Voglio morire.
Lasciare che il mio corpo scompaia,
silenzioso,
nell’oscurità degli abissi;
spegnere la luce che mi acceca
gli occhi
senza riscaldarmi.
Voglio morire.
Sentire l’acqua che scorre lenta
sulla mia pelle;
smettere di provare emozioni,
non ascoltare più i battiti
del mio cuore,
perdermi nel silenzio
del vuoto,
far tacere le pulsazioni che logorano
la mia mente.
Voglio morire.
Perdere ogni percezione di me,
pugnalarmi il cuore
per non sentirlo scoppiare
nel petto.
Voglio morire.
Bruciarmi gli occhi per non vedere
il mondo
che mi gira intorno;
strapparmi le orecchie per non dover ascoltare
le voci
che mi circondano;
tagliarmi la lingua per non rischiare
di dire
ciò che penso.
Voglio morire.
Perché non riesco a vivere
in una gabbia.
Voglio morire.
Perché non resisto ad esistere
in questo mondo.
Voglio morire.
Perché non posso essere
libera.
E senza libertà il mio cuore
si schiaccia
e mi trascina con sé in un baratro
senza fondo da cui non riesco
a risalire.
Non mi è rimasto nulla.
Nulla;
se non la mia soffocata
sofferenza.
Nulla;
nulla oltre
la disperazione.
Nulla;
a parte il nulla stesso,
in cui abbandono
la mia anima
dispersa.