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Autore: xkeepituglyx    22/09/2013    0 recensioni
Questa storia è un tributo a Sarah, figlia di Joel, poichè penso che sia uno dei personaggi più simpatici e dal carattere più completo, o comunque più vicino all'uomo moderno, che ci sia in tutto il videogioco. Un breve passaggio che confronta una stessa situazione in due momenti diversi, il ritrovamento di un passato ricco di gioie e serenità. Scusate ma non sono bravissima con le intro, ma se vi ho incuriositi leggete :)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Padre e figlia
“Ehi papà, guarda!”
La piccola Sarah indicava con il dito minuto un angolo della strada, dove qualcosa si muoveva. Dopo pochi secondi la bambina stava già correndo per il marciapiedi, intrufolandosi nel vicoletto. Joel, poco distante la raggiunse velocemente, sorprendendola da dietro e solleticandole la vita, mentre lei si dimenava ridendo.
“Che cosa c’è, piccola?” chiese affettuoso, mentre si abbassava dietro alla figlia.
“Guarda là, in fondo!” cinguettò la bimba. Nel fondo del vicolo Joel vide due occhi brillare al buio, udì un miagolio, e improvvisamente spuntò un gattino nero, che si avvicinò ai due e si strusciò sulle gambe della piccola, che lo accarezzò con un sorriso sghembo sulle labbra. Si avvicinò anche al padre dalla mano tesa verso il gatto, che per risposta iniziò ad annusarlo. Joel si inginocchiò di fianco alla figlia, facendola sedere su una gamba, mentre passava la mano paffuta lungo il lucido pelo corvino. La bimba rideva felice, fino a quando il gatto si stiracchiò e iniziò a trotterellare verso il mercato lì vicino, attirato dall’odore del pesce. Dal collo del gattino si slacciò un collarino rosa, e una placchetta di metallo rifletté la luce del vicolo. Sarah si avvicinò incuriosita.
“Che cos’è papà?”
“È una medaglietta che i padroni mettono al proprio gatto perché non si perdano”
“Questo significa che questo gatto ha un padrone…” la piccola sembrava dispiaciuta.  Joel prese in braccio la figlia, che con gli anni stava diventando più pesante.
“Si, ha già dei padroni”
“Come si chiama quel gattino?” la piccola si sforzò di decifrare le lettere impresse nel metallo, corrugando la fronte e arricciando la bocca. Joel si avvicinò alla medaglietta e lesse il nome inciso nel metallo con caratteri fini ed eleganti: Sarah
“Sarah! Hai visto? Questa gattina si chiama come te” Le tirò un codino biondo, sorridendo. La bambina rise felice, stringendo a sé la camicia del padre.
“Mi piacerebbe avere un gattino come quello, papà”
“Magari più avanti potremmo prenderne uno, che ne dici?”
“Si! Mi piacerebbe un sacco! Sei il papà migliore del mondo!”
Il padre posò a terra la figlia, che saltellò davanti a lui, e mano nella mano si allontanarono nel tramonto.
“Forza Sarah, veloci, che fra poco diventerà sera, e vicino alla campagna ci sono i matti”



“Ehi, Joel, torna indietro”
I due si trovavano in una cittadina abbandonata che costeggiava un mercato sul mare. Ellie si era avvicinata ad un vicolo, attirata da qualcosa riflettente la luce che proveniva dal cielo nuvoloso. Joel, che si era inoltrato nel mercato per cercare qualcosa di utile, tornò dalla ragazza. Tra le mani stingeva un laccetto di cuoio sbiadito che un tempo doveva essere rosa, a cui era appesa una targhetta di metallo. Si avvicinò a Ellie, che protese verso di lui il reperto, e lo guardò con aria interrogativa.
“Sembra che da queste parti sia passato un gatto”
“Ti piacciono i gatti?”
“Per niente, graffiano, mordono e soffiano: non sanno fare altro”
“Un tempo non erano così cattivi, mia moglie li adorava”
“Non riesco a immaginarlo… Come si chiamava il gatto?” rigirò l’oggetto tra le dita sottili e affusolate e lesse sulla piastrina, sgranò gli occhi e girò la targhetta in modo che potesse leggerla anche il compagno: a caratteri fini ed eleganti era scritto un nome: Sarah.
“Guarda che coincidenze…” disse lui in un sussurro.
“Dove sarà andato il gatto?” chiese lei, rimettendosi in cammino. Si torturava le mani e continuava ad agitare la coda di cavallo: era evidentemente nervosa e Joel capiva che, non sapendo come comportarsi stava cercando di cambiare argomento. Strinse la piastrina nel pugno, poi accarezzandola, la allacciò al polso di Ellie come se fosse un bracciale, mostrandole un sorriso dolceamaro.
“È andato via un sacco di tempo fa, era andato verso il mercato”
I due si diressero verso il mercato, nauseati dall’odore di pesce marcio.
  
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