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Autore: i_m_directioner    20/09/2013    1 recensioni
blaine si catapulta nell'immensa new york per incominciare il suo percordo alla NYADA.. e... incontra un ragazzo che gli cambierà la vita..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno di anno, per qualsiasi cosa tu stia facendo, dall’asilo al lavoro, è sempre il più importante ed il più impegnativo.

E’ come se ricominciassi daccapo, soprattutto dopo un trasferimento: una nuova città, una nuova scuola, nuova gente, nuovi amici, nuova vita.
Non hai il tempo per metterti a pensare sulle cose che sono successe prima perché, l’ansia e l’eccitazione per la novità, ti divorano dentro, rendendoti estremamente bisognoso di quella realtà. Hai bisogno di conoscere la tua nuova vita e ciò che essa ti porterà.
E, probabilmente, una nuova vita, potrebbe portarti anche un nuovo te, aiutandoti a crescere e a maturare, facendoti abbandonare le spoglie dell’anno precedente.

Ne hai bisogno per sopravvivere.

Particolarmente se, come Blaine Anderson, quello è il tuo primo anno di università e il primo anno in una grande ed importante città, come New York, completamente diversa da dove sei cresciuto, in Ohio.
 
Era arrivato quella stessa mattina, verso le 10:00 pm, per cercare di essere presente alle prime lezioni e alle assegnazioni delle stanze del dormitorio della NYADA, sperando di prenderne una con una buona visto che, da alcune camere, c’era la possibilità di vedere Central Park; Anderson amava quel parco. Era stato a New York solo qualche mese prima, per poter “conoscere” un po’ meglio la città e aveva, praticamente, perso mezza giornata a girare per quel parco, con tanto di Cooper che cercava di tirarlo fuori da lì, con qualsiasi espediente.

Schizzo, guarda! Danno Grease a Broadway!
Coop, proprio non capisci la magia che c’è qui a Central Park?
Blaine, se avessi voluto la magia, sarei andato in Inghilterra, agli Studios di Harry Potter. Non credi?
Cooper, non capisci nulla!
Tu, invece, secondo me avresti dovuto farti meno film mentali su questo posto.
I miei non sono film mentali!
Okay, okay… Una volta tornati a Westerville, dirò a mamma e a papà di toglierti internet. O, almeno, usalo per qualche attività più… Interessante. Se capisci quello che intendo.
Dio, Coop! Hai il chiodo fisso, per quella roba!
Non stai puntando il dito, Schizzo! Non sei intenso!

Avrebbe pagato chiunque, dopo essersi messo nelle mani della Dea Bendata, per poter ottenere una stanza, con la vista di Central Park.

Non ci mise tanto, a raggiungere la destinazione -dopo aver passato, gli ultimi tre mesi, dopo il diploma, a studiare tutte le carte della città (Google Maps compreso)-, ma, una volta all’interno dell’edificio, era certo che, prima della fine dell’anno, se non quello stesso giorno, Blaine Devon Anderson, si sarebbe perso, lì dentro.

La NYADA era strutturata su più piani e, da quello che aveva letto, informandosi sui vari siti internet, ogni piano aveva la sua specialità (canto, musical, recitazione e danza) ed era, soprattutto, piena di studenti: tutti i ragazzi che erano lì dentro, lui compreso, erano la creme della creme americana, scelti personalmente, da Madame Tibideaux; la loro preside che, come faceva tutti gli anni, girava per le scuole superiori, selezionando solo i ragazzi più bravi, dopo che, essi, avevano partecipato a dei provini.

A Blaine, sembrava ancora un sogno, trovarsi lì, con tutti quei ragazzi talentuosi.
Ancora non ci credeva di essere uno di loro.
Mentre girovagava -a vuoto, si intende- per i corridoi della struttura, non poté fare a meno di notare che, i ragazzi più grandi, erano tutti agitati e correvano, in modo frenetico, ognuno dalla parte opposta dell’altro, alla ricerca delle rispettive aule per la lezione successiva.

Alcuni si lamentavano del fatto che se arrivo in ritardo, la July mi distrugge!: questo usciva dalle labbra di una ragazza piuttosto piccolina, dai lunghi capelli castani, mentre altri erano più: devo arrivare per prima alla lezione di canto, per potermi aggiudicare almeno una canzone!

Il moro, a quel punto, capì che, lì, tutti erano determinati a fare ciò per il quale erano stati scelti e, lui, non doveva essere da meno: doveva spiccare anche lui, in almeno un campo.

Quando, dopo aver osservato gli altri studenti per circa quindici minuti, capì che, se avesse continuato ad osservare loro e non avesse iniziato a preoccuparsi per la sua situazione, non avrebbe mai trovato la segreteria e non avrebbe mai avuto la sua stanza da sogno; doveva assolutamente smetterla di pensare, pensare e pensare. Ne valeva della sua stanza nel dormitorio.

Se gli fosse andata bene, continuando a cincischiarsi, gli sarebbe capitato un buco all’ultimo piano.

Così, dopo aver fatto leva sui propri desideri e aver fatto mente locale, scese la scalinata che, dal primo piano, quello dell’entrata, portava al piano terra, quello della segreteria e dell’auditorium, seguito da un’altra ventina di studenti; alzò di alzare il viso dal foglio che si ostinava a cercare di decifrare, ma che in realtà non faceva altro che confonderlo e guardò un ragazzo che, in quel momento, aveva finito di scendere la scalinata e lo fermò.

Il moretto lo guardò un po’ spaesato e, il biondino, sorrise.
Blaine quasi non morì. Era il sorriso più bello che avesse mai visto.

“Ehm, scusa... Sono nuovo qui e—“
“… Ti sei perso.”

Disse, il ragazzo più alto, per poi concludere il tutto con una risata. Blaine a quella risata, storse un po’ il naso in una smorfia, iniziando a pensare che lo stesse prendendo in giro, per il suo pessimo senso dell’orientamento.

Cosa c’è di così divertente?

“Tranquillo, è normale. La Nyada è un labirinto... Non ti sto prendendo in giro!”

L’altro ragazzo, quasi avesse compreso i pensieri di Blaine, gli sorrise e gli tese la mano, spiegandogli il perché della sua risata.

Che, anche se fosse stata di scherno, era una risata bellissima.

Anderson guardò la mano del ragazzo, la candida mano del ragazzo di fronte a sé, dalle dita lunghe e affusolate, prima di trovare il coraggio di allungare la propria e stringerla, con un sorriso sul volto.

“Kurt.”
“Io sono Blaine.”

Kurt, anche il suo nome era dolce.

“Cosa stai cercando di preciso?”
“La segreteria! Per l’assegnazione delle stanze e tutte le varie scartoffie, sai…”

Rispose, Anderson, prontamente alla domanda di Kurt che, ancora prima di ribattere, gli fece un cenno con la testa, per farsi seguire lungo il corridoio dell’accademia.

“Sì, sì. Lo so… Anche il mio primo giorno, qui, fu un disastro; invece di presentarmi alla lezione di danza, andai nell’aula di canto.”

Mormorò, ridacchiando, Hummel e Blaine lo guardò affascinato, quasi non avesse mai visto creatura più bella in vita sua.
Kurt era poco più alto di lui, aveva la pelle chiarissima -che faceva contrasto con i pantaloni neri che aveva indosso-, i capelli castano chiaro, abilmente acconciati e fissati con della lacca e due occhi azzurri che erano simili a due diamanti; sembravano puri.

Tutto in quel ragazzo sembrava dolce e puro.

Nessuno dei due, mentre si dirigevano verso la segreteria e parlavano del più e del meno, le solite cose da studenti, però seppe che, quello, sarebbe potuto essere l’inizio di qualcosa.

L’inizio di una storia, nella nuova vita newyorchese di Blaine.
L’inizio di una storia, nella vita frenetica newyorchese di Kurt.

L’inizio di qualcosa di importante, per entrambi. Magari con qualche difficoltà, magari con qualche incomprensione, ma, alla fine, si sarebbero capiti e tutto sarebbe andato meglio.

Qualcosa per la quale avrebbero combattuto.

Loro si sarebbero amati, a New York. E avrebbero passeggiato mano nella mano, a Central Park, come nei sogni di Blaine.










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ciao a tutti :D cosa ne pensate di questa one shot?? <3 <3
  
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