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Autore: omega_talassa    16/09/2013    0 recensioni
Willow e Omega Odair, rispettivamente madre e figlia, sono scomparse da anni senza dare spiegazioni.
Solo dopo molte ricerche Yarrow Mellark, figlia di Peeta Mellark e Katniss Everdeen, scopre un varco che porta in un altro mondo, sarà lei a scoprire il segreto che la sua amica Odair si porta dietro...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Yarrow Mellark

Era arrivata in quella città da pochissimo, eppure aveva capito che il tempo era quasi sempre brutto: pioveva, ancora una volta, a dirotto. Era stanca morta, non aveva mai dormito per più di un'ora a sera, e le poche volte che si addormentava gli incubi prendevano il sopravvento. Si trascinava e, nel tempo stesso, trascinava la sua valigia colma e il libro dei "Tributi", come aveva deciso di chiamarlo, e lo teneva in stretto contatto al cuore come se fosse un tesoro, perché, quel libro, nascondeva un tesoro. Il peso della spilla che aveva deciso di mettere la rassicurava: grazie al libro, aveva capito cosa in realtà significasse.
A malapena ricordava gli ultimi giorni, l'unica cosa nitida nei suoi ricordi era il grande cartello con su scritto :"Benvenuti a Camelia Falls". Non aveva mai sentito nomi del genere, da dove veniva lei non esistevano città, eccetto Capitol, le altre terre erano chiamati distretti. Erano in 13 e lei proveniva dal 12° . Lei cercava due abitanti del Distretto 4, e di continuo diceva: "Dove siete? Dove vi siete nascoste?". Aveva paura di essere arrivata troppo tardi. 
Aveva notato che le persone che aveva incontrato erano molto diverse da quelli che conosceva: erano circospetti, con visi grigi e tristi. Ovviamente non erano tutti così, la maggioranza degli "zombie", erano persone di età avanzata, i ragazzi erano come lei, beh, non proprio "uguali", lei aveva occhiaie viola che rovinavano la sua pelle bianca, e che spesso e volentieri spaventavano chi la vedeva. Non che fosse brutta, ma solo perché era strana, loro erano abituati a dormire nei loro cuscini di piume d'oca, lenzuola di seta e cose del genere, che conciliavano il sonno e non facevano nascere occhiaie inguardabili. 
Ormai non teneva conto del passare del tempo, dato che il tempo non dava una mano: per colpa dei nuvoloni costanti era sempre notte. A quel punto non le importava più dell'ora, vide un albero che la invitava a sdraiarsi sotto i suoi rami pieni di foglie. 
Sentì una strana sensazione di deja-vu, poi ricordò: nel libro c'era scritto che anche la mamma, a soli undici anni, quando stava per morire di fame, si era accasciata sotto un albero, pronta a morire, cosa che ovviamente non avvenne: il figlio del panettiere bruciò di proposito una pagnotta e, dopo essersi beccato uno schiaffo, lo lanciò a sua madre, salvandole la vita. Quel ragazzo era suo padre Peeta.
Si sdraiò, chiuse gli occhi e sperò che un panettiere altrettanto gentile le lanciasse un po' di pane, mentre aspettava cercò nella sua testa la voce della mamma che le cantava una canzone, la canzone.

"Là in fondo al prato, all'ombra del pino
c'è un letto d'erba, un soffice cuscino
il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando li riaprirai, il sole avrai davanti.
Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare,
qui è il luogo in cui ti voglio amare.
Là in fondo al prato, nel folto celato
c'è un manto di foglie di luna illuminato.
Scorda le angustie, le pene abbandona,
quando verrà mattina, spariranno una ad una.
Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare,
qui è il luogo in cui ti voglio amare."

Poi sentiva la pressione e il calore delle labbra della madre sulla sua fronte e la sua voce che diceva "Buonanotte, Yarrow". Rispose al ricordo
"Buonanotte, mamma."





 
  
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