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Autore: shezza    16/09/2013    6 recensioni
"Dicono che sei strana, insomma... diversa dalle altre ragazze."
"Ormai ci ho fatto l'abitudine... Me ne faccio una ragione"
"...che poi sono tutti discorsi del cazzo, che significa quando dicono 'attenti, quella è strana'? Solo perché ascolti un po’ di musica rock, o ti leghi i capelli invece di tenerli sciolti e li infili nel cappello, o perché non hai mai indossato degli skinny jeans; oppure quella mania che hai di toccarti le labbra quando sei nervosa, o quando cadi dallo skateboard che devi ricominciare tutto daccapo finché tutto non è perfetto, insomma mica ti rendono strana, o diversa dagli altri..." E a questo punto si fermò perché aveva parlato anche troppo, ma sorrise lo stesso. Guardava Ronnie che stava giocherellando nervosamente con uno dei lacci della sua felpa e, lo sguardo basso, forse sorrise pure lei.
"Quindi mi osservi sempre, quando vengo qui la notte?" sussurrò.
"Quasi sempre."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strange.

 
Tutti pensano che Ronnie sia strana.
E strana la è veramente, ma solo per il suo carattere troppo complicato e un po’ da maschiaccio. Ronnie è cresciuta in mezzo a quattro fratelli più grandi - ed ecco che si spiega tutto -, e sin da piccola le avevano insegnato ad andare sullo skateboard, a giocare ai videogiochi di guerra e anche a dire qualche parolaccia. Le piace sempre ricordare di quelle pigre giornate primaverili passate nel parco della città, di quella volta in cui si era rotta il braccio cadendo dalla bicicletta o quando un pomeriggio lei e suo fratello Ashton si erano persi tornando a casa perché aveva iniziato a piovere a dirotto.
Ronnie è strana, a diciott’anni preferisce ancora passare il tempo alla pista di skateboard e giocare a calcio con gli amici dei suoi fratelli piuttosto che andare a ‘fare shopping’ o truccarsi o andare in discoteca come tutte le ragazze della sua età fanno. Forse è solamente fatta così e non può farci niente, ma è davvero scontrosa, non ha nemmeno una migliore amica e gli unici che hanno l’onore di rivolgerle la parola sono Calum e Luke.
Ronnie è strana, indossa sempre pantaloni larghi e comodi, felpe enormi e tiene i capelli rovinati raccolti in una coda alta; non è delicata nei gesti e nel portamento - e tutti hanno potuto constatarlo -, non guarda mai in faccia a nessuno e a volte si atteggia anche come uno di quei rapper tutti tatuati e pieni di piercing: cammina un po’ strano, le mani in tasca, e nasconde gli occhi verdi dietro il suo amato cappellino della Hollister.
Ronnie è strana, e odia tutti. Soprattutto quelle oche della sua scuola che mettono voci in giro su di lei, che le rinfacciano cose non vere, che “deve cambiare carattere se non vuole ritrovarsi sola e senza amiche”, e “hai un carattere di merda - le dicono -, fai così solo per ricevere attenzioni che non avrai mai”. E un sonoro “vaffanculo.” risuona ogni volta tra i corridoi della scuola durante gli intervalli, perché loro non la conoscono per chi è veramente, perché non sono sua madre e le loro stupide prediche non servono a niente se non a farle sembrare ancor più arroganti di quello che già sono. A Ronnie non interessa uscire con le sue ‘amiche’, ascoltare quegli stupidi pettegolezzi sulle troie della città o su quel ragazzo carino che ha sorriso loro una volta. Non le interessa del suo corpo, degli occhi che non hanno niente di speciale e del viso paffuto che si ritrova, e non si trucca perché non le interessa nemmeno farsi notare dagli altri ragazzi.
Ronnie è strana, le piace starsene in solitudine, ascoltare musica rock e fumarsi le sue sigarette in santa pace, o al massimo in compagnia di suo fratello, o Luke o Calum.
Ma soprattutto dicono sia strana perché esce con quel tipo, quel Michael Clifford.
 
La prima volta che si sono incontrati è stato in una notte tranquilla e silenziosa, lontano da tutto e da tutti, l’aria stranamente calda e la quiete rotta solo dal suono delle ruote di uno skate contro il cemento. Ronnie era da sola e, dopo essere caduta per l’ennesima volta da una delle alte rampe, aveva visto una mano pallida offrirsi per aiutarla a rialzarsi. La aveva afferrata senza esitare e si era sistemata le ginocchiere consumate, per poi alzare lo sguardo sul ragazzo che era apparso dal nulla davanti a lei, sussurrando un distratto “Grazie”.
“Sei molto brava” disse lui, e Ronnie aveva subito capito che era da un po’ che la stava osservando. Non lo aveva mai visto in giro, ma a primo impatto le era sembrato un tipo strano: la luce fioca proveniente dai lampioni del parco lasciava intravedere un ciuffo di capelli verde acqua che cadeva disordinato sulla sua fronte andando a coprirgli gli occhi, e si rigirava nervosamente tra le mani quello che sembrava essere il suo IPhone.
“Tu sei la sorella di Ash, giusto?” aveva chiesto lui, sedendosi sulla prima panchina di legno che aveva trovato sul bordo della pista. Quando vide la ragazza annuire, continuò: “Ho sentito parlare molto di te”.
La ragazza alzò un sopracciglio, ma non era rimasta sorpresa più di tanto dall’affermazione del ragazzo.
“Ah si? E cosa dicono sul mio conto?” chiese lei con un accenno di sorriso sulle labbra, sedendosi accanto a lui e sistemando lo skate in bilico sul bordo della panca, ma senza mai incontrare lo sguardo di quel ragazzo sconosciuto. Lui sembrò esitare per qualche istante, poi alzò le spalle.
“Dicono che sei strana, insomma... diversa dalle altre ragazze.”
“Ormai ci ho fatto l'abitudine... Me ne faccio una ragione”
“...che poi sono tutti discorsi del cazzo, che significa quando dicono ‘attenti, quella è strana’? Solo perché ascolti un po’ di musica rock, o ti leghi i capelli invece di tenerli sciolti e li infili nel cappello, o perché non hai mai indossato degli skinny jeans; oppure quella mania che hai di toccarti le labbra quando sei nervosa, o quando cadi dallo skateboard che devi ricominciare tutto daccapo finché tutto non è perfetto, insomma mica ti rendono strana, o diversa dagli altri...”
E a questo punto si fermò perché aveva parlato anche troppo, ma sorrise lo stesso. Guardava Ronnie che stava giocherellando nervosamente con uno dei lacci della sua felpa e, lo sguardo basso, forse sorrise pure lei.
“Quindi mi osservi sempre, quando vengo qui la notte?” sussurrò.
“Quasi sempre.”
Ronnie allora scosse la testa sorridendo, e quando alzò lo sguardo -“Ah, comunque sono Michael”, si era poi presentato il ragazzo-, per un attimo rimase spiazzata.
Forse erano stati i suoi occhi i primi a colpirla, di quel colore assurdo, troppo chiari e limpidi persino per essere reali; o forse le sue labbra piene e rosse, o il sorriso furbo che era apparso su di esse non appena i loro occhi si scontrarono. Ma Ronnie aveva cercato di fare l’indifferente, si era sfilata di tasca un pacchetto di Marlboro e l’accendino e si era accesa una sigaretta.
“Sono fighi i tuoi capelli”
“Grazie. Senti, mi dà fastidio il fumo.” disse lui, storcendo infastidito il naso e osservando ogni suo singolo movimento.
“Allora temo che dovrai starmi alla larga pure tu”
Ma lui a starle lontano proprio non ci riesce.
Michael è troppo pigro, mangia come se non ci fosse un domani e si diverte a rovinarsi i capelli tingendoseli almeno una volta al mese. Michael è quel tipo di ragazzo che quando non si trova a proprio agio se ne sta in silenzio o si mette con le cuffie nelle orecchie, ma quando ci prendi abbastanza confidenza non smette mai di parlare e non si fa troppi problemi a dirti le cose in faccia. È buffo, non guarda dove mette i piedi, passa ore intere a giocare con la play e si sveglia solo all'ora di pranzo; fa i favori anche quando non gli vengono ricambiati, è gentile e responsabile quando deve, ma dice davvero troppe parolacce e fa sempre cavolate con i suoi amici.
E poi ha una grande passione per la musica, suona la chitarra -anche quella elettrica, ma solo per far incavolare i vicini- ed è sempre disponibile se hai bisogno di un po' di coccole. Michael è strano a modo suo, è strano perché passa le notti in una buia pista da skateboard, è strano perché non riesce a staccare gli occhi di dosso a quella strana ragazza di nome Ronnie.
 
Ronnie e Michael passano quasi tutte le giornate insieme, lei ha smesso persino di allenarsi con il suo skate per sedersi su quella panchina di legno sul bordo della pista, e ride e chiacchiera con Michael mentre osserva gli amici fare acrobazie sulle rampe di cemento. Poi ogni tanto vanno a casa sua, e giocano alla play e ordinano una pizza enorme per poi mangiarla insieme.
Michael a volte prende la sua chitarra e suona un po', canticchiando sottovoce, e Ronnie rimane incantata ad ascoltarlo, a scrutare il suo viso concentrato mentre trasforma quei suoni in una melodia dolce e lenta. Lui si ferma di botto, si scompiglia i capelli che ora sono di una bizzarra sfumatura tra il viola ed il blu, la trapassa con i suoi occhi liquidi e sorride.
"Credo di essermi innamorato di te."
"Certo che sei strano forte."
E poi ci sono quelle tarde mattinate estive in cui lei è ancora a letto, a pancia in giù e le braccia spalancate, le coperte sono in fondo al letto e il cuscino per terra; ed è sveglia ma tiene gli occhi chiusi, perché troppo pigra persino per compiere quel minimo sforzo ed aprirli. Sente un movimento accanto a lei e il calore di un corpo che le avvolge i fianchi, e sa che Michael è lì.
“Mikey, fa caldo.”
“Voglio solo un po’ di coccole”
“Io no, levati”
“Un abbraccio e basta.”
E così cede e gli fa spazio in quel letto troppo piccolo per tutti e due, lasciandosi stringere da lui. I suoi capelli ora sono tinti di un biondo platino e tutti arruffati. I suoi occhi grandi e celesti la osservano curiosi e le labbra rosse e un po' screpolate si aprono in uno di quei bellissimi sorrisi che Michael riserva solo a lei. Lei lo ricambia e pensa di non aver mai visto qualcosa di più dolce, e un ragazzo più bello di quello che si trova davanti a lei. E crede di stare impazzendo, perché non ha mai pensato cose del genere. Però fa finta di nulla e mormora: "tu sei strano, ragazzo", come fa sempre quando lui si dimostra troppo affettuoso e la riempie di abbracci e baci sulla guancia, e lei fa finta di odiarli e lo spinge via.
"Sei tu quella che si veste come un maschio" risponde allora lui, e quando la vede fingersi offesa con una smorfia, si avvicina e lascia un bacio sulle labbra di Ronnie.
 
Ronnie e Michael sono due ragazzi strani. Sono due ragazzi strani e particolari, e troppo, troppo diversi tra loro. Ma a rendere questa coppia veramente strana non sono tanto i vari cambi di colore dei capelli di Michael, o le sue camicie con le maniche strappate che mette sempre sopra canottiere dei Rolling Stones e che lo fanno sembrare un vero punk; né tantomeno lo sono i modi bruschi e un po' rozzi di Ronnie, che proprio non si addicono a quel viso così bello e delicato. Le cose che tutti ritengono un po' strane in quel loro rapporto sono il modo in cui si perdono l'uno negli occhi dell'altra fino a leggerne i pensieri più profondi, gli abbracci che tolgono il respiro a Ronnie anche se lei fa finta di niente, i baci di Michael che lei respinge anche se li desidera più di ogni altra cosa. Gli sguardi d'intesa, i baci sulla fronte, i ‘vaffanculo’ che si perdono nell’aria e vengono dimenticati, i silenzi in cui non dicono niente ma capiscono tutto. Il fatto che vanno sempre in giro senza mai tenersi per mano, le serate passate aggrovigliati sul divano a guardare film stupidi con i cartoni di pizza vuoti per terra, le passeggiate e i pomeriggi trascorsi al campo di calcio, a giocare sotto il sole. Sono strane le canzoni inventate da Mike, i loro discorsi stupidi e senza senso, le smorfie e le facce buffe perché non hanno niente di meglio da fare, le foto con la lingua di fuori, i pizzicotti sul braccio e le guance piene di patatine fritte in una delle solite sfide a chi mangia di più. È strano come vadano sempre d'accordo anche dopo aver litigato per un motivo idiota, o perché Michael ha spezzato le sigarette di Ronnie e ne deve comprare un pacco nuovo; è strano come Michael continui ad amarla anche se lei è scontrosa e rifiuta sempre quando le chiede un po' di coccole. Oppure il fatto che non possano fare a meno l'uno dell'altra, anche quando non sembra. E la cosa più strana di tutte è che Michael e Ronnie non si dicono mai 'ti amo', ma semplicemente lo leggono l'uno negli occhi dell'altra.



Ma heeelloooouw! 
Ed eccomi arrivata ad invadere anche questo fandom yaay.
Okey, era da un po' che avevo in mente questa cosa ed eccola a voooi... non ha una trama vera e propria ma boh, spero vi piaccia.
*balla di fieno* 
Mi dispiace per aver ripetuto tipo un miliardo di volte la parola "strano/a" ma -guarda caso- è il titolo della one shot e non sapevo fare altro loool.
Penso che presto scriverò anche sugli altri ragazzi quindi tenetevi pronte ehehe c: 
Okey byaaa.
-Michi :)

ps: vi lascio sciogliere con questo bellissimo esemplare di Clifford omg
a
ddio.

 
 
I suoi occhi grandi e celesti
la osservano curiosi e le labbra rosse e un po' screpolate si aprono in uno
di quei bellissimi sorrisi che Michael riserva solo a lei.
  
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