossero state disegnate con un pennarello indelebile.. con capelli arruffati e stopposi che svettano per aria in angolazioni improbabili..
Quella faccia, la riconosci?
No, la senti estranea, aliena.
Sensazione spiacevole, non riconosci neanche questo sentimento un po' angoscioso che ti strizza i polmoni..

- Ryuzaki?

La faccia che riesci a riconoscere ha parlato - ma il suono viene dalla tua destra.

- Tutto bene?

Ti giri e le labbra le senti incredibilmente secche - e allo stesso tempo sono appiccicaticce..

- ..sì.

La catena tintinna di nuovo.
Va meglio?

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
Mi spoglio e mi lavo e mi vedo dei pezzi di corpo - e non mi riconosco.

Forse queste manette sono al loro posto perchè voglio che sia così, non perchè devo.

Perchè è rassicurante guardare il mio riflesso - e riconoscere quello della persona che mi sta accanto.


  
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