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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    23/03/2008    5 recensioni
Un giorno Killua riceve la visita di una figura inquietante, incaricata di consegnargli un messaggio...
Ma chi è il fantasma che sembra essere emerso dal suo passato al solo scopo di tormentarlo, facendogli rivivere gli angosciosi giorni della sua infanzia?
Ma, soprattutto, perchè lo odia così tanto?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il Ghiaccio dell’Odio

Capitolo 1°: Messaggio

Era una bella giornata di primavera e il sole splendeva alto sulla città di Yok Shin.
Quattro giovani camminavano per le larghe vie dei quartieri bassi, scherzando allegramente tra loro e curiosando tra le bancarelle del mercato.
Erano mesi che gli amici non si vedevano, e stavano facendo del loro meglio per riempire il lungo periodo di separazione, narrandosi a vicenda le loro interessanti esperienze.
Killua e Gon, ormai quindicenni, avevano riscosso un notevole successo raccontando delle loro avventure all’interno di “Greed Island”, un gioco virtuale creato dal padre di Gon, che i due erano riusciti a risolvere.
Kurapika, un (fin troppo…sbavv..ndA) avvenente ventenne, aveva parlato del suo lavoro come guardia del corpo e di come negli ultimi tre anni fosse riuscito ad eliminare altri due membri della ”Brigata Fantasma”, l’organizzazione alla quale era legato da un giuramento di vendetta.
Leorio, un distinto uomo di 22 anni, aveva mostrato loro orgoglioso la sua appena ottenuta licenza di medico, descrivendo anche i suoi impegnativi studi di medicina e i suoi progressi nell’uso del Nen.
-Finalmente hai raggiunto il tuo sogno! Sei diventato un medico!- si complimentò Gon, sorridendo.
-Temo di no, Gon. Ho ancora moltissimo da imparare…- Leorio emise un gemito -e ci metterò degli anni!- concluse con tono rassegnato.
-Di sicuro sarà utile avere un amico medico!- commentò Kurapika, dando una pacca sulla spalla all’amico per confortarlo.
-Con le vite che facciamo, è di sicuro comodo!- annuì Gon, agitando con enfasi la sua canna da pesca, da cui non si separava mai.
-Hei, con me la dare in testa!- si lagnò Killua, massaggiandosi la parte lesa.
-Comunque- disse altezzoso il giovane Zaoldyeck- possiamo solo sperare che impari a curare meglio di quanto non usi il Nen!-
-Ma come ti permetti, giovane insolente?- protestò a gran voce Leorio, tirando un pugno in testa a Killua e scatenadno le risate della comitiva.
-Calma, calma, ragazzi…- cercò di rabbonirli Kurapika, ma venne interrotto da un tizio basso coperto da un impermeabile grigio, con un largo cappello floscio ben calcato che gli teneva in ombra gli occhi, che gli tese un volantino pubblicitario con un sorriso cortese.
Il ragazzo lo ringraziò educato, pur non interessato, e gli altri fecero altrettanto.
Ma quando Killua alzò la mano per accennare al tipo che non era interessato, quello gli mise comunque in mano la locandina e, con uno scatto repentino, gli afferrò pure l’altra.
Prima che il ragazzo avesse tempo di realizzare cosa stesse accadendo, quello gli premette qualcosa di duro contro il palmo e gli sibilò all’orecchio: -Urgente. Chiedete del Gatto Bianco.-
Poi, come se nulla fosse successo, ghignando come un demone davanti allo sguardo basito di Killua, lo sconosciuto disse cordiale: -Venite a trovarci!- e si infilò con un guizzo in un vicoletto secondario, sparendo alla vista come inghiottito dal terreno.
-Cosa…?- mormorò stupefatto il ragazzo, sbattendo gli occhi.
-Chi era?- domandò Leorio che, come gli altri, non si era perso la scena.
-Non lo so! Non lo conosco!- protestò lui, guardando con attenzione il volantino.
Una scritta in toni vivaci campeggiava sullo sfondo di un paesaggio di campagna, con tanto di pascoli e fattorie, con un indirizzo scritto in basso.

Grande Apertura Promozionale
“La Collina Verde”
Oggi Alle 20,00
Accorrete Numerosi!

-Cosa significa?- si domandò ad alta voce Kurapika, guardando perplesso il suo.
-Non lo so!- ripetè l’altro stizzito, finché non aprì l’altra mano e impallidì vedendo ciò che gli aveva dato l’uomo.
-Che cos’è?- chiese curioso Gon, guardando la grossa moneta d’argento che luccicava nel palmo del suo compagno, su cui era inciso un falco in picchiata.
Per tutta risposta Killua la girò e mostrò agli amici il blasone inciso sull’altro lato: un’elaborata e svolazzante “Z” sovrapposta a due pugnali incrociati.
-Lo stemma degli Zaoldyeck- disse atono il ragazzo dai capelli d’argento.
-Questo è il simbolo dei messaggeri della mia famiglia.- se la infilò in tasca, cercando di apparire noncurante…fallendo clamorosamente.
-Ma di solito non usate gli uccelli messaggeri?- chiese ancora Gon, insistente, ricordando di come in passato Killua avesse usato quel metodo per contattare i suoi parenti.
-Non sempre- tagliò corto l’altro, rigido.
L’amico dai capelli neri non si scompose minimante e tornò alla carica, imperterrito: -E cosa ti ha detto?-
-Ha detto che ha qualcosa di urgente da dirmi…- guardò di nuovo il manifesto.
-Immagino che il luogo dell’appuntamento sia questo locale- disse con un sospiro.
-Che fai? Ci vai?Potrebbe essere una trappola…- gli fece notare Kurapika, pensieroso.
-Non credo…questo è un richiamo ufficiale. Non è saggio disobbedire. E poi- concluse, con una scrollata di spalle -voglio sapere cosa è successo. Anche se temo saranno solo guai…-

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-Dove trovo il Gatto Bianco?- chiese in tono da cospiratore Killua, appoggiato al bancone di lucido legno della locanda.
L’oste lo guardò, e nel suo sguardo vacuo passò come un lampo di comprensione.
-Lì dietro, nella saletta- indicò con il pollice la porta alla sue spalle.
Killua si limitò ad annuire, e fu Kurapika a ringraziare per lui, mentre Gon e Leorio osservavano il locale, in perfetto stile rustico.
L’uomo dietro il bancone rise, cupo -Non ringraziarmi. Non ne hai motivo.- e, con quella sibillina risposta, si voltò ed entrò in cucina senza un’altra paura.
-Andiamo- disse con un sospiro Killua, girando intorno al bancone e aprendo la porta indicata, varcandola seguito dai suoi amici.
I quattro si fermarono in mezzo alla stanza, fulminati da un brutto presentimento.
-Non c’è nessuno- notò nervoso Leorio, cercando qualche presenza umana in quel separè, arredato come il resto del locale.
-Non mi piace…- mormorò Gon, e il biondo Kuruta annuì, perfettamente d’accordo.
-Non siamo soli- li corresse calmo Killua, indicando un angolo del soffitto.
Infatti, sotto i loro sguardi sbalorditi, la macchia d’ombra additata prese forma e si lasciò cadere dietro di loro, chiudendo la porta nella caduta.
-Piacere di rivederti, Killua.- salutò la figura, alzandosi, con voce sottile ma melodiosa…troppo, per un uomo.
E quando la luce colpì il suo viso, gli altri si resero conto di essersi sbagliati…il messaggero non era un uomo: era una ragazza.
Una ragazza di circa 15 anni, dalla figura mascolina e dal seno appena accennato sotto la larga maglietta a maniche lunghe, che aveva i capelli corti e arruffati, del tipico bianco-argenteo degli Zaoldyeck, i tratti fini ma raffinati, e gli occhi di una strana sfumatura tra il blu e il grigio, come un mare in tempesta…cupi, profondi, tormentati…arrabbiati.
Nel complesso era molto simile a Killua…abbastanza da essere il suo riflesso.
-Ma come, Killua? Non mi saluti? Non ti ricordi di me? Di tua sorella?- lo canzonò fredda lei, incrociando la braccia, confermando il sospetto generale.
Ma Killua non pareva in grado di parlare: sotto lo sguardo confuso dei suoi amici, era impallidito (e dire che lui è già kiaro di carnagione…lo diresti un vampiro!! ndA XD) come se avesse visto un fantasma, ed era arretrato di alcuni passi, tremante.
-N…non è p…possibile!- riuscì infine ad articolare, dopo svariati tentativi.
-Tu sei morta!- gridò, facendo spalancare gli occhi agli astanti.
Lei, però, si limitò a scuotere il capo lenta, senza staccare gli occhi dall’altro, come un serpente che incantasse un uccello con i suoi movimenti sinuosi.
-Oh, no…non sono morta.- rise, e la sua risata risuonò come un colpo di diapason, vibrando dentro di loro, stridente, maligna.
-Non sei riuscito ad uccidermi.-

  
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