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Autore: Paola_FiJaP    21/09/2013    8 recensioni
Distretto 2, quattro anni dopo la ribellione.
Annie e suo figlio vivono ancora lì, aiutati da Gale.
Il dolore di una donna distrutta.
La forza di un uomo determinato.
La fatica di un bambino cresciuto troppo velocemente.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Effie Trinket, Gale Hawthorne
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Don't you worry, don't you worry child 
See heaven's got a plan for you 
Don't you worry, don't you worry now 


“Mamma, perché non ti svegli?”
Non risponde.
Corro verso la sua poltrona. L’ho già chiamata molte volte, ma sembra non si voglia decidere di svegliarsi. Le tocco il braccio con la punta del dito. È freddo. Un’ondata di stupore mi travolge, seguita subito dalla paura. Stavolta la scuoto. “Mamma, mamma! Svegliati!” Mi allontano, titubante. Un dubbio atroce si insinua tra i miei pensieri. No, non può essere successo. Ecco, ora si sveglierà e mi guarderà e mi dirà che sta bene. La vista mi si annebbia: devono essere le lacrime che stanno iniziando a riempirmi gli occhi. Non piangere. Non piangere.  Devi essere forte.
Prima che le lacrime abbiano il tempo di scendere e rigarmi le guancie, scappo, corro su per le scale e mi nascondo nel mio armadio. Frugo tra le fotografie sul pavimento ricoperte dalla polvere: le ho nascoste qui tanto tempo fa, quando la mamma ha cercato di buttarle nel fuoco. Prendo la mia preferita e la pulisco delicatamente con il bordo della maglietta, ma è comunque così scolorita da non rendere possibile riconoscerne i colori. Eppure, so dai tanti racconti che il vestito della mamma è verde acqua, i capelli dell’uomo a cui è abbracciata sono bronzei e i suoi occhi verdi. Come i miei.  Accarezzo i due personaggi: la mamma sembra incredibilmente felice. Non l’ho mai vista così… Solo in lacrime, o isterica, o abbandonata apaticamente sulla poltrona mentre Gale, il nostro migliore amico, bada a noi due. Stringo forte la fotografia. “Mamma…” mormoro, prima di addormentarmi.

Il giorno dopo, sono delle voci a svegliarmi. Apro gli occhi: ho ancora appoggiata sul petto la fotografia di mamma e papà. E allora mi ricordo di tutto. Mentre sento gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime, qualcuno apre l’anta dell’armadio, e la faccia di Gale mi compare davanti. Dietro a lui c’è quella strana signora che si veste sempre di colori troppo sgargianti, e mi fa paura. Hanno entrambi gli occhi rossi. Senza pensarci due volte, mi aggrappo al collo di Gale, lasciandomi avvolgere dal suo profumo e cercando di trattenere le lacrime. Devo essere forte. Mi sento stringere e portare giù per le scale. Socchiudo gli occhi: la mamma è ancora sulla sua poltrona, bianca come un lenzuolo, i capelli castani che la avvolgono come una coperta di tulle. Allora è tutto vero. Mi stringo ancora più forte al collo di Gale , lasciandomi andare in un pianto disperato che mi tengo dentro da troppo tempo. Lui mi culla e mi accarezza la schiena. Ormai ho esaurito le lacrime da un pezzo quando mi parla.
“Ehi, gigante.” La sua voce calda e profonda mi conforta e mi commuove. Ritorno a piangere, più sommessamente di prima. “Ehi. Va tutto bene. Ci sono qui io. Non ti preoccupare. Non ti abbandonerò.”


*si nasconde*
Okay, non siate cattivi. E' la prima cosa che scrivo, in assoluto.
Sono partita da un'idea del tutto diversa, ma sono finita a fare questa cosa.
Accetto qualsiasi critica e consiglio :')
  
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