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Autore: Aine Walsh    17/09/2013    1 recensioni
D’improvviso scosse la testa come per scacciare via tutto quell’ammasso di pensieri e ricordi, premette i palmi delle mani sugli occhi e sospirò deciso a rimboccarsi le maniche e finire di studiare.
Se solo quel suono di quei passi glielo avesse permesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Hai mai letto John Keats?»
 
 
La biblioteca semivuota era una delle cose migliori capitata in quella giornata a Kurt, ovviamente seconda solo a tutto ciò che aveva a che fare con Blaine Anderson.
Frequentava la Dalton da poco più di un mese ormai, ma non riusciva ancora a sentirsi parte del gruppo. A dire il vero, erano più d’una le cose che Kurt tollerava appena di quel liceo e la maggior parte di esse erano collegate agli Usignoli e al loro strano modo di prendere le decisioni. Quando decise di lasciare la McKinley sapeva già che gli sarebbe mancato il suo Glee Club, ma non aveva immaginato di poterne sentire tanta nostalgia. Sì, aveva sempre Finn in giro per casa e spesso usciva insieme a Rachel e Mercedes, ma non era lo stesso. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato disposto a dare qualsiasi cosa per vedere Santana fare la stronza con il Tal dei Tali di turno? O per sentire la Sylvester chiamarlo ancora Porcellana?
D’improvviso scosse la testa come per scacciare via tutto quell’ammasso di pensieri e ricordi, premette i palmi delle mani sugli occhi e sospirò deciso a rimboccarsi le maniche e finire di studiare.
Se solo quel suono di quei passi glielo avesse permesso.
«Oh, sei qui» fece Blaine, sedendosi di fronte ad un Hummel che lottava con tutto se stesso per evitare di sorridere come un ebete.
«Sì, perché?» domandò con indifferenza, trattenendosi dall’aggiungere “Mi cercavi?”.
«Non ti ho visto in mensa prima e ho pensato che fossi scappato» rise Anderson.
«Ho pranzato in fretta per venire qui a studiare, niente di più. E al momento non sto progettando nessuna fuga».
«Questo mi solleva parecchio».
Restarono in silenzio per qualche attimo, poi il ragazzo chiuse i libri consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a leggere nemmeno un’altra riga se prima quegli occhi quasi ambrati non fossero andati via.
«Ti arrendi così?».
«Ah! – esclamò Kurt – Guarda, ne ho veramente abbastanza per oggi; sono chiuso qui da non so nemmeno quanto».
«Non lo so, ma direi parecchio. Che stavi studiando?» chiese Blaine sporgendosi in avanti per esaminare una copertina a caso.
«Uh, Letteratura, sai che…» cominciò Hummel.
«Bello, no?» lo interruppe l’altro.
Kurt rimase un attimo spiazzato, con la bocca dischiusa come a voler dire qualcosa. Se avesse finito la frase avrebbe sicuramente manifestato tutto il suo astio per quella materia, ma dal momento che non ne ebbe l’occasione si limitò ad annuire ripetutamente con un largo sorriso a labbra cucite stampato in volto.
«Ti piace?» insistette Blaine.
«Sì certamente, mi appassiona proprio tanto».
«Ci avrei scommesso, tu trasudi Letteratura da tutti i pori» replicò. Poi fissò il suo sguardo dritto in quello dell’altro ragazzo, guardandolo intensamente per alcuni istanti e infine scoppiò a ridere, facendolo avvampare. «Le bugie non sono proprio il tuo forte, eh?» ridacchiò.
Sbigottito, Kurt decise quasi subito di non fare il suscettibile e battere in ritirata. «Posso sempre imparare, no?» disse, raccogliendo i libri sparsi sul tavolo e alzandosi per andare via e salvarsi da quella sfilata di figuracce che stava portando avanti.
Blaine non rispose, né lo seguì, ma si limitò a studiarlo un po’. «Kurt?».
«Mh?».
«Hai mai letto John Keats?».
«Ahm… Keats?».
«Sì».
No che non l’aveva letto, mai nemmeno cercato per pura curiosità su Google. Al momento le uniche cose che il ragazzo ricordava sul suo conto erano tre:
1. John Keats era inglese.
2. John Keats era il poeta preferito di una lontana cugina che non si sapeva che fine avesse fatto.
3. John Keats scrisse qualcosa che aveva a che fare con un usignolo.
«Non ha scritto l’Ode a un Usignolo?» chiese, sperando di non essersi sbagliato.
Blaine parve sorpreso. «Sì, sì sì, è lui. Anche se non volevo parlarti di quel testo in particolare perché credo ce ne sia uno più bello, ma… la conosci? L’Ode, dico».
Bella domanda; meglio essere franchi, peggio di così non sarebbe potuta andare.
«Solo per sentito dire, onestamente. Adesso scusami, ma…».
Il cuore di Kurt Hummel perse un battito quando il compagno per lo prese delicatamente per il polso. Il ragazzo si alzò e fronteggiò l’amico prima di cominciare.
«E allora, amore, perché dobbiamo come lo sciocco perdere ciò che abbiamo? Su, ridi, la mano sia tesa, gli occhi pieni d'amore, la voce dolce di resa» sussurrò, accompagnando l’ultima frase con un sorriso da togliere il fiato.
Kurt batté più volte le palpebre, sorpreso, istupidito, felice e perplesso, totalmente incapace di proferire alcuna parola.
«Ad Emma. Dovresti leggerla, se non l’hai ancora fatto: – continuò Blaine – sai, credo ti piacerebbe. Vedi, non sempre la Letteratura è così male».
Di tutte quelle cose che Kurt avrebbe voluto dire o chiedere in quel momento, solo una, la più stupida e insignificante, si fece strada e trovò la sua voce. Un attimo dopo aver finito di parlare avrebbe tanto voluto nascondersi da qualche parte. «Non la ricordi tutta?».
Anderson si passò una mano tra i capelli, come fosse imbarazzato, poi ammise: «Non l’ho mai imparata tutta, ricordo sempre e solo questo pezzo. Magari se la studiassi insieme a qualcuno… – s’interruppe bruscamente, proprio sul più bello, e lasciò cadere lì la frase – Ci vediamo dopo alle prove, va bene?».
Kurt rispose automaticamente di sì, ma Blaine aveva già varcato la soglia ed era uscito in corridoio.
Beh, pensò sorridendo tra sé e sé, almeno stavolta mi sono innamorato di un gay che s’intende pure di poesia.
E infine convenne nel fatto che la Letteratura potesse essere una materia molto più piacevole, se studiata in compagnia di un qualcuno non a caso.

 
We're Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band...

E sono approdata anche in questa sezione! *Applaude da sola*
No, allora, se c'è una cosa che non capisco è il motivo per cui le mie storie mi sembrano sempre accettabili alle due di notte e da cestinare a mezzogiorno. Sarà il sonno che mi offusca la mente.
Quindi, non è da molto che seguo Glee, ma in quasi un mese ho divorato la prima, la seconda e parte della terza stagione. A proposito, dopo aver finito qui andrò a vedere qualche altro episodio... dicevo, non è da molto che sono dentro, ma ogni scena Klaine mi manda in visibilio e mi fa fangirleggiare come una bimbetta di dieci anni (il che può essere vergognoso, vista e considerata la mia età ._.) ed è appunto in un momento di fangirl spietato che ho tirato fuori questa.
Non me ne vogliate troppo male, nei miei progetti sarebbe dovuta venire meglio e con un briciolo di senso in più, magari.
Spero di tornare nel fandom con altre fic un po' migliori di questa, ya.
Intanto ringrazio chiunque abbia aperto la pagina facendo aumentare il contatore delle visualizzazioni; vi meritereste tutti una medaglia al valore, o impavidi.
Grazie :)


A.


 
  
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