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Autore: BlackSwan Whites    19/09/2013    3 recensioni
Ipotetici pensieri di un tributo con il coraggio necessario a compiere un atto di ribellione, a suo modo. (Ovviamente il tributo in questione non è mai esistito, è solo frutto della mia mente bacata)
Dal testo: "L’unico modo che ho per vivere è morire adesso."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io voglio vivere

 

La stanza assegnatami è enorme, di un lusso sfacciato. Disgustoso. Noi dei Distretti moriamo di fame, mentre loro non pensano ad altro che a sprecare le risorse che gli forniamo e a divertirsi, guardandoci morire. Ma a chi interessano qui i pensieri di un ragazzo (pardon, tributo)? Ho solo 13 anni e tutta la vita davanti, una vita che non vedrò mai. Ed è sbagliato.

Io non voglio morire.

Io voglio vivere.

Prendo il piatto di stuzzichini che ho trovato in camera e lo scaglio a terra con rabbia, mandandolo in pezzi. E rifletto.

Un coccio appuntito. Il polso candido. Realizzo. L’unico modo che ho per vivere è morire adesso.

 

[110 words]

Angolo autrice

Ave, popolo di EFP. Sono tornata ad assillarvi con le mie storie a capitolo unico senza pretese. Stavolta è toccato ad un ipotetico tributo che, piuttosto che finire nell'arena, preferisce uccidersi. L'idea del coccio usato come arma "impropria" mi è venuta ripensando a Katniss, quando per la rabbia si è messa a lanciare piatti per la stanza. Inizialmente pensavo ad un coltello portato assieme ad un piatto di "benvenuto" trovato dai tributi nella propria stanza, ma poi mi sono detta: quelli di Capitol City non lascerebbero mai delle posate, sarebbe troppo facile. Guardate il campo di forza sul tetto del centro per impedire che i tributi si buttino di sotto... Ed ecco l'idea del suicidio. So che fa tanto atto di ribellione, per noi che siamo abituati alle bacche di Katniss. Io, più che altro, penso che questo mio tributo sia giunto, dopo una lunga riflessione, a preferire il suicidio alla morte pubblica (sì, lo so che fa molto filosofo come pensiero u.u modestia a parte, è successo davvero).

Finite queste premesse di cui ovviamente non si curerà nessuno, ma vattelapesca passiamo a cose più serie. Si tratta della mia primissima drabble, come si nota dal fatto che sono stata nel limite di parole previste, ma appena appena. Ora, vi imploro in ginocchio di recensire (soprattutto se il parere è positivo), perché voglio sapere se questo esperimento è andato a buon fine. Io per natura non sono una persona sintetica, e quando mi si da un limite di parole tendo sempre a sfociare. Questo è un primo traguardo per me, ma potrà essere ritenuto tale solo con il vostro parere, perché altrimenti che senso avrebbe commentare da sola la mia storia?

Oh mother, ho scritto più per le note dell'autrice che per la storia in sè. Spero di non avervi assillato troppo! Grazie alle anime intrepide gentili che recensiranno (spero) e a presto (voi: anche no)

Swan

  
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