Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: lumieredujour    19/09/2013    3 recensioni
Cosa vedrebbero Peeta e Katniss in uno specchio per noi non così sconosciuto? E che effetto gli farebbe? Cose che ti folgorano mentre leggi Mockingjay.
-Ero in una stanza. Con uno specchio con su incise delle parole strane, che non sembravano nemmeno parole vere e tu vedevi me e te ed eri raggiante e lo sono stata anch’io perché i miei desideri si erano avvertati e io...-
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen, Rue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

The Mirror of Erised




Mi ritrovo davanti a uno specchio molto grande. Mi sembra troppo antico per appartenere a Capitol City perché, si sa, in quella città non c’è posto per le cose vecchie.
Però questo non è soltanto vecchio, ma è anche solenne e capisco che è uno specchio nato prima degli Hunger Games, prima di Panem, forse prima ancora del Nord America stesso. Per un attimo mi chiedo come dovesse essere questo Nord America, perché non riesco a immaginarlo, quando una presenza alle mie spalle attira la mia attenzione. I miei sensi si acuiscono, come se dovessi andare a caccia, come se dovessi tornare ancora nell’arena, come se i miei personali Hunger Games non dovessero finire mai. E effettivamente è così. Calo velocemente la mano dietro di me per prendere arco e frecce e non li trovo.
Accidenti” penso e mi giro di scatto concludendo che, se la persona (o l’ibrido) non si è ancora mossa per uccidermi,  allora con un attacco a sorpresa potrei anche sfuggirle. Giro e mi calo a peso morto sullo sconosciuto, prima di riconoscere i familiari occhi azzurri e il rassicurante petto che conosco alla perfezione, visto che è l’unico che mi fa dormire. Peeta. Il mio scatto si trasforma in un abbraccio e sussurro:
-Sono così contenta di non essere sola- e lo penso veramente.
Il peso della solitudine se ne va e capisco di essere in un’antica stanza e che non volevo esserci da sola.
-Va tutto bene Katniss- dice ridacchiando e si scolla da me.
Ha uno sguardo sicuro e concentrato, come quando deve dipingere e mi accorgo di non poter scollare gli occhi da lui.
-Che cos’è quello?- chiede, spostando lo sguardo da me allo specchio.
-Non so. L’ho trovato qui quando sono entrata- dico, prima di chiedermi quando sono effettivamente entrata.
Questa strana amnesia mi fa paura e chiudo gli occhi per un po’ per fare chiarezza nella mia mente, ma tutto quello che vedo è foschia, come se qualcuno avesse modificato la mia mente. E forse è così.
-C’è una scritta sul bordo- dice Peeta, avvicinandosi allo specchio.
E’ sempre attento a tutto , lui. Sono quasi tentata di dire che l’avevo già vista, quando Peeta la legge.
-Non sembra nemmeno la nostra lingua- scosta la polvere dal bordo saltellando un po’ e legge ad alta voce:
- “Erouc li am otlov li ottelfir non” Katniss secondo te cosa vuol dire? Forse è una trappola di Capitol- ma lascia la frase in sospeso e guarda verso lo specchio, scioccato. La paura inizia a paralizzarmi, ma la controllo.
-Cosa c’è?- mi avvicino anch’io e lui si gira verso di me, raggiante e quasi grida:
-Come? Non riesci a vedermi? Non riesci a vederci?-
Fisso lo specchio dubbiosa.
-No, cosa dovrei vedere?-
- Me e te e la fine dei distretti, io che abolisco gli Hunger Games e i nostri bambini e…- mi fissa confuso- davvero non vedi niente? O forse non vuoi vedere?- ora è stizzito. E sono stizzita anch’io.
-Cosa diavolo dici?- mi sposto verso il centro dello specchio e lo fisso. E sbianco.
Quello che vedo nello Specchio mi sconvolge, perché non c’entra niente con quello che vede Peeta. O quasi.
Vedo me stessa con Peeta e Gale al mio fianco. Peeta mi stringe la mano, Gale mi abbraccia tranquillo e si sorridono fra loro. Io decreto la fine degli Hunger Games. Ed emetto un verso strozzato quando vedo, a meno di trenta centimetri, Prim e Rue che si abbracciano e che vengono verso di me.
Mi butto in ginocchio e cerco di afferrarle entrambe, ma le mie unghie si spezzano contro la superfice liscia e fredda dello specchio. Loro sono lì e io inizio a piangere, perché la consapevolezza che siano morte – entrambe- mi cade addosso come se fosse una montangna e mentre sento Peeta che mi dice che ha capito cos’è questo maledetto specchio, svengo.
Sento un grido, un urlo agghiacciante e capisco che sono io ad emetterlo. Sembra come se avessero cercato di torturarmi, come se niente fosse cambiato e io stessi assistendo alla morte di tutte le persone a cui ho voluto bene: Cinna, Finnick, Rue e Prim….

Alzo di scatto la testa dal cuscino e piango in modo incontrollabile. Sento che i miei polmoni premono per un po’ d’aria, ma mi costringo ancora con la testa schiacciata contro le ginocchia. E sento che un paio di braccia  -  braccia che conosco benissimo, braccia forti e rassicuranti – mi stringono le spalle e prima che io possa anche pensarlo sono rannicchiata contro il petto di Peeta cercando di smettere di singhiozzare. E’ inutile però, perché sono anni che mi sveglio in preda agli incubi. Dovrei averci fatto l’abitudine e invece…
-Cos’è successo questa volta?- chiede Peeta con fare paziente e rassicurante, come se io fossi una bambina e lui fosse l’adulto. E in queste situazioni, è così.
- Ero in una stanza. Con uno specchio con su incise delle parole strane, che non sembravano nemmeno parole vere e tu vedevi me e te ed eri raggiante e lo sono stata anch’io perché i miei desideri si erano avvertati e io vedevo me e te e Rue e Pr- e scoppio a piangere ancora di più.
Perché, anche se questo è stato uno degli incubi più dolorosi e raccapriccianti, vorrei subito addormentarmi di nuovo e sognare quello specchio e avere Rue e Prim davanti a me e vorrei trovare un modo per attraversare lo specchio.
Singhiozzo finchè Peeta non mi riappoggia al suo petto – non mi ero accorta di essermi rialzata-  così caldo e rassicurante. Eppure non riesco a prendere sonno. E’ da tanto ormai che ho imparato che se voglio troppo una cosa, non la otterrò mai. Quando mi sono calmata, sento che Peeta sta prendendo il fiato, come se dovesse iniziare un discorso importante.
-Katniss, tua mamma ti ha mai parlato di una vecchissima favola, una favola risalente perfino a prima del Nord America, di nome Biancaneve?-
Scuoto la testa contro il suo corpo e mentre lui mi racconta di streghe, nani, mele rosse e specchi, io ritorno nel mondo dei sogni e riesco perfino a dormire tranquillamente fino alla mattina successiva. 




*angolino*: beh? beh? E' la prima volta che pubblico una OS su Hunger Games e vorrei tantissimo sapere cosa ne pensate (non disdegno recensioni!). Forse avrei dovuto mettere un cross-over con Harry Potter perchè (ogni persona con una minima cultura potteriana) il protagonista della storia è ovviamente lo Specchio delle Brame in cui Harry vede i propri genitori in "Harry Potter e la Pietra Filosofale" che a sua volta si rifà allo Specchio della favola di Biancaneve e i Sette Nani (così come Peeta ha accennato nel testo). Lo so, forse è improbabile che Peeta possa conoscere una favola così antica, ma me lo immagino a sussurarla a Katniss. Che romanticona eh?
let me know what you think and may the odds be ever in our favor
Em

 
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: lumieredujour