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Autore: L Change the World    20/09/2013    3 recensioni
[OzxGil] [GilxBreak] [Triangolo!]
Dopo aver nascosto troppo a lungo la loro tormentata storia d’amore, Gilbert e Oz sono ora una coppia di fatto, la cui unione ha gettato nell’indignazione gran parte della città, nonché le rispettive Casate Ducali, ora nemiche più che mai.
L’amore che l’uno prova per l’altro è un sentimento talmente forte e potente che niente potrebbe più ostacolare il loro vivere felici e liberi da ogni pensiero.
Ma c’è qualcuno che getterà un’ombra forse troppo grande su di loro, qualcuno che costringerà i due sfortunati amanti a fare i conti con il passato.
Gli antichi sentimenti possono rinascere, possono affievolirsi, possono lasciare ferite a volte profonde, ma non potranno mai scomparire del tutto...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alice, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Con un’espressione concentrata dipinta sul volto, Gilbert uscì silenziosamente dalla porta della sua camera e iniziò a camminare. I suoi piedi nudi facevano cigolare il vecchio pavimento di legno della residenza Rainsworth, e quel fastidioso rumore rimbombava nell’ampio corridoio intarsiato da quadri e tappeti di incredibile pregio. Certo, non era proprio il massimo, soprattutto se si trattava di andare a zonzo nel pieno della notte.

Il ragazzo si lasciò inebriare dal profumo della pioggia tipico di un autunno che volge alla fine, lasciando che ogni sua parte del corpo fosse scossa da piccoli brividi di freddo. Quello scenario gli faceva tornare in mente i lunghi inverni passati nella casata Nightray, con suo fratello, e una vena di nostalgia gli attraversò il cuore.

Ma nonostante quei ricordi bui, in quel momento Gilbert non riusciva ad essere triste.

Svoltò alla sua destra e, quasi inciampando in un ennesimo, antico tappeto, raggiunse la seconda porta e abbassò silenziosamente la maniglia dorata.

La luce della luna era talmente forte che, anche con le pesanti tende di velluto tirate a metà, illuminava quasi a giorno l’ampia stanza che odorava di fiori freschi. Oz Vessalius dormiva nel letto a baldacchino con aria beata, i capelli biondi gli ricadevano a ciocche sul volto, e le guance candide avevano assunto una leggera sfumatura azzurro notte che lo rendeva simile ad un angelo. A quella vista, Gilbert non poté fare a meno di trattenere il respiro e sorridere.

Con estrema cautela si avvicinò, si sedette sul materasso e sfiorò le labbra del suo padrone con delicatezza. Oz aprì debolmente gli occhi, e appena ebbe ripreso un minimo di conoscenza sorrise e ricambiò il bacio quasi con foga.

“Scusa, mi ero addormentato.” mormorò con la voce ancora impastata dal sonno mentre Gilbert gli si sdraiava accanto.

“Non ti preoccupare, anzi, scusami.”

“E perché mai ti dovresti scusare?” Le mani di Oz gli circondarono il viso mentre le loro bocche si incontravano e i loro respiri si fondevano insieme.

“Vorrei che fosse sempre così, sai?” disse Gilbert mentre il quindicenne gli appoggiava la testa sul petto.

“Sento il tuo respiro.” mormorò Oz ignorando le sue parole “E il tuo cuore batte fortissimo. Fa tu-tum, tu-tum, tu-tum. Ti verrà un infarto così, Gil!”

“Scemo.” gli disse il ragazzo, dandogli una pacca scherzosa e ridendo sotto ai baffi. Sentiva il corpo di Oz tremare accanto a sé, così gli passò un braccio sulle spalle e lo strinse forte, respirando l’odore del suo pigiama bianco e il profumo dei suoi capelli.

Era la prima volta che Gilbert abbracciava una persona. I contatti fisici non gli erano mai andati a genio, perché non reputava nessuno così importante da meritarsi una qualsiasi confidenza da parte sua, ma con Oz era diverso. Poteva risultare un gesto goffo e imbranato come al suo solito, eppure fu come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cinse quel corpo con tutta la forza che aveva nelle braccia, affondò la testa nel collo del suo Oz e, baciandolo, una lacrima gli scese sul viso.

“Ugh... Così, soffoco, Gil!” rise Oz con la sua tipica voce pimpante “Gil... Ehi, cosa c’è?”

“Oh no, tranquillo. Non è nulla, davvero.” disse il ragazzo tossicchiando e cercando di parlare con una voce vagamente normale. “E’ solo che era da tanto tempo che non mi sentivo così...”

“Così come?”

“Così... Felice.” I suoi occhi si illuminarono per lo stupore. Sì, aveva fatto una scelta, aveva trovato una risposta a tutte le sue domande, un’ancora di salvezza in quel mondo che gli aveva riservato solo difficoltà e dolori. Aveva scelto Oz, e nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea.

“Ti amo, Gil.”

“Anche io ti amo.”

Restarono avvinghiati per combattere il freddo pungente per almeno mezz’ora, chiacchierando di tutto ciò che passava loro per la testa, come se avessero avuto una sola notte per dirsi tutto ciò che fino ad allora non si erano ancora detti.

“Devo andare, ora. Sai, se passo la notte qui, gli altri...”

Oz annuì dispiaciuto ma comprensivo, così gli scoccò un ultimo bacio prima di vederlo allontanarsi e scomparire dietro la porta come un sogno che finisce appena ci si sveglia al mattino.

L’indomani sarebbe stato un altro giorno, un giorno all’insegna di occhiate fugaci, di sussurri carichi di tensione e di desideri repressi. Sapevano che prima o poi sarebbe saltato fuori tutto, e la sola idea li riempiva di ansia e di preoccupazione.

 Eppure nessuno dei due era mai stato più felice.
  
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