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Autore: The Edge    17/09/2013    4 recensioni
Il tastierista arricciò le labbra, gli dava sui nervi il comportamento dei dottori. Il suo amico stava male e nessuno si scomodava per dire se c’erano dei miglioramenti in vista.
«Siamo la sua famiglia, porca puttana!» Pensò David mentre gettava con rabbia il bicchierino nel cestino.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Bryan, Jon Bon Jovi, Richie Sambora, Tico Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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David mescolò il suo caffè con il cucchiaino, e con notevole nervosismo si portò il bicchierino alle labbra.
Il sapore amarognolo del caffè delle macchinette dell’ospedale gli ricordò brutalmente il motivo per cui era lì.
Sentiva Jon parlare al telefono con Maria, erano quaranta minuti buoni che cercava di consolarla, povera donna. La capiva, insomma, anche lui era preoccupato per Tico.
Tico Torres.
Il suo compagno di avventure, il suo grande amico, il suo degno compare di burle, perché loro erano così. Due eterni bambini che giocavano assieme, e le loro vittime preferite erano Richie e Jon.
Richie gli aveva telefonato poco prima, desideroso di informarsi sulla salute del nanerottolo malato.
Non aveva saputo dirgli niente di concreto, dato che i medici e gli infermieri avevano la bocca sigillata.
Il tastierista arricciò le labbra, gli dava sui nervi il comportamento dei dottori. Il suo amico stava male e nessuno si scomodava per dire se c’erano dei miglioramenti in vista.
«Siamo la sua famiglia, porca puttana!» Pensò David mentre gettava con rabbia il bicchierino nel cestino.


Si sedette sulla sedia in sala d’aspetto, si portò la mani tra i riccioli e chinò la testa.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, alzò gli occhi e vide Jon accovacciato davanti a lui «Ce la farà, Tico è indistruttibile. È una semplice appendicite, domani starà meglio e vedrai che architetterà subito uno scherzo che ci farà cagare sotto come sempre.»
Il cantante sorrise, ma David si accorse che era tirato. Gli occhi blu di Jon erano tristi, quasi spenti, preoccupati.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Mai quel detto gli era sembrato così vero.



***


Mal di schiena.                               
Il primo pensiero di David Bryan fu quello. Mal di schiena.
Una vocina nella sua testa gli fece notare che effettivamente aveva dormito su una sedia d’ospedale, mica su un letto. Cosa si aspettava? L’ape regina con la colazione su un vassoio?
Borbottando epiteti poco carini su quanto fosse scomodo stare seduti su una di quelle stupide seggiole di plastica, il tastierista si avviò verso i bagni.
Si risciacquò il viso e sbadatamente si bagnò anche i capelli attorno alla fronte.
Uscì dal bagno e si guardò attorno, voleva assolutamente parlare con un fottutissimo dottore. Pretendeva, anzi, esigeva sapere se durante la notte Tico s’era ripreso.
Il biondo ridusse gli occhi a due fessure e ruotando la testa da una parte all’altra come se fosse un radar, vide alla fine del corridoio una strana figura che si aggirava per l’ospedale in camicia da notte e la stampella con la flebo.
David sorrise e si mise a correre, incurante della dottoressa che tentò di acchiapparlo per i capelli per ricordagli che non si corre nei corridoi, o meglio, che in ospedale non si corre in generale.


«Tico!» esclamò mentre lo abbracciava stretto «Non osare mai più farmi prendere un colpo del genere. Mi hai fatto invecchiare di colpo, accidenti a te.» aggiunse a mo’ di rimprovero, ma sorrideva, finalmente più sereno.
Torres sorrise a sua volta e si scostò a malincuore dall’abbraccio, visto quel disgraziato gli stava tirando il tubicino della flebo e gli stava dando fastidio.
«Ci hai fatto preoccupare tantissimo. Ieri sera Jon ha passato quasi un’ora a parlare con tua moglie, l’ha persino supplicata di andare a dormire con Hector e di usarlo come peluche, pur di farla star meglio. Adesso come ti senti?»
«Mi sento un po’ rimbambito…» iniziò a dire Tico, ma David lo interruppe, incapace di resistere «Allora stai alla grande.»
Il batterista rise di cuore e gli diede un pugno amichevole sul braccio, felice di non essere da solo «Jon dov’è?»
«È barbaramente addormentato in sala d’aspetto, si è accampato anche lui sulle seggioline come me e non da segni di voler tornare nel nostro mondo. Era anche lui in ansia, così come Richie.»
Quelle parole fecero molto piacere al malato, che si aggrappò saldamente alla stampella con entrambe le mani «Dopo chiamo sia Maria che lui… Non credevo di… beh, ecco…»
David lo interruppe nuovamente e gli passò un braccio attorno alle spalle «Siamo sempre la tua famiglia, ricordatelo nanerottolo.»


Tico sorrise e i suoi occhi scuri si illuminarono di divertimento «Ti va di svegliare Jon alla vecchia maniera?»
Dave rise a sua volta «Fammi capire, tu stai andando in giro in camicia da notte, aggrappato a ‘sto coso che mi inquieta parecchio e tu vuoi già fare scherzi? Certo che mi va fratello!»
I due si sorrisero complici e si avviarono verso la sala d’aspetto, pronti a fare quello che sarebbe stato l’unico momento in cui Jon Bon Jovi avrebbe preferito dormire su una sedia d’ospedale, piuttosto che essere svegliato da quei due bambini ormai troppo cresciuti.





Angolo della matta:
Per una volta scrivo un qualcosa di vagamente serio, il che è decisamente preoccupante.
Beh, io l'ho immaginata così la scena che sarà sicuramente avvenuta in ospedale pochi giorni fa. 
Anche questa la dedico a Chara, che me l'ha commissionata assieme ad un altra storiellina assolutamente demenziale che a breve -spero- scriverò.
Lascio a voi i commenti, che sono sempre molto graditi alla sottoscritta qui presente.
A presto!
The Edge
  
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