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Autore: Camilla L    21/09/2013    7 recensioni
Quando il suo unico figlio gli disse che amava una persona del suo stesso sesso, lo Sceriffo Stilinski non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe trovato lì, davanti alla scuola elementare di Beacon Hills a cercare, tra tutti i bambini in uscita, la testolina stracolma di capelli neri di Genim, il suo adorato nipotino.
Genim che di cognome fa Hale ed ha da poco compiuto sei anni è figlio di Stiles e del suo unico e grande amore Derek Hale, almeno legalmente. Biologicamente è tutta un'altra storia, ovviamente.
Quando la coppia decise di avere un figlio, Stiles fu irremovibile: il padre naturale doveva essere il suo fantastico compagno, il problema fu trovare una madre surrogata disposta a portare in grembo il piccolo lupacchiotto ed una donatrice di ovuli all'altezza delle pretese di Stiles. La scelta alla fine ricadette su Cora, sorella di Derek, come madre surrogata e Lydia Martin, primo amore e grande amica di Stiles, come donatrice. Al più giovane degli Stilinski fu subito chiaro che mescolando i DNA delle due persone più vicine alla perfezione che conoscesse sarebbe nato un bambino altrettanto perfetto e così fu. [STEREK]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Genim Hale'
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Capitolo I

Quando il suo unico figlio gli disse che amava una persona del suo stesso sesso, lo Sceriffo Stilinski non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe trovato lì, davanti alla scuola elementare di Beacon Hills a cercare, tra tutti i bambini in uscita, la testolina stracolma di capelli neri di Genim, il suo adorato nipotino.
Genim che di cognome fa Hale ed ha da poco compiuto sei anni è figlio di Stiles e del suo unico e grande amore Derek Hale, almeno legalmente. Biologicamente è tutta un'altra storia, ovviamente.
Quando la coppia decise di avere un figlio, Stiles fu irremovibile: il padre naturale doveva essere il suo fantastico compagno, il problema fu trovare una madre surrogata disposta a portare in grembo il piccolo lupacchiotto ed una donatrice di ovuli all'altezza delle pretese di Stiles. La scelta alla fine ricadette su Cora, sorella di Derek, come madre surrogata e Lydia Martin, primo amore e grande amica di Stiles, come donatrice. Al più giovane degli Stilinski fu subito chiaro che mescolando i DNA delle due persone più vicine alla perfezione che conoscesse sarebbe nato un bambino altrettanto perfetto e così fu. Nessuno, a gli occhi di Stiles, è più eccezionale del suo bambino e non c'è giorno che si congratuli con se stesso per aver deciso di chiedere a Lydia quell'enorme favore.
 
-Genim, sono qui!-esclama lo sceriffo, non appena scova il nipote in mezzo a tutti quei bimbi all'apparenza tutti uguali.
-Ciao nonno!-sussurra tristemente il piccolo.
-Ciao, campione! Che hai? Come mai sei così serio?-
-Niente.-risponde abbassando la testolina.
-Ne sei sicuro? Tuo padre si comportava esattamente così quando voleva nascondermi qualcosa.-
-Io non ho fatto niente.-
-Cos'è successo? Avanti dimmelo!-lo invita.
-Niente, te l'ho già spiegato.-
-E se non ci credessi?-
-Affari tuoi.-risponde bruscamente il bambino, girandosi velocemente per andare verso l'auto del nonno.
-Identico a suo padre.-borbotta l'uomo, mentre rassegnato si appresta a salire in auto anche lui.
Dopo un silenzioso viaggio durato all'incirca una decina di minuti, lo sceriffo e il nipote arrivano davanti al vialetto di casa Hale-Stilinski, al confine tra la riserva e la zona residenziale della cittadina californiana.
-Non vuoi proprio dirmelo cos'hai combinato?-
-No, perchè non ho combinato niente.-
-E va bene, ma sappi che quando i tuoi papà si arrabbieranno, io non sarò lì con te.-
-Non entri?-
-No, devo andare al lavoro.-
-Ma se ci sarai anche tu...-
-Cosa? Si arrabbieranno meno?-
-Si!-confessa, scrutando la punta delle sue scarpe.
-Se non hai fatto niente, non hai nulla di cui temere, no?-
-No!-risponde il bambino, scendendo dall'auto sbuffando vistosamente.
Al contrario di quello che ha detto al nipote, lo sceriffo scende e lo accompagna fin dentro casa. I suoi strani silenzi e le risposte brusche non sono da lui e lo insospettiscono, ne deve assolutamente parlare con suo figlio.
-Ciao, papà!-dice Stiles, invitandolo ad entrare.
-Ciao! Dov'è sparito tuo figlio? Era davanti a me due secondi fa.-
-Ha lanciato lo zaino sul divano ed è corso di sopra, mi ha a malapena salutato. E' successo qualcosa?-
-Credo di si, ha un comportamento strano da quando è uscito da scuola.-
-Di solito fa così quando nasconde qualcosa.-
-Questo lo so anch'io, non avrà il tuo DNA, ma questo comportamento l'ha preso da te. Quando volevi nascondermi qualcosa facevi di tutto per non rivolgermi nemmeno la parola.-
-Lo so, sta troppo tempo con me, sta copiando tutto quello che faccio, perfino i miei atteggiamenti negativi, è uno dei motivi per cui abbiamo optato per la scuola e non per lo studio a casa.-
-Ma forse non è adatto lui per la scuola, insomma, per quanto io l'adori, lo sappiamo entrambi che non è un bambino come gli altri.-
-Lui è esattamente come gli altri, anzi è molto più speciale di chiunque altro e sa controllarsi benissimo, ne abbiamo discusso un milione di volte Derek e io prima di mandarlo a scuola.-
-Non ho mai detto che non si sappia controllare, solo che forse non si sente pienamente sé stesso o a suo agio in mezzo a tutti quei bambini umani.-
-Conosci altri bambini lupo? Io sinceramente no, se vogliamo che socializzi deve per forza frequentare bambini umani.-
-Comunque oggi è particolarmente strano ed è solo il secondo giorno di scuola, nemmeno tu eri così triste dopo due soli giorni sui banchi.-
-Cercherò di indagare per capire cosa sia successo. Tra qualche giorno ci sarà la luna piena e non servono altri motivi per metterlo in agitazione.-
-Forse il motivo è quello.-
-Lo escludo, di solito è abbastanza calmo nei giorni che precedono il plenilunio.-
-Vabbè, ti lascio indagare in pace. Fammi sapere come va.-
-Ok, ti chiamo più tardi e grazie di averlo recuperato a scuola.-
-Nessun problema, ero di strada e sto sempre volentieri con lui...quando non sembra avercela col mondo intero.-
Padre e figlio si salutano e Stiles può finalmente capire cos'è che turba così tanto suo figlio.
-Genim, puoi scendere? Per favore!-gli chiede dal fondo delle scale.
-No!-risponde il bambino.
-E invece si, scendi!-
-Ho detto no!-
-E io ho detto si, scendi...immediatamente.-
-Non posso.-
-Smettila di fare storie e scendi subito.-
Senza nemmeno rispondere, dopo qualche minuto, Genim è davanti al padre.
-Si può sapere cosa ti prende oggi?-
-Niente, ho solo voglia di stare in camera mia.-
-Tu non hai mai voglia di startene da solo in camera, a meno che tu non abbia qualcosa da nascondere.-
-E invece no, stavo solo giocando ai videogiochi.-
-Non ci credo.-
-Perchè nessuno mi crede oggi?-
-Perchè sei un pessimo bugiardo.-
Il bambino sbuffa e tenta di tornare nella sua stanza.
-Dove credi di andare?-gli dice suo padre, costringendolo a fare dietrofront stringendo il suo braccio destro.
-Non ho niente da dire, perchè non posso tornare di sopra?-
-Non ci tornerai finchè non mi spieghi il motivo del tuo pessimo umore.-
-Uffa, non è successo niente, perchè continui a chiedermelo?-
-Ascolta, sai cosa facciamo ora? Ci sediamo lì sul divano a guardare un po' di TV e intanto parliamo un po', ti va?-gli spiega dolcemente Stiles.
-E possiamo guardare i cartoni che piacciono a me?-
-Certo, tutto quello che vuoi.-
-E va bene.-dice rassegnato il piccolo.
-Allora, cosa vuoi guardare?-
-Il trenino Thomas.-
-Ok, allora vada per il trenino.-
Dopo qualche secondo di zapping ecco spuntare il trenino ed il bambino sembra trovare momentaneamente un po' della sua spensieratezza.
“Se sapevo che sarebbe bastato quello stupido treno per farlo sorridere un po' l'avrei accesa molto prima la TV.”-pensa Stiles, mentre osserva il suo bambino troppo preso da quel trenino parlante.
Nel frattempo arriva anche il terzo componente della famiglia, che corre immediatamente a salutare i suoi uomini...
-Ciao, Genim uno e due.-
-Quando la smetterai di chiamarci così?-
-Mai, siete i miei Genim preferiti.-
-Forse perchè siamo gli unici due al mondo a chiamarci così?-
-No, sareste i miei preferiti comunque.-
-Per fortuna, temevo di non aver sposato la persona giusta.-
-A parte i tuoi dubbi come va qui? Com'è andata a scuola stamattina?-chiede Derek.
-Qui tutto ok, a scuola non lo so, è abbastanza restio sull'argomento.-
-Come mai?-chiede ancora Derek.
-Tutto ok, gliel'ho già detto, ma non ci crede.-risponde Genim.
-Non ci crede perchè stai mentendo. Si sente lontano un miglio che non stai dicendo la verità, lo capirei anche senza i miei poteri.-
-Se lo dici tu.-
-Lo dico perchè ne sono sicuro. Stai mentendo e pure male, cosa c'è che non va a scuola?-
-N...-
-Genim, basta dire che non c'è niente che non va. L'hai già ripetuto un milione di volte e altrettante volte ti è stato detto che nessuno ti crede.-
-La scuola non mi piace, domani non ci vado.-ammette.
-E perchè non ti piacerebbe? Non ti piace stare con gli altri bambini?-gli chiede Stiles, facendolo sedere sulle sue ginocchia.
-No, sono cattivi!-confessa, iniziando a piangere.
-Cosa ti hanno fatto?-gli chiede Derek, accovacciandosi di fronte a lui e asciugandogli le lacrime con le dita.
Genim non risponde, ma estrae un foglio spiegazzato dalla tasca laterale della sua felpa.
-Cos'è?-chiede Stiles al marito.
-Un richiamo dell'insegnante che dice che nostro figlio ha rotto un dito ad un altro bambino.-
-Cos'hai fatto? Sei sicuro che siano gli altri quelli cattivi?-chiede Stiles, girando il figlio tra le sue braccia in modo che possa guardarlo negli occhi.
-Io...io...non ho fatto niente...sono cattivi.-ripete tra i singhiozzi.
-Genim, riesci a sentire che non sono arrabbiato?-chiede l'alpha al figlio.
-Si.-
-Allora puoi calmarti e spiegarci cos'è successo? Ti prometto che non mi arrabbierò, voglio solo sapere la verità.-
-Anche se non ti piacerà quello che ho fatto?-
-Anche in quel caso.-
-Avanti, Genim invece di arrabbiarci con te ti stiamo facendo le coccole, potresti anche raccontarci tutto.-aggiunge Stiles.
-E va bene.-
Stiles gli bacia i capelli in modo che possa calmarsi ulteriormente...
-Sta...stamattina è arrivata una bambina nuova a scuola, si chiama Rebecca. La maestra le ha chiesto di fare il disegno della sua famiglia, come quello che abbiamo fatto noi ieri e di appenderlo insieme ai nostri. Lei lo ha fatto, ma poi tutti hanno iniziato a prenderla in giro perchè ha disegnato due papà e neanche una mamma. Allora io le ho detto di appenderlo vicino al mio perchè anch'io ho due papà e nessuna mamma e allora hanno iniziato a prendere in giro anche me. A me non interessa se mi prendono in giro, ma Rebecca si è spaventata e si è messa a piangere così ho spinto via Nathan che era quello più vicino a noi, ma non sono stato tanto bravo e ho spinto troppo e lui è caduto.-
-E' così che si è rotto il dito?-chiede Derek.
-No, dopo lui si è rialzato e mi ha dato un pugno, solo che non sa che io sono diverso da lui e così si è fatto male e ha detto alla maestra che è stata colpa mia, ma io l'ho solo spinto, giuro.-
-Non avresti dovuto fare nemmeno quello, lo sai che noi siamo molto più forti degli umani.-lo riprende dolcemente Derek.
-Lo so, ma è stato davvero cattivo con me e Rebecca, non è colpa nostra se abbiamo due papà e neanche una mamma.-
-Lo so, tesoro, ma lo sai che potresti fare davvero del male ad un altro bambino anche quando pensi di aver moderato la tua forza.-gli spiega Stiles.
-Non ho fatto apposta, lui continuava a ridere anche se Rebecca piangeva e volevo solo che smettesse, non volevo fargli male.-racconta riprendendo a far scorrere le lacrime.
-Ehi, sai cosa facciamo dopo?-gli chiede Derek, sollevandogli il viso con due dita sotto il mento per fa si che il bimbo lo guardi.
-No.-
-Io ho appuntamento con Scott, Isaac, Aiden e la zia Cora per allenarci un po', ti va di venire con noi?-
-Si! Papà posso?-chiede voltandosi verso Stiles, che non sempre vede di buon occhio che il suo cucciolo si alleni col resto del branco.
-Ora vai in camera tua poi quando sarà ora degli allenamenti ne riparleremo.-
-Ma vuol dire che non ci posso andare?-chiede triste.
-Non ho detto di no, ma solo che ne riparleremo dopo, ok?-
Genim saluta i suoi papà e, felice che le cose siano andate molto meglio delle sue previsioni, se ne torna la piano di sopra.
-So che non sei molto d'accordo che venga con me agli allenamenti, ma ho pensato che per oggi si potrebbe fare un eccezione.-
-Certo, un premio per aver spintonato un suo compagno di classe. Ottima idea, i miei complimenti.-
-Sinceramente a questo non ci avevo nemmeno pensato.-
-Ovvio, io sono quello che si arrabbia e tu quello che gli fa fare quello che vuole, come sempre.-
-Ho proposto gli allenamenti solo perchè credo che abbia parecchio bisogno di sfogarsi, meglio che lo faccia con me e gli altri del branco che col primo bambino che gli capita a tiro, non credi?-
-Questo si, ma ora lui lo vedrà come una ricompensa per aver confessato le sue malefatte o per aver difeso la sua amichetta.-
-Non la vedrà così, appena si accorgerà in cosa consiste un allenamento.-
-Lo sa già in cosa consiste.-
-Non credo, altrimenti non sarebbe così entusiasta.-
-Cosa hai intenzione di fargli fare?-
-Niente di pericoloso, non preoccuparti. Solo che voglio che capisca quanto può far male scontrarsi con qualcuno molto più forte di lui.-
-Ma così si farà male.-
-E in meno di un minuto guarirà, al contrario del suo amico col dito rotto. So che non l'ha fatto apposta, ma se vuole continuare a stare con gli altri bambini deve capire che anche il suo minimo scatto di rabbia potrebbe ferire qualcuno.-
-Pensavo che questo fatto gli fosse già chiaro, altrimenti non avrei insistito così tanto per mandarlo a scuola.-
-Credo che la sua rabbia sia stata provocata dal fatto che abbiano preso in giro noi.-
-Probabilmente sarà così, ma voglio che gli sia chiaro che un altra reazione del genere sancirà la fine della sua carriera scolastica e inizierà a studiare a casa.-
-Non ti sembra di esagerare? Va a scuola da appena due giorni e poi chi dovrebbe essere il suo insegnante casalingo, tu? Quello che invece di studiare preferiva rischiare la vita impicciandosi di affari che non lo riguardavano.-
-Se non mi fossi impicciato, caro il mo Sourwolf, ora non saremo qui a discutere come sia meglio educare il nostro meraviglioso bambino.-dice Stiles, avvicinando le labbra a quelle del compagno.
-Ottima deduzione, l'ho sempre saputo che dietro quell'esile corpicino si nascondeva un cervello coi contro fiocchi.-
-Almeno mi apprezzi per qualcosa.-
-Io ti apprezzo per tutto.-puntualizza l'alpha posando lui ora le labbra su quelle di Stiles.
Il bacio si fa sempre più appassionato, ma qualcuno non la pensa come loro: non è il momento delle effusioni questo...
-Papà, allora posso andare?-chiede il piccolo Genim, spuntato all'improvviso davanti a loro.
 

 
 
Ed eccomi qui, ad infastidirvi di nuovo con una delle mie pseudo storie. Questa è la prima parte della storia di Genim Hale, la seconda e ultima arriverà appena possibile...
Nell'attesa vi ricordo la serie che contiene questa e le altre mie storie su Derek e Stiles: Derek&Stiles
Detto questo vi saluto e vi do appuntamento a tra qualche giorno (spero!) con la seconda parte...
Baci baci e grazie a tutti!!!
Camy
   
 
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