//Eccomi tornata con una nuovissima storia sui Black Veil Brides.
So di averne molte aprte, ma una di queste stà per terminare, perciò ho deciso di pubblicarne già una nuova.
Spero che vi piaccia, e spero anche che a fine capitolo mi lascerete una piccola recensione
Alla prossima e buona lettura.



In una caldissima giornata d’estate la noia è sempre presente, soprattutto per me; una ragazza che va al collage in cerca di un lavoro, per non pesare a suo fratello, troppo impegnato con il suo di lavoro.

Mi chiamo Hayden, ho 22 anni e stò studiando per diventare un’interprete, e in questo momento so perfettamente almeno tre lingue del mondo.

Sono una ragazza magra, forse fin troppo, e per questo motivo mio fratello mi fa mangiare più cose possibili, e anche per niente salutari; sono quasi alta come lui, ma naturalmente più bassa in qualsiasi caso.

I miei capelli arrivano leggermente oltre le spalle, e sono castani, tendenti però ad un rosso fuoco, e infatti qualche ciocca castana si nota perfettamente in mezzo a quel miscuglio di colori.
I miei occhi sono verdi, anche se visti da diverse angolazioni si vede il grigio e il nero; sono molto grandi, e contornati da ciglia lunghissime e nere.
Le mie labbra sono forse un po’ troppo grandi, soprattutto il labbro inferiore, leggermente sproporzionato rispetto al viso; invece il mio naso è molto piccolo, ma comunque, al contrario del labbro inferiore, è proporzionato al resto del mio viso.

Non mi trucco molto, ma quello non deve mai mancare prima di uscire di casa, anche a costo di arrivare in ritardo a un qualunque appuntamento.
 

Le lingue che in questo momento stò studiando sono il russo e l’olandese;  mio fratello mi ha sempre presa in giro, perché sono sempre stata attirata dalle lingue più strane; e infatti le lingue che conosco perfettamente sono il portoghese, il francese e il finlandese.

Ogni volta che mio fratello deve fare un viaggio lo devo accompagnare, anche se parliamo la lingua “universale” cioè l’inglese, fa sempre comodo conoscere la lingua giusta di quel paese.


In questo momento sono nella mia stanza, nella casa di mio fratello, che infatti mi stà ospitando per l’estate, che infatti è appena iniziata; lui in questo momento è uscito con degli amici, che io non conosco, anche perché passo il resto dell’anno lontano da Los Angeles.

Per non restare indietro con gli studi continuo a ripassare la scrittura Russa, che è qualcosa di veramente indecifrabile a prima vista, ma a me ispira davvero molto questo alfabeto diverso dal mio, e dalla scrittura completamente differente, e anche le pronuncie.
 
Io e mio fratello abbiamo sei anni di differenza, ma siamo comunque molto legati, da piccola ricordo che mi proteggeva sempre dalle persone cattive con me o che mi prendevano in giro per via della mia altezza inappropriata.
 

Squilla il telefono di casa, e io senza accorgemene il cane di mio fratello mi salta addosso quasi per avvisarmi, e infatti inizia ad abbaggliare; mi alzo dal letto con grande pigrizia e dopo essere arrivata in soggiorno rispondo al telefono che ormai da alcuni secondi squillava a vuoto.

<< Pronto? >>

<< Hayden? >>

<< Fratellone!
Come hai stai chiamando a casa? >>

<< Volevo avvisarti che questa sera i miei amici sarebbero arrivati a casa, ora sono in giro con tre di loro, ma a breve dovrebbe
arrivare a casa, quello mancante, per favore fallo entrare. >>

<< Va bene, come capisco che si tratta di lui? >>

<< Basta che pensi come sono fatto io e lo capisci all’istante. >>

<< D’accordo,  Fratellone, lo farò entrare. >>

<< Grazie, Sorellina, a dopo! >>

<< A dopo, Jake! >>