Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: violetsugarplum    22/09/2013    2 recensioni
[Seblaine Sunday]
Sebastian trova un modo per movimentare la vita di coppia e Blaine quasi rimpiange di averlo sposato quando si allaccia maldestramente il casco sotto al collo.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa one-shot partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzate dal gruppo Seblaine Events.


Husband Carrying

 

Quando Sebastian gli confidò che, secondo lui, avrebbero dovuto movimentare la loro vita da novelli sposi -eh sì, l'aveva finalmente impalmato!- provando qualcosa di nuovo, Blaine si era ritrovato a pensare, chiaramente imbarazzatissimo, che non era pronto ad un rapporto a tre o qualsiasi cosa strana avesse preso forma nella mente perversa di suo marito.

Ridendo, lo aveva rassicurato che non aveva pensato a nulla del genere -salvo richiesta esplicita da parte sua- ma ad un video che aveva visto su Internet qualche tempo prima e che aveva assolutamente voglia di provare.

“Che genere di video?”, chiese Blaine sospettoso. Non avevano più sedici anni da un bel pezzo, questo era vero, ma ricordava ancora con precisione tutti quei pomeriggi d'estate passati in camera sua a bere limonata ghiacciata per sfuggire alla calura e a fantasticare su quegli attori esageratamente dotati protagonisti di quei film il cui anche solo il titolo lo faceva arrossire pesantemente. Ma se Sebastian aveva giurato che non si trattava di quel tipo, chi era lui per non credere a suo marito?

“Trovo che sia inutile spiegartelo senza fartelo vedere”, disse alzandosi dal divano, trascinando a terra il plaid e lasciando scoperte le gambe nude. “Aspettami qui, vado a prendere il tablet e te lo faccio vedere.”

Con uno sbuffo, Blaine chiuse il libro, lasciando che Harry Potter se la cavasse da solo con l'Ungaro Spinato, e si risistemò la coperta. Pochi secondi dopo ricomparve Sebastian con un sorriso sul volto e le mani impegnate a tenere il suo dispositivo elettronico preferito. “Devo premettere una cosa, Blaine”, disse abbandonandosi mollemente sul divano, cacciandosi di nuovo sotto al plaid e intrecciando le proprie gambe con quelle di Blaine. “So che subito non sarai d'accordo, ma poi vedrai che ti piacerà.”

Oh, rieccolo mentre tentava disperatamente di fargli provare qualcosa relativo al sesso. Non era poi tanto cambiato dal liceale che faceva scivolare la mano all'interno dei suoi pantaloni mentre le immagini sullo schermo si susseguivano sempre più... Va bene, questo non è interessante, vero?

“Sebastian...”, lo avvertì digrignando i denti. “Guarda che se è-”

“Ti ho detto che non lo è”, rise. “Ora guarda il video e promettimi che ogni commento, perché so che ne avrai a iosa, lo dirai alla fine.”

“Ma-”

“Prometti!”, strillò prima di togliergli il fiato con un bacio davvero poco casto. Se due settimane prima Blaine gli aveva promesso di rimanere con lui per il resto della sua vita, poteva dirgli di sì anche questa volta.

Ma fece davvero fatica a non dire niente quando davanti ai suoi occhi si presentò quello scempio, ma alla fine -ancor prima che il video fosse terminato- non si trattenne più e sbottò. “Assolutamente no, Sebastian. Assolutamente no. Sei completamente fuori di testa. Ma ti pare il caso?”

“Non è così male come sembra”, si difese. “Te l'avevo detto che subito avresti detto di no, ma pensaci. Non sarebbe fighissimo?”

“A me pare solamente una pazzia”, rispose mentre il video continuava ad andare avanti e dagli altoparlanti provenivano grida festose e applausi. “Non posso credere che ci sia gente che lo faccia per davvero. Ma almeno si vince qualcosa?”

“Ovviamente sì, ma non penso di dirti in cosa consiste il premio se hai reagito già così male. E dai, Blaine, è solo un gioco! E poi sarei io a condurre perché tu sei un po' troppo piccolino... Perfetto per questo genere di cose.”

Blaine sperò con tutto il cuore che il suo sguardo tagliente lo affettasse in mille pezzettini e rimpianse il momento in cui pensò che si trattasse di una pratica sessuale.

Il video che gli mostrò suo marito presentava una gara. Sapeva che Sebastian era sempre stato estremamente competitivo, fin da quando erano più piccoli e vinceva ogni volta a nascondino durante l'intervallo. E sapeva anche che, quando era diventato il capitano della squadra di lacrosse alla Dalton, trascorreva ogni momento del suo tempo libero ad allenarsi, a provarci con lui ed a allenarsi ancora. Era sempre pronto a mettersi in mostra, a far vedere agli altri che doveva primeggiare in ogni cosa, sia nelle materie scolastiche, sia negli sport. Ultimamente aveva iniziato ad andare a giocare a golf con i suoi colleghi di lavoro e il sorriso trionfante che aveva sul volto quando tornava a casa, sudato e ricoperto di fili d'erba, faceva capire a Blaine che aveva vinto anche quella volta e mandato in buca la pallina al primo tentativo.

Ma questa gara era diversa, perché non riguardava la solita partita di pallacanestro, baseball o altro, ma era uno sport diverso. Poteva essere considerato come tale, dopotutto? Sebastian aveva detto che era praticato in diversi Paesi, Stati Uniti compresi, ma Blaine non aveva mai visto una cosa del genere. “Per fortuna”, mormorò.

“Fammi rivedere il video”, disse ignorando il suo sorriso malizioso. “E cerca di contenerti perché non ho detto di sì. Voglio solo rivederlo, scuotere la testa e ridere per quello che è andato a sbattere contro l'ostacolo.”

“Io non andrei mai a sbattere, te lo giuro”, sibilò al suo orecchio in tono lascivo, prendendo a mordicchiagli il lobo e accarezzarlo in un punto poco più alto delle cosce. “Non potrei mai farti del male, lo sai che-”

“Guarda che non mi compri”, sostenne fieramente, mentre il suo corpo aveva già iniziato a lanciare segnali di arresa. “Non parteciperò mai e poi mai a questa gara.”

 

 

Si allenarono duramente già dal giorno successivo. Ehi, Blaine non era uno che cambiava idea facilmente, ma nessuno sarebbe potuto rimanere coerente con se stesso con Sebastian Anderson-Smythe che lo guardava come se dovesse divorarlo da un momento all'altro e sapeva muovere le mani in quella maniera!

L'idea continuava a rimanere stupida, così come tutto il resto della gara in sé, ma senza ombra di dubbio Blaine doveva ammettere che era divertente. Le risate che si era fatto guardando quell'uomo correre dritto davanti a sé fino al traguardo per poi accorgersi di aver perso la compagna metri e metri prima... Oh, sì, questo era lo scopo della competizione.

Lo sport si chiamava 'Trasporto della moglie' -ma Sebastian, per invogliare suo marito, gli aveva detto che recentemente era stato esteso anche alle coppie omosessuali- ed era la cosa più assurda che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita e c'era da credergli, contando il fatto che conosceva suo marito da quando gli tirava i capelli all'asilo per poi tenerlo per mano durante il riposino pomeridiano.

I mariti correvano con le loro mogli sulle spalle, in posizioni quantomeno allucinanti e scomode, lungo un percorso pieno zeppo di ostacoli e vinceva chi terminava nel minor tempo possibile. Sebastian lo trovava spassoso e anche Blaine aveva iniziato a pensarlo solo esclusivamente dopo aver visto un casco proteggere la testa di quelle povere donne.

A differenza di suo marito, a Blaine le competizioni sportive non erano mai piaciute più di tanto, perché aveva sempre preferito leggere un buon libro con un personaggio in cerca dell'amore della sua vita piuttosto che vedere undici uomini con pettinature, tatuaggi e pantaloncini improbabili andare a zonzo del campo seguendo una palla rotolante. Ammise, però, di notare la lunghezza inesistente dei loro pantaloncini e di ritrovarsi in seguito a tifare per la squadra che li aveva più corti.

Ma non avrebbe mai pensato di dare ascolto a Sebastian e permettergli di fargli mangiare una quantità spropositata di cibi disgustosamente sani e bere bevande dal gusto di muffa con la scusa della dieta iperproteica.

Gli aveva consigliato di calare un po' di peso -”perché, insomma Blaine, sono io quello che fa più fatica e deve portarti!”- mentre lui gli aveva risposto serafico che era veramente un peccato perché l'unico modo di bruciare le calorie che conosceva se l'era appena giocato per un mese con quel commento poco opportuno.

“E se magari provassimo a cambiare posizione?”, chiese Sebastian col fiato mozzo, lasciando scendere Blaine con delicatezza sul prato del loro giardino. Avevano testato che andare a cavalcioni non era quella più comoda, siccome più volte era capitato che durante la corsa i talloni di Blaine avessero urtato Sebastian in zone in cui non avrebbe mai voluto essere colpito. Aveva provato anche a tenerlo in braccio, ma gli era risultato comunque scomodo e si era ostinato a ripetere di averlo già fatto entrando in casa dopo le nozze, quindi gli sarebbe bastato per un bel po'.

“Prova a prendermi così”, disse Blaine mettendogli le mani sulle spalle e facendolo inginocchiare. Si abbassò a sua volta, guardandolo dritto negli occhi e ridacchiando. “Ora cerca di sollevarmi, mentre io m'accascio sulla tua schiena. Tienimi sotto il sedere e non pizzicarmelo ché non è il momento.”

Sebastian fece quanto detto, ma dovette comunque dargli un leggero schiaffo per ritenersi soddisfatto. “Mi sembra di essere in guerra e salvare quella mezza sega del mio commilitone dagli spari dei nemici”, disse alzandosi con cautela, mentre Blaine, con la faccia completamente soffocata dalla sua maglietta, decise di dargli una ginocchiata sul fianco.

Caddero uno sull'altro gridando e ridendo, tentando di liberarsi scalciando di qua e di là, senza accorgersi delle occhiatacce dai vicini che li spiavano dietro le loro tende color panna.

Dopo ulteriori tentativi andati tutti a monte perché, a quanto pareva, preferivano sghignazzare e accarezzarsi scompostamente più del voluto, provarono la tecnica vista nel filmato. Era la più folle di tutte e aveva l'aria di essere davvero, davvero scomoda, sia per il portatore che per la donna sulle spalle.

“Ho fatto qualche ricerca”, annunciò Sebastian bevendo un altro sorso di quel centrifugato che, in teoria, avrebbe dovuto sapere di carote e invece il suo gusto ricordava smalto per unghie. “Si chiama 'presa alla estone'. Se troviamo difficile anche questa, posso dire addio ai miei sogni di gloria. Verrò ricordato come un atleta fallito; una carriera completamente rovinata da mia moglie-”

Blaine alzò gli occhi al cielo e lo incitò a muoversi, altrimenti l'avrebbe mollato lì da solo in mezzo al prato lanciandogli il casco in un punto che sperava gli avrebbe fatto tanto male.

Fu così che finì a testa in giù, pressato contro la schiena del marito, con le gambe annodate sotto al suo collo e le braccia a penzoloni.

“Corri”, gli disse chiudendo gli occhi e facendo di tutto pur di non aggrapparsi al suo fondo schiena, ma l'impresa si rivelò presto impossibile perché, se non voleva cadere, quella era l'unica soluzione. “Dai, Sebastian, muoviti!”

“Se l'avessi saputo prima”, iniziò Sebastian prendendo sempre più velocità e andando a percorrere il marciapiede, facendo lo slalom tra i figli dei vicini che li guardavano allibiti. “Se l'avessi saputo prima, mi sarei fatto portare io così avrei avuto tutte le possibilità del mondo per toccarti il culo!”

 

 

Trovata la posizione, dovettero imparare a muoversi in sincrono. O almeno, Blaine dovette apprendere a star rilassato il più possibile, respirare a tempo e seguire ogni minimo movimento di suo marito per evitare di intralciarlo e rendergli la corsa più difficile di quanto già fosse.

La parte più divertente degli allenamenti fu capire come saltare l'ostacolo senza cadere rovinosamente a terra. Il tronco messo in orizzontale da scavalcare nel percorso era abbastanza alto e c'erano molte probabilità che la testa di Blaine andasse a sbattergli contro.

“Tu sollevala”, lo avvertì Sebastian superando senza fatica la staccionata bianca che delimitava il giardino della loro villetta. “Così vedrai che non prenderai nessun colpo. Ti dico quando sto per avvicinarmici, ok?”

“Lo so, mica sono stupid- Ahi!”, gemette quando con un rumore secco il casco urtò il legno.

“Fatto male?”, gli chiese fermandosi di colpo e ridacchiando ilare. “E pensare che ti avevo avvertit-Ahi!”

Si sa: la vendetta è un piatto che va servito freddo e il piccolo morso sulla schiena che Blaine gli diede fu solamente l'antipasto.

 

Il percorso prevedeva anche una fossa colma d'acqua, profonda più o meno un metro, che Sebastian avrebbe dovuto attraversare velocemente sempre con Blaine sulle spalle. Il suo peso ormai non era più un problema -aveva seguito la sua dieta stravagante- ma gettarsi in acqua era sempre una difficoltà per entrambi.

Imparò a trattenere il respiro infilando per un intero venerdì sera -mettendo da parte il loro tradizionale appuntamento con la cinematografia francese- la testa nel lavandino del bagno pieno d'acqua, con suo marito che teneva i secondi attraverso il cronometro e lui che non pensava più di aver fatto una delle scelte più stupide di sempre, ma era determinato a farcela e a mostrare a Sebastian quanto fosse entusiasta di questa sfida.

“Un minuto!”, dichiarò l'uomo battendo le mani, afferrando il suo volto ancora grondante e baciandolo con passione. “Dovrei attraversare la fossa in molto meno, ovviamente, ma potresti sempre cadere e-”

“Davvero potrei cadere?”, domandò Blaine preoccupato asciugandosi con una salvietta. “E mi lasceresti lì?”

“Secondo te?”, gli chiese con un sorriso malizioso, ben sapendo che la domanda fosse retorica. “Che ne dici se adesso provassimo a trattenere il respiro nella vasca da bagno, stracolma di schiuma profumata?”

 

 

Furono allenamenti duri e privi di soste, necessari a sostenere una prova che sapevano avrebbe messo i loro corpi sotto incredibile sforzo, senza dimenticare lo stress in vista di una competizione così agguerrita. Il loro unico obiettivo era quello di vincere e l'avrebbero fatto ad ogni costo.

Dopo molte ricerche online -Blaine si sorprese di trovare poche informazioni su questo sport meraviglioso- Sebastian trovò un torneo che si sarebbe disputato nella capitale la settimana successiva e li iscrisse immediatamente. Stamparono l'itinerario, gli orari e una nuova dieta rigorosa, che Blaine seguì quasi alla lettera perché non c'era verso che la bevanda rancida andasse giù.

Non poterono fare altro che intensificare i loro allenamenti. Ormai nessuno del quartiere faceva più caso a loro e alle loro folli corse, anzi, Blaine pensò che avessero addirittura iniziato a fare il tifo per loro. Perché indicarli col dito ridacchiando e alzare i pollici nella loro direzione voleva dire questo, no?

La sera prima della partenza, Blaine rimase in silenzio ad ascoltare il temporale che imperversava là fuori e accarezzò la guancia di suo marito serenamente addormentato già da alcune ore. “Non so ancora perché ti ho detto di sì”, sussurrò contro le sue labbra e il proprio respiro caldo lo fece sorridere nel sonno. “Ma farò del mio meglio, Sebastian... O, almeno, cercherò di non finire a terra come un salame.”

 


 

Erano le otto di mattina e, nonostante fosse una bella giornata di aprile, faceva decisamente freddo. Blaine si maledisse subito per non essersi vestito adeguatamente, ma sapeva che le maniche corte e i pantaloncini avrebbero consentito a Sebastian libertà nei movimenti. Cercò di far riprendere un colore normale alle sue dita violacee scaldandole con il fiato, fino a quando Sebastian prese le sue mani tra le proprie e le strofinò energicamente.

“Come ti senti, Blaine?”, gli domandò lasciandogli un veloce bacio sulla fronte e andando ad aggiustargli la pettorina. Avevano il numero 66, sebbene fossero solo in quindici coppie. “Sei pronto? Ti voglio scattante, in forma e tutte 'ste cose qui.”

“Ho freddo”, mugugnò Blaine e suo marito gli sorrise comprensivo. “Sto congelando.”

“Non dire così, il freddo ti tempra e ti fa sentire vivo! Hai dato un'occhiata ai nostri avversari?”

L'aveva fatto eccome. Tutte le altre coppie erano miste e tutte, proprio tutte, le donne erano decisamente più magre di lui. I campioni in carica erano due ragazzi provenienti dal nord dell'Europa che più o meno della loro età e, se lui aveva lo stesso fisico slanciato e magro di Sebastian, lei sembrava fatta di niente. Se l'avessero messa sulla bilancia, sarebbe stata sicuramente più leggera di una piuma. Se fosse stata invitata dalla nonna di Blaine a cena in Italia, l'avrebbe sfamata per un anno intero.

La ragazza si accorse che Blaine la stava fissando, quindi accennò ad un saluto, sorridendole cordiale. Gli rispose con un'occhiata sprezzante che gli fece gelare il sangue, come se non ci fosse stato già abbastanza freddo. Non ancora paga, fece voltare il suo compagno verso di lui e anch'egli iniziò a squadrarlo dall'alto in basso. Blaine non provò nemmeno più a sorridere, soprattutto dopo che l'uomo mimò chiaramente con le labbra un iconico e ben poco rassicurante 'Vi spiezzo in due.'

“Allora?”, chiese Sebastian che non si era accorto di niente, troppo impegnato a guardarsi intorno, a bearsi dell'aria gelida mescolata a quella della competizione. Blaine aveva notato il modo quasi famelico in cui aveva adocchiato la maestosa coppa d'oro, posta su un piedistallo, e sapeva sarebbe stata bene nella vetrinetta del loro salotto. “Non fanno per niente paura, uh? Il premio è già nelle nostre tasche, te lo dico io. Vieni, adesso, dobbiamo metterci in fila.”

Si posizionarono dietro la linea di partenza, stando ben attenti a non ricevere gli spintoni degli altri. Ogni coppia sarebbe partita con un'altra contendente... Inutile dire con chi erano usciti durante il sorteggio; sarebbe ulteriormente imbarazzante.

Sebastian allacciò il casco del marito con cura, baciandolo teneramente ancora una volta, e osservarono insieme i nostri competitori. Alcuni di loro fecero tempi non molto buoni -ad esempio cinque minuti e dieci decimi quando Blaine e Sebastian durante gli allenamenti arrivavano abbondantemente al di sotto dei tre- ma altri erano stati bravi. Blaine non volle sapere che tempo avevano fatto l'anno passato i due ragazzi per non agitarsi, ma era sicuro che suo marito si stava iniziando a perdere d'animo perché sul volto era comparsa una smorfia insoddisfatta, dato che la coppia si era rifiutata di stringergli la mano in segno di rispetto. Blaine gli diede un bacio per consolarlo, scusandosi subito quando invece riuscì solamente a dargli una sonora capocciata col casco, e salì sulle sue spalle.

Ecco il momento per cui entrambi -ma più Sebastian- avevano aspettato tanto: il conto alla rovescia.

Tre...

Blaine aggiustò la posizione muovendo i fianchi.

Due...

Diede una carezza velocissima al fondo della schiena di Sebastian.

Uno...

Oddio, ma chi gliel'aveva fatto fare?

Via!

Sebastian corse come non aveva mai fatto prima. Blaine si sentiva sballottato da una parte e l'altra sulla sua schiena e sapeva che anche il marito stava perdendo aderenza sul terreno, siccome la terra battuta era diventato vero e proprio fango dovuto alla pioggia del giorno prima.

Non udiva gli incitamenti del pubblico e il rumore degli scatti dei fotografi anzi, in realtà, non sentiva proprio niente. Era concentrato ad ascoltare il respiro di Sebastian e la sua voce già leggermente affannata che gli intimava di prepararsi perché doveva trattenere... Ma cosa?

L'acqua ghiacciata investì tutti i suoi sensi. Suo marito aveva cercato di avvertirlo della fossa e Blaine non aveva capito, ritrovandosi sommerso in un'enorme granita. Chiuse gli occhi di scatto, tentando di tenere a mente tutte le istruzioni per andare in apnea e, fortunatamente, ce la fece.

Appena riemerso si lasciò andare ad una serie di insulti rivolti a nessuno in particolare -probabilmente due o tre a Sebastian- ed ebbe l'opportunità di scorgere gli avversari più avanti di loro di qualche metro.

Spronò il marito a correre ancora più veloce e superarono senza alcuna difficoltà gli ostacoli posti di fronte a loro -Blaine non sbatté la testa nemmeno una volta-. In fondo, si erano allenati davvero bene e Blaine aveva preso la cosa più sul serio di quanto aveva inizialmente pensato. Più volte Sebastian fu costretto ad abbassargli le gambe che gli coprivano la visuale e lui fece del suo meglio per incoraggiarlo.

“Vai! Vai!”, gli urlava. “Più forte!”

Sembravano funzionare perché Sebastian e Blaine, improvvisamente, furono davanti all'altra coppia. Stavano vincendo. Mancavano ancora pochi metri al traguardo e finalmente la coppa sarebbe stata loro.

“Corri!”, gridò Blaine ancora una volta a pieni polmoni. “Corri, Sebastian!”

Corse, corse, perse l'equilibrio e cadde, scivolando sul pantano sempre più molle.

No, non Sebastian, ma il ragazzo avversario. Trascinò la sua compagna con sé a terra, dove rimasero a lanciarsela addosso furiosi e urlando parolacce in una lingua che poteva essere tedesco. Anche se si fossero rialzati, sarebbero stati fuori dai giochi perché ogni caduta significava quindici secondi di penalità e Blaine e Sebastian sarebbero arrivati ben prima di quel lasso di tempo.

Blaine incitò suo marito ancora una volta, stringendolo sempre più forte, fino a quando non udì il rumore di uno strappo, segno che avevano appena attraversato il traguardo e avevano vinto.

Avevano vinto! Sebastian lo fece scendere subito dalle sue spalle e lo stritolò in un abbraccio soffocante, mentre attorno a loro scrosciavano gli applausi, probabilmente c'era pure qualcuno che aveva lanciato petardi, e l'organizzatore si avvicinava per complimentarsi.

“È stato bellissimo!”, rise Sebastian ancora carico di adrenalina, asciugandosi il sudore e permettendo al suo corpo di riprendere fiato. “Abbiamo vinto, Blaine!”

“Lo so!”, Blaine si unì ai festeggiamenti saltellando contento e, senza farlo apposta, gli diede un'altra testata col casco. “Siamo i migliori!”

Quando Blaine vide alzargli la coppa e posare per i fotografi della stampa locale, il cuore gli scoppiò d'orgoglio. Era lo stesso ragazzino della Dalton, quello che non aveva mai dedicato uno dei tantissimi premi vinti ad una persona in particolare poiché nel suo mondo non c'era nessun altro che lui stesso che se lo meritasse, ma allo stesso tempo era un altro. Più maturo, più consapevole, più felice.

“Questa coppa è per mio marito Blaine. Sapete, ci siamo sposati da poco”, disse alla stampa che continuava a mettergli davanti microfoni per registrare anche il suo più piccolo mormorio. A quanto pareva, battere la coppia favorita era una cosa grossa. “So che questo sport non gli piaceva per niente, ma l'ha fatto per me e quindi la dedico a lui, a noi...” La sollevò in alto, tenendola stretta proprio come stringeva Blaine durante le notti e gli rivolse un sorriso radioso. “...e non vedo l'ora di bere tutta quella birra!”

Sebastian aveva omesso quel particolare: il premio, oltre a quella magnifica coppa scintillante, prevedeva anche una quantità di birra pari al peso del trasportato. Blaine troppo esaltato per arrabbiarsi, troppo lieto di non essere caduto nel fango come uno sciocco.

“Visto che ho fatto bene a non mettermi a dieta?”, ridacchiò baciando il marito, permettendo ai fotografi di immortalare il momento di massima gloria di questa coppia di esperti campioni.

 

 

Per la cronaca, non parteciparono più a nessun tipo di competizione, finirono la birra cinque mesi dopo, misero la coppa in bella mostra nella teca del loro salotto e ritagliarono la fotografia dal giornale per poi infilarla in un raccoglitore già zeppo di loro scatti, chiuso al fondo dell'armadio in camera da letto.

Le cose, invece, tornarono a cambiare quando ebbero la bambina e Sebastian, fiero della sua maglietta che portava la scritta 'Papà2 di Belle', la iscrisse ad un saggio di danza classica...

Ma questa era un'altra storia.




 
Vi prego di andare a vedere QUESTO video. Mi ha cambiato la vita quando cercavo l'ispirazione per scrivere di sport interessanti in cui far primeggiare i babies e adesso il Wife Carrying è diventato uno dei miei headcanon, #sapevatelo.

Grazie per aver letto e buona Seblaine Sunday!

-violetsugarplum
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: violetsugarplum