~carve your name into my arm (instead of stressed I lie here charmed)

Contrariamente a quanto affermava la leggenda, persino un demone era in grado di sognare. 
Nel suo caso, certo, non si trattava tanto di veri e propri sogni, quanto di visioni di intensa gloria che la travolgevano senza preavviso, mozzandole il respiro e inchiodandola in un istante di estasi, nel silenzio incontrastato della notte, mentre giaceva tra le lenzuola e pregava Lucifero. 
Vedeva se stessa inchinarsi ai Suoi piedi, rivelare alle Sue orecchie ogni sua fatica, ogni sua ben orchestrata finzione, ogni sua parola ingannevole e dolce come miele, ogni suo lento passo verso di Lui.
Si vedeva premiata e onorata, trionfante, leale regina degli Inferi, migliore di tutti coloro che le avevano sputato contro, umani sospettosi e demoni accusatori; oh, li avrebbe calpestati brutalmente, si sarebbe innalzata al di sopra della feccia e camminando sui loro corpi avrebbe riso squarciando le viscere dei torturati e dei torturatori.
E sarebbe giunta a Lui, sola, in cima all'abisso, adorante. 

Ruby si gloriava di molte cose, non ultima la sua incredibile capacità di mantenere in ogni istante la sua facciata di fronte a Sam, come una vera attrice - era la star del Pozzo profondo, la Marilyn Monroe della merda del mondo. 
Quella notte, come tante altre, Sam si svegliò di colpo, ansimante, probabilmente vittima di allucinazioni. Ruby capì all'istante e si preparò allo show.
Sipario. 
"Ruby--"
Povera anima persa, così profondamente convinta di star agendo a fin di bene, così disperatamente convinta di avere ancora il controllo. Sam Winchester le faceva quasi pena. 
Lo zittì con dolcezza, mentre scendeva dal letto ed estraeva il coltello dallo stivale, con tutta la snervante lentezza possibile - il riflesso dell'impazienza negli occhi della sua vittima era bruciante. 
Trattenendosi a stento dal ridere di lui, si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, sorridendogli con malizia. 
Sam tentò all'istante di afferrare il coltello fatidico, ma lei ritrasse la mano. "Lascia fare a me", mormorò.
Farsi qualche taglietto sul braccio non era mai stato un dramma, per lei, abituata al fuoco d'Inferno; inoltre, torturare il ragazzo era una delizia. Così scelse di essere creativa. 
Incise il nome di Sam sulla propria carne come se fosse arte, trattò ogni curva come un pittore all'opera e quando concluse lasciò che lui succhiasse via da solo quanto poco vi era ancora di splendente nella sua anima. 
E mentre lui si abbeverava avvinghiato al suo braccio, Ruby gli stringeva la schiena e lo attirava a sè, sussurrando oscure tentazioni al suo orecchio. 
Doveva ammetterlo, le piaceva, oh, se le piaceva. 
Le piaceva sedurre Sam, sfiorarlo, esplorarne ogni angolo. Le piaceva conoscere quel corpo come nessun altro.
Perchè quando Lucifero ne avrebbe preso possesso, lei l'avrebbe venerato.

NdA: Il titolo appartiene ai Placebo, 'Every You Every Me'. Ruby e Sam appartengono a quella meravigliosa mente malata che è Kripke.