Disclaimer: Non conosco i Fall Out Boy, non
pretendo di dare una rappresentazione veritiera delle loro vite con questa
fanFICTION né di insultarli in qualunque modo, e molto chiaramente non vengo
pagata per scrivere certe cose.
Notes: Tutta colpa di questo video
(precisamente da 0'32").
Would you just stop groping my breast?
« Patrick Stump, devo finire di esaminarti il seno! »
Patrick Stump, appoggiato con tutto il suo peso contro la
porta dietro la quale era fuggito, si tolse gli occhiali e si stropicciò
drammaticamente gli occhi, per poi incrociare le braccia sotto il suo
inesistente seno.
« Peter Wentz, io non ho un seno! »
« Tecnicamente, » s’intromise Andy, tirando su la testa
dalle parole crociate « tecnicamente, tu hai
un seno, Patrick. Il solo fatto che tu non abbia ghiandole mammarie e che i
lipidi del tuo corpo non siano raccolti all’altezza- »
Se anche una persona integerrima come Andy aveva deciso di
comportarsi come se fosse sotto acidi, allora quella doveva essere la Giornata
Nazionale Contro I Cantanti Con Gli Occhiali.
Patrick se ne andò senza ascoltare la fine del discorso di
Andy sui lipidi (perché, davvero, non gli servivano altri discorsi sui lipidi, grazie) o le urla insulse di Pete,
aspettando che Joe desse fuoco (di nuovo) a tutti i suoi cappelli per coronare degnamente
la mattinata.
-
« Trick, è per la tua salute! »
Patrick sbatté la porta in faccia a Pete per qualcosa come
la tribilionesima volta in un giorno, scegliendo per l’occasione di barricarsi
in bagno.
« Per la mia,
invece, di salute, » fece Joe con aria irritata, guardando male Patrick dall’alto
della sua dignità di persona seduta sulla tazza del water con un fumetto in
mano, « faresti meglio ad ucciderlo. Oppure potresti farti crescere questo
benedetto paio di tette e farti palpare una volta per tutte. » Sembrò
rifletterci sopra. « Non dovrebbe dispiacerti. Alle fan di solito non dispiace.
»
Patrick sgranò gli occhi. Quando poi Brutte Immagini iniziarono
a formarglisi in mente, arrossì e prese a boccheggiare, incapace di formare un
insulto adeguatamente pesante per il chitarrista.
Quasi avrebbe preferito vedere i suoi cappelli in fiamme.
-
Pete piombò dal nulla sulla sedia. « Patrick. »
« Oh Cristo! » strillò Patrick mettendosi le mani nei
capelli.
« Ma per ora puoi pure continuare a chiamarmi Pete, non
farti problemi » Si appoggiò in una maniera che voleva essere affascinante al
ripiano del tavolo. Patrick alzò gli occhi al cielo. « Comunque, sono arrivato all’ipotesi
che forse non hai un seno. »
Patrick quasi si mise a piangere dalla gioia.
« …ma! » proseguì Pete con un leggero infarto da parte
dell’amico « Hai dei testicoli. » Prese una mano di Patrick tra le proprie,
guardandolo seriamente negli occhi « Patrick- »
« Se quello che stai per dirmi è che potrei avere un
cancro ai testicoli, » lo interruppe Patrick tornando al proprio iPod, « e che ti
stai offrendo di esaminare anche quelli, sappi che anch’io sarò ben felice di
prevenire un cancro ai tuoi
testicoli. Estirpandoli. »
-
Dopo una settimana di ridicole insinuazioni sulla sua
sessualità da parte di… tutto il mondo, più o meno (e Gerard Way dovrebbe solo
stare zitto, quanto a “femminilità
latente”), fu Patrick ad andare a cercare Pete.
« Dobbiamo chiarire quest’incresciosa situazione! »
E quello stupido Pete aveva persino il coraggio di far
finta di non capire di che stesse parlando, raggomitolato sul suo stupido
divano nel suo stupido tour bus!
« Ehm… cosa? »
« Non permetterti di trattarmi da idiota in questo modo,
Pete! » esclamò Patrick puntando deciso l’indice contro il suo naso. « Di’, sei
posseduto dallo spirito di Odette come-si-chiama o vuoi semplicemente farti
strozzare? No, perché in questo caso potresti riprendere a comportarti
normalmente, ti assicuro che dai già abbastanza sui nervi! »
« Il mio comportamento ti… dà sui nervi? » chiese Pete,
con un’espressione sinceramente ferita. Ma purtroppo Patrick era davvero troppo
stressato per notarla.
« Pete, sei un esaurimento nervoso su due gambe! » Iniziò
a percorrere avanti e indietro lo spazio davanti al divano di Pete, agitando le
mani in aria. « Da quando ci conosciamo! Ogni volta che saliamo su un palco, e
hai queste tue grandiose idee di strusciarti sulla mia schiena e… e leccarmi,
o- o fare cose del genere! Ma per me non è un problema, davvero, se solo non ci
scherzassi sopra costantemente - e poi adesso questa storia del seno! Sono
stufo di dover fuggire da te ogni volta che alzi un dito verso di me! »
E, com’era iniziata, la sfuriata s’interruppe; Patrick si
bloccò nel mezzo della stanza, voltandosi e lanciando a Pete uno sguardo
sofferente. « Perché vuoi così tanto toccarmi le tette? »
Pete rimase a fissarlo con la bocca lievemente aperta.
Patrick roteò gli occhi e con un passo gli fu davanti, intento a squadrarlo
dall’alto, un sopracciglio sollevato con fare inquisitore.
« Perché mi importa che… i nostri bambini siano allattati
senza problemi? »
Le spalle di Patrick si afflosciarono, e la sua rabbia
scivolò via lasciando il posto a solamente tanta stanchezza; non poteva
prendersela con un coglione del genere. Si lasciò cadere tra i cuscini di
fianco a Pete con un sospiro. « Pete, perché fai sempre così? »
« Perché sono così irresistibilmente adorabile? » tentò,
stringendosi il labbro inferiore tra i denti.
Patrick sbuffò e si coprì gli occhi con un braccio. « Perché
sei sempre così dannatamente stupido. Lo sei, Pete » esclamò, bloccando sul
nascere le proteste del bassista che, pur non potendo vederlo, era sicuro
avesse aperto la bocca per ribattere. « Non riesci mai ad essere serio se non
si tratta di musica. Non riusciamo a parlare.
»
« Okay, bene, sono serio ora. Perché ti dà tanto fastidio
che parli del tuo seno? »
« Pete, in nome del cielo, io NON HO un seno » rantolò
Patrick. Percepì fisicamente Pete, alla sua sinistra, che roteava gli occhi.
« Ma non mi dire! E per tutti questi anni che ho creduto
di vivere con una donna! Certo, le basette mi avevano fatto venire dei
sospetti, ma credevo fosse solo un problemino di ormoni… » Diede un calcio allo
stinco di Patrick. « Mai sentito parlare di scherzi?
»
« La tua è tortura mentale » tentò di ricambiare il
calcio, ma non aveva idea di dove fossero le gambe di Pete, per cui si limitò a
dare una manata alla cieca dove supponeva fosse il petto dell’amico; ricevette
un soddisfacente “ouff!” in risposta.
« Trick, tutti sanno che stare agli scherzi è il modo migliore
per farli finire. Perché questo qui ti dava tanto fastidio? »
Patrick non rispose. Con gli occhi chiusi, su quel divano
che puzzava di cane, cullato da suono della gente di fuori, dei rumori del
motore, dal respiro così vicino di Pete, rifletté sulla domanda. E, questa
volta, giunse al motivo che aveva ignorato fino a quel momento - o che si era
sforzato di ignorare…
« Non deve essere per scherzo » mormorò, le orecchie rosse
per l’imbarazzo ben visibili anche da sotto il cappello. Prima che Pete
chiedesse qualcosa, o che il coraggio gli scomparisse dopo tutti gli sforzi fatti
per racimolarlo, spiegò, « Quando mi tocchi. Quando mi tocchi… in quel modo,
non deve essere per scherzo. »
Così aspettò, aspettò una qualsiasi reazione. Ma dopo aver
aspettato per molti lunghi, dolorosi minuti, e quando il sospetto di un ictus
(o, peggio, di una fuga) da parte di Pete si fece troppo forte, Patrick si
azzardò a sollevare il braccio dagli occhi.
Pete era vicino, davvero vicino - molto più vicino di
quanto lo ricordasse - e aveva uno sguardo attento che inchiodò Patrick alla
spalliera del divano. Si inumidì le labbra - davvero, davvero vicine, così rosa
e carnose e a portata di mano - e sussurrò, cauto, « C’è un altro modo per toccarti
così… non per scherzo? »
« I-io… n-non… » annaspò Patrick, ma Pete non aspettò una
risposta. Conosceva Patrick da abbastanza tempo per sapere che avrebbe potuto
attendere tranquillamente fino alla sua morte per imbarazzo prima di ricevere
una frase articolata. Per questo, perché conosceva Patrick, lo baciò.
E Patrick, perché conosceva Pete, gli prese il volto tra
le mani e rispose al bacio, mentre il suo cappello cadeva, dimenticato, dietro
il divano.
-
« Avendo finalmente raccolto tutte le prove che mi
servivano, posso ora escludere con certezza il pericolo che Patrick abbia un
tumore al seno, perché non ha un seno! »
Andy e Joe sollevarono gli occhi dalla playstation,
fissarono brevemente Pete che, in mutande, sorrideva come un idiota dalla porta
di camera sua, e tornarono a giocare come se niente avesse turbato la loro
partita.
Pete, senza perdere il suo sorriso, fu prontamente
ritrascinato in camera da un Patrick paonazzo.
« Quanto pensi ci vorrà prima che torni di qua a dirci che
Patrick non avrà un cancro ai testicoli? »
Andy scrollò le spalle, pigiando pigramente sul controller.
« Basta che con quest’esame facciano meno casino che con quello di prima. »
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Per la serie, “Will si espande in nuovi bandom”. Che dire,
questi due mi ispirano (e far sembrare Pete un deficiente dà una certa
soddisfazione >:D). Grazie a: il tempo libero durante le vacanze e
l’overdose da cioccolata. Non-grazie a: il mio torcicollo e i cali di corrente
che mi resettano il pc. Infinita riconoscenza a: chi legge <3 E a chi
recensisce: <33
Ricordate, ragazzi, il cancro al seno non è una cosa da prendere
alla leggera.
Will