Fino a qualche minuto fa.
Quando perdi qualcuno, non
sai mai fino
in fondo come comportarti.
Insomma, andiamo, nessuno ha la
risposta pronta. E' fisicamente impossibile. Anche perché,
come
certi potrebbero farmi notare, dipende molto dai casi.
Può capitare si perda una persona cara
per un po'... o per sempre, per esempio.
“Perdere”... che verbo strano. Si
usa banalmente per dire che abbiamo mancato l'ultima corsa
dell'autobus -cosa che mi capita alquanto spesso, perlomeno quando la
mia bambina decide di non partire e lasciarmi senza un passaggio a
scuola. Grazie tante, motore di seconda mano!- ed anche per piangere
chi, fisicamente, non abbiamo più accanto.
Io, fino a qualche minuto fa, credevo
di essermi trovato da una sola delle due sponde. Credevo di sostare
placidamente sulla via del non ritorno. Di quel famoso “per
sempre”
che tanto spaventa noi comuni mortali. E dai, ammettiamolo, qui si
potrebbero tirare fuori duemila pare filosofiche sul tempo, sulla sua
ciclicità, sul quel vattelappesca. Ma per quanto il mio
cervello
possa lavorare, in condizioni normali, un miglio al minuto... ora mi
è un po' difficile.
E poi, oltretutto, a me non piace la
filosofia. Ça va sans dire.
Da che
mi ricordi, da quando … bé,
da quel giorno -e basta a me sapere che giorno-, ho sempre tentato di
abituarmi al distacco delle persone. Prima o poi, tutti se ne
vanno, mi
dicevo. E'
inutile che li leghi a te, se ne andranno lo stesso. Non puoi
impedirlo, cantilenavo
nella mia
testa di bambino affetto da ADD.
Nessuno rimarrà con te per sempre.
Sei destinato a restare da solo, prima o poi. Abituati al sapore
della parola “addio” sulla tua lingua. Abitua il
tuo cuore a non
sentirsi oppresso, abitua i tuoi polmoni a sforzarsi per incamerare
aria anche quando si rifiutano di collaborare, abitua i tuoi nervi a
stare sotto pressione e non cedere... abitua la tua schiena al peso
che viene quando, una parte del tuo Io, viene strappata via.
E provavo a
conviverci con questo mantra, senza accorgermi che, in
realtà, mi
appigliavo con le unghie e con i denti a chiunque sentissi parte di
me. A chiunque facesse parte del mio personale mondo. Come un uomo
avido che tenta di raccogliere più ricchezze possibili da un
tesoro,
io stringevo a me, con la stessa cupidigia mio padre, Scott, Lydia...
Lui non era
previsto. Era una di quelle fottute variabili che non sono
calcolabili.
Derek
era come il
bug di un videogioco.
Mai avrei potuto
trovare paragone migliore, in vita mia.
All'inizio odio
profondo, incapacità di gestirlo, frustrazione, paura che
potesse
mandare al diavolo tutto il lavoro da me fatto, fastidio,
insopportazione. Una vera e propria spina nel fianco, tanto
d'impiccio quanto pericolosa.
Poi, avevo imparato
a conviverci. Avevo imparato come evitare che mi desse noia, avevo
imparato come aggirarlo e come gestirlo. Mi ci ero affezionato, a
quel piccolo difetto nella mia routine quotidiana.
Alla fine, da un
giorno all'altro, non sono riuscito più a giocare
perché il bug era
sparito. Spazzato via dal nuovo aggiornamento. Sorprendente, vero,
quanto quello che consideriamo un errore di valutazione, possa
entrarci sotto pelle?
Derek era come il
bug di un videogioco. Ed io ero rimasto incastrato nella sua
dimensione.
Così incastrato,
da aver dovuto ricorrere al passato per parlare di lui.
Non
sono mai stato
un amante dei cambiamenti. Mi danno la nausea, un senso di vertigine,
soprattutto da quando ne ho dovuto affrontare uno enorme quando
ancora non ero pronto, quando ancora non sapevo neppure di che pasta
fossi fatto io stesso. Gli attacchi di panico ne sono stati la prova.
Credere di essere forte non basta, la maggior parte delle volte.
Da sempre, il mio
più grande terrore, è quello di perdere mio
padre. Ho già perso un
genitore, non voler perdere anche l'altro mi sembra del tutto
comprensivo. Poi, insieme, era arrivata la paura di perdere Scott, la
paura di perdere Lydia, con quella cotta per lei quasi ossessiva.
La paura di perdere
Derek, divenuta concreta quando, un giorno di pioggia, avevo deciso
di andare al suo loft, dopo diversi tentativi di rintracciarlo, per
trovarlo vuoto. Non ho mai confessato, neppure al mio migliore amico,
che ho avuto un attacco al centro dell'immenso spazio che, in quel
momento, mi sembrava decisamente stretto ed opprimente.
Come una gabbia,
tra le cui pareti, risuonavano voci accusatorie. Potevi fare
di
più, Stiles. Potevi fare di più e non l'hai
fatto. Sei patetico.
Devi sempre avere un piano di riserva. Non devi mai farti cogliere
impreparato. Sei patetico, Stiles
Stilinski.
Pretendi di voler salvare il mondo ma non sai neppure salvare te
stesso da te stesso. Sei patetico.
Avevo perso. Perso
qualcuno, perso una battaglia.
Perdere, perdere,
perdere... Come ricorre spesso questa parola, nella mia vita. Non me
ne sono mai reso conto fino adesso, a dirla tutta.
E quante volte, in
questi ultimi tempi, ho sofferto di nausea.
La vita a Beacon
Hills è un casino. Non fai in tempo a far fuori un mostro,
che ne
spunta un altro. A volte penso che altro che Nemeton-attira-guai, qui
si parla di
un vero e proprio mirino con centro in questa maledettissima
città.
Perchè non è fisicamente possibile che, con tutte
le dannate città
della California, proprio nella mia si debba concentrare una tale
percentuale di disastri sovrannaturali. Ma non potevo nascere, che ne
so, a Honolulu? Me ne andavo a far compagnia a Mago Merlino e ciao
ciao licantropi, kanima, branchi di Alpha con tanta voglia di vedere
se, il sangue dei loro nemici, s'intoni con i loro graziosi artigli.
… ciao ciao ad un dannatissimo lupastro che decide di
andarsene
senza neppure un fiato.
Però, per quanto
io mi possa lamentare della nausea, di tutti gli avvenimenti fuori
logica... rifarei tutto quello che ho fatto fino adesso.
Probabilmente.
...Cambierei solo
un particolare... che però, ora, non conta più
nulla.
Non
conta nulla.
Tutto contava fino a qualche minuto fa. Contava. Contare.
Reputare, stimare, attribuire valore o importanza. Puff.
Tutte quelle parole
che non ho vomitato, mi sovrastano come un'onda. Non posso respirare,
ma non è spiacevole. Roba da pazzi, vero? Lo è.
Forse sono
impazzito.
Perchè, se non
ricordo male, fino a qualche minuto fa, stavo per essere ...mangiato
da un demone? Almeno credo fosse un demone. Diciamo che, nel
tentativo di fuga generale mentre urlavo come un ossesso, non mi ero
soffermato a controllare cosa fosse intenzionato ad uccidermi ed a
banchettare con i miei organi.
Ma, ripeto, tutto
questo fino a qualche minuto fa.
Non si
è capito
nulla, vero? Sì, i miei pensieri non hanno un filo logico,
ne sono
consapevole.
Stanno stagnando
nel mio cervello, mentre tento di regolarizzare il battito del mio
cuore, giustamente impazzito. Sono un casino ambulante.
Giaccio a terra.
Sono un ammasso di sensazioni e sentimenti intrappolati dietro un
appena esalato: «Mi sei mancato.»
Note dell'autrice.
La storia è un puro lavoro di fantasia, i personaggi appartengono alla fantasia di Jeff Davis ed io ho deciso di prenderli in prestito per la lunghezza di una One-shot.
Come spero si sia capito, tutto è concentrato su Stiles. Uno Stiles in pericolo che viene salvato dal ritorno di Derek. E' così che mi sono immaginata il momento del "I missed you" che tanto tormenta il fandom Sterek da mesi. E' una mia piccola personalissima variante, può anche non piacere. Ho inserito l'avvertimento "Spoiler!" perchè non so quanti sappiano questo possibile minuscolo spoiler (anche se, conoscendo Jeff, potrebbe averci preso tutti bellamente per i fondelli e amen) e non voglio incappare nelle ire di nessuno.
Io non scrivo da
davvero tanto
-troppo- tempo. Ho abbandonato per diversi motivi... ma avevo
promesso ad una certa persona che, un giorno, le avrei fatto legger
qualcosa di mio.
Questo giorno, mi sembrava perfetto
per accontentarla.
E' da un anno che la conosco, mi
sembrava opportuno regalarle qualcosa fatto con le mie manine.
Perdonami se non è uscito qualcosa di decente, ma sai bene che scrivere, ormai, mi risulta non poco difficile. Però mi sono detta che potevo e volevo fare uno sforzo, giusto per farti capire quanto tu sia un'amica preziosa ed importante. Sei la mia Derek -in realtà la mia Stiles-, il mio personale tormento ùwù Ma ti voglio troppo bene <3 Non te l'ho fatta leggere prima perchè voglio regalarti anche i duemila errori che ci sono dentro! XD
Love you, scema
Strega Mangia
Frutta.
Bad Girl