WARNING: Contiene spoiler sull’ultima puntata della midseason. Se non volete sapere chi è –A, leggete a vostro rischio e pericolo!
Un lampo. Durante la notte dove tutto
è silenzioso e buio,
ne basta solo uno a illuminare un’intera stanza; a presagire
la pioggia
battente e rumorosa, ai tuoni che sembrano riportare indietro suoni di
bombardamenti
bellici; a portare con sé il temporale peggiori che avessi
mai visto a Rosewood.
Un secondo. Un
battito di ciglia e la mia vita sarebbe potuta cambiare senza che me ne
accorgessi,
senza riuscire ad addentrarmi – e districarmi, quasi come
fosse un labirinto la
mia stessa vita – tra gli eventi che stavano facendo il loro
corso senza che io
ne avessi ancora consapevolezza; che avrebbero fatto crollare il mio
mondo in
mille piccoli pezzi, come quando hai un vaso tra le mani e ti scivola
via e non
puoi fare nulla perché non c’è
prontezza di riflessi che tenga quando arrivi un
secondo, un solo attimo più tardi del dovuto e trovi solo
centinaia di piccoli
pezzi sul pavimento. E puoi provare a raccogliere ogni minuscolo
coccio, puoi
provare a risistemare il vaso, con la colla – con tutta la
buona volontà - ma
alla fine ti mancherà sempre qualche pezzettino che non
potrà risistemare tutto
come prima. Il vuoto si nota, sempre; esternamente si può
vedere ogni minima crepa,
ogni più piccolo sfregio. E’ così anche
nelle persone, lo sapevo bene; sapevo
che quelle parti mancanti che credevamo fossero portare dai cuori
spezzati,
alla fine erano davvero evidenti sul viso; gli
occhi sono lo specchio dell’anima.
E i miei occhi, così azzurri ma opachi, asciutti, si erano
aperti di scatto a notare come il bagliore bianco-giallastro
– confusosi e
mischiatosi con il grigio-nero del cielo plumbeo e carico, come fosse
quasi un
dipinto di colori a tempera fatti seccare – dava adesso vita
a quel rosastro
tipico delle mattinate passate in bianco, magari dopo aver fatto le ore
piccole
con loro durante i pigiama party. Magari, meglio, con lui.
Non potevo aspettarmi che il mio sussultare – che il cuore
che sembrava stesse uscendo dal petto per quanto batteva forte, quasi a
rompermi
le costole – era solo l’inizio di quello che si
sarebbe spezzato davvero dentro
di me. Tutte le mie convinzioni, tutto ciò in cui avevo
sempre creduto, per cui
avevo lottato, che avevo amato sarebbero state tutte spazzato nel giro
di quel
lampo che aveva trasformato la mezzanotte in un’alba.
Se solo mi fossi accorta che quel fenomeno meteorologico era
solo una mera rappresentazione della mia vita, avrei agito
diversamente; invece
presi il telefono. Sul display tre
messaggi e troppe
chiamate perse –non
avevo bisogno di controllare per sapere che fossero tutte di Hannah,
Emily e
Spencer – che vennero ignorate ancora per qualche minuto,
magari un’ora; magari
una notte. Il suo nome era invece
la
mia priorità, sapevo bene che avrei dovuto cancellare il suo
numero, che avrei
dovuto dimenticarlo come avevo detto alle ragazze; come dimostravo a
Jake ma mi
era bastato rivederlo in caffetteria, parlarci; baciarlo. Ci cascavo
ogni volta
su quelle labbra, prendevo la rincorsa dei pensieri e.. perdevo il
fiato sulle
sue labbra, sentivo l’ossigeno mancarmi eppure stavo bene;
respiravo amore.
Presi un respiro profondo prima di sentire il consueto suono
che, inesorabile, scandiva il tempo che passava in
quell’attesa che mi faceva
stringere ancora di più il petto; che mi faceva rannicchiare
contro la parete
dove il mio letto era locato. I tuoni fuori si facevano sentire adesso
più che
mai e aspettavo solo il momento di poter sentire la voce di Ezra per
riuscire a
calmarmi, dormire magari. Le immagini di una Allison che veniva aiutata
a
uscire dalla fossa ancora vivide nella mente e che, abbinate al
maltempo, non
mi avrebbero di sicuro fatto dormire.
Tornai a toccarmi il collo, come se fossi io quella a
soffocare sottoterra – gesto compiuto quella sera stessa
quando ero a Ravenswood,
quando avevamo scoperto i nascondiglio di A. Avrei voluto raccontargli
tutto,
voluto dirgli che forse per noi c’era ancora una speranza,
che non doveva
passarmi; noi non dovevamo passare.
Ma più il telefono rimaneva muto, più perdevo le
speranze e stavo per chiudere
prima di sentire un respiro mozzato pronunciare il mio nome e pensai al
peggio;
bastò quella voce strozzata a farmi sussultare
più di qualsiasi agente atmosferico
fuori dalla mia finestra. Mi bastava lui per trovarmi lontana anni luce
dal
mondo, come quando ero a casa sua e c’eravamo solo noi; non
eravamo il
Proferror Fitz e la sua alunna Montgomery, eravamo noi: Aria ed Ezra
con i
nostri sacchetti con le facce disegnate sopra per avere una nostra foto
da
rendere pubblica per non avere ulteriori problemi con quella storia
clandestina
che ci stava regalando più emozioni di qualsiasi altro amore
avessimo potuto
provare.
“Ezra? Va tutto bene? Dove
sei?”
Le domande partirono a raffica prima
che riuscissi a capire
cosa fosse quel rumore strano che proveniva dal suo telefono. Sembrava
quasi
che piovesse dentro casa e capii solo dopo aver sentito una portiera
sbattere
che era fuori. Cosa ci faceva per strada, di notte? Perché
non era a casa come
mi aveva detto, doveva ancora correggere qualche saggio, no? Eppure
aspettai
paziente una spiegazione, come sempre, prima di partire con altre
domande a
raffica perché sapevo che lui non mi avrebbe mentito. Ero
ancora molto ingenua
quando si trattava di Ezra Fitz.
“Sono rimasto chiuso fuori stasera e sono dovuto passare da casa di Molly per avere una copia delle mie chiavi, ma lei non c’era e allora sono corso in ufficio sperando che lì trovassi qualcosa; mi sono messo a correggere qualche appunto e ho perso la cognizione del tempo. Ho visto il lampo che ha illuminato l’orologio e mi sono reso conto che era ora di tornare a casa. Cosa ci fai ancora sveglia tu, invece? Hai bisogno che venga da te? Posso passare anche adesso, sai che non direi mai di no ad un bacio sotto l’acqua.”
E proprio come l’acqua lava
via ogni cosa, lui con le sue
parole aveva tolto ogni mio minimo dubbio. Non chiesi neanche
perché era
preoccupato quando aveva risposto, m’importava che stesse
bene, che avessi buone
notizie da dargli; che ricordasse che ogni volta che stavamo per
tornare
assieme c’era sempre la pioggia a scrosciare su di noi, a
suggellare un nuovo
bacio e un nuovo capitolo. Sorrisi pensando a quella coincidenza e
aspettai che
arrivasse, avvisandomi con un messaggio quando fosse stato davanti al
vialetto.
Non potevo sapere che il tempo speso in più era
perché stava
tornando da Ravenswood e non perché era andato piano per la
pioggia. Non potevo
sapere che aveva corso come un disperato per non farsi scoprire che tra
un
semaforo e l’altro toglieva la tuta e il capellino nero per
tornare al consueto
cardigan e cravatta con cui l’avevo conosciuto; che era
persino uscito dall’auto
poco prima di arrivare a casa mia e poi rientrato
nell’abitacolo per far vedere
che aveva preso l’acqua da poco, prima di rispondere alla mia
chiamata.
Non potevo conoscere quei dettagli perché non li avevo
vissuti, perché li avevo solo sentiti sottoforma di racconto
da quelle sue
labbra che mi avevano sempre mentito; che adesso non riconoscevo eppure
erano
le uniche che avrei voluto sulle mie. Capivo solo adesso Spencer,
capivo solo
adesso che pur due che si amavano non c’era delitto che
tenesse; la vita
continuava come singolo ma separata in due corpi perché un
amore come quello non
passava.
E non
c’è niente che
resiste al mio cuore quando insiste..
“Ti amo perché tu non passerai, non mi passerai. A o non A.”
E l’avevo spinto fuori dall’uscio dove eravamo rimasti a parlare, bagnati dalla pioggia scrosciante che batteva sul piccolo tettuccio sulla porta. L’avevo portato sotto quella stessa pioggia e gli avevo preso il volto tra le mani, come sempre prima di baciarlo. Come sempre quando stavamo per iniziare un nuovo capitolo, insieme.
GirlOnFire’s
Notes.
Non
mi voglio perdere
nelle mie congetture dopo l’ultima puntata di PLL, ognuno
penso si sia fatto un’idea.
Mi aspetto grandi cose dalla seconda parte, lo ammetto, ma nel
frattempo volevo
scrivere su di loro; è la prima volta in realtà
pur shippandoli come mai [fangirlin’
hard!].
Vorrei
sapere cosa ne pensate, se magari non è una
totale schifezza ecco perché ho sempre queste aspettative
molto alte e non
vorrei deluderle, soprattutto per le persone che mi hanno sempre
sostenuta.
Questa
poi è dedicata a Locomotta.
♥
Alla prossima, V. ♥