Gemini disse alla Vergine;
T’amo mio amor.
Saggittarius osservo Pesci.
Amore mio, pescato, quant’amato t’ho.
Per poi vederti sfuggire, dalle mie reti di pensieri.
Taurus bacio Gemelli.
Acquario s’arrabbio con Ariete.
Scorpione punzecchio Cancro.
Si; si, chi s’innamoro per davvero?.
Gli Dei se lo chiedono.
Il giorno lungo scivolo via;
Fra i tuoi capelli, leggeri.
Come una spazzola, accarezza.
Morbida, calda al contatto.
Pelle contro pelle.
Io più dentro te.
Perla contro perla.
Ho terrore di te, se sapessi riparare tutto;
Mi fai sentire giovane,
Parlarti mi fa sentire bene.
Dipingiamo nuvole, col colore rosa del tramonto.
Chiudiamo tutto fuori, il mondo,
E quel qualcosa che non va.
E l’amore; e l’amore.
Canta gioia, brilla biglia.
Mi fai sentire giovane, caldo, sorridente.
Oh mia Donia, magari servisse per battere l’apatia.
La non sincronia, dei nostri cuori.
Eppure tu sei qui, gonna corta.
Poggia sulle tue ginocchia.
Lo spacco, il breve strascico.
Capelli al vento, ramati e biondi.
Amanti, per una notte o forse per sempre.
Ma basterà, mi chiedo?
Ci sono fiori nei suoi capelli.
Lei e nei miei occhi.
Lei e nel mio cuore.
Lei e nei miei pensieri.
Lei e ovunque, onnipresente nel mio mondo.
Dolce ninna, mi culla.
Mi stende, sulla lettiga.
Ghirigori sui tuoi capelli,
Carillon suonano, meccanismi,
Nascosti e piccoli.
Come cuori pulsanti, chiusi in scatolette.
Pulsano, suonano, dormono.
Si stendano gli eroi, su questo selciato.
D’innanzi agli amati.
Giovani, alle prime armi.
Ubriachi, depressi, uomini soli.
L’umanità gli acclama, star abbaglianti.
Stelle cadenti, all’inizio della loro carriera.
Alzati come un sole,
Alla finestra, raggiante, filtra dalle tende.
Illumina tutto, e poi perditi. Fra le stelle.
Svegliati sole, abbaglia tutta la gente.
Dicembre, con il troppo nevischio.
Ho perso me stesso, stasera.
Eppure fra i fiocchi, trovo la forza di brillare.
Già, la gente vedrà.
Ciò di cui sono capace.
Ti sei mai sentito sottoterra?.
Il terreno lo senti sprofonda.
Trascina già, nel magma.
Ribolle, Bob, Bob.
Ti sei mai sentita, negli Abissi?.
Il rumore della vita sparisce.
E tutto ovattato, e tu; e tu.
Sei l’unica fonte di vita, presente.
Ti lasci trascinare dalla corrente.
Ed io risalgo dal Magma, e tu m’incrociai nell’Abisso Laurenziano.
Mi dissi, che avevi il terrore dei miei silenzi.
Bhè come vedi amore, qui non c’e nulla da sentire.
Andiamo ha vedere gli zombie, in periferia.
Dove l’acqua e scura, il grigio del panorama.
Dove scarichi zampillano merda e piscia.
Andiamo in paradiso, sarà pura follia.
E dall’alto taglieremo le nuvole, come due ali d’aereo.
Oh mio angelo, bussi alla mia porta.
Ma non sai che è sporca.
Oh questo futuro che ci incalza.
Come la periferia, e grigio ed e una merda complessa.
Più di un sicuro, della chiave di un lucchetto.
Del ponte, sopra la scogliera.
Perfetto per il panorama.
C’e il chiuso delle nostre parole non dette.
Cercheremo altre forme di vita;
Perche la verità e che non ci piacciamo.
Questo mondo è vuoto;
Ed io non sento più quello che penso.
La verità e che non ricordo, quello che ho perso.
Quel che è peggio, e che sono scontento.
E non ricordo, e non ricordo.
Nel futuro indeciso, io non ti avrò.
Nel presente fluido, non ti ho.
Nel passato ricorrente, tu non esistevi.
Non c’eri mia salvatrice, da quale capo al tuo nome.