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Autore: Christine_    17/09/2013    5 recensioni
SPIN OFF ufficiale su Anne e Cooper della fanfiction "About Wayne" di BlackPearl.
"Poco tempo dopo sono seduta sul letto in camera e fisso questo strano stecco bianco.
Ho il cuore che batte all’impazzata, me lo sento nelle orecchie, lo stomaco si contorce peggio che mai.
Non avevamo previsto di avere un bambino così presto. Cosa penserà Coop? Sarà felice?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I Love You Twice.

Vi dirò, la vita matrimoniale non mi dispiace per niente.
Dite che è troppo presto per parlare? Oh, al diavolo.
Cooper fa il bravo maritino, in casa collaboriamo senza troppi litigi e il sesso… chi vi ha detto che dopo il matrimonio diminuisce?
Diciamo che, ecco, sappiamo come divertirci senza avere il televisore acceso.
Sì, vinco sempre io a scacchi, esatto.
“Anne!” tipico urlo da rientro a casa.
Ho già imparato a riconoscere i suoi rumori. Chiudo il rubinetto del lavello e sento la porta che sbatte, ecco le chiavi sul mobile accanto allo specchio, si sfila la giacca, il tonfo delle scarpe a terra.
Riconosco tutti i passi che lo portano in cucina, fino a che lo vedo comparire davanti a me con il suo solito sorriso a trentadue denti.
“Ciao amore, pranzetto pronto?” dice lasciandomi un bacio leggero sulle labbra.
“Ho davvero pochissimo tempo, c’è un mucchio di lavoro.”
Si dirige dritto in sala da pranzo in men che non si dica e io spengo i fornelli.
“Sì, c’è un po’ di pollo. E’ che stamattina non sono stata troppo bene.”
Dico mentre, aiutandomi con una presina, porto a Coop quello che sono riuscita a fare per pranzo.
“Come mai?” mi dice mentre prende con una forchetta un po’ di pollo e inizia a mangiare.
“Non so, un po’ di stanchezza e reflusso, credo. La solita nausea di sempre, niente di che.”
“Non mangi per niente?” mi chiede con la bocca piena.
Sempre il solito.
“No, non mi va, ora. Male che va mangio qualcosa dopo.”
Mi siedo comunque accanto a lui e mi stiracchio. Ma posso essere stanca senza far nulla?
Cooper lo nota e lo vedo ridacchiare mentre si passa il tovagliolo al lato sinistro della bocca.
“Ti ho fatta stancare troppo ieri sera?” mi chiede malizioso e io rido.
Poi butto l’occhio sull’orologio al suo polso, è presto per farlo tornare al lavoro e non credo voglia vedere il notiziario in tv.
Mi avvicino lentamente a lui, quasi con gli occhi socchiusi.
“Cosa è successo ieri sera? Credo di non ricordarlo…” gli sussurro lentamente mentre gli sfioro pericolosamente le labbra.
“Niente che non possa facilmente ricordarti adesso.”
Passa le sue labbra delicatamente sulla mia mascella fino ad arrivare al collo, dove lascia un bacio.
“Credo che farò tardi a lavoro, quanto traffico…”
E inizio a ridere mentre mi prende in braccio e mi lascia cadere sul divano.
Ancora con questa storia che la vita matrimoniale è una barba? 

No, il reflusso anche questa mattina, no.
Ieri sono stata brava, non ho mangiato niente che non potessi. Quindi, caro stomaco, vedi di fare pace con non so cos’altro qui dentro perché stamattina non è giornata.
Mi siedo lentamente sul letto e stiracchiandomi sento un meraviglioso dolore alla schiena.
Ah, Anne, oggi dev’essere la tua giornata. Un fiore che sboccia al primo sole, proprio.
Mi trascino in bagno per farmi una bella doccia, voglio vedere se non rinasco così.
Un’ora dopo sono profumosa e comoda sul divano. Oggi potrò beatamente oziare tutto il giorno dato che Cooper non torna a casa per pranzo e Elettra è completamente risucchiata dal lavoro.
Prendo il telecomando accanto a me e inizio un sano zapping, già sapendo che fra tre canali mi alzerò per prendere un dvd.
Notiziario inutile.
Programma sulla cucina.
Film tedesco.
Ennesima replica.
“ Molte donne confondono i sintomi e capiscono più in là di aspettare un bambino”.
Non credo di aver capito bene, aspettate un attimo.
Alzo il volume della televisione e mi ritrovo a pendere dalle labbra di questa biondona che, a quanto pare, è una luminare della ginecologia.
“Mal di schiena, nausea e stanchezza perenne possono essere sintomi da stress. E’ normale che la signora abbia capito alla nona settimana di essere incinta, capita spesso. Soprattutto in presenza di un ciclo irregolare, ed è facile confondere le perdite che si possono avere nella prime settimane con il ciclo mestruale.”
La presentatrice interrompe subito la biondona per dare la pubblicità.
Schiena, nausea, stanchezza.
Stanchezza, schiena, nausea.
No, Anne, neanche se li metti in ordine alfabetico cambia il senso. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
Ma io prendo la pillola, è imposs-
Corro verso il bagno inciampando in qualsiasi cosa si ponga tra me e il vomitare l’anima.
Dopo trenta secondi sono già a lavarmi faccia e denti per spazzare via la brutta sensazione.
Cerco con terrore la scatola delle pillole, sapendo già che l’avrei trovata piena ed infatti è così.
Come ho fatto a dimenticarmi di prenderla per due settimane?
Come, Anne?
Resto ferma per almeno cinque minuti a guardarmi allo specchio, troppe cose mi attraversano la mente per riuscire a formulare un solo pensiero decente.
Mi sfioro la pancia, sorrido. Alzo la maglietta e mi metto di profilo. E se non fosse vero e stessi solo facendo la cretina davanti ad uno specchio?
Esistono dei pratici test che possono dirtelo, bella di mamma. Avanti, su.
Esco subito di casa e vado nella farmacia alla via accanto, facendomi carico di un coraggio che non pensavo di avere ma la voglia di sapere è troppa.

Poco tempo dopo sono seduta sul letto in camera e fisso questo strano stecco bianco.
Ho il cuore che batte all’impazzata, me lo sento nelle orecchie, lo stomaco si contorce peggio che mai.
Non avevamo previsto di avere un bambino così presto. Cosa penserà Coop? Sarà felice?
Mi giro a guardare il suo cuscino. Avevamo detto di voler aspettare per goderci un po’ la vita insieme.
E se la prenderà male?
E se- suona il timer dell’iPhone. Sono passati tre minuti.
Adesso chi lo trova il coraggio di girare il test?
Due linee. Ci sono due linee.

 

Mentre vado a sciacquarmi la faccia per cercare di mettere in ordine i pensieri sento il telefono che squilla nella mia tasca.
Cooper.
“Pronto.”
“Anne, mi sono liberato e riesco a tornare a pranzo. Ah, ho sentito Eva, ha detto che dovrebbe essere a casa tra cinqu-“
DLIN DLON.
“ora. Beh, allora ci vediamo dopo, okay?”
E come faccio adesso?
“Ehm, sì, okay, okay.” dico un po’ assente e lui se ne accorge, ovviamente.
“Tutto okay, Anne? Ti senti ancora poco bene?”
Mentre vado verso la porta lo tranquillizzo di stare bene e ringrazio il cielo di aver già nascosto il test.
“Eva, splendore!”
Come se niente fosse, Anne.

 

“Anne, mi passi il sale?”
Ecco l’unico modo per distrarla, farla cucinare.
Perlomeno posso allontanarmi ogni tanto e fingere di non avere questa maledetta nausea. Adesso come faccio a dirlo a Cooper?
Impazzirò. Ho scoperto di essere incinta meno di tre ore fa e sono già una donna isterica.
“Oggi pomeriggio è vero che mi porti a fare shopping? Dai, su!”
Ci mancava solo lo shopping.
“Certo, cuginetta. Un po’ di shopping di Miami non fa mai male!”
Ecco, brava Anne, ridi.
“Perfetto, Cooper tra quanto dovrebbe essere qui?”
Guardo l’orologio al polso e mi rendo conto che dovrebbe essere qui a momenti.
Vado in cucina a prendere le posate e poi per il pranzo sarà tutto pronto.
Certo, è pronto tutto tranne il piano per dire al mio neo marito che aspettiamo il nostro primo pargolo.
Però sono tranquilla, eh.

 

“E così se non ci fosse stata quella hostess chissà che fine avrei fatto!”
Eva e Cooper ridono di gusto al racconto del volo di lei per arrivare fin qui.
Io lo guardo e vorrei dirgli tutto ora, non mi sono mai tenuta per me una notizia per tutto questo tempo, figuriamoci di questa portata.
Cooper è stato da sempre anche il mio migliore amico, non posso aspettare stasera, non ce la faccio.
“Vado a prendere la macedonia in cucina!” annuncia mia cugina e subito Cooper si avvicina a me toccandomi il braccio.
“Sicura che sia tutto okay? Sei strana.”
“Sto bene, amore, è ch-“
“Eccola qui!”
Eva arriva trotterellando con una gigantesca scodella di macedonia che ha preparato mentre cercavo di darmi da fare con la carne.
Cooper ritira la mano e torna a concentrarsi sul cibo.
Mi auguro che abbia capito che devo parlargli.
Finiamo di mangiare quasi in silenzio, fino a che Cooper non si schiarisce la voce e si gira verso di me.
“Poi alla fine ti ha chiamata tua madre,  Anne?”
Eh? Cosa c’entra mia madre?
“Zia Libby!” esplode Eva “le avevo promesso di andare a trovarla dopo pranzo! Magari scappo ora, così poi riusciamo a fare shopping! Non vi dispiace, vero? Starò via solo una decina di minuti!”
“Ma no, tranquilla!” esplode subito io.
Lei mi guarda stranita. L’ho detto troppo eccitata? Sono gli ormoni, giuro.
“Così poi possiamo andare a fare shopping con calma e mamma sarà contenta che sei passata!”
Ecco, così già va meglio.
Eva è via di casa in due minuti e Cooper mi raggiunge serio in camera da letto.
“E’ stata la prima cosa che mi è venuta in mente tirare fuori tua madre, speravo andasse via un attimo. Mi spieghi cos’hai? Non va tutto bene.”
Io sono in piedi davanti all’armadio a specchio e lo vedo che si avvicina pian piano dietro di me fino a stringermi e ad appoggiare la testa sulla mia spalla, sorridendo al mio riflesso.
“E’che lo sai che non riesco mai a tenere niente dentro, che devo sempre dirti tutto e subito.”
Cooper mi fa voltare verso di lui e mi passa una mano tra i capelli, per poi lasciare che cadano morbidamente dietro l’orecchio destro.
“Lo so, sei la mia migliore amica.”
La sua voce mi rassicura, come sempre. Sento il battito del cuore che si stabilizza, la paura che inizia a lasciare ogni piastrina del mio corpo.
E’ il mio Cooper, andrà tutto bene.
“Io…” inizio a parlare ma abbasso gli occhi. E’ davvero così difficile?Lui, ancora abbracciato a me, mi mette una mano sotto il mento e fa tuffare i miei occhi scuri nei suoi blu.
“Ho capito prima di te quello che stai per dirmi. Dimmelo."
Lo sguardo gli sorride e capisco che sa davvero.
“Aspettiamo un bambino, Coop.”
Lo dico lentamente, come se finalmente diventasse vero solo perché lo sto dicendo a lui.
“Io ti amo.”
Un attimo dopo ricevo il bacio più dolce che mi abbia mai regalato, le sue braccia mi stringono forte ma delicatamente e mi dò della scema per aver pensato tutte quelle cose stamattina.
“Ti amo anche io.” dico una volta che riusciamo ad allontanarci.
Continuiamo a sorridere come due adolescenti dopo il primo bacio che sentono di avere il mondo ai loro piedi. Per noi adesso è così.
Cooper si china sulla mia pancia e la scopre, prima di lasciarci un bacio.
“Promettimi di avere il sorriso di tua madre, marmocchia.” Sussurra e inizio a ridere.
“Hai già deciso che è femmina?”
“Oh, sì, lo so!”
Ridiamo insieme e ci baciamo ancora, prima che suoni il campanello.
“Dev’essere Eva, ha fatto in un baleno!” esclamo e mi sciolgo dall’abbraccio per andare verso la porta.
“Anne, aspetta! Non diciamolo a nessuno, per ora. Neanche a Eva o Elettra. Prima diciamolo ai nostri genitori, okay?”
Annuisco e mi avvicino per baciarlo ancora.
“Lo sai che adesso ti amo il doppio?” gli dico e mi sorride prima di baciarmi e il campanello suona un’altra volta.
“Mai far aspettare una Wayne!” urlo per farlo sentire anche ad Eva prima di aprire il portone.
“Ci ho ripensato, ci passo dopo lo shopping così ho più tempo. Andiamo ora?”
Rido mentre sento Cooper che mi abbraccia da dietro.
“Dai, donne, andate che rimetto io in ordine.”
“Bravo Cooper che fa l’uomo di casa così posso rubare mia cugina come si deve!”
Ridiamo mentre vado a prendere la borsa e mi accorgo di sentirmi incredibilmente più leggera.
“Anne, tesoro, non stancarti troppo!” mi saluta Cooper.
Faccio un sorriso un po’ storto e vado via.
Non penso di essere una terminale, sono solo incinta, no?
Apprensione maschile.

 

Dopo cinque messaggi e una chiamata credo che non sia apprensione ma ossessione. Voi che ne dite?
Siamo nell’ennesimo negozio, però perlomeno Eva non mi fa dannare come quella matta di Elettra, abbiamo già sette buste da trascinare in giro.
“Secondo te mi fa le gambe grosse?” mi chiede Eva uscendo dall’ennesimo camerino.Sta un amore, con quel fisico che si ritrova solo lei può indossare un vestito così corto ed essere meravigliosa.
“Oh, sì, ma guardati! Sembri Adele che ha mangiato la Aguilera!” le dico e lei rientra ridendo in camerino. Prenderà anche questo, lo so.
Mentre lei fa per uscire sento il telefono che squilla ancora. Se è ancora Cooper mi metto a piangere.
“Cos’hai combinato stavolta?” rispondo divertita dopo aver letto il nome di Elettra sul display.
“Ah, parlo con Anne? La cugina di Elettra? Io, ehm… sono Christian Wayne, un suo collega.”
Sento il sangue gelarsi nelle vene, neanche il suo tono pacato mi tranquillizza. Perché mi sta chiamando dal cellulare di Ele?
Nonostante sappia parecchie cose di lui non posso dargli del tu.
“Sì, sono io… mi dica.”
“Elettra è in ospedale.”

 

Tre giorni dopo, come ogni divinità che si rispetti, Elettra sta molto meglio. Inizia a mangiare qualcosa ed è tornata la solita scontrosa di sempre.
Ma il dettaglio più importante di questi giorni è alto un metro e novanta, per due metri di spalle e due diamanti al posto degli occhi.
Sì, non è un umano, sto parlando di Christian sono-un-dio Wayne.
Sono incinta e ho dei forti sbalzi ormonali, okay?
Christian ha lasciato questa stanza forse solo cinque ore in questi tre giorni, e sono comprese le pause bagno.
Ha parlato più lui con i dottori di me, Coop e Eva messi insieme. Potrebbe dettare a memoria la cartella clinica di Elettra al contrario e non sbaglierebbe una sola cifra.
Non l’ha persa di vista un secondo, l’ha aiutata a mangiare e non toglie mai quel sorriso dalla faccia quando lei lo guarda.
Non viene scalfito neanche dalle battute acide di quella strega di mia cugina che se non la smette di trattarlo così le faccio togliere gli antidolorifici per due ore.
Ma come fa quella matta a non capire quanto davvero Christian ci tenga a lei? Perché non riesce ad abbattere il muro che ha creato per proteggersi da ogni cosa?
Poi, proteggersi da che? Da un amore che potrebbe davvero riportarla a vita vera?
Elettra continua ad essere al telefono con il capo e Cooper viene accanto a me.Io lo amo, ma giuro che se mi dice di nuovo di stare attenta a come respiro perché altrimenti posso farmi male, giuro di tirar fuori un urlo da farmi ricoverare direttamente in psichiatria.
Anche perché Elettra ha già capito che c’è qualcosa che non va.
A interrompere l’atmosfera è un fattorino con un mazzo di fiori che entra nella stanza chiedendo di mia cugina.
Da parte di chi mai saranno? Un attimo dopo Elettra è pronta a sfatare ogni dubbio: “Tanti auguri di pronta guarigione. Christopher, Mike e Clara.”
“Wow, si sono sprecati.” rispondo mentre tocco i petali finti e subito sento di stare per starnutire e non riesco ad ascoltare quello che mi sta dicendo Elettra.
“Etciùùùù! Oh, Signore, come faccio ad essere allergica anche ai fiori finti?” dico strofinandomi il naso, prima di starnutire ancora.
Che caso disperato che sono. Cooper interviene immediatamente per togliermi dalle mani il regalo neanche fosse una bomba nucleare pronta all’esplosione.
“Tesoro, vieni via. Dai, ti fa male, attenta.”
Effettivamente quel tulipano al centro sembrava carnivoro.
“C’è qualcosa che devo sapere?” chiede, ovviamente Elettra.
Rispondo con un sorriso imbarazzato mentre in realtà vorrei solo fulminare Cooper con lo sguardo. Non è per niente in grado di fingere un comportamento normale, affatto.
A salvarmi è una voce celestina alle mie spalle.
“Ciao!” sorride una Rachel raggiante mentre ci saluta. Dietro di lei, in uno splendido completo, c’è quello che dev’essere Thomas.
Un attimo dopo, infatti, si presenta a me e Cooper e non posso far altro che concordare con i bei gusti di Rachel.
Osservo il battibecco tra i tre colleghi e intervengo, notando l’eleganza degli ultimi due arrivati.
“Come siete eleganti. State uscendo?” chiedo sorridendo ma, a giudicare dal rosso che colore le guance di Rachel era una frase che potevo evitare.
“Andiamo in quel pub… dove dovevate venire anche voi, o sbaglio?” quasi fulmina mia cugina che si sente in dovere di scaricare addosso a qualcun altro.
Ma proprio a caso, eh.
“Oh, che bello! Perché non andate voi due con loro, invece, ragazzi?” dice guardando me e Coop che viene prontamente fulminato con lo sguardo.
“Ah, non lo so…” inizio a dire, sperando mio marito capisca “mmm, beh… forse volete uscire da soli! Perché accompagnarsi a due vecchi sposati?” ridacchio nervosamente.
“Cosa? No, ci fa piacere se venite! Dai, ci divertiamo!”
No, Rachel, non è la risposta esatta.
Guardo ancora Cooper prima che dica l’unica frase che non doveva dire, quella che mi fa traboccare.
“No, potresti stancarti, amore… Non credi che sia meglio-“
“Oh, per l’amor del cielo, Coop! Sono incinta di tre settimane e tu sei già così apprensivo!”
Ecco, magari però potevo anche evitare quest’ultima frase.
A giudicare dal silenzio e dallo sguardo attonito di mia cugina, direi proprio di sì.
“Ecco, non dovevate venire a saperlo così, ma… sorpresa!!” urletto per sdrammatizzare.
A rompere il silenzio è Rachel che si propende in auguri e viene ad abbracciarmi.
Strano a dirlo, ma lo dirò un’altra volta: mi sento più leggera. Tutto questo nervosismo del dirlo – non dirlo mi stava esasperando, ma soprattutto non mi stava facendo vivere davvero queste prime settimane di gravidanza come dovrei: schifosamente limpida e felice.
“Ecco cos’avevate di strano tutti e due! Potevate dirlo subito, accidenti. Beh, Coop. Congratulazioni ai tuoi spermatozoi per aver ingravidato mia cugina. Cugina… sei contenta?” sorrido raggiante ad Elettra e sento che non riesco a smettere di farlo.
“Allora, tanti auguri, vieni qui!” mi dice e mi sento tornare a quando avevamo sedici anni e fantasticavamo su questo momento… adesso invece è tutto vero.
La abbraccio forte, senza risponderle… Ormai abbiamo ben poco bisogno di parole.
“Anche se non ti farò mai da baby sitter lo sai, vero?” rido e rispondo con una frase che proprio non riesco a fare a meno di formulare.
“Certo che lo so. Ma cambierai idea, un giorno.” Dico sorridente, voltandomi verso Christian.
Non mi stupirei se da un momento all’altro mi cadesse una flebo in testa.
“Bene, ora che siamo tutti d’accordo perché non ve ne andate così la smettete di parlare di amore, di cene e di figli?”
Stranamente niente flebo, vedete come migliora?

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E' vero, vi ho fatto penare... però eccomi qui!
Colpa del wifi che va come pare a lui (Infostrada, un tempo ti amavo.)
Okay, ciancio alla bande. Sono in un immenso ritardo per l'anteprima di RUSH, sì, QUEL RUSH.
Quindi posso solo dirvi che questa mezza schifezzuola è nata in una sera sola, sotto la riproduzione continua di Love On Top di Beyoncé.
I personaggi sono ovviamente creati da BlackPearl, e questo è uno spin off ufficiale di quella meraviglia che è About Wayne, se non l'avete letto... VERGOGNATEVI e andate a leggerlo.
Detto ciò, scappo.
Vogliatemi bene comunque, anche dopo ciò.
Io ve ne voglio.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un abbraccio briboloso,
Rà.

  
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