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Autore: queen_of_black_roses    19/09/2013    0 recensioni
Dunque, premetto che il primo capitolo non è mio, ma di technicolor__ che ha deciso di eliminarla e quiiiindi gentilmente mi ha concesso di continuarla u.u
Non so come continuarla ma ci proverò, spero di essere all'altezza delle sue aspettative
P.s Ti voglio beeeeeeene
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensava a suo padre, Elle Bane, quel padre che l'aveva cresciuta con «struttura e disciplina».
Si era ritrovata nel suo letto, ancora sussultante dall'intenso rapporto sessuale che aveva appena avuto, a pensare al passato risalente a circa soli pochi anni fa. E non ne sapeva il perché.
Sarà stato Dean e tutta la violenza con cui l'aveva penetrata con l'enorme membro a ricordarle il suo «buon», vecchio papà; oppure il fatto che le ripetesse continuamente - mentre eiaculava dentro di lei - 'Ti voglio bene' invece di 'Ti amo' a farle scattare la scintilla; o il fatto che quando avevano finito di animarsi e si erano staccati i corpi snelli, lui le aveva palpato le sode chiappe con forza per minimo dieci minuti provocandole un dolore innarrestabile. Sarà stato il fatto che per lei Dean era solo una scappatella, a ricordarle suo padre, Chris Bane.
Si alzò dal letto con dell'eccitazione ancora pulsante tra le gambe e si diresse in cucina; aprì il frigoriferò e prese il brico del latte che tracannò senza prendere alcun bicchiere.
'Tanto quel coglione dorme pesante', si disse.
Prese a sedersi sul comodo divano in vecchio stile ricoperto da un telo beige smorto, accese l'abat-jour che si trovava sul comodino di mogano lì a fianco e agguantò il libro che vi era rimasto sopra, ancora aperto.
S'intitolava 'Quella cosa', ed era un libro horror - il suo genere preferito - scritto da un uomo calvo ma non per niente brutto, nonostante l'ormai anziana età, di nome Bill Denbrough.
Parlava di un mostro che mangiava i bambini, un pagliaccio, che si trovava proprio lì, nel New England. Ma non a Haven, a Derry, che in ogni caso non è distante da dove Elle abitava; ci era stata alcune volte, e le era sembrato un posto abbastanza tranquillo. Sembrato.
Non ricominciò subito a leggere: il pensiero di suo padre le eccheggiava ancora nella testa.
Ripensava alle infinite volte che l'aveva picchiata e ai mille modi in cui l'aveva fatto; ripensava a sua madre, impotente e debole, che non aveva mai fatto nulla per aiutarla.
Ripensava, poi, alle frasi che suo padre le urlava mentre la sculacciava o le martoriava il corpo con le sue forti mani da minatore, quale era; 'Ho paura per te, Elle. Non voglio che ti succeda nulla se non dalle mie mani, hai capito? Nessuno ti può fare del male all'infuori di me, Elle. Ho paura per te, Elle.' - la guardava sempre con occhi furiosi e la voce era rabbiosa e violenta, come i suoi gesti - 'Ti voglio bene, lo sai? E tu mi vuoi bene, Elle. Lo so che me ne vuoi. Tu mi adori  perché sai che mi preoccupo per te. Giusto Elle? Non finire mai come tua madre; una vecchia troia che serve solo a scopare. Tu sarai molto di più, oh piccola, sì sarai una troia coi fiocchi. Tu non scoperai: tu farai faville! Sarai la nostra piccola sceneggiatrice da quattro soldi, vero? Farai un grande film: 'Nella fattoria della scrofa Elle Bane''! E guadagnerai! Ah se guadagnerai! Gli uccelli di ogni regista e attore di Hollywood! Oh sì! E li succhierai tutti, uno ad uno, con la tua piccola lingua da puttanella! Sentirai il sapore dei soldi sudati con la fica e non con duro lavoro. Perché voi donne sapete solo succhiare, e prendere. Succhiare e prendere, succhiare e prendere!' - le mani si schiantavano sul suo sedere con estremo dolore e le lasciavano segni indimenticabili e rossi; sua madre, Johanna Coleman, se ne stava in un angolo della sala a ubriacarsi con dell'amaro, a ridere, a sghignazzare, 'proprio come una troia', pensava sempre Elle in quei momenti - 'Ma io ti voglio bene Elle, anche se avrai la bocca impastata di sperma, io ti vorrò sempre bene Elle. Ti voglio bene' - finiva suo padre, sempre in quel modo, sempre col 'Ti voglio bene', dandole un piccolo bacio sulla fronte e abbandonandola sofferente alla sua misera vita.
Ma niente di tutto ciò era comparabile al dolore che provava nel leggere le righe di quel libro; riusciva a sentire l'odore acre e il forte puzzo di fogna e putridume proveniente dall'enorme bocca tinta di rosso - o sangue? - di quell'essere, di quella cosa schifosa, mostruosa e terribilmente divertente. Sì. Ha-ha-ha.
Lo sentiva vicino.

It era vicino.
   
 
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