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Autore: keytvd    16/09/2013    8 recensioni
Fra Ian e Nina è finita, ma si sa che quando un'amore è grande la parola "fine" è sempre difficile da pronunciare.
Dopo una lunga estate separati si ritrovano sul set della 5° stagione di The vampire diaries, costretti ad affrontare la loro rottura. Cosa succederà? Riusciranno a ritrovarsi o la loro storia è davvero arrivata al capolinea?
Ho deciso di iniziare questa fanfiction Nian, visto che non si sa ancora bene cosa sia successo fra i due ho fantasticato un po'.
Cap.1
-Presi due lunghi respiri, ricordandomi che io ero la cattiva della storia, che dovevo essere quella forte perchè tecnicamente ero stata io a lasciarlo, così aggrappandomi a queste inutili scuse mi girai e finalmente lo vidi in tutto il suo splendore.
Aveva un paio di occhiali scuri, una semplice t-shirt gli metteva in risalto i muscoli che sembravano decisamente sviluppati dall'ultima volta che l'avevo visto. Un paio di Jeans stretti gli modellavano le gambe. Era semplicemente perfetto.
"C-ciao" dissi e mi avvicinai lentamente
"Ciao" accennò un sorriso leggero, luminoso, ma flebile, non uno di quei sorrisi a cui ero abituata. Forse semplicemente perchè non era più il "mio" sorriso.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap8
Cap.8

Pov. Nina

Avevo trascorso la notte in bianco, in attesa che Ian si facesse vivo, ma di lui non avevo visto nemmeno l'ombra.

Il pavimento si era consumato sotto i miei passi, così come il telefono che con la cadenza di pochi secondi continuavo a guardare, nella speranza che un qualsiasi segnale mi desse sue notizie.

Avevo provato a chiamare Ian, a mandargli dei messaggi, ma tutto era stato inutile, non lo sentivo nè vedevo da quando ero uscita dal suo camerino il giorno precedente.

Guardai l'orologio sulla parete che segnava le 7.00  e sorrisi debolmente.
Le riprese sarebbero iniziate nel giro di un paio d'ore, e Ian non sarebbe mancato, non era da lui.

Di colpo ritornai ala realtà, risvegliata da un battito insistente alla porta di casa.

-Eccolo- pensai, scattando in piedi.

Mi avvolsi nella vestaglia, e gettando uno sguardo allo specchio vicino all'ingresso, mi passai una mano fra i capelli per rendermi presentabile.
Di certo le occhiaie della notte passata insonne non aiutavano.

Presi un respiro e aprii la porta senza nemmeno chiedere chi fosse, certa che a quell'ora potesse essere solo Ian.

Il mio entusiasmo si spense non appena mi si parò davanti Jen, che mi guardava con gli occhi iniettati di sangue.

"Eccola la sgualdrina!" disse entrando come una furia dentro casa senza chiedere alcun permesso

Rimasi inizialmente basita da quell'affermazione, ma mi ci volle ben poco a capire il perchè della sua rabbia.

"Sei una grandissima stronza!" continuò ad urlare ad un palmo dal mio naso

"Jen calmati" dissi piano, senza saper bene come comportarmi

"Calmarmi? Tu mi stai dicendo di calmarmi? Io ero calmissima prima che tu ti intromettessi nella mia vita!" urlò

Indietreggiai di qualche passo, initmorita dalla sua furia.

Non sapevo cosa fare, d'altra parte non potevo darle tutti i torti, ero andata a letto con quello che, in un modo o nell'altro, era il suo ragazzo.

"Senti io non so cosa ti ha detto Ian"

Jen non mi lasciò finire la frase,  non appena sentì il nome di Ian mi stampò uno schiaffo in pieno volto, talmente forte da farmi cadere a terra.

Subito Moke si mise al mio fianco, e iniziò  soffiare alla sconosciuta.

"Calmo Moke" mi massaggiai la guancia indolenzita, alzandomi umiliata da terra.

"Esci da questa casa se non vuoi che chiami la polizia" dissi con gli occhi velati di lacrime

"Io.." la ragazza aveva cambiato espressione, probabilmente non si rendeva conto neppure lei di ciò che aveva fatto

"No, sta zitta, ora parlo io" dissi "Probabilmente questo schiaffo me lo sono meritato,  mi dispiace che tu sia una vittima in questa storia, ma il fatto è che Ian non si sarebbe mai dovuto mettere con te, perchè non ha mai smesso di amarmi" continuai tutto d'un fiato.

Jen abbassò lo sguardo.

"Tu non hai colpe" continuai " incasso il colpo perchè anche io avrei fatto come te, sarei andata come una furia a casa di quella che, per come la vedi tu, ti vuole portare via il ragazzo" presi un respiro "ma la verità è che io non ti voglio portare via nessuno, perchè io e Ian ci apparteniamo, non abbiamo mai smesso di essere una cosa sola, e mi dipiace, mi dispiace davvero per te, ma sei stata solo un ripiego"

Gli occhi di Jen si riempirono di lacrime, e per quanto paradossale, mi venne l'istinto di abbracciarla, perchè effettivamente Ian aveva sbagliato tutto, aveva messo in mezzo una persona che non aveva colpe.

"Non dovevo venire qua, è lui lo stronzo, non tu" disse voltandomi  le spalle e corse via

Chiusi la porta immediatamente, e mi accasciai a terra, prendendomi la testa fra le mani.

Moke iniziò a miagolare, cercando di capire cosa stesse succedendo,

"Va tutto bene" ripetei più volte a lui, ma cercando di convincere me stessa con quelle parole.

Ma non andava tutto bene, iniziai prima a singhiozzare, poi le lacrime presero il sopravvento e piansi tutto il dolore che avevo in corpo.

In quel momento odiavo Ian, lo odiavo perchè il giorno prima aveva fatto l'amore con me e poi era sparito senza dare sue notizie. Lo odiavo perchè per colpa sua avevo una guancia in fiamme, e avrei dovuto giustificare a lavoro quelle cinque dita stampate in faccia. Lo odiavo perchè se non avesse usato Jen come ripiego non sarebbe successo tutto questo.

-Ti odio Ian, ti odio- Continuavo a ripetermi nella testa queste parole, ma la verità era un'altra; tutto questa rabbia era solo una conseguenza, l'artefice del mio dolore ero solo ed esclusivamente io.


Accarezzai la testa di Moke e mi alzai da terra a fatica.
Inevitabilmente guardai il cellulare che continuava a non dare segni di vita, così presa dall'ira lo lanciai violentemente contro la parete, riducendolo in vari pezzi.

Uscii di casa indossando i primi vestiti che mi si pararono davanti, e misi infine un grosso paio di occhiali, nella speranza ch almeno quelli mi proteggessero dal mondo esterno.

Prima di chiudere la porta guardai il telefono a terra distrutto -tanto non aveva intenzione di chiamarmi- pensai amareggiata, e corsi a lavoro.






"Dio Nina ma che ti è successo" urlò Candice non appena mi vide entrare dalla porta degli studi di registrazione, facendo inevitabilmente girare tutti verso di me.

"Niente, sto bene" mugugnai velocemente e accellerai il passo verso il mio camerino

"Nina" sussurrò ancora Candice

"Ti prego, ho bisogno di stare un po' da sola prima delle riprese" dissi e sparii dalla sua visuale.

Una volta arrivata al mio camerino chiusi la porta,  consapevole che ben presto qualcuno sarebbe arrivato a bussare.

Non feci in tempo a togliere gli occhiali che mi sentii chiamare

"Piccola posso entrare?"

La voce di Paul mi fece inumidire gli occhi, era l'unica persona che volevo realmente vedere in quel momento.

"Si" dissi con la voce rotta dal pianto

Il mio amico entrò, chiudendo immediatamente la porta alle sue spalle.

"Tesoro che succede?" disse avvicinandosi a me

"Ian è arrivato?" mi schiarii la voce

"No, non ancora" rispose "Ma non hai risposto alla mia domanda"

Paul si avvicinò e mi accarzzò la guancia ancora dolorante

"E' stato lui?" chiese sprezzante "Che diavolo gli passa per la testa"

"No no Wes! Non è stato Ian, non è colpa sua, o meglio in parte si" dissi velocemente

"Nina parla, ti prego, dimmi che sta succedendo"

Abbassai lo sguardo, senza saper bene cosa dire

"Jen stamattina è venuta a casa mia, e questo è il risultato" spiegai

"Che cosa?! Hai chiamato la polizia?"

"No, non aveva senso "dissi in parte aveva le sue buone ragioni"

Paul rimase in silenzio, in attesa che continuassi il mio racconto

"Ieri io e Ian..." indugiai "ecco noi... abbiamo fatto l'amore" conclusi velocemente

"Immaginavo" rispose il mio amico e io sbarrai gli occhi stupita

"Beh, per come ti ha portato via dallo studio ieri..." aggiunse

Sospirai rumorosamente e continuai il mio racconto

"Comunque a quanto pare Ian le ha raccontato tutto, e oggi la signorina è venuta a pareggiare i conti"

"Non puoi darle tutti i torti" mi rispose, ma sorrise dolcemente.

Paul era il migliore amico che chiunque potesse desiderare, sapeva dire la parola giusta al momento giusto, sapeva consolarti come nessun altro ma allo stesso tempo se sbagliavi non aveva problemi a fartelo notare.

"Lo so" arricciai il naso

"Ma il problema non è questo" aggiunsi" quello prima è andato a spiattellare tutto a Jen, e poi è sparito completamente, non un messaggio, non una chiamata, e se quella la oggi si fosse presentata con un coltello alla mia porta?" continuai agitata

"Effettivamente poteva almeno dirti di rimanere chiusa in casa" sentenziò Paul

Rimanemmo entrambi in silenzio

"Tu nemmeno l'hai sentito?" chiesi

"No, ma sicuramente sarà arrivato" rispose Wesley guardando l'orologio

"Speriamo" sospirai

"Forza andiamo signorina, oggi la truccatrice avrà un bel da fare con te" il mio amico mi prese sotto braccio e uscimmo insieme da camerino.


Mi guardai subito intorno ma dei miei occhi di ghiaccio nemmeno l'ombra.

"Dio ma perchè?" dissi stringendo i denti e Paul mi accarezzò dolcemente la testa

"Finchè non gli potrò urlare in faccia quanto sia stato  stronzo a lasciarmi nelle mani di Jen non sarò contenta" dissi

"Hai provato a chiamarlo?" chiese Paul e lo fulminai con lo sguardo

"Mi prendi in giro?" risposi "E' da ieri che non faccio altro, la sua segreteria starà scoppiando"

"Ma adesso dico? Hai provato?"

"Prova tu, magari vede il mio numero e non risponde" deviai la domanda, non volevo dire a Paul che avevo distrutto il mio telefono a causa di uno scatto di nervi


Il mio amico prese il suo cellulare e inoltrò la chiamata.

"Niente, risulta spento" disse chiudendo la chiamata

"Non posso credere che non si presenti a lavoro" scossi la testa

"Effettivamente non è da lui" aggiunse Wesley.


In quel momento Julie Plec passò dinanzi a noi


"Julie hai sentito Smolder?" chiese Paul al nostro capo

"No perchè?" gli rispose

"Nessuno ha sue notizie e non è ancora arrivato a lavoro" presi la parola


Julie iniziò velocemente a sfogliare le carte che aveva in mano, poi finalmente trovò quello che cercava.

"Non è arrivato perchè oggi sia lui che McQueen hanno la mattinata libera, gireranno delle scene insieme nel pomeriggio" disse sorridendo "sicuramente il signorino starà dormendo alla grande, ecco perchè non risponde" aggiunse e ci lasciò da soli


"Sentito Dobrev? Niente da preoccuparsi" mi diede un buffetto sulla guancia

"Già" annuii poco convinta

"Se mi fai un sorriso e prometti di lavorare senza pensieri, finite le riprese ti accompagno a casa sua" disse cercando di tirarmi su di morale

"Facile a dirsi, non so più nemmeno dove abita, di certo non a casa di Jen"

"E allora andremo a casa di sua mamma, sono sicuro che si trova la" aggiunse

"Va bene" dissi con la leggera speranza che potesse effettivamente trovarsi a casa della madre

"E il sorriso?"

Accontentai Paul cercando di far sembrare il più credibile possibile il mio falso sorriso.





La mattinata trascorse lentamente, e nonostante il nervosismo, riuscii a lavorare bene.
Non appena il regista ci diede lo "stop" corsi in camerino a cambiarmi, sperando che Paul facesse lo stesso.

Quando fui pronta uscii dalla mia stanza e mi incamminai verso l'ingresso degli studi, dove mi ero data appuntamento col mio amico, ma già da lontano qualcosa mi sembrò strano.

Gran parte dello staff era ammucchiato intorno alla zona dove si trovava il televisore, finchè non vidi qualcuno piangere.

-Ma che sta succedendo- pensai avvicinandomi

George, un membro dello staff,  mi vide arrivare e fece cenno agli altri della mia presenza, così uno dopo l'altro si voltarono tutti nella mia direzione, facendomi imbarazzare.

"Ragazzi ma che succede?" chiesi questa volta preoccupata

Paul uscì velocemente dal gruppo e corse verso di me insieme a Kat e Candice.

"Tesoro va tutto bene" disse velocemente il mio amico abbracciandomi ma la sua voce tradiva la sua apparente calma

Non riuscivo a non guardare tutti gli occhi puntati verso di me così mi staccai dalle braccia di Paul innervosita

"Mi dite che cosa vi prende?" urlai e mi feci spazio fra la folla, cercando di capire l'origine di quella strana situazione.


La televisione era accessa sul telegiornale e le immagini proiettate non lasciavano alcun dubbio.

La mia testa iniziò a pulsare, mentre le immagini si appannavano sempre di più, un grido di dolore si levò dal più profondo della mia anima

"Ian! "urlai portandomi le mani alla bocca

Subito mi sentii cingere da dietro ma mi divincolai velocemente da quella presa.

Con la poca lucidità che avevo visualizzai Paul e corsi da lui

"Dammi il telefono!" urlai disperata

"Nina" cercò di abbracciarmi ma lo allontanai

"Ho detto dammi il telefono" ripetei ancora con più fervore

Paul prese il telefono dalla giacca e me lo porse

Scorsi nella rubrica e trovai il numero che cercavo.

Le lacrime calde mi rigavano il volto senza sosta, mentre sentivo lo sguardo di tutti i presenti farsi sempre più compassionevole.

"Ti prego rispondi" sussurrai e finalmente qualcuno rispose

"No, Edna non sono Paul" dissi velocemente "Sono Nina" ... "Ok, arriviamo subito"

Chiusi la chiamata e Wesley non aggiunse nulla, si limito a seguirmi prendendomi dalle mani le chiavi della macchina.

"Guido io, dimmi solo dove"

"Saint Joseph Hospital" mugugnai e corremmo via veloci.









Ok, mi vergogno com un cane.
Quanti secoli sono che non aggiorno?
Non mi stupirò se non ci sarà più nessuno a leggere, ne avete tutto il diritto.
Purtroppo ho avuto un po' di problemi, ho iniziato a lavorare e la sera quando tornavo a casa l'unica cosa che volevo fare era stare tranquilla sul divano, come se non bastasse mi son messa a pitturare casa e non ho avuto internet per un po' e via dicendo, insomma tutto questo per dirvi che son passati due mesi non so nemmeno io come.

Comunque per quei pochi che hanno atteso questo aggiornamento spero di non avervi deluso, il capitolo è un po' cortino, e sicuramente avrei potuto fare di meglio, ma come ho scritto sopra, ho veramente poco tempo, e pur di non lasciarvi senza un continuo ho preferito scrivere questo, anche se breve.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'incontro fra Jen e Nina; vi aspettavate di più? In realtà la storia l'avevo progettata in un altro modo, poi invece è uscito questo di getto e niente, spero vi possa piacere.


Nel finale come avrete intuito c'è stato un incidente, Ian all'ospedale.
Questa volta ve lo prometto sulla cosa più cara che ho, vi farò aspettare solo una settimana, non di più, ve lo devo, per farmi perdonare.

Scoprirete cosa è successo a Ian, e come reagirà la nostra Nina.

Aspetto le vostre recensioni, anche se lo so, sper tutta questa attesa e non ne meriterei nemmeno una :/


P.S questo come al solito è il gruppo per parlare della fanfiction: Keytvd fanfiction

A prestissimo

Key





  
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