C’è una scatola in un cassetto vuoto.  
Ci ha scritto sopra “vaso di Pandora” perché nessuno deve aprirla.
Non ci sono lucchetti né serrature.
È una scatola vuota in un cassetto così vuoto che non sembra esserci nemmeno la scatola a riempirlo.
 
Devi aprire la scatola, vedi?
Ma non guardare dentro. Cerca sotto il coperchio.
Ingegnoso. Cosa si nasconde?
Una lettera.
Una lettera?
Senza firma.
Cosa dice?
“Voglio tornare a casa”
È come un foglio bianco. Non dice nulla.
 
La chiama la scatola dei ricordi.
 
Era vuota.
L’hai cercata?
E l’ho trovata. Era vuota.
Sciocco sei tu che hai pensato che si potessero mettere i ricordi in una scatola.
 
Ha lasciato la lettera al suo posto. L’inchiostro è sbiadito, la carta consumata.
L’ha letta con la stessa meraviglia che ti lascia un raggio di sole dietro una tenda.
Ha letto tutte le parole che non erano state scritte, tutte le pieghe della carta, l’odore di chiuso, il senso di segretezza di quel vano nascosto.
 
Sarebbe bello poter mettere tutti i ricordi da una parte e chiuderli a chiave.
Per non dimenticarli?
Per non farli tornare.
Non era vuota.
Fammi tornare a casa.