Mi permetto di ringraziare in anticipo SuperNova013, Phoenixstein e il mio tesoro di Aniasolary. E ovviamente la Mia Persona, che ieri sera si è sorbita i miei scleri, anche se era tardi e dovevamo andare a letto.
«Tu lo
ami.»
«No.
Non lo amo.»
«Menti
a te stesso talmente tanto che credi sia vero. Ma lo sai, lo sai che lo
ami.»
«Io…
no…»
«Smettila.
Tu ami Stiles.»
«Mpf…»
Hai passato
così tanto tempo a mentire a te stesso che un
giorno sei perfino riuscito a crederci.
Credevi davvero
di non amare Stiles, di essere passato oltre
a quella stupida cotta.
Hai passato
così tanto tempo a dirti che no, è
completamente impossibile, che i
fantasmi sono diventati più di uno, formando uno sciame di
cose sbagliate; cose
per cui, no, Stiles
non può amarmi.
Lo
rovinerei. Hai passato
ogni momento della giornata a pensare questo.
Hai visto tutte le tue cicatrici, e hai pensato che quelle le avevi
solo per
l’amore che stupidamente hai dato via, che hai vissuto e
disperato.
E ora credi che
tu non possa più amare. Credi che tu sia una
persona che semplicemente non
può
amare.
Credi che sia il
tuo destino. E credi che ti vada bene.
Hai passato
così tanto tempo a mentire a te stesso che un
giorno sei perfino riuscito a crederci, ed ad ogni occhiata piegavi la
testa in
basso.
Guardavi
giù, il pavimento, la terra, la strada, pur di non
incrociare quegli occhi, pur di non far
capire.
Perché
avrebbe capito, e lo sai perfettamente. Sai che
avrebbe capito tutto in un solo sguardo. Perché lui
sì che è intelligente, e
anche se continui a mentire a te stesso, e dire che no, non lo ami, la sua
intelligenza è la cosa che più ami di lui.
Ami come i suoi
occhi si illuminano quando scopre qualcosa
di diverso, e pare che riesca a registrare le nuova notizie in un
secondo.
Ami come riesca
ad arrivare alle soluzioni prima di tutti
gli altri, come se il suo cervello lavori il triplo.
Ami la sua
intelligenza. Anche
se menti a te stesso di non amarlo.
E davvero,
davvero, hai passato così tanto
tempo a mentire a te stesso che un giorno sei perfino
riuscito a farglielo credere.
Perché
lo sapevi che lui era intelligenze, e una volta
intercettato quello sguardo che di solito neghi, quella volta in cui
è più
veloce della luce, e ti
guarda, e i tuoi
occhi si incatenano ai suoi perché è il tuo corpo
a scegliere e il cervello non
dà più input.
Vede, e
sì, lui vede.
Ma tu neghi,
perché come potresti fare altrimenti?
E anche se lui
è davanti a te, e dannazione! È davvero
davanti a te, e basterebbe avanzare di un passo, appoggiare una mano in
quel
corpo, in ogni posto tu voglia, visto che ormai è tuo e
quasi lo urla. Ma non
lo fai, perché hai paura di macchiarlo con quelle tue mani,
hai paura di fargli
male perché sei potente, e le tue mani lo sono davvero
tanto, e non vuoi lividi
in quel corpo così candido.
Però
non vedi quanto si sta ferendo Stiles, correndo verso
di te.
Pare quasi che
salti ogni ostacolo che trova nel passaggio,
e sono davvero tanti, perché tu butti dietro di te bucce di
banana e bombe,
sperando che Stiles smetta di correre. Ma lo sai, e non hai bisogno di
mentire
a te stesso, perché è ovvio che Stiles non si
fermerà fino a quando non troverà
una porta chiusa davanti sé.
E tu fingi che
sia il vento, che sia solo colpa di quella
casa ormai in rovina, ma la porta la tieni sempre socchiusa.
Peter te lo
dice. Te lo dice di smettere di fare così, e sì,
è vero che Stiles ormai è entrato in squadra ed
è abituato ad allenamenti più
duri, però non può correre per sempre.
Si
stancherà, e questo lo sai, Derek.
Lo sai che tutto
questo finirà. Lo sai che la tua vita non è
infinita, anzi.
La tua vita
è fatta di minuti contati e secondi rubati. Di
respiri mozzati e di corse batticuore.
La tua vita
è così corta, e menti a te stesso che tutto
questo lo fai per lui, per non fargli vivere quel casino, per non
dargli
dispiacere.
Ma sai che
l’unica ragione sei tu, e soltanto tu.
Perché
nella tua paura e nella tua tristezza sei egoista;
nella tua rabbia riesci a pensare solo a te, come se il mondo si
fermasse a te
e tutto il resto fosse solo fiamme e fumo.
Solo che non
è così. Il mondo è grande, immenso, e
tu non
puoi credere di averlo visto tutto.
Devi smettere di
pensare di avere ogni risposta, perché se
proprio lo vuoi sapere, non ne hai nemmeno una.
Perché
i tuoi occhi sono intelligenti, sì, ma non come i
suoi.
Perché
il tuo cervello è veloce, sì, ma non come il suo.
E
non ha bisogno dei
super poteri per capire che il tuo odore è cambiato e sa di
morte ancora di più
rispetto a quando ti ha conosciuto.
E lui si era
ripromesso di salvarti, prendendosi il ruolo di
Superman, perché alla fine Batman non gli è mai
andato a genio più di tanto e
il nero proprio non gli piace.
È
buffo come si sia innamorato di te, tutto nero.
Non riesci a
trovare risposta, e menti a te stesso, ancora
e ancora, dicendoti che è solo
una cotta, niente di che.
Ma sai che non
è così, vero Derek?
Perché
glielo leggi in quegli occhi che lui non nasconde
mai, perché è anche più forte di te, e
non smetterà mai di fartelo capire, e
correre, correre verso di te.
E va bene che
quelle braccia incrociate al petto fanno parte
del tuo essere, ma sai quanto sarebbe bello aprirle per aspettare un
abbraccio?
Però
menti a te stesso, perché no, non
mi arriverà mai un abbraccio. Nessuno mi
abbraccerà.
E sei uno
sciocco, ancora. Poiché Stiles non è una persona,
non è un viso fra la gente,
un nome che
si può dimenticare o un naso solo carino.
Stiles
è tutto ciò che tu credi non possa esistere.
È il
mondo che non è bruciato in quella notte, è tutto
quello che tu potresti avere
ma che non hai.
Come se tu fossi
un vampiro che può vivere solo di notte, o
un uomo dannato da chissà quale maledizione e non
può lasciare la casa.
E sai che i
vampiri non esistono. Così come le maledizioni.
E ti ci vorrebbe
così poco per attraversare quella porta, e
smettere di vedere tutto rosso e grigio.
Sembra quasi un
paradosso come le cose accadano normalmente.
Stiles ha sempre
fatto così, e tu non lo hai mai capito.
Non hai mai
capito il modo innaturalmente veloce in cui si
butta in ogni problema, in ogni avventura.
Non hai mai
capito il suo modo di parlare senza riflettere,
quel suo non collegare il cervello alla bocca e nonostante tutto
azzeccarle
tutte.
E ti sei sempre
chiesto cosa sarebbe successo se un giorno
Stiles avesse collegato il cervello alla bocca, e ti avrebbe parlato
con quelle
sue labbra ipnotiche.
Cosa farai non
lo sai, mentendo a te stesso che tanto non
succederà mai.
Hai passato
così tanto tempo a mentire a te stesso che hai
finito per non pensarci più.
Hai passato
così tanto tempo a seppellire quei sentimenti
che non li trovi più.
Ed è
davvero passato così tempo, le stagioni si sono
alternate e tu sei sempre rimasto con quella canottiera anche se morivi
dal
freddo, visto che alla fine quell’alternativa quasi ti
lusingava.
È
davvero passato così tanto tempo perché i capelli
di
Stiles sono ancora più lunghi e le spalle ancora
più larghe, e dalla maglietta
fine che porta puoi vedere un fisico ben delineato anche senza bisogno
della
super vista.
E sai che
è davvero passato così tanto tempo
perché la sua
voce è cambiata, e quasi vedi un filtro tra la sua bocca e
il suo cervello.
Vorresti
solamente correre verso di lui e strapparglielo
via, quel filtro. Perché amavi
così tanto quel suo sproloquiare,
e capita a te e non a lui.
Perché
è davvero passato così tanto tempo, e tu hai
finito
per parlare da solo, allo specchio, pensando a cosa dire e cosa non
dire.
Preparandoti un discorso che, mentivi a te stesso, avresti
detto presto. Perché avevi preso il coraggio, con
quei
sentimenti un po’ sotterrati, così da non farti
più paura come prima, e giuravi
a te stesso che un giorno avresti scavalcato quella finestra e gli
avresti
parlato.
Ma i giorni sono
passati, e Stiles ha semplicemente smesso
di correre. Ha trovato la porta chiusa ed ha bussato.
E tu te lo sei
visto lì, davanti, in tutto quello che Stiles
è. E ti ci vorrebbe una giornata intera per elencare e
catalogare Stiles. Senza
riuscirci, ovviamente.
Hai passato
così tanto tempo a mentire a te stesso, che ora
che ce l’hai davanti non sai cosa fare.
Vorresti
scusarti, avvicinarti, buttarti ai suoi piedi e
piangere.
Invece stai
fermo, immobile, nella tua solita posa, come se
aspettassi solo un fotografo che passando di là ti scattasse
una foto.
Il
lupo
imbronciato, si chiamerebbe
così lo scatto.
Ed è
Stiles ad avvicinarsi, perché proprio non ce la fa a
mentire a se stesso, e non lo ha mai fatto.
Tu stai fermo,
ancora. Lui si avvicina, e tu stai fermo.
Fermo, fermo, fermo, e Stiles si spaventa, chiedendosi se sei vero o
sei solo
un cartonato.
Ma ti tocca, e
lo sente che sei vero. E tu sciogli le
braccia da quella presa ferrea.
Così
ti abbraccia, all’improvviso, di slancio.
Mette le braccia
sotto le tue, sollevandotele, e se le porta
da solo al collo, affondando il suo viso nel tuo petto, come a dire proteggimi.
Solo che, se lo
dovessi davvero fare, dovresti allontanarti
da lì e scappare lontano.
Ma non trovi la
forza, perché quei sentimenti sono tornati
vivi più che mai, e non ce la fanno più a
sentirsi dire di no.
E semplicemente
smetti di mentire a te stesso, e ti dici che
sì, avresti protetto Stiles da ogni cosa, da ogni pericolo.
Ti dici che le
tue spalle sono larghe e finalmente le puoi
usare, che contro il mondo ti ci metteresti pure in mutande pur di non
vedere
più soffrire Stiles.
E giuri a te
stesso di non fargli mai, mai del male, perché
già glielo hai fatto, e ti uccideresti se commettessi di nuovo lo stesso sbaglio.
Perché
a volte il coraggio sta in questo. Affrontare quello
che non potrai mai vincere.
Amare, semplicemente
amare, e darsi un’opportunità.
Il coraggio sta
nel ricambiare quell’abbraccio, prenderselo
in braccio e portarlo nella stanza da letto, ed amarlo, amarlo fino al
giorno
dopo e quello dopo ancora.
Il coraggio sta
nell’ammettere le tue debolezze e trarne
vantaggio. Sta nel mangiare banane e smettere di buttare via le bucce
per
strada, e tenere la porta aperta perché nella vita la porta
aperta per qualcuno
si deve tenere, e non tutti sono
cattivi e non tutti ti odiano.
E sì,
i fantasmi ci saranno sempre, e saranno sempre lì,
pronti a farti fare incubi, pronti a farti piangere e annegare nei
ricordi.
Ma sono solo
fantasmi, e con una manata sfumano via.
Hai passato
così tanto tempo a mentire a te stesso che ora è
arrivata l’ora di smettere. E lo fai, affondando a tua volta
il viso nel suo
collo come a dire proteggiamoci insieme.