Her laugh.
Battute improbabili su povere, malcapitate molecole di iodio.
 

Scott rimira con orgoglio il vetrino che ha perfettamente posizionato nel microscopio, vetrino che il suo amico Stiles è così gentile da far cadere sul tavolo, quando rifila una gomitata complice al compagno.
Scott digrigna i denti e si trattiene dal mandarlo a quel paese. È così, Stiles, c’è poco da fare.
- Ehi, Scott, senti questa! – esordisce, in tono entusiasta, troppo entusiasta.
- Mmm. – biascica Scott.
- Cosa dice una molecola di iodio ad un’altra molecola di iodio? –
- Mmm. – replica Scott, pregando che l’amico non alzi di qualche altra ottava il tono di voce.
- Io… ti… iodio. Ti iodio! – prorompe Stiles, gettando il capo indietro e lasciandosi andare a una risata rumorosa quanto contagiosa.
Scott lo segue a ruota, e pensa che quella battuta sia la cosa più idiota che abbia sentito negli ultimi giorni, ma non riesce proprio a frenare l’ondata di risate che rischia di soffocarlo.
- Ti… io… dio… - continua a dire Stiles, tra un singhiozzo e l’altro, rosso in viso.
Una mano batte con forza sul banco, facendo traballare tutto.
- McCall! Stilinski! – li richiama il professor Harris, da sotto i suoi occhialetti rettangolari.
Alle loro spalle, echeggia una sorta di grugnito, il classico rumore di una risata strozzata.
- E basta ridere! Tutti! – apostrofa Harris, digrignando i denti.
Stiles si stringe nelle spalle, fingendo di essere sinceramente mortificato, mentre un sorriso orgoglioso gli modella le labbra: saprebbe riconoscere la risata di Lydia ovunque, e al momento è davvero troppo felice perché l’idea che Lydia si stia prendendo gioco di lui possa sfiorargli la mente.

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