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Autore: Will P    24/03/2008    7 recensioni
« Patrick Stump, devo finire di esaminarti il seno! »
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Non conosco i Fall Out Boy, non pretendo di dare una rappresentazione veritiera delle loro vite con questa fanFICTION né di insultarli in qualunque modo, e molto chiaramente non vengo pagata per scrivere certe cose

Disclaimer: Non conosco i Fall Out Boy, non pretendo di dare una rappresentazione veritiera delle loro vite con questa fanFICTION né di insultarli in qualunque modo, e molto chiaramente non vengo pagata per scrivere certe cose.

Notes: Tutta colpa di questo video (precisamente da 0'32").

 

 

Would you just stop groping my breast?

 

« Patrick Stump, devo finire di esaminarti il seno! »

Patrick Stump, appoggiato con tutto il suo peso contro la porta dietro la quale era fuggito, si tolse gli occhiali e si stropicciò drammaticamente gli occhi, per poi incrociare le braccia sotto il suo inesistente seno.

« Peter Wentz, io non ho un seno! »

« Tecnicamente, » s’intromise Andy, tirando su la testa dalle parole crociate « tecnicamente, tu hai un seno, Patrick. Il solo fatto che tu non abbia ghiandole mammarie e che i lipidi del tuo corpo non siano raccolti all’altezza- »

Se anche una persona integerrima come Andy aveva deciso di comportarsi come se fosse sotto acidi, allora quella doveva essere la Giornata Nazionale Contro I Cantanti Con Gli Occhiali.

Patrick se ne andò senza ascoltare la fine del discorso di Andy sui lipidi (perché, davvero, non gli servivano altri discorsi sui lipidi, grazie) o le urla insulse di Pete, aspettando che Joe desse fuoco (di nuovo) a tutti i suoi cappelli per coronare degnamente la mattinata.

 

-

 

« Trick, è per la tua salute! »

Patrick sbatté la porta in faccia a Pete per qualcosa come la tribilionesima volta in un giorno, scegliendo per l’occasione di barricarsi in bagno.

« Per la mia, invece, di salute, » fece Joe con aria irritata, guardando male Patrick dall’alto della sua dignità di persona seduta sulla tazza del water con un fumetto in mano, « faresti meglio ad ucciderlo. Oppure potresti farti crescere questo benedetto paio di tette e farti palpare una volta per tutte. » Sembrò rifletterci sopra. « Non dovrebbe dispiacerti. Alle fan di solito non dispiace. »

Patrick sgranò gli occhi. Quando poi Brutte Immagini iniziarono a formarglisi in mente, arrossì e prese a boccheggiare, incapace di formare un insulto adeguatamente pesante per il chitarrista.

Quasi avrebbe preferito vedere i suoi cappelli in fiamme.

 

-

 

Pete piombò dal nulla sulla sedia. « Patrick. »

« Oh Cristo! » strillò Patrick mettendosi le mani nei capelli.

« Ma per ora puoi pure continuare a chiamarmi Pete, non farti problemi » Si appoggiò in una maniera che voleva essere affascinante al ripiano del tavolo. Patrick alzò gli occhi al cielo. « Comunque, sono arrivato all’ipotesi che forse non hai un seno. »

Patrick quasi si mise a piangere dalla gioia.

« …ma! » proseguì Pete con un leggero infarto da parte dell’amico « Hai dei testicoli. » Prese una mano di Patrick tra le proprie, guardandolo seriamente negli occhi « Patrick- »

« Se quello che stai per dirmi è che potrei avere un cancro ai testicoli, » lo interruppe Patrick tornando al proprio iPod, « e che ti stai offrendo di esaminare anche quelli, sappi che anch’io sarò ben felice di prevenire un cancro ai tuoi testicoli. Estirpandoli. »

 

-

 

Dopo una settimana di ridicole insinuazioni sulla sua sessualità da parte di… tutto il mondo, più o meno (e Gerard Way dovrebbe solo stare zitto, quanto a “femminilità latente”), fu Patrick ad andare a cercare Pete.

« Dobbiamo chiarire quest’incresciosa situazione! »

E quello stupido Pete aveva persino il coraggio di far finta di non capire di che stesse parlando, raggomitolato sul suo stupido divano nel suo stupido tour bus!

« Ehm… cosa? »

« Non permetterti di trattarmi da idiota in questo modo, Pete! » esclamò Patrick puntando deciso l’indice contro il suo naso. « Di’, sei posseduto dallo spirito di Odette come-si-chiama o vuoi semplicemente farti strozzare? No, perché in questo caso potresti riprendere a comportarti normalmente, ti assicuro che dai già abbastanza sui nervi! »

« Il mio comportamento ti… dà sui nervi? » chiese Pete, con un’espressione sinceramente ferita. Ma purtroppo Patrick era davvero troppo stressato per notarla.

« Pete, sei un esaurimento nervoso su due gambe! » Iniziò a percorrere avanti e indietro lo spazio davanti al divano di Pete, agitando le mani in aria. « Da quando ci conosciamo! Ogni volta che saliamo su un palco, e hai queste tue grandiose idee di strusciarti sulla mia schiena e… e leccarmi, o- o fare cose del genere! Ma per me non è un problema, davvero, se solo non ci scherzassi sopra costantemente - e poi adesso questa storia del seno! Sono stufo di dover fuggire da te ogni volta che alzi un dito verso di me! »

E, com’era iniziata, la sfuriata s’interruppe; Patrick si bloccò nel mezzo della stanza, voltandosi e lanciando a Pete uno sguardo sofferente. « Perché vuoi così tanto toccarmi le tette? »

Pete rimase a fissarlo con la bocca lievemente aperta. Patrick roteò gli occhi e con un passo gli fu davanti, intento a squadrarlo dall’alto, un sopracciglio sollevato con fare inquisitore.

« Perché mi importa che… i nostri bambini siano allattati senza problemi? »

Le spalle di Patrick si afflosciarono, e la sua rabbia scivolò via lasciando il posto a solamente tanta stanchezza; non poteva prendersela con un coglione del genere. Si lasciò cadere tra i cuscini di fianco a Pete con un sospiro. « Pete, perché fai sempre così? »

« Perché sono così irresistibilmente adorabile? » tentò, stringendosi il labbro inferiore tra i denti.

Patrick sbuffò e si coprì gli occhi con un braccio. « Perché sei sempre così dannatamente stupido. Lo sei, Pete » esclamò, bloccando sul nascere le proteste del bassista che, pur non potendo vederlo, era sicuro avesse aperto la bocca per ribattere. « Non riesci mai ad essere serio se non si tratta di musica. Non riusciamo a parlare. »

« Okay, bene, sono serio ora. Perché ti dà tanto fastidio che parli del tuo seno? »

« Pete, in nome del cielo, io NON HO un seno » rantolò Patrick. Percepì fisicamente Pete, alla sua sinistra, che roteava gli occhi.

« Ma non mi dire! E per tutti questi anni che ho creduto di vivere con una donna! Certo, le basette mi avevano fatto venire dei sospetti, ma credevo fosse solo un problemino di ormoni… » Diede un calcio allo stinco di Patrick. « Mai sentito parlare di scherzi? »

« La tua è tortura mentale » tentò di ricambiare il calcio, ma non aveva idea di dove fossero le gambe di Pete, per cui si limitò a dare una manata alla cieca dove supponeva fosse il petto dell’amico; ricevette un soddisfacente “ouff!” in risposta.

« Trick, tutti sanno che stare agli scherzi è il modo migliore per farli finire. Perché questo qui ti dava tanto fastidio? »

Patrick non rispose. Con gli occhi chiusi, su quel divano che puzzava di cane, cullato da suono della gente di fuori, dei rumori del motore, dal respiro così vicino di Pete, rifletté sulla domanda. E, questa volta, giunse al motivo che aveva ignorato fino a quel momento - o che si era sforzato di ignorare…

« Non deve essere per scherzo » mormorò, le orecchie rosse per l’imbarazzo ben visibili anche da sotto il cappello. Prima che Pete chiedesse qualcosa, o che il coraggio gli scomparisse dopo tutti gli sforzi fatti per racimolarlo, spiegò, « Quando mi tocchi. Quando mi tocchi… in quel modo, non deve essere per scherzo. »

Così aspettò, aspettò una qualsiasi reazione. Ma dopo aver aspettato per molti lunghi, dolorosi minuti, e quando il sospetto di un ictus (o, peggio, di una fuga) da parte di Pete si fece troppo forte, Patrick si azzardò a sollevare il braccio dagli occhi.

Pete era vicino, davvero vicino - molto più vicino di quanto lo ricordasse - e aveva uno sguardo attento che inchiodò Patrick alla spalliera del divano. Si inumidì le labbra - davvero, davvero vicine, così rosa e carnose e a portata di mano - e sussurrò, cauto, « C’è un altro modo per toccarti così… non per scherzo? »

« I-io… n-non… » annaspò Patrick, ma Pete non aspettò una risposta. Conosceva Patrick da abbastanza tempo per sapere che avrebbe potuto attendere tranquillamente fino alla sua morte per imbarazzo prima di ricevere una frase articolata. Per questo, perché conosceva Patrick, lo baciò.

E Patrick, perché conosceva Pete, gli prese il volto tra le mani e rispose al bacio, mentre il suo cappello cadeva, dimenticato, dietro il divano.

 

-

 

« Avendo finalmente raccolto tutte le prove che mi servivano, posso ora escludere con certezza il pericolo che Patrick abbia un tumore al seno, perché non ha un seno! »

Andy e Joe sollevarono gli occhi dalla playstation, fissarono brevemente Pete che, in mutande, sorrideva come un idiota dalla porta di camera sua, e tornarono a giocare come se niente avesse turbato la loro partita.

Pete, senza perdere il suo sorriso, fu prontamente ritrascinato in camera da un Patrick paonazzo.

« Quanto pensi ci vorrà prima che torni di qua a dirci che Patrick non avrà un cancro ai testicoli? »

Andy scrollò le spalle, pigiando pigramente sul controller. « Basta che con quest’esame facciano meno casino che con quello di prima. »

 

 

 

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Per la serie, “Will si espande in nuovi bandom”. Che dire, questi due mi ispirano (e far sembrare Pete un deficiente dà una certa soddisfazione >:D). Grazie a: il tempo libero durante le vacanze e l’overdose da cioccolata. Non-grazie a: il mio torcicollo e i cali di corrente che mi resettano il pc. Infinita riconoscenza a: chi legge <3 E a chi recensisce: <33

Ricordate, ragazzi, il cancro al seno non è una cosa da prendere alla leggera.

Will

   
 
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