In your atmosfere.



Solitamente ognuno di noi concretizza nella propria mente la parola 'amore' mediante la dolce immagine di due innamorati, che magari si tengono teneramente per mano scambiandosi continui baci.
Ma no, l'amore non è solo questo. Non è solo un bellissimo fiore profumato, l'amore è una rosa piena zeppa di spine dolorose. Spine che a poco a poco ti rendono pericolosamente vulnerabile facendoti scivolare dalle mani il controllo di questo gioco fin troppo ingarbugliato.
Perchè l'amore è dolcezza ed emozione, ma è anche passione, dolore e sofferenza. E' un qualcosa di troppo totalizzante per poterlo esprimerlo attraverso semplici e scontate parole.
L'amore sono Felicity e George, due ragazzi che si sono incontrati in un periodo abbastanza sbagliato delle loro vite e che finiranno per odiarsi, insultarsi ma sopratutto amarsi.





Felicity pv.

Io sono Felicity, ma obbiettivamente parlando di felice nella mia vita è rimasto solo il mio nome.
Ero nuovamente là, per la seconda volta in quella settimana, di fronte alla tomba dei miei genitori.
Mark e Hellie Black, morti rispettivamente il trentuno Luglio duemiladieci e il venticinque Dicembre dello stesso anno.
Mio padre era sempre stato un importante uomo di affari, era sempre in viaggio per lavoro ma nonostante ciò nella nostra città era amato da tutti, in quanto fosse un uomo umile e generoso,me compresa.
Nella primavera del duemiladieci gli era stato diagnosticato un cancro al cervello e nonostante vari tentativi per riuscire a salvarlo non c'era stato nulla da fare. Un anno dopo morì, portando via con sè un grande pezzo di me.
Era stato solo una delle tante delle tante vittime di quella fottuta malattia che a poco a poco riesce a portare via tante, troppe persone, nutrendosi della loro stessa vita.
E poi c'era mamma, apparentemente una donna forte in grado di superare tutti gli ostacoli che la vita ti pone davanti. Purtroppo però non era niente di tutto ciò, non lo era affatto.
Dopo la morte di papà era entrata in depressione e pochi mesi dopo si uccise, con bel 14 colpi di pistola al cervello.
E poi c'ero io.
Diciotto anni e senza entrambi i genitori, diciotto anni e senza nessuno su cui veramente poter contare.
A diciotto anni con troppe responsabilità, a diciotto anni con una allucinante tristezza che mi lacerava l'animo.
Diedi una ripulita alla tomba dei miei genitori, misi fiori freschi e mi misi affianco a loro a pensare a tutta la mia dannata vita.



George pv.
Mi catapultai sul divano, era stata una giornata veramente intensa.
Guardai il cellulare e vidi trentuno chiamate perse, fra cui trenta dei miei genitori.
Era passato un mese ormai, perchè continuavano a chiamarmi?
Quando prendevo una decisione tornavo difficilmente indietro e lo dovevano capire.
Perchè me n'ero andato? Perchè loro volevano impormi troppe cose, volevano farmi diventare un medico quando io volevo lavorare, non studiare. Volevano farmi fare una vita come la loro, con un buon lavoro e una famiglia perfetta. Semplicemente io non cercavo quello che volevano loro, io volevo vivermi la vita giorno per giorno, senza nessun progetto e senza troppe aspettative.
Perchè in fin dei conti le cose non programmate sono le migliori, non trovate?










Hei ciao a tutti, eccomi con una nuova storia.
Che dire questa è proprio l'opposto dell'altra, ci saranno troppi colpi di scena.
Cosa ne pensate? Vi sembra interessante? Recensite, voglio sapere cosa ne pensate.
Continuo ad una recensione, un bacio!