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Autore: Gatto Magro    21/09/2013    2 recensioni
Capitano. Grotta. Cera.
E tutto quello che avrò la malaugurata idea di scrivere, finché alla TV non fanno qualcosa di bello.
1. Ossequi, Capitano.
2. Ave Icarus.
3. All I wanna do is (bang-bang).
4. Sunday mo(u)rning.
5. Le Porte Spettrali.
6. Caro Bellamy,
7. I tuoi 23 anni, I miei 26 anni.
8. duemilasette – duemilatredici
9. Scritto sul muro con l'eyeliner.
10. "It's like being at Disneyland. On acid."
11. We go where we know. (RIPUBBLICATA "Ma le fragole hanno fatto la muffa.")
12. Come le patatine fritte (è sempre un buon momento per una torta al cioccolato).
13. Prima che fossimo come le patatine fritte: insanguinati sul pavimento. (A raccontarci bugie.)
14. Then the night fell on us.
15. The Queen is dead.
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le vicende Ciglia Finte e altre cose di Superficie. '
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Lettera perché ti amo,

per la punta delle scarpe,

 per le catene delle biciclette che cadono davanti a me e davanti a te

 in un disordine che non ci fa incontrare,

per le belle frasi che ti urlerei alla macchinetta del caffè,

ma piano,

per il cielo di settembre e il muro di mattoni,

per la risata che ci siamo strappati

e per le tue guance rosse,

per lei che si è scostata in fretta,

per l’erba alta che mi ha trascinato avanti

a inalare il fumo passivo di un gruppo di camicie

e orli di jeans consumati sotto i talloni,

per le ore di latino

e i rigetti matematici

per le formule chimiche costruite su ponti di zucchero

e i ponti di marmo

che portano ad un amore che non vale la pena,

per i respiri dedicati

e le penne che consumo sul banco

in parole che mi fanno piangere,

per i bottoni colorati

e gli ascensori stretti,

per le scale rosse

e la colonna che abbiamo fatto esplodere

l’anno scorso con le fotografie strappate,

e per i tormenti delle contratture muscolari,

i primi brividi e mattinate scure,

le lacrime infreddolite e le occhiaie viola,

per i suggerimenti sparsi fra i capelli,

per le caccie al tesoro

che tanto lo getterei nel cesso,

alla fine,

e per le prospettive degli specchi,

e le pieghe nei tuoi occhi.

Lettera per la voce dei cantanti che non conosci

e i disegni che ti ho rubato

(e perso)

apposta.

Lettera per le bugie di merda

e per to So Far Away’s dark.


 
Lettera per il mio amore,

perché ho finito la carta

e allora la scrivo sul muro

con l’eyeliner.
 
 
 
   
 
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