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Autore: heihemmo    19/09/2013    0 recensioni
Ormai era diventato il mio migliore amico, una parte fondamentale della mia vita. Se avevo bisogno di parlare, di scherzare o semplicemente di un abbraccio andavo da lui.
Passavano i giorni, i mesi, gli anni e noi due continuavamo ad essere amici inseparabili; io, però, mi sentivo che prima o poi tutta quella magia sarebbe finita.
Tutto ha una fine.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non mi dimenticherò mai di te."
Quelle furono le ultime parole che Alex pronunciò prima che io lasciassi l'orfanotrofio.
 
Erano passati dieci anni da quando misi per la prima volta piede in quell'edificio nella campagna appena fuori Londra. Quando avevo sei anni i miei genitori mi abbandonarono; per loro non ero la figlia modello che tutti desiderano. Dicevano che sapevo solo piagnucolare, così presero la fatidica decisione.
Ed eccomi lì, circondata da un centinaio di bambini e ragazzi di tutte le età. Mi sentivo fuori posto: a me non piaceva, e tanto meno ora, stare a contatto con tante persone.
Con il tempo, però, mi abituai alla presenza di tutti quei ragazzi.
Iniziai a fare amicizia con alcune bambine con cui passavo le mie giornate.
Poi conobbi lui: Alex.
Diventammo amici fin da subito. Passavamo tutto il tempo libero a parlare e a giocare. Ormai era diventato il mio migliore amico, una parte fondamentale della mia vita. Se avevo bisogno di parlare, di scherzare o semplicemente di un abbraccio andavo da lui.
Passavano i giorni, i mesi, gli anni e noi due continuavamo ad essere amici inseparabili; io, però, mi sentivo che prima o poi tutta quella magia sarebbe finita.
Tutto ha una fine.
 
Ricordo quel giorno come fosse ieri:
era il 21 Gennaio del 2013 quando venni chiamata in presidenza.
"Signorina Hanna. -disse la preside vedendomi entrare nel suo studio- Si accomodi."
Avanzai nella stanza fino alla sedia, posta vicino alla scrivania. "Sarai impaziente di sapere il perché di questa convocazione. Bene, senza molti giri di parole, una famiglia ha deciso di adottarla. La famiglia in questione non è residente in questo paese, ma vive in Australia. Personalmente credo che questa famiglia sia la più adatta ad ospitare una ragazza talentuosa e amorevole come lei, anche se ha abitudini diverse da quelle di questa zona. Ha qualche domanda?"
Abbassai il volto e rimasi a pensare qualche secondo, poi, ricomponendomi, chiesi alla preside di parlarmi di quelle persone che sarebbero diventate la mia nuova famiglia.
Mi parlò di loro come se li conoscesse da una vita. "Posso farle una domanda?" "Mi dica pure Hanna." "Perché proprio io?" "Scusami se ti do del tu. Hanna, ho imparato a conoscerti; ormai so come sei e so che quello di cui hai bisogno è amore, e questa famiglia è disposta a dartene il più possibile. Ho scelto te perché te lo meriti."
Una lacrima bagnò la mia guancia. "Grazie." sussurrai alzandomi dalla sedia.
"Hanna. -mi chiamò mentre aprivo la porta- domani hai il volo." "D-domani?" chiesi voltandomi "Si, Hanna. Domani." "Non avrò tempo di salu-" "Hanna, domani prenderai l'aereo. Non possiamo fare altrimenti."
Fuori dalla presidenza vidi Alex su una sedia ad aspettarmi. Lo guardai per qualche secondo, per poi allontanarmi.
"Hanna, dove vai? Cos'è successo?"
Non mi voltai verso di lui; continuai a camminare verso la camera delle ragazze.
"Hanna. -sentii la sua mano stringere il mio polso- Spiegami, per favore." "Me ne vado." "Cosa?" chiese lasciando la presa "Hai capito bene, me ne vado." "Perché?" "Perché se una famiglia ti vuole adottare te ne devi andare da qui." "Ma non puoi." "Alex, avrò una famiglia. Finalmente, dopo dieci anni, avrò una casa, delle persone che mi amano e che non mi facciano del male." "Anche qui hai delle persone che ti amano." "E' diverso...avere una famiglia è diverso. Per sei anni ne ho avuta una, so cosa significa." "Ma..." "Alex, è difficile anche per me. Per favore, lasciami andare."
Mi voltai e ricominciai a camminare verso la mia stanza per preparare quelle poche cose che mi appartenevano.
 
 
La mattina seguente, dopo la colazione e dopo aver salutato tutti i miei compagni, accompagnata da un signore sulla cinquantina, uscii dall'istituto.
Stavo entrando nell'automobile che mi avrebbe portata all'aeroporto, quando sentii una voce gridare dalla finestra della stanza dei ragazzi.
"Non mi dimenticherò mai di te."
Era Alex.
Decisi di alzare la mano per salutarlo un'ultima volta, ma la riabbassai subito; mi voltai ed entrai nell'auto. "Tra una ventina di minuti saremo all'aeroporto."
Non risposi.
Presi il mio libro preferito dalla borsa e cominciai a leggere.
Il tempo passò in fretta e senza che me accorgessi eravamo arrivati a destinazione.
"Signorina Hanna, questa è la sua valigia. Quando arriverà a Sidney dovrà cercare una coppia con un cartello con scritto Hanna Powell. Non parlare e non avvicinarti a nessuno. Chiaro?"
Feci cenno di si ed entrai nell'aeroporto accompagnata dal signore.
"Buona fortuna." mi disse prima di lasciarmi in balia del mio destino.
 
Per la maggior parte del viaggio dormii, per il resto, invece, continuai la lettura del libro.
All'arrivo recuperai la mia valigia e cominciai a guardarmi intorno alla ricerca della coppia che sarebbe diventata la mia nuova famiglia.
Dopo aver girato più volte per l'enorme sala d'attesa, notai una coppia che parlava allegramente. Il signore aveva una giacca a vento nera un po' troppo grande per la sua corporatura minuta e affianco la signora aveva un semplice maglione con dei jeans scuri.
Decisi di avvicinarmi per controllare il nome scritto sul cartello che la signora teneva tra le mani.
Hanna Powell.
Erano loro...avevo trovato coloro che mi avrebbero adottata.
"S-salve." pronunciai timidamente "Hanna! Ti stavamo aspettando." disse gentilmente la signora. Io sorrisi solamente, non avevo la minima idea di cosa poter dire; mi sentivo in imbarazzo. "Hanna, noi siamo John e Anne. Piacere di conoscerti." "Il piacere è mio." sorrisi di nuovo. "Andiamo a casa, sarai stanca."
Feci cenno di si.
John prese la mia valigia e insieme ci incamminammo verso la casa, la mia nuova casa.

 

  
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