Innanzi tutto voglio ringraziare mia sorella che legge per prima la mia storia e con le sue correzioni mi impedisce di fare un ben più magra brutta figura. Il mio secondo ringraziamento particolare va alla mitica SUNNY, ovvero Ale che mi ha spronato ed incoraggiato a portare avanti questa storia e non di meno mi ha concesso di poter usare il suo: ”Being a War Mage”, come sceneggiatura del film.
Un grosso Grazie a tutte e due.
Tra Finzione E Realtà
Capitolo 1
England
Hertfordshire. Luglio 2012
Entusiasmo!
Ecco
cosa avrebbe dovuto provare!
Con
una sceneggiatura come quella tra le mani qualunque attore avrebbe dovuto
sentirsi al settimo cielo. Lui invece si sentiva…frustrato. Lasciando scivolare
a terra il copione alzò il viso verso il cielo, socchiudendo gli occhi per
ripararsi dalla luce abbagliante del sole.
Erano
ormai due ore che se ne stava steso sulla sdraio nel
giardino di casa e ancora non era riuscito a trovare il modo per venirsene
fuori da quella situazione senza fare la figura dell’imbecille. A dire il vero,
forse per quello era già troppo tardi. Con un sorriso amaro ripensò alla faccia
del suo agente quando era uscito dal suo ufficio due
giorni prima.
Allorché
lo aveva messo al corrente della nuova proposta di lavoro lui se n’era rimasto
immobile a fissare l’ingombrante plico di fogli sulla scrivania di Paul.
Dopo
essere rimasto in completo silenzio per diversi minuti ascoltandolo parlare
di…di…non ricordava, si era alzato di scatto attirando la sua attenzione.
Aveva
afferrato il copione e si era avviato verso l’uscita.
Quest’ultimo
lo aveva richiamato con tono preoccupato. Voltandosi appena quel tanto da
poterne vedere il viso, gli aveva detto che dopo aver
letto la sceneggiatura gli avrebbe fatto sapere se accettava il ruolo.
La
sua espressione sbigottita sarebbe stata da immortalare.
Dal
momento in cui era uscito dal suo ufficio a quel mattino stesso, Paul lo aveva
già chiamato dieci volte e lui ormai non sapeva più che scusa inventare.
Il
suono dell’arrivo di un messaggio lo fece sospirare contrariato.
Non
aveva alcun dubbio su chi lo stesse cercando e prima o poi avrebbe dovuto
affrontare anche loro. I suoi colleghi…i suoi amici più cari…la causa essenziale per cui non si sentiva in grado di
affrontare un nuovo ed impegnativo lavoro al loro fianco.
Tirandosi
leggermente a sedere allungò la mano verso il tavolino accanto a se, afferrò la
bottiglia di birra e ne bevve un lungo sorso. La bevanda ormai calda gli
procurò un leggero senso di disgusto. Scuotendo il capo come ad allontanarne il
sapore la riappoggiò malamente sul tavolo.
Non
aveva ancora ritirato la mano che un secondo avviso acustico risuonò nell’aria.
Chiunque
fosse a quanto pare non voleva mollare.
Afferrò
il cellulare e mettendosi a sedere con le gambe fuori dal
lettino si appoggiò con i gomiti alle ginocchia.
“Tanto prima o poi mi dovrò togliere anche questo dente.”
Rigirandosi
per un’ultima volta il cellulare fra le mani controllò le chiamate. Sul display
apparvero sette messaggi non ancora aperti e riportavano solo due nomi:
Emma
Emma
Dan
Emma
Dan
Emma
Emma
Premette
il tasto ok e…
Eih, hai
avuto
Entusiasta
come sempre!
Al
contrario suo Emma erano mesi che sperava e attendeva con impazienza che le
voci sull’imminente realizzazione del sequel avesse
conferma. Prima di cancellare il messaggio controllò la data dell’invio. A
quanto pareva aveva avuto la notizia qualche ora dopo di lui. Subito dopo passò
al messaggio successivo:
E’
incredibile, è veramente una sceneggiatura straordinaria. Non vedo l’ora di iniziare
le riprese. Quando inizieranno? Tu ne sai qualcosa? Neanche Dan ne sa niente. Chiamami
testone, non dirmi che non hai ancora finito di leggerlo! Un bacio
Scuotendo
la testa incredulo cancellò anche il secondo msg.
Quella squilibrata doveva essersi immersa in una lettura pazza se era riuscita
a finire di leggerlo nell’arco di tre ore.
Il
terzo messaggio era del suo migliore amico.
Hai avuto
Un
sorriso divertito rischiarò il suo viso ricordando l’ultima volta che erano
stati a casa di Daniel.
Dando
per scontato che sarebbe andato aveva scordato completamente di avvisarla,
anzi, di avvertirlo che sarebbe addirittura arrivato il venerdì sera e così
aveva interrotto i suoi “programmi” romantici proprio sul più bello.
Il
quarto messaggio era un avviso di segreteria. Premette il tasto di chiamata e
si mise in ascolto. La voce leggermente ansiosa e insicura di Emma gli arrivò
dritto al cuore.
“Ehm, ciao sono Emma… ho provato a
chiamarti a casa, ma il telefono risulta sempre
occupato e qui sul cellulare c’è solo la segreteria…”la sua voce risultò leggermente titubante. Il ragazzo
socchiuse gli occhi e si passò una mano fra i capelli.
“…mi ha chiamato
Jess…mi ha detto di aver parlato con Paul…”
Cazzo!
Imprecando mentalmente si maledisse per non aver
pensato alla dannata eventualità che i due agenti avessero potuto mettersi in
contatto.
“…non capisco…che vuol dire che vuoi valutare l’offerta, ne abbiamo sempre parlato.
Questa cosa è iniziata con noi e dobbiamo essere noi a finirla. Senza di te non
avrebbe senso…” la sua voce
tremò
leggermente.
“Ti prego
chiamami! Buona notte e …”
La
conversazione fu interrotta bruscamente. Posando nuovamente il gomito sul
ginocchio, appoggiò la testa sul palmo della mano aperta. Lasciò in memoria il
msg e passò oltre. Quello successivo di Dan era arrivato quel mattino stesso.
“Dove diavolo
ti sei cacciato, ieri sera mi ha telefonato Emma ed
era in pensiero per te. Che cos’è questa storia che forse non vuoi accettare il
ruolo? Se è uno scherzo dei tuoi sappi che non è divertente! Appena vedi il msg
chiamami o ti verrò a rompere fino a casa tua! Ciao…e chiama Em.”
Le
cose si mettevano sempre peggio. Prima di visualizzare il msg successivo
abbassò il capo verso il basso e il suo sguardo venne
catturato dalla copertina del copione che si trovava ora fra i suoi piedi.
Maledizione! Maledizione! Lo sapeva. Lo sapeva benissimo anche lui, avevano ragione entrambi, non poteva mollare, non ora, non così, non
per quel suo fottutissimo desiderio di…
Scuotendo
la testa per cancellare l’improvvisa miriade di sensazioni che stavano per
travolgerlo, aprì l’ennesimo sms.
“Brutto
stupido di un idiota si può sapere dove cavolo ti sei
cacciato? Non venirmi a dire che da ieri pomeriggio non hai ne visto ne sentito
uno dei miei messaggi. Voglio parlare con te testa vuota, quindi chiamami!!!! Subito! chiaro?”
“ohi,
ohi, la ragazza comincia ad arrabbiarsi.”
Con
un sorrisetto divertito aprì l’ultimo messaggio.
“Ti prego
Rupert. Chiamami! Mi sto preoccupando sul serio.”
Il
sorriso si tramutò in una smorfia sofferente. Non voleva farla star male, era
l’ultima cosa al mondo che non avrebbe mai voluto fare. Riportò lo sguardo a
terra e si soffermò a leggere le parole stampate in grassetto sulla copertina:
Harry Potter, e lo scontro finale.
Lo
prese fra le mani e tornò a stendersi. Ritirò le gambe quel tanto che gli permettesse di usarle d’appoggio e iniziò a sfogliarlo. Emma
aveva ragione, la sceneggiatura era veramente bella e sarebbe stato un gran
film.
Lasciò
il copione aperto sulle sue gambe e incrociando le braccia dietro la testa
spostò lo sguardo al cielo. Lasciò vagare i suoi occhi sulle nuvole bianche che
si stagliavano nell’azzurro.
Quante
volte assieme ad Emma e Daniel aveva passato i momenti di pausa tra una ripresa
e l’altra ad osservare le nuvole cercando di riconoscere nelle loro forme
qualcosa di particolarmente buffo.
Quanto
tempo era passato, gli sembrava solo il giorno prima e
non che fossero passati tredici anni. Anni in cui la sua vita era totalmente
cambiata.
Chi
lo avrebbe mai detto quando quel giorno si era
presentato per l’audizione che avrebbero preso proprio lui, un ragazzino
dinoccolato senza nessuna esperienza. Ma così era andata.
Lo
avevano scelto ed era iniziato un periodo meraviglioso. Aveva conosciuto due
persone fantastiche con le quali aveva instaurato un rapporto magnifico che col
passare degli anni si era sempre più consolidato.
Il
primo film, grazie anche allo strepitoso successo del libro che lo aveva
preceduto, era stato un tale successo da far sì che per ogni libro della saga
ne era conseguito un nuovo lungometraggio.
Quello
che era partito come un progetto per bambini si era trasformato in un successo
per piccoli e adulti, forse nemmeno l’autrice stessa degli omonimi libri si sarebbe
mai aspettata un tale successo.
Nel
corso dei precedenti film il protagonista e i suoi due amici erano cresciuti e
rafforzato la loro amicizia superando intrighi, agguati, tradimenti, decessi
famigliari, amori corrisposti e non…
“Gia.”
sospirando sommessamente si passò una mano fra i
capelli per poi portarla nuovamente sotto il capo.
In
quel momento il suo principale problema era proprio quello, l’amore. Un amore
che voleva a tutti i costi soffocare per timore di perdere la cosa più bella e
importante per lui.
Ovverosia
il rapporto che aveva legato con Daniel ed Emma.
Come
i protagonisti del film che interpretavano, anche loro tre si erano conosciuti
che erano poco più che ragazzini e con il passare degli anni avevano stretto
una forte amicizia.
Era
diventata per loro una cosa importantissima e nulla aveva scalfito quel
profondo legame. Nonostante quel che gli era successo due
anni prima e i suoi sentimenti nei confronti di Emma era sempre riuscito
a fare in modo che la loro amicizia non ne risentisse.
Rupert
chiuse gli occhi e subito gli apparve davanti il dolcissimo viso della ragazza.
Il suo sorriso sempre raggiante, gli occhi che si illuminavano ogni volta che
sorrideva o era felice, la sua voce dolce e carezzevole, le sue labbra morbide,
calde e irresistibili.
Quelle
labbra che aveva dovuto baciare per esigenza di copione e che ora lo facevano
morire dal desiderio di sentirle nuovamente a contatto con le sue.
Avrebbe
voluto poterla stringere a se, sentire le sue mani accarezzarlo, sfiorare la sua
pelle vellutata, immergere le dita fra il groviglio setoso dei suoi capelli castani
e lasciarsi inebriare dal suo profumo.
Con
un gesto di rabbia lasciò nuovamente cadere il copione dalle sue gambe e si
rimise seduto dando la schiena alla casa dietro di lui.
Affondò
le mani fra i capelli e chiuse gli occhi stringendoli con forza per cancellare
l’immagine impressa nella sua mente.
Che
ironia della sorte, se solo due anni prima gli avessero detto che baciare Emma
gli avrebbe fatto quel effetto avrebbe riso per una settimana intera.
Quando
aveva letto la precedente sceneggiatura e si era reso conto di come modo i loro
due personaggi avrebbero affrontato la loro nuova vita
ne era rimasto molto colpito.
Per
non parlare delle risate che lui e Dan si erano fatti nel notare che finalmente
“Ron” avrebbe messo su un po’ di grinta rendendosi poi conto di provare verso
il personaggio di Emma, Hermione, un amore che andava
molto al di la dell’affetto.
Si
erano divertiti a prenderla in giro su come avrebbe fatto a non innamorarsi di
lui dopo aver recitato certe scene romantiche o a resistere al suo fascino ed
invece era stato lui a capitolare.
Gli
era bastato stringerla fra le sue braccia, tenerla stretta contro il suo petto
per perdersi completamente in lei. L’angolo destro delle sue labbra si piegò in
un sorriso ironico e il ricordo di quel primo bacio riapparve di nuovo più vivo
e nitido che mai.
********************
…”Ok ragazzi, togliamoci subito questo peso e iniziamo con la scena del
bacio.”
Il regista li aveva accolti con un largo sorriso sulle labbra e
portandosi in mezzo a loro aveva posato un braccio sulle loro spalle, mentre
Daniel che era rimasto con loro per assistere sorrideva divertito.
“Capisco che potrà risultarvi un po’
imbarazzante, ma cavandoci questo pensiero potremo meglio affrontare il resto
delle scene in cui l’aria fra voi dovrà risultare come dire… elettrica”
Lui aveva sorriso sornione e aveva stretto l’occhiolino ad Emma che stralunò gli occhi con una smorfia.
“Ricordatevi, tutto dovrà nascere per gioco, ma poi ciò che doveva
essere un semplice scherzo, un gesto d’amicizia, vi coinvolgerà più di quanto
vi sareste mai spettati. Soprattutto tu Rupert, dovrai
sentirti sicuro e dovrai dare sicurezza a lei che invece sarà più titubante.
Devi convincerla che non c’è nulla di male e che lo fai solo per aiutarla.”
“Chissà perché, ma non so se riuscirò a farmi convincere da questo qui.” Emma gli aveva indirizzato uno
sguardo pieno di significato e lui rise divertito.
“Paura è?”
Per tutta risposta lei lo aveva preso sotto braccio trascinandolo fino
al set.
Dopo un paio d’ore tutto procedeva a meraviglia. La scena stava venendo
proprio bene, avevano dovuto rifare poche scene e rimaneva solo il momento del bacio.
Al via del regista si era avvicinato lentamente a lei, parlandole in
tono basso e dolce aveva cercato di rassicurarla e mentre le accarezzava il
viso dolcemente si era chinato su di lei posando le labbra sulle sue. In quello
stesso istante fu come se una scarica di elettricità gli attraversasse il
corpo.
In un primo istante l’aveva sentita irrigidirsi leggermente sotto il suo
tocco, ma poi ammorbidendosi aveva iniziato a baciarlo dolcemente. Perso nella
morbidezza di quelle carezze e dal dolce sapore delle sue labbra senza nemmeno
rendersene conto aveva iniziato a solleticarle le labbra con la lingua, fino a
fargliele dischiudere leggermente.
La sentì ricambiare a quel bacio dapprima con timidezza, poi sempre con
maggior trasporto e questo lo fece smettere di ragionare. Le passò un braccio
intorno alla vita attirandola verso di se, sentendola aderire contro il suo
corpo, mentre con l’altra mano continuava ad accarezzarle il viso.
Sentì le mani di Emma salire fino attorno al
collo mentre lui si lasciava andare completamente a quel bacio ormai fuori dal
suo controllo.
Il lieve gemito della ragazza contro le sue labbra lo destarono da
quello straordinario turbinio di emozioni facendolo tornare alla realtà dei
fatti. Stavano recitando, era tutta una farsa e attorno a loro decine di persone
li stavano osservando e filmando. Non stava affatto baciando una ragazza
qualsiasi, quella che sentiva cedere arrendevole sotto le mani e sulle sue
labbra era Emma, la sua migliore amica. Fu come una doccia gelata.
Si staccò così bruscamente che la ragazza vacillò leggermente con gli
occhi ancora socchiusi poi li sgranò stupita, rossa in viso e imbarazzata.
“Vedi…?” con il fiato corto e ancora sotto sopra cercò di ritrovare le
parole delle battute.
“Non è così terribile no?”
Emma si era stretta forte nel cappotto annuendo.
“No infatti.”
Istintivamente si passò una mano fra i capelli.
“…uhm…andiamo, avrai problemi coi tuoi genitori
se rientri a casa troppo tardi.”
Uno di fianco all’altro s’incamminarono verso la cinepresa davanti a
loro fermandosi solo al ciak finale del regista…
***********************************
Ritornare
col pensiero a quei mesi di riprese gli fece scorrere un brivido lungo la
schiena. Da quel giorno girare le scene con Emma era stato un dolce incubo. Per
cercare di venirne fuori aveva cercato di convincere se stesso che la colpa di
quel turbamento fosse da imputare ad una sola
persona.: Ronald Weasley.
Interpretando
per tredici anni la parte di Ron, era stato normale che alla fine nel crescere
assieme avesse messo una parte di sé nel giovane e pasticcione mago e che al
contrario qualcosa del caro Weasley fosse entrata in lui. E così anche per lui
come per Ron, EmmaHermione non era più solo una
semplice amica. Al di fuori del set le cose andavano un po’ meglio, riusciva a
controllare le proprie emozioni e nessuno sembrò accorgersi di ciò che lo
tormentava dentro. Soprattutto Emma.
Continuavano
a punzecchiarsi a vicenda a ridere e scherzare come sempre, anche se lui
cercava di evitare il contatto fisico il più possibile.
Aveva
passato mesi sperando che a film terminato le cose sarebbero tornate alla
normalità, ma si era solo illuso. Gli bastava sfiorarla, sentire il suo profumo
o anche solo un suo sorriso per far riaffiorare prepotentemente il desiderio di
sentirla sua. Fortunatamente i rispettivi impegni di lavoro li avevano
allontanati per un certo periodo e questo aveva alleviato in parte il problema.
Durante
le riprese del nuovo film aveva conosciuto una ragazza irlandese e con lei
aveva cercato di togliersi dalla mente Emma, in parte ci era riuscito. Lei
assieme a Dan erano andati più volte a trovarlo sul
set, ma avendo accanto Shannon era riuscito a mantenere il suo solito
atteggiamento. Col passare del tempo le cose erano tornate quasi alla
normalità.
Continuavano
tutti e tre a sentirsi, vedersi regolarmente e trascorrevano buona parte del
loro tempo libero assieme e nonostante continuasse a sentire quel peso allo
stomaco ogni volta che Emma gli si avvicinava riusciva a starle accanto senza
avere la continua tentazione di affondare le dita fra i suoi capelli o baciarla
fino a farle mancare il respiro.
Ed
ora dopo tutto questo penare ecco tornare Weasley.
Il
suo timore più grande di affrontare un nuovo film
assieme a lei era quello di ricadere nuovamente nella trappola, ma soprattutto
non era per nulla convinto che questa volta sarebbe riuscito a venirne fuori,
perché ormai ne era sicuro, era innamorato di Emma, della sua migliore amica.
Gli
era bastato sentire le voci sull’imminente produzione del film per tornare a
impazzire per lei. Da mesi non faceva che svegliarsi nel cuore della notte, il
sangue che pulsava impazzito nelle vene, il respiro ansante per sogni che ogni
volta erano sempre più vividi e chiari.
Sogni
in cui poteva dare libero sfogo a desideri che per quasi due anni aveva cercato
di assopire.
Aveva
provato di tutto pur di cancellare quelle emozioni, ma non era servito a
niente. Si era addirittura ritrovato a pensare a lei mentre
faceva l’amore con la ragazza con cui stava da un paio di settimane e questo
non andava bene per niente.
Stringendo
forte fra le mani i capelli iniziò ad imprecare a mezza voce.
“Maledizione
come diavolo faccio a recitare di nuovo con lei!”
Qualcosa
di leggero ma di altrettanto deciso si posò sulla sua spalla facendolo
trasalire spaventato. Voltandosi di scatto balzò in piedi e ritrovandosi a
fissare il viso sorridente del suo migliore amico.
“Dan?”
mormorò stupito nel trovarselo di fronte.
Il
ragazzo gli sorrise divertito alzando leggermente le
spalle.
“Sorpreso
di vedermi?”
“Tu
devi essere impazzito!”
Dopo
l’iniziale spavento e stupore l’irritazione prese il sopravento. Aggirò velocemente
la sdraio fino a pararsi davanti all’amico agitando le braccia.
“Si
può sapere che ti salta in testa? Mi hai fatto prendere un accidente mi sei arrivato
alle spalle senza aver fatto il minimo rumore. Quall’era la tua intenzione
farmi venire un infarto prima dei trent’anni?”
Nonostante
Rupert lo superasse in altezza di ben dieci centimetri e la sua prestanza
fisica fosse notevolmente più vigorosa della sua,
Daniel non si scompose minimamente. Se c’era una cosa di cui poteva essere
sicuro era che non gli avrebbe mai torto un solo capello. Alzando un
sopraciglio con fare ironico si poggiò al tavolino accanto e incrociò le
braccia sul petto.
“Hai
finito?”
“No.”
sbottò seccamente il ragazzo.
Dan
piegò le labbra in un lieve sorriso e rimase in silenzio aspettando che l’amico
continuasse. Rimasero a guardarsi per qualche istante senza dire una sola
parola, poi Rupert fece un lungo sospiro e agitò una mano in segno di
sufficienza.
“Ah,
lasciamo perdere. Spiegami solo come diamine hai fatto
ad entrare.”
Sedendosi
sulla sedia accanto all’amico gli fece cenno di fare altrettanto.
Daniel
si chinò a raccogliere il copione che stava accanto hai suoi piedi e seguì il
suo suggerimento.
“A
dire il vero ho avuto un pizzico di fortuna.”
Rupert
strinse leggermente gli occhi guardandolo incuriosito.
“Erano
più di cinque minuti che suonavo alla porta quando è
arrivata tua madre.”
“Mia
madre?” la sua espressione sbigottita lo fece ridere di gusto.
“Esattamente.”
Seguendo
con lo sguardo la direzione che gli indicava vide sua madre venire verso di
loro con un gran sorriso sulle labbra e due bottiglie di birra fresca nelle
mani.
“Ciao
tesoro.”
La
signora Grint posò le bottiglie sul tavolo di fronte hai ragazzi e accostando
una mano al viso del figlio gli scostò la ciocca di capelli rossi che gli
ricadeva sulla fronte.
“Ti
ho portato la biancheria pulita e stirata e un po’ di torta di
albicocche che è rimasta da ieri sera, visto che non sei potuto venire a
cena.”
Guardando
la madre con gratitudine le accarezzò la mano che la donna gli aveva posato ora
sulla spalla.
“Ti
ringrazio, ma lo sai che non voglio che ti disturbi tanto. Alla biancheria e alla
spesa potevo pensarci io.”
“Il
giorno in cui per una madre accudire il proprio figlio
diventerà un disturbo sarà solo quando quest’ultimo si sarà sposato. Allora
potrà stare tranquilla e a riposo.”
Rupert
storse le labbra in una smorfia disgustata.
“Se
non vuoi arrecarmi disturbo credo che dovrai trovarti presto una moglie.”
“Allora
credo che ti disturberò ancora per molto.”
Tutti
e tre scoppiarono a ridere divertiti.
“Beh
ora vi lascio. E’ stato un piacere rivederti Daniel, spero che per le prossime
feste potrai venire a trovarci.”
“La
ringrazio signora e le prometto che farò di tutto per non mancare.”
La
donna dopo aver baciato il figlio salutò nuovamente entrambi e si allontanò
verso l’uscita. Dopo che se ne fu andata fra i due ragazzi
scese un silenzio anormale. Entrambi sapevano che se Daniel era arrivato
li era a causa dello strano comportamento di Rupert e questo li rendeva tesi.
Daniel
osservò l’amico afferrare la bottiglia di fronte a se portandosela alle labbra.
Che qualcosa non andava ultimamente lo aveva già abbondantemente capito, ma il
suo comportamento attuale era addirittura anormale. Rupert era sempre allegro
ed estroverso mentre ora quasi non lo riconosceva.
Non
sapendo bene come poter avviare il discorso decise che forse il modo migliore
per cominciare era nella maniera più diretta. Imitandolo si portò la bottiglia
alle labbra lasciando scivolare il liquido fresco lungo la gola, poi la
riappoggiò con fermezza sul tavolo attirando la sua attenzione.
“E’
inutile che facciamo finta di nulla, sappiamo entrambi il perché mi trovò qui
ora invece di essere tranquillamente a casa mia a rileggere questa meraviglia
di sceneggiatura.”
Così
dicendo afferrò il copione e lo posò fra loro due. Rupert si lasciò andare ad
un lungo sospirò ma non disse niente.
“D’accordo…allora
comincio io.” fissando lo sguardo negli occhi azzurri
dell’amico cercò di pungerlo sul vivo.
“Si
può sapere perché dici di non essere sicuro di voler girare questo film e soprattutto
perché credi di non essere in grado di poter recitare ancora con Emma?”
Ecco qua, siete arrivati alla fine….spero di non avervi annoiato troppo. Se qualcuno volesse lasciarmi una piccola recensione mi fareste veramente molto piacere. Grazie