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Autore: Rohchan    22/03/2008    11 recensioni
Parla quasi senza che me ne accorga.
La sua voce è sottile…così sottile che sembra un ago, doloroso, ustionante sulla mia pelle.
Posso percepire la durezza, la cattiveria, la perfidia con cui mi parla.
Colpiscimi, Rin.
Ne hai diritto.
(seguito di "Stay")
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A grande richiesta...
il seguito di "Stay".

Perchè è primavera, e la primavera è sempre un inizio tutto nuovo.
Cos'avrà deciso Rin?
Concedere un nuovo inizio a Sesshoumaru o dimenticarlo?
A voi la soluzione...^^

Buona lettura!
Rohchan

Far Away

Se ti fermi ora avrai perso ogni cosa, Rin. Tutto quello che sei diventata mentre lui non c’era.
Tutta la tua forza.
Tutta la tua ira.
Tutta la tua cattiveria.

***

- Per favore…aspetta, Rin.-

La vedo fermarsi.
Posso sentire l’odore delle sue lacrime, l’odore del suo corpo teso, scosso da tremiti di rabbia e dolore.
Due anni fa sono andato via.
- Vado via, Rin.-

Così, senza nemmeno un perchè.

- Perché sei tornato, ora?-

Parla quasi senza che me ne accorga.
La sua voce è sottile….così sottile che sembra un ago, doloroso, ustionante sulla mia pelle.
Posso percepire la durezza, la cattiveria, la perfidia con cui mi parla.
Colpiscimi, Rin.
Ne hai diritto.

- Per spiegarti perché l’ho fatto. Dammene la possibilità, Rin.-
- Non mi interessa. Hai fatto la tua scelta, io la mia. Non voglio più vederti, Sesshoumaru. Mai più.-

Si volta, mi fissa. Ha gli occhi rossi di lacrime trattenute, ma le labbra sono tese in un sorriso di scherno.
Mi odia.
Ha ragione.

Inizia a scendere lenta i gradini.
Non corre.
Non vuole scappare.

Vuoi mettermi alla prova, Rin? Vedere se la mia mano si tenderà per fermarti?
Posso fare di meglio, e tu lo sai.

Un salto.
Quattro gradini sotto di lei, occhi negli occhi.

- Sono andato via perché mi stavi cambiando, Rin. Mi stavi trasformando in qualcosa che ho sempre odiato, anche più di voi esseri umani. Stavo diventando come mio fratello, e non volevo.-

Si volta, risale i gradini.
Apre la porta e con un cenno silenzioso mi invita ad entrare.
Butta la borsa sulla sedia accanto all’ingresso, va al telefono e compone un numero.
- Hiromi? Ciao, sono Rin….senti…potresti avvertire che oggi non vengo? Non mi sento troppo bene stamattina…devo avere un po’ d’influenza. Certo, certo…ci vediamo domani, comunque…ciao, Hiromi. Grazie.-

Se non altro, mi ascolterà.
Non le piacerà, ma mi starà a sentire.

La luce del mattino entra dalla porta finestra della cucina, riversandosi in fiotti dorati nel corridoio.
La illumina da dietro, e i suoi capelli scuri splendono come cioccolato fuso.
Sento l’odore della sua rabbia.
Non è cambiato.

- Vorrei dirti che mi dispiace, per aver cercato di cambiarti, ma sarebbero parole sprecate. Tanto più che io non ho mai voluto cambiarti, Sesshoumaru. Stavi facendo tutto da solo…e lo sai? La cosa mi infastidiva.-

Si volta, va in cucina.
Si siede sul tavolo e mi guarda.
Muovo un passo nella sua direzione, e lei mi inchioda con lo sguardo.

- Muoviti, Sesshoumaru. Ho perso la giornata di lavoro, ma essendo solo umana ho molte altre cose cui pensare. Non farmi perdere altro tempo.-

Quanto mi odi, Rin?
Quanto è profondo il tuo rancore nei miei confronti?

… farò in modo che lo sia di più.
Pagherò per ciò che ti ho fatto, e ti riconquisterò dal nulla, trasformando il tuo odio in amore.
La mia determinazione non ha limiti, lo sai.

- Sono andato a Kyoto. Avevo ricevuto una proposta da una grossa azienda, e ho accettato. Alloggio in centro, ufficio da manager e segretaria personale, tutto pagato. Era il paradiso.-

Entro in cucina, sotto i suoi occhi di fuoco.
Mi appoggio allo stipite della porta, mentre lei quasi straccia con le unghie la tovaglia di tela cerata del tavolo.

- Ogni sera una festa, ogni sei mesi una vacanza. Pechino, le Hawaii, Salisburgo, Roma, Parigi. Non mi sembrava di essere mai stato così vivo.-
- Il che ci riporta al punto di partenza. Perché sei tornato, se stavi così bene?-

Scende dal tavolo, si avvicina, feroce.
Il suo ribrezzo nei miei confronti è così forte che posso percepirlo come un’entità fisica.

- Ho conosciuto un’altra, Rin. Sono andato a vivere con lei. Ho fatto l’amore, con lei. In cucina, sotto la doccia, a letto, nell’ascensore. Ho fatto l’amore con lei fino a stare male, fino al punto in cui ho creduto sarei morto per il troppo piacere.-
- MALEDETTO BASTARDO!!!!! CHE COSA VUOI DA ME? PERCHE’ VIENI A RACCONTARMI QUESTE COSE?-

Ecco, l’ho detto.
Sento l’onda del suo odio gonfiarsi e riversarsi su di me, il disgusto così forte da farmi supporre che mi vomiterà sulla camicia.
Ma è diventata forte.
Precisa, dolorosa, quasi letale.
Il suo pugno incontra i miei testicoli, togliendomi vista e fiato.
Mi piego in due, mentre lei infierisce ancora, strappandomi ciocche di capelli, facendosi le mani rosse del mio sangue mentre mi graffia il viso, lasciandomi a terra a cercare di capire dove siano soffitto e pavimento.

La sento ansimare, accasciarsi a terra accanto a me, e prendermi a calci mentre piange.
La rabbia e il dolore le stanno facendo perdere la forza e la lucidità.
Sfuggo ai suoi colpi, spingendola contro lo stipite, tenendole le mani perché non possa più colpirmi.
Le siedo sulle ginocchia, inchiodandola.

- Schifoso verme, pezzo di merda! Che cosa vuoi? Perché sei tornato? Potevi restare a scoparti quella nuova, CHE BISOGNO AVEVI DI TORNARE QUI???-

Si agita sotto la mia presa.
Sento il dolore pulsare con forza, mi sembra impossibile essere ancora cosciente.

- Te l’ho…detto, Rin. Sono tornato per …spiegarti.-

Mi sputa in faccia.
Quando me ne sono andato non lo sapeva fare.

- Non mi importa, non mi interessa, non lo voglio sapere…vattene via da qui! VATTENE, E NON TORNARE MAI PIU’, LURIDO DEMONE!!!-
- Sono tornato perché con lei non era lo stesso. Perché lei era come me. Lei era una demone, ed era mille volte più bella di te, la sua pelle mille volte più liscia, i suoi capelli mille volte più morbidi, il suo modo di amare mille volte migliore del tuo.-
- BASTA, NON VOGLIO ASCOLTARTI!! SMETTILA!!!-

Con la mano destra mi pulisco il viso.
Errore.
Rin si ritrova con una mano libera, e punta agli occhi, come una gatta irosa.
La blocco ancora, a fatica ma appena in tempo.
Piange, senza vergogna, senza pudore.
È tutta rossa, scarmigliata, posso vedere la carotide sul suo collo pulsare impazzita.
Eppure mi fissa, senza abbassare lo sguardo.

Che cosa ti ho fatto, Rin?
Sei uguale a me.

- Non era calda come te. Non era passionale come te. Non aveva paura, non era fragile, non era indifesa come te.-
- Quella Rin è morta, Sesshoumaru. E’ morta quando te ne sei andato, lasciandomi qui. IO TI ODIO, NON VOGLIO PIU’ SAPERNE DI TE!!-
- Allora perché mi hai lasciato entrare, Rin?-
- Non potevo fare una piazzata simile sulle scale. Sarebbero usciti tutti.-

Ora stai attenta anche a ciò che pensa la gente.
Quando stavi con me non l’avresti mai fatto.
Eri fiera e felice di essere te stessa, e delle malelingue altrui non ti importava.
Ma…già. Avevi un cavaliere che pensavi ti avrebbe protetta da qualunque cosa, ed invece lui è scappato, lasciandoti sola.

Perdonami, Rin.
Non ho ancora finito.

- Lei non mi ama, Rin. Lei mi usa soltanto per il suo piacere personale, come solo una demone può fare. È fredda come il ghiaccio, e stare con lei è come stare con una statua di vetro. Non sono felice con lei.-
- E credi che basti tornare qui a dirmelo, perché io ceda? Sei stupido di tuo oppure ti stai impegnando? Perché se ti stai impegnando puoi fare di me…-

Basta Rin.
Taci.
Stai zitta e ascoltami, ascolta queste labbra che ti baciano, queste mani che ti accarezzano.
Smettila di resistermi, e ascoltami.
Ho sbagliato, ma sto cercando di chiederti perdono.

***

Rin si maledice, mille e mille volte.
Non vuole, non può, non DEVE cedere.
Lo morde, sente il sapore del suo sangue tra le labbra, sente il suo peso schiacciarla contro la porta e poi trascinarla giù, sul pavimento.
Gli strappa la camicia, le sue unghie lasciano segni rossi sul suo torace.
Sente le sue mani tenerle il viso, possessive, gelose, forti come tenaglie.
E non sa come fare a resistergli.

Lui la sente resistere, sente il dolore dei canini di Rin che lo mordono, che gli fanno sanguinare le labbra.
Sente la sua lingua raccogliere il sangue, quasi fosse una bestia selvatica invece della donna della sua vita.
Ma non gli importa.
È rabbiosa, furiosa, e probabilmente non capisce cosa sta facendo, ma la sente rispondere al bacio.
Le lascia il viso, scende ad accarezzarle il collo.
La libera dalla camicia, stracciandola, accarezzandola gonfio di rabbia ed amore.
Ogni tocco sembra rivendicare la proprietà di quel corpo.
Sue le labbra, suo il collo, suoi i seni.
Suoi i fianchi, sua la vita, suo tutto quel corpo caldo, bollente, gonfio di rabbia e desiderio.
Perché lui lo sa che c’è.
L’odore di Rin è cambiato.

La lascia andare, un momento.
Recupera il respiro, si sposta un poco cercando di non schiacciarla col suo peso.
Rin ansima, sconvolta, ancora in lacrime.
Le sue mani sono ancora avvinghiate ai resti della sua camicia, sente caldo ovunque, dolore e avverte la pazzia dilagare nelle vene, scorrendo come elettricità in ogni sua fibra.

- Ti odio, Sesshoumaru. Devi andartene.-
- No, Rin. Sono stato via troppo tempo, e troppo lontano da te. Ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo.-

La bacia, di nuovo.
Rin ormai è completamente persa, malleabile sotto le sue dita come cera calda.
Il suo odore gli da alla testa.
DEVE averla.
Si fa più deciso, forte, possessivo.
Deve prenderla. Lì, su quel pavimento, in quella casa che ha visto cinque anni della loro vita e due anni e mezzo della sua solitudine.
Ora.
Subito.

- Sentirmi dire cosa, Sesshoumaru?- gli soffia contro l’orecchio, mentre lui litiga con la sua pelle imperfetta- ma così bella.
- Che mi ami. Mi hai sempre amato, e mi perdoni per quello che ti ho fatto.-

Rin sente le difese cedere.
Sente due anni e mezzo di dolore e odio sciogliersi come neve al sole, ma non è pronta ad ammetterlo.

- Posso darti una possibilità, Sesshoumaru. Una soltanto.-
Lo costringe a smettere di baciarla, a guardarla negli occhi.
- Posso darti la possibilità di dimostrami che mi ami, e che non andrai più via. Non voglio più dover trattenere il fiato così a lungo.-
Sesshoumaru la guarda.
Il resto non esiste più.
- Continua a respirare, Rin…non andrò più via…-

***

Con quegli occhi.
Con quel viso.
Con quella bocca.
Con quelle mani.
Con quel corpo, caldo solo per lei.

No…
Credigli, Rin.
Non andrà via mai più.

  
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