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Autore: CharlieIlvendicatore    17/09/2013    6 recensioni
Come conquistare il ragazzo dei tuoi sogni in quindici semplici mosse, per eventuali reclami rivolgersi a Madame.
Il problema è che nessuno sa chi sia Madame, si sa solo che risponde alle lettere di ragazzine innamorate e disperate sul giornalino di Peggy, dandogli la speranza e spesso la possibilità di avverare il loro sogno d'amore.
Una di loro è forse la più innamorata e la più disperata allo stesso tempo, questa ragazza si chiama Violet e, avendo scritto migliaia di mail dove dimostrava di interpretare i consigli in modo sbagliato, le è stato concesso di incontrare di persona Madame, per un consulto MOLTO speciale.
Due ragazze dai caratteri molto diversi si troveranno a dover collaborare per vincere una sfida quasi impossibile.
Se amate le situazioni imbarazzanti, le battute pungenti e i triangoli (o in generale poligoni) amorosi, cliccate e leggete (spero non ve ne pentirete!)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Armin, Kentin, Nuovo personaggio, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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C'erano poche persone in quella città che la domenica mattina si alzavano alle cinque: i ragazzi che consegnavano i giornali, i pasticcieri, i netturbini più sfortunati e  Nastasia “Nasty” Devodier.
Lei al suono della sveglia non si girava mai dall'altra parte, anche quella mattina nel giro di tre secondi era in piedi.
Pantaloncini corti, top sportivo e canottiera: per attirare l'attenzione senza sembrare volgare.
Nastasia controllò ancora un attimo il suo look e il suo fisico allo specchio, per accorgersi con orrore di una riga in mezzo alla pancia che segnalava l'apparizione di una “tartaruga”, da quel giorno stop agli addominali.
Appena sotto casa estrasse da una tasca il suo fidato ipod, lei aveva sempre avuto la cattiva abitudine di associare le canzoni alle occasioni e di ascoltare sempre le stesse, un vecchio successo dei The primitives era la colonna sonora delle sue corse mattutine.
Regolò il volume al minimo per poter sentire qualche parola dello scansafatiche, più tardi.

 
Here you go way too fast, don't slow down you're gonna crash..
 
Alle ore 5.30 suonò a quello sfaticato di Kentin, sperando per la sua pazienza che fosse in strada entro cinque minuti. Fu accontentata, dopotutto Ken sapeva bene che lei gli avrebbe rinfacciato ogni secondo di ritardo.
-Nasty, possiamo posticipare un pochino? Sto morendo di son...nuo- disse il ragazzo, concludendo in un sonoro sbadiglio.
-E' con questo spirito che entrerai nell'accademia militare?
-Lì si svegliano alle sei,-commentò indispettito, peccato che il suo interlocutore fosse già partito, senza ascoltare una parola.
Era la solita gara per chi arrivava prima al parco e la bruna lo aveva seminato con quella partenza improvvisa, non poteva pretendere che i suoi riflessi fossero gli stessi alle cinque e mezza del mattino.
Lei attraversò la prima strada, la seconda e infine vide davanti a sé l'ultimo attraversamento pedonale che la separava dal parco, peccato che una macchina si stesse avvicinando proprio in quel momento avrebbe potuto annullare il distacco dal compagno.
“Dovrei fermarmi, ma potrei anche  batterla in velocità,  sono sulle strisce e avrei ragione io se succedesse qualcosa.”
Nastatasia era il genere di persona che pensa prima di fare qualcosa di avventato, per poi farlo in ogni caso.
Così si fiondò  in mezzo alla strada, lo stridire dei freni fece accapponare la pelle al povero Kentin, la macchina sbandò per un attimo e  poi tornò in carreggiata, si susseguirono suoni di clackson e un “Deficiente!” urlato a gran voce dall'autista, appena sceso dal sedile dell'auto ormai ferma.

You should watch- watch you your stay here, don't look out you're gonna break your neck

Adrenalina a mille, il cuore le esplodeva in petto e le vene pulsavano, Nasty continuava a correre, Nasty correva sempre più forte.
Prese ancora la volta la strada più lunga, le piaceva balzare giù da quel muricciolo che separava il sentiero dal campo da Basket.
Una volta arrivata si appoggiò con le braccia alle ginocchia, giusto per riprendere fiato.
Ken la raggiunse in una manciata di secondi, aveva infatti optato per la strada più corta.
Aveva un aspetto davvero buffo: era trafelato e spaventato, ricordava in qualche modo un pulcino spennacchiato.
-Tu-sei-una-pazza!- la rimproverò il ragazzo, ma un orecchio acuto avrebbe potuto sentire il rumore di quelle parole che rimbalzavano su di lei, non scalfendola minimamente. Dopotutto, perché avrebbe dovuto dargli ascolto?
-Tranquillo non è successo nulla.
-Va beh, io mi faccio qualche addominale,-disse lasciandosi cadere a terra e piegando le gambe, poi rivolse un attimo lo sguardo verso di lei,-Tu non vieni?
-Naaa. Mi sta spuntando la tartaruga... e poi ho di meglio da fare!





Lì, appena sotto al canestro, la aspettava la sua ignara preda. Non che le interessasse davvero qualcosa di Dajan, ma suo padre era il proprietario della palestra che frequentava e lei voleva rinnovare l'abbonamento senza rinunciare al suo personale megasconto annuale, soprattutto dopo tutta la fatica fatta per ottenerlo la prima volta.
-Ehi Daji.. facciamo due tiri?- si sforzò di fare una voce un tantino civettuola mentre si avvicinava a lui. 
Dajan fece un sorriso a trentadue denti e le lanciò la palla, lei la afferrò al volo e provò a tirare a canestro nel modo più impacciato possibile.
In realtà la ragazza se la cavava abbastanza bene a Basket, ma con la pesca andava ancora meglio e in quel momento sperava veramente che il pesce abboccasse.
-Ah... cavoli sono proprio una frana, non è che mi potresti spiegare ancora?
Lui le fece vedere un paio di volte il movimento, ma lei non fu del tutto soddisfatta finché il ragazzo venne a spiegarle il gesto accompagnandole le braccia e abbracciandola da dietro.
Prima di fare un tiro che sarebbe sicuramente andato a canestro si voltò verso il suo viso per lasciare tra le due bocche pochi centimetri di distanza. I loro nasi si sfiorarono appena, ma lei si allontanò ancora prima che lui maturasse l'idea di baciarla.
Dalla sua faccia da pesce lesso poteva chiaramente capire che aveva abboccato!
-Devo andare, grazie della lezione. Ci vediamo martedì in palestra allora,- concluse con un occhiolino al ragazzo per poi iniziare ad allontanarsi dal campo.
-Caerto, a presto,- le rispose lui ancora un po' deluso dall'accaduto e dal fatto che lei se ne andasse proprio quando le cose iniziavano a farsi interessanti.
“Fai girare quel mulinetto e tira la lenza Nasty” pensò lei poco prima di girarsi di scatto verso Dajan.
-Oh no, mi ero scordata che mi sta scadendo  l'abbonamento,- disse in tono sconsolato, fingendo di essersi appena ricordata di quel piccolo “dettaglio” che era alla base della loro relazione,- sai, quest'anno penso proprio di non poterlo rinnovare. Non credo di avere abbastanza soldi da parte. Peccato però, mi piaceva averti come compagno di sala pesi.
-Non ti preoccupare mi metto d'accordo con papà, a martedì allora!
Nasty era soddisfatta: il baccalà era pescato, cotto e marinato; in poche parole aveva fatto un ottimo lavoro con quel pesce.
Così ritornò da Kentin: lo  trovò sdraiato a terra pesantemente addormentato.
Nastasia adorava queste situazioni, si avvicinò cauta con la bocca all'orecchio del ragazzo, per poi urlare, con una vocina acuta e stridula:-brutti bastardi hanno ucciso Kentin!- una battuta presa in prestito da uno dei cartoni animati che seguiva di più.
Il ragazzo fece un balzo improvviso e si ritrovò seduto, mentre lei esplose in una fragorosa risata.
Quando Kentin si rese conto di non trovarsi nel suo letto si alzò e scosse la terra dai pantaloni e dalla maglia.
-Sei un'idiota..- lei si limitò a continuare a ridere,-sia chiaro che il ritorno ce lo facciamo camminando. Mentre tu facevi la gatta morta io ho fatto gli addominali sai!
-E' vero che quando russi la pancia fa su e giù, ma io non li chiamerei proprio addominali. Per questa volta ti accontento, flirtare è faticoso, soprattutto quando non ti puoi permettere di sbagliare.
Nastasia se lo sentiva, era sicura che il mollaccione le volesse parlare per l'ennesima volta della fantomatica “ragazza gentile” di cui era innamorato da quando ancora portava una noce di cocco in testa e due fondi di bottiglia sul naso.
Lei lo aveva soccorso con gentilezza dopo che lui era stato brutalmente pestato da Ambra. A parere dell'amica non doveva esser stato un evento così eccezionale: il ragazzo doveva fare abbastanza pena e chi non l'avrebbe fatto?
Probabilmente Nasty non lo avrebbe degnato di uno sguardo, ma era sicura che esistessero al mondo miliardi di ragazze gentili proprio come Violet.
Nonostante Kentin parlasse sempre della ragazza era raro sentire quel nome pronunchiato da lui: in effetti aveva talmente tanta paura di farsi avanti che non la chiamava neanche per nome nei discorsi, preferiva dire lei o affibbiarle nomignoli idioti.
Nastasia provò a infilare nelle orecchie le cuffiette dell'ipod per evitare la tortura, ma non fu abbastanza veloce.
-Sai mi chiedevo: se tu la conoscessi, se diventaste amiche, potresti presentarmela. Non ti sembra un bel piano? Tu fai sempre piani.
Come Volevasi Dimostrare.
-Te lo ripeto per l'ultima volta, metti su gli attributi e parlale. Sei carino e lei non mi sembra che abbia tante pretese! Poi di ragazze è pieno il mondo e non hai niente da perdere.
-Io non sono come te, io voglio lei, le persone non sono intercambiabili.
Lui ne era fermamente convinto, ma nella vita di Nastasia non c'era stata cotta che non le facesse scordare la scottatura precedente o che almeno non la tenesse impegnata per non pensare a chi l'aveva ferita. 
Nel suo cuore c'era ancora qualche taglio che sanguinava, ma niente di irreparabile.
- Ken-tin, Ken-tin! Ti ci vuole una padellata in testa per farti svegliare? Come puoi dire che non ti piacciono le altre ragazze se non  le provi. Insomma fai almeno un tentativo, tipo con la cameriera dell'altro giorno.
Arrivarono sotto casa di lui, fu l'occasione per Nasty di liquidarlo alla svelta e defilarsi da quelle conversazioni noiose.
Non era colpa sua se il suo amico stava così, lei gli aveva proposto tanti stratagemmi, ma lui preferiva rimanere fermo come uno stoccafisso.
-Ma...
-Sali e vai a farti una doccia. Ci vediamo domani a scuola.
Nastasia lo salutò con un cenno della mano, per poi ricominciare a correre, quel giorno era piena di cose da fare, tutti i giorni era piena di cose da fare.



Quasi dalla parte opposta della città c'era, invece, una ragazza che era quasi il suo contrario e che di cose da fare ne aveva solo una, ma per lei era tremendamente difficile.
Violet era innamorata, anzi, aveva letteralmente perso la testa, tanto da rivolgersi numerose volte alla “posta del cuore” del giornalino della scuola.
Dopotutto la ragazza che si diceva in giro fosse la consulente, Ambra, doveva essere molto brava ed esperta: non solo la lista dei suoi ex ragazzi vantava molte delle personalità più in vista del liceo e dei licei vicini, ma era da un anno riuscita a conquistare l'indomabile Castiel, che dopo la scomparsa di Debrah era diventato inavvicinabile per ogni pretendente.
Non solo, venivano pubblicate spesso lettere di ringraziamento da parte di ragazze che avevano tratto frutti dalle consulenze di Madame, questo era lo pseudonimo che chiunque ci fosse dietro alla posta del cuore usava per nascondere la sua vera identità.
Violet aveva parlato spesso con lei via mail, nonostante si sforzasse di seguire i suoi consigli qualcosa andava sempre storto. Ormai erano mesi che provava ad avvicinarsi di più a quel ragazzo, ma sempre senza risultati soddisfacenti.
Così iniziò a scrivere la seconda disperata mail della settimana.

Gentile signorina Madame,

No, decisamente troppo formale. Nonostante avesse scritto tante mail, ogni volta le sembrava più difficile.

Cara Madame,

Ok...così poteva andare.

Cara Madame,
Sto cercando di seguire i tuoi consigli, ma la situazione è bloccata. Le ho provate tutte, non mi riesce nulla. Lui è un buon amico, ma vede in me solo un'amica, nessun segnale. 
Ti prego aiutami.


C'era qualcosa che non andava, in primo luogo era sicura che la sua mail avrebbe disturbato enormemente Madame, in secondo luogo il “ti prego aiutami” forse suonava un po' disperato. Le venne in mente di cancellare tutto, ma pensò che fosse meglio aggiustare un po' la mail.


Cara Madame,
Scusa tanto il disturbo, lo so che sei una persona impegnata.
Grazie mille per tutto quello che hai fatto per me fin'ora, mi dispiace tanto tartassarti di mail.
Le ho provate tutte, ma non mi riesce nulla. Lui è un buon amico, ma mi tratta solo da amica, non vedo segnali.
Mi piacerebbe tanto se tu mi aiutassi, non so cosa fare, io sono innamorata di lui.
Scusa ancora il disturbo, spero di non averti disturbato e grazie mille per quello che fai per me.
Grazie ancora,


Frida


Premette il pulsante invio chiudendo gli occhi. Era fatta!
Oh no... un disastro! Violet rilesse più volte la mail che aveva appena mandato: aveva ripetuto per tre volte la parola “disturbo”, si era scusata troppe volte, Madame avrebbe sicuramente pensato che fosse una smidollata.
“Grazie”, il messaggio era pieno di grazie, tanti, troppi.
"Grazie”, ma come le era venuto in mente?
Violet chiuse con forza il portatile.
“Lo sapevo, dopo che leggerà questa orrenda mail non vorrà più aiutarmi. Sono un disastro” pensava la ragazza, consumava il pavimento della stanza percorrendola più volte da un capo all'altro per l'agitazione.
Ora era decisa, avrebbe tenuto spento quel maledetto computer, aveva troppa paura di una risposta negativa di Madame, che le dicesse che lei era un'inetta e non c'era nulla da fare se non piangere.
Invece si accorse che lo controllava ogni trenta secondi circa, ma non ricevette risposta fino a sera.

Cara Frida,
Domani h. 730 dall'uscita d'emergenza della scuola. 
Mi raccomando bocca cucita,
 
Madame.


Violet lesse la brusca risposta, ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato per darle modo di reagire e realizzare, restò immobile per qualche secondo.
Avrebbe incontrato Madame, malgrado il poco coraggio che aveva in corpo doveva andarci, doveva farlo per Alexy.
Dal nome rassicurante si era sempre immaginata una donna anzianotta e un po' in carne, un incrocio tra la direttrice e mrs Doubtfire.
Ma lei lo sapeva che in realtà era Ambra, tutta la scuola sospettava che fosse lei, sperava che non fosse troppo dura, che si celasse il grande cuore di Madame sotto quell'aria da gigantesca stronza.


 
Angolo dello scrittore
generalmente non faccio l'angolo dello scrittore, ma questa volta c'è un motivo speciale per cambiare:
ringraziare di cuore 
Myaku Euphoria
 per avermi consigliato e aver ascoltato tutti i miei svarioni su questa storia.
Questo capitolo non sarà un granchè divertente,

è una sorta di introduzione della storia e del nuovo personaggio
Ma da qualche parte si dovrà pure iniziare no?

Spero vi piaccia,

-Charlie





 
  
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